lunedì 5 agosto 2013

V.VIII.MMXIII – Belpaese padanino incarognito ancor piu’, cerca il cash, subito e copioso: deve pagare gli stipendi pubblici e le rate del debito sovrano. E che tutto il resto crepi; crepera’ lui

I russi rinunciano a stoccare il gas a Pisticci
In Calabria si spende poco, crollano i consumi e le famiglie devono pensare alle prime necessità
Blitz contro evasione da Capri a Portofino
L'UNIONE SARDA - Economia: Porto Cervo, caccia all'evasore
Comunicato stampa 5.08.2013. Fisco, contribuenti.it: indolori i blitz d'agosto
Tagli anche a pane e medicine Così le famiglie reggono la crisi




I russi rinunciano a stoccare il gas a Pisticci
di FABIO AMENDOLARA e FILIPPO MELE
 «Istanza di rinuncia alla richiesta di concessione di stoccaggio di gas naturale a Serra Pizzuta». La Geogastock Spa, la società a capitali russi che aveva ottenuto le concessioni per stoccare gas in un pozzo dismesso a Pisticci, si arrende. E si ritira. L’istanza è stata avanzata al ministero dello Sviluppo economico ed è pubblicata sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse. La coincidenza: la rinuncia è stata avanzata proprio mentre venivano pubblicati i retroscena - provenienti da un’inchiesta della Procura di Firenze - sull’intrigo del gas russo in Basilicata.
 L’inchiesta ha svelato una strana operazione finanziaria nascosta dietro alla compravendita di un libro antico. Nell’intrigo c’è l’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, c’è l’antiquario barese Massimo Marino De Caro e c’è l’imprenditore russo Ivan Akhmerov. Ascoltando i telefoni dell’antiquario barese i carabinieri del Ros - coordinati dal pubblico ministero della Procura di Firenze Giuseppina Mione - hanno scoperto che quella che sembrava una semplice trattativa per la compravendita di un libro antico in realtà era un’operazione finanziaria «di dubbia natura», così viene definita in una richiesta di proroga di intercettazioni telefoniche, legata alle concessioni per i pozzi di gas in Basilicata.
 «Dell’Utri - si legge nei documenti di cui la Gazzetta è in possesso - ha ricevuto sul suo conto corrente versamenti per 409mila euro da De Caro e da sua moglie Rossella Sacco quale corrispettivo della vendita di un libro antico». Ufficialmente Dell’Utri vende un libro che contiene un’im - portante epistola di Cristoforo Colombo. È il mese di aprile del 2009 (le indagini dei carabinieri erano appena cominciate). In realtà, secondo la Procura, «l’operazione era diversa»: «All’epoca - scrive il pm - De Caro e la moglie avevano un reddito poco compatibile con quell’acquisto e il libro non risultava di proprietà di Dell’Utri».
 Controllando i conti corrente di Dell’Utri e dell’antiquario i carabinieri del Ros hanno scoperto che «la provvista di denaro per l’acquisto sembra essere stata fornita da due società: la Avelar management e la Geogastock. Quest’ultima società, nello stesso periodo temporale - scrivono gli investigatori - risulta aver ottenuto delle concessioni di stoccaggio di gas naturale relative ai giacimenti in Basilicata». Il pm ha quindi ipotizzato che «Marcello Dell’Utri - si legge nei documenti dell’inchiesta - sfruttando il suo ruolo istituzionale, anche mediante l’intervento su pubblici ufficiali, abbia favorito gli interessi di imprenditori russi operanti nel settore delle risorse energetiche, nei loro rapporti con le amministrazioni pubbliche interessate, così da ottenere l’abilitazione a operare in Italia in un comparto industriale di rilievo strategico nazionale con il rilascio di concessioni di stoccaggio di gas relative ai giacimenti di Grottole, Ferrandina e Pisticci, e che a fronte di ciò abbia ricevuto dai russi, per il tramite di De Caro, delle consistenti somme di denaro, apparentemente giustificate dall’acquisto fittizio dell’opera d’arte».

In Calabria si spende poco, crollano i consumi e le famiglie devono pensare alle prime necessità
L'analisi dei dati elaborati dall'Istat riguardo la spesa delle famgilie nel 2012, ultimo anno solare chiuso e disponibile per l'esame, non lascia speranze. In Calabria si spende poco perché la capacità di spesa è bassa e le famiglie sono costrette a rinunciare a svaghi e tempo libero per sostenere i bisogni primari
di FRANCESCO RIDOLFI
 CATANZARO - La crisi si fa sentie e con forza, anche nel pieno dell'estate, i dati arrivano a raggelare le speranze di chi cerca qualche sintomo di ripresa. I dati in questione si riferiscono al 2012 e sono elaborati dall'Istat e fanno capire quanto la situazione sia drammatica. Nel corso dell'ultimo anno solare concluso, infatti, la Calabria si classifica al penultimo posto fra le regioni per la spesa di consumo delle famiglie con un livello medio di 1.762 euro a nucleo e questo ulteriore dato mette in luce le difficoltà di una regione che da tempo ormai non guarda al futuro con l'ottimismo di un rilancio e di uno sviluppo stabile. 
In particolare, secondo quanto rilevato dall'Istat l'economia della punta estrema della Penisola non consente alle famiglie calabresi di poter spendere costringendole a dover scegliere e conseguentemente tagliare le spese meno necessarie. Il dato strettamente numerico pone le famiglie calabresi in una situazione di estrema inferiorità in termini di capacità di spesa rispetto alle connazionali, e ciò non solo se paragonate con le famiglie del Trentino Alto Adige, regione più ricca con i suoi 2.919 euro spesi a famiglia, o della Lombardia dove si spendono in media 2.866 euro a famiglia. Anche in Basilicata, ad esempio, la spesa delle famiglie è superiore attestandosi a 1.908 euro. Se poi si va a vedere la media nazionale si scopre che la Calabria viaggia molto al di sotto del livello medio fissato a 2.419 euro. Ciò significa che se in media una famiglia italiana spende 2.419 euro nel dettaglia una famiglia calabrese ne spende solo 1.762, ossia quasi 700 euro in meno.
Ma le sorprese non finiscono certo qui. Andando a scomporre la spessa totale in categorie si scopre che la minore spesa dei calabresi non è assoluta e riguardante tutte le categorie. In realtà oltre ad essere diverso (leggi inferiore) il livello di spesa totale anche la sua distribuzione per settori appare profondamente diversa specialmente rispetto alla regioni del nord. Così se in Piemonte ad alimentari e bevande è riservato il 17,9% del totale in Calabria tale percentuale sale fino al 27,4%. Ma bisogna stare attenti a non farsi ingannare dalle percentuali perché se è vero che in punti percentuali lo scostamento per l'acquisto di cibo appare nettamente superiore per la Calabria, traducendo tale valore in euro si scopre che la spesa è pressoché uguale ossia 471,13 euro per il Piemonte e 482,79 euro per la Calabria. Tuttavia, siccome il livello di spesa è più basso, nella Regione dei Bronzi di Riace l'incidenza percentuale è maggiore sottraendo risorse per altri tipi di spesa. In particolare, a pagare lo scotto sono i soldi spesi per tempo libero e cultura cui i piemontesi (scelti a titolo di esempio ma il paragone è simile anche per le altre regioni del nord) dedicano il 4,9% della spesa pari a 128,97 euro mentre i calabresi dedicano il 3,3% pari ad appena 58,15 euro.
Evidente che per la Calabria lo stato di prostrazione economica inibisce la capacità di spesa delle famiglie costringendole ad investire la maggior parte della loro spesa nei bisogni essenziali dovendo rinunciare al resto. Nello specifico, la spesa delle famiglie calabresi è ripartita in questo modo: 27,4% alimentari e bevande, 1,1% tabacchi, 6,4% abbigliamento e calzature, 22,3% abitazione, 7,7% combustibili ed energia, 4,5% arredamenti, 3,7% sanità, 13,2% trasporti, 2,2% comunicazioni,1,1% istruzione, 3,3% tempo libero e cultura, 7,2% altri beni e servizi.
lunedì 05 agosto 2013 11:56

