Il sindaco: l'America's Cup si fa a Napoli
Il ministro Clini a Napoli: rifiuti, non c'è emergenza, daremo risposte all'Ue
Napoli. «Attenti ad abbattere manufatti abusivi, spesso si danneggiano le fasce deboli»
Servizi pubblici, l'Italia tagliata in due servono dieci miliardi per il Sud
Il sindaco: l'America's Cup si fa a Napoli
Lepore (che indaga): vero, ma non so dove
E De Magistris sulle indagini della Procura: «Sono accertamenti che attendiamo dal Ministero e dalle autorità giudiziarie, ma nessuna preoccupazione»
NAPOLI - Nessuna preoccupazione, anzi ottimismo per la realizzazione della America's Cup a Napoli.
«La Coppa America si fa qui». Ne è sicuro il sindaco Luigi de Magistris che a margine del convegno «La politica contro le mafie». Sull'interesse della Procura sull'area di Bagnoli che nel 2012 e nel 2013 ospiterà le America's Cup World Series dice: «Io non sono preoccupato - ha affermato - Sono accertamenti che attendiamo sia dal Ministero sia dalle autorità giudiziarie». «Siamo attenti alla situazione - ha concluso- ma la Coppa America si farà a Napoli».
«Anche io sono sicuro che si fa a Napoli, non so dove, ma a Napoli». Il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, risponde con una battuta alla domanda in merito alle verifiche sulla colmata di Bagnoli, area nella quale sono in programma, nel 2012 e nel 2013, due tappe della America's Cup World Series. «Le regate bisogna farle nelle condizioni migliori per tutti. Non sono preoccupato da questi accertamenti - conclude - siamo tutti tranquilli, questa è la forza di Napoli».
Il ministro Clini a Napoli: rifiuti, non c'è emergenza, daremo risposte all'Ue
Il capo del dicastero ha partecipato a un vertice in prefettura con le autorità locali: «Abbiamo trovato un accordo su differenziata, compostaggio ed ecoballe»
NAPOLI - La nuova emergenza rifiuti? Non c'è. Parola del ministro Corrado Clini che oggi, sabato, è stato a Napoli dove ha partecipato a un summit in prefettura con i vertici delle istituzioni locali. «Una lunga riunione di lavoro molto intensa e fruttuosa» ha detto il capo del dicastero che si è anche dichiarato «molto felice» dopo aver fatto una passeggiata per le strade della città e aver constatato di persona che non c'è nessun allarme.
L'ACCORDO - «Al momento - ha detto - non c'è alcuna condizione di stato di emergenza. Abbiamo trovato un accordo su diversi punti». E sull'ultimatum dell'Europa che chiede risposte entro due mesi prima di decretare pesanti sanzioni ha annunciato: «Sarà data una risposta rapida alle richieste della Commissione europea nel quadro generale del piano regionale. Innanzitutto saranno adottate misure per incentivare in tempi rapidi la raccolta differenziata, integrata con la valorizzazione dei materiali raccolti, per mezzo di un'impiantistica adeguata, in particolare con il trattamento del compostaggio in ambito locale».
ACCELERAZIONE SUI FONDI FAS - Il ministro dell'Ambiente si è anche impegnato a velocizzare alcuni processi: «Il governo fornirà ogni contributo per accelerare l'utilizzo dei fondi Fas al di fuori del patto di stabilità e la Regione conseguentemente si impegna a dare immediata attuazione al programma concordato».
IL DESTINO DELLE ECOBALLE - «Durante l'incontro si è concordato sull'esigenza di affrontare con urgenza il destino delle 6 milioni di tonnellate di ecoballe, utilizzando, come chiesto dall'Unione europea, le migliori tecniche di valorizzazione energetica - ha aggiunto Clini - integrate con l'utilizzazione del rifiuto urbano trattato negli impianti Stir ubicati nella provincia di Napoli».
Inoltre: «Le istituzioni hanno convenuto sulla necessità di riesaminare l'accordo del 2008 relativo all'impianto di Napoli Est e sulla possibilità di valutare ipotesi alternative, connesse al miglior funzionamento del ciclo dei rifiuti. Nel quadro della pianificazione regionale e nei connessi ambiti di programmazione provinciale saranno resi operativi i siti per la ricomposizione ambientale con prodotto stabilizzato - ha aggiunto Clini - garantendo l'accelerazione delle procedure in capo al commissario straordinario, sentite le autorità locali».
SEGNO POSITIVO A LIVELLO NAZIONALE ED EUROPEO - «È un segno importante - ha concluso il ministro - che diamo a livello nazionale ed europeo. Non abbiamo perso tempo a cercare di avere giochi di posizione o di fare partite che in qualche modo cercano di affidare all'uno o all'altro un ruolo piuttosto che un altro, tutti i temi che sono sul tavolo sono stati affrontati in maniera assolutamente positiva».
PER IL MINISTRO PRIMI «TWEET» DA NAPOLI - Corrado Clini è sbarcato sul social network dei cinguettii proprio in occasione della tappa napoletana. questo il primo messaggino inviato su Twitter: «Napoli, incontro in Prefettura su rifiuti e America's Cup con De Magistris, Caldoro e Cesaro. Dopo una pioggia mattutina, ora sole». A questo ne sono seguiti altri tre. L'ultimo è sulla task force contro l'emergenza rifiuti «per dare risposte immediate a Bruxelles».
Napoli. «Attenti ad abbattere manufatti abusivi, spesso si danneggiano le fasce deboli»
È la provocazione del sindaco di Sant'Anastasia, in seguito all'abbattimento di un capannone di fabbri
NAPOLI - Torna a far parlare di sè il sindaco di Sