Dal primo gennaio, ma di fatto da ieri a causa delle feste, è in vigore in Ungheria lacontroversa legge anti crisi imposta alle aziende di tlc ed energie e la legge bagaglio ai media.
I giornali protestano, l'Europa pure, e da più parti si agita lo scenario di possibili sanzioni, proprio mentre Budapest ha assunto da gennaio la presidenza dell'Ue.
Importanti aziende europee, 15 in prevalenza tedesche e austriache presenti in Ungheria, e gravate ora da tasse speciali dal governo conservatore del premier Viktor Orban, hanno protestato contro la misura e sollecitano sanzioni da parte dell'Ue.
Una loro lettera a Bruxelles era già stata pubblicata e ieri è uscita di nuovo sul quotidiano tedesco Die Welt. Le aziende colpite dalle tasse speciali sono giganti come il gruppo assicurativo Allianz, E.On, EnBw e Rwe (energetici), Deutsche Telekom, Spar, Baumax, l'Omv austriaca, e l'Axa francese.
Le imprese accusano il governo ungherese di avere gravato con tasse speciali alcuni settori (banche, telecomunicazione, energetica e catene commerciali) al fine di tappare i buchi di bilancio, causando danni agli investimenti e al funzionamento del mercato interno dell'Ue, di cui l'Ungheria riveste ora la presidenza.
Orban ha risposto alla lettera dicendo che le imprese fanno male a «correre a Bruxelles con le loro lagnanze», perchè i problemi dell'Ungheria si risolvono in Ungheria.
Altre dubbie misure del governo conservatore del premier Viktor Orban hanno sollevato irritazione e timori fra i paesi vicini e fra i partner europei. Tutte premesse che non lasciano molto sperare sul semestre di presidenza europeo, il primo dell'Ungheria da quando è entrata nell'Unione nel 2004.
La nuova legge sui media prevede di fatto un controllo di tutti gli organi di informazione sottoposti alla vigilanza di un organo centrale (Nmhh, autorità per i media nazionali e l'informazione) guidato da un presidente con mandato di nove anni (Annamaria Szalai, fedelissima di Orban). L'ente ha il compito di distribuire le frequenze, controllare i contenuti e la loro conformità alla legge, e punire i trasgressori, per i quali sono previste multe salatissime di fino a 750mila euro.
Malgrado le assicurazioni però, il giro di vite già si sente: un moderatore di radio Mr1-Kossuth, Istvan Jonas, che per protesta aveva osservato un minuto di silenzio, è stato sospeso assieme al suo capo e una radio commerciale è stata ammonita
per aver trasmesso una canzone del noto rocker Ice-T giudicata dall'Autorità una minaccia alla morale dei giovani magiari.
Altra iniziativa criticata è la legge sulla doppia cittadinanza agli ungheresi oltrefrontiera, pure in vigore dall'1 gennaio. Tutti gli ungheresi all'estero, senza necessità di residenza in patria, possono farne richiesta. Particolarmente irritata la Slovacchia, dove vivono mezzo
milione di ungheresi, che ha reagito con una legge che prevede la perdita della cittadinanza slovacca per chi prende quella ungherese. In linea con la politica nazionalista e muscolare del governo, la legge mira evidentemente a riparare l'ingiustizia storica del Trattato di pace del Trianon (1920) che privò l'Ungheria di due terzi del suo territorio, lasciando milioni di ungheresi fuori i confini dello nuovo Stato magirano.
4 gennaio 2011
Nessun commento:
Posta un commento