Blitz contro evasione da Capri a Portofino
Controlli a tappeto in luoghi vacanze vip
Roma – Tra venerdì sera e le prime ore di questa mattina, una maxi operazione degli ispettori dell' Agenzia delle Entrate ha riguardato, con controlli notturni avvenuti in collaborazione con agenti Siae, un centinaio di locali, bar e stabilimenti di note località balneari in tutta Italia, da Capri a Portofino.
In particolare, nell’isola campana sono stati controllati 15 esercizi tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Portofino e Santa Margherita Ligure 10 locali tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Porto Cervo e Porto Rotondo 14 locali tra discoteche, di cui alcune con lido, ristorante e bar inclusi), gioiellerie e spa.
A Iesolo e Sottomarina di Chioggia, in Veneto, i controlli hanno riguardato 26 tra discoteche, ristoranti, bar, gioiellerie e spa. Numerosissime le località coinvolte nell’operazione in Puglia, dove sono stati controllati 36 esercizi a Monopoli, Molfetta, Bari, Torre a Mare, Margherita di Savoia, Bisceglie, Barletta, Fasano, Ostuni, Mesagne, Peschici, Vieste, Mattinata, Siponto, Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo, Cutrofiano, Taranto, Leporano. Non si è salvata la Sicilia, dove nel mirino del fisco sono finiti 5 esercizi tra Taormina, Cefalu', Catania.
E. C.

L'UNIONE SARDA - Economia: Porto Cervo, caccia all'evasore
05.08.2013
PORTO CERVO Erano in quindici, quasi equamente divisi tra Agenzia delle entrate, Siae e Ispettorato del lavoro. Un nutrito drappello che venerdì sera si è presentato, con toni garbati e molto professionali, in quattordici esercizi commerciali: gioiellerie, ristoranti, locali notturni e centri benessere dislocati a Porto Cervo e a Porto Rotondo. Operazione di routine, hanno fatto sapere, e massimo riserbo sul risultato degli accertamenti. Che, bisogna dirlo, erano mirati. Nel senso che la selezione non è stata casuale ma ponderata sulla base dei redditi dichiarati, ritenuti eccessivi o meno non è dato sapere. CONTROLLI A TAPPETO Certo è che l'ondata di controlli scatenata venerdì nelle più importanti località turistiche d'Italia, e che si è conclusa nel primo pomeriggio di sabato, non poteva trascurare la Costa Smeralda. E non è nemmeno la prima volta. D'altronde è qui che si concentrano alberghi extra lusso, boutique e discoteche dai costi poco popolari. Attività che durano lo spazio brevissimo di una stagione e che, per ovvie ragioni, devono incassare il massimo possibile per consentire ai titolari un inverno sereno, e non solo quello. POCHI SORRISI Come al solito, l'arrivo degli ispettori del fisco non è stato accolto con particolari sorrisi. Anzi, sono in tanti a essere convinti che questo genere di verifiche alla fine scoraggi i turisti in momenti difficili quali quelli attuali in cui non se ne sarebbe sentita la necessità. «Non vivo con l'incubo della guardia di finanza o dell'Agenzia delle entrate - dice un ristoratore di Porto Cervo - vengano pure quando vogliono non ho niente da nascondere né da temere. Chi non è in regola, di sicuro, qualche problema a riceverli ce l'avrà». LA TASSA SUL TURISMO Ma qui, nel cuore della Costa Smeralda semi deserta nonostante la stagione inoltrata, non hanno mai visto di buon occhio fiamme gialle e fisco. A dire il vero, nemmeno gli agenti del Corpo forestale che, anni fa, salivano sugli yacht e sui panfili per controllare il pagamento della dimenticata “tassa sul turismo” voluta dall'allora presidente della Regione Renato Soru. Polemiche infinite sulle conseguenze che il balzello avrebbe potuto determinare a un settore già agonizzante e sui rischi di perdere i diportisti che avrebbero scelto altri e meno onerosi lidi. Insomma, una storia nota con un copione già scritto e adattabile, ciclicamente, a ogni periodo. NIENTE DIVISE Stavolta, ad accompagnare il gruppetto di controllori non c'era la guardia di finanza. Ciò non significa che dalla compagnia di Cala Saccaia abbiano mollato la presa sugli evasori. È che, nell'occasione, si è scelto di non mandare uomini in divisa che avrebbero suscitato ben altre reazioni e non avrebbero certamente fatto passare inosservato il lavoro di accertamento. Questo aspetto, comunque, è stato apprezzato dagli imprenditori insieme alla giornata, venerdì e non sabato, cioè con i locali meno affollati. Imbarazzo evitato, dunque, è sempre meglio che niente. STABILIMENTI BALNEARI Le fiamme gialle, di recente, hanno avviato una massiccia serie di controlli sui litorali. Dall'anno scorso, infatti, chi affitta sdraio e ombrelloni è tenuto a rilasciare una ricevuta di pagamento. Fiscale, naturalmente. E considerando che in alcune spiagge una famiglia di quattro persone arriva a pagare anche cento euro, il problema di una possibile evasione si pone eccome. In questo mese e mezzo della terza estate di crisi autentica, i finanzieri hanno già registrato decine e decine di irregolarità. Mentre l'anno scorso, non appena entrata in vigore la legge che imponeva il rilascio della ricevuta, gli agenti hanno fatto opera di persuasione limitandosi a sanzionare solo i recidivi, quest'anno hanno cambiato strategia. CHIOSCHETTI Ovvero, poche chiacchiere e più multe, oltre a quello che potrebbe emergere successivamente. Stesso atteggiamento seguito per chioschetti improvvisati e privi di qualunque autorizzazione di carattere amministrativo e sanitario. Ormai, di camion frigo e “apixedde” se ne trovano in ogni dove, sulle strade che conducono alle località turistiche, in prossimità delle spiagge e, sempre più spesso, sugli arenili. Un fenomeno incontrollabile, legato sì alla situazione di emergenza economica, ma che andrebbe regolato diversamente.

Comunicato stampa 5.08.2013. Fisco, contribuenti.it: indolori i blitz d'agosto
ROMA - Grazie al pronto intento degli "Angeli del Fisco" di Krls Network sono stati netrautralizzati i blitz fiscali condotti nelle principali località turistiche italiani. L'Associazione Contribuenti Italiani, grazie all'accordo rinnovato a giugno 2013 con Krls Network of Business Ethics, è riuscita a programmare 20 Teams di pronto intervento dislocati nelle principali località turistiche italiane come Capri, Positano, Amalfi, Sorrento, Portofino, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Porto Cervo, Portò Rotondo, Alghero, Ostuni, Riccione, Rimini, Tremoli, Forte dei Marmi, Gallipoli e Taormina. In soli 3 giorni, gli Angeli del Fisco sono intervenuti in soccorso di bar, locali notturni, negozi, gioiellerie, Spa, alberghi, ristoranti bar e stabilimenti balneari che sono stati verificati neI primi giorni di agosto, quando molti commercialisti e avvocati avevano già chiuso i loro studI professionali.
Sono 2,8 milioni i contribuenti italiani che hanno fatto affidamento,! dall'inizio del 2005 ad oggi, sugli "Angeli del Fisco" di Krls Network of Business Ethics, Avvocati, Dottori Commercialisti Revisori contabili e Sociologi d'impresa, iscritti albi in di diverse nazioni, che prestano la propria opera a beneficio dei contribuenti italiani.
Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani ha elogiato pubblicamente, gli sforzi compiuti in questi anni da parte degli "Angeli del Fisco" che, anche in questi giorni di agosto, si sono particolarmente distinti per la loro opera di assistenza e informazione ai contribuenti italiani.
Un programma, progettato insieme a "Lo Sportello del Contribuente" che rappresenta, ancora una volta, un' eccellenza e un valido esempio di cooperazione tra professionisti e Contribuenti Italiani.
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

Tagli anche a pane e medicine Così le famiglie reggono la crisi
ANALISI. Il Centro studi Confindustria analizza la «spending review» degli italiani. Via non solo sprechi e superfluo
 In cinque anni, dal 2007 al 2012, la spesa media annua è scesa a 26.100 euro, 3.660 in meno In pratica un mese e mezzo di consumi svaniti
04/08/2013
ROMA Non più tagli solo agli sprechi e al superfluo, con l'ultima onda di recessione gli italiani riducono anche l'acquisto di pane e le visite mediche. In cinque anni, dal 2007 al 2012, la spesa media annua delle famiglie è scesa a 26.100 euro, 3.660 euro in meno rispetto rispetto al 2007. Equivale ad un mese e mezzo di consumi svaniti. Confindustria, in un approfondimento del Centro studi, analizza così la «spending review delle famiglie italiane»: cinghia sempre piu stretta su quantità e qualità, ma ora vengono sacrificate anche le spese primarie che erano state meno toccate nella prima parte della crisi. «Il perdurare della crisi economica e la seconda recessione che ha colpito l'Italia dal secondo semestre 2011», indicano gli economisti del centro studi di via dell'Astronomia, «hanno generato effetti gravi e profondi sulle possibilità di spesa delle famiglie». Che sono così costrette a stringere i denti da da cause «oggettive», a partire dai posti di lavoro persi (690mila occupati in meno tra 2007 e 2012) e dall'aumento di tasse dirette e indirette, che hanno «peggiorato i bilanci familiari e ridotto il reddito disponibile reale dell'11% tra 2007 e 2012». Pesa poi il calo della fiducia dei consumatori «ai minimi storici». Così nel complesso la spesa per consumi finali è arretrata del 6,6% in termini reali.
A DOVER STRINGERE più la cinghia sono le coppie senza figli con un capofamiglia tra i 35 ed i 64 anni. E in generale soffre di più il Meridione. Come cambiano le abitudini di spesa degli italiani? Cresce la riduzione dei consumi superflui, ed è corsa ai discount a discapito di supermercati e negozi tradizionali; c'è più attenzione a sconti e promozioni, ed uno «scivolamento progressivo lungo la scala di prezzo dai prodotti di marca, a quelli commerciali, a quelli unbranded». Si compra meno in quantità, ma si rinuncia anche alla qualità. Le famiglie comprano meno anche pane e cereali (-14,8% tra il 2007 e il 2011 - anno a cui fanno riferimento i dati Istat alla base dell'approfondimento del Csc - per un risparmio di 141 euro l'anno), e hanno ridotto anche le spese per visite mediche (-25,3%, 110 euro risparmiati). In tavola meno pesce (-13,2%), frutta (-8,3), olio (-11,8), acqua minerale (-15,1), vino (-14,4), ma più birra (+4,2). Giù la spesa in abbigliamento (-23,1% per 309 euro), in mobili, pentole. E quella nei trasporti (-17,1%) per il calo di acquisti di auto (-19,2%).
SI COMPRANO MENO GIORNALI e riviste (-30,6%), sono meno frequenti i pasti fuori casa (-8,2%), e crollano i piccoli lussi della famiglia media: -65,6% l'anno per argenteria, orologeria e bigiotteria, un risparmio di 60 euro. Le abitudini di spesa cambiano in base alla tipologia di famiglia. In controtendenza, l'unico caso di spesa in aumento (anche se solo del 2,5%) riguarda le persone sole e over 65 anni, che spendono di più in servizi domestici (95 euro l'anno), acquisti di carne (86 euro), spese telefoniche (103 euro). Negli ultimi due anni, indica il Csc, sono «peggiorati gli indicatori di grave disagio economico e di deprivazione materiale delle famiglie»: è salito dal 16% del 2010 al 24,8% nel 2012 il numero delle persone che vive in «nuclei familiari deprivati», dal 6,9% al 14,3% quelli in famiglie «gravemente deprivate».

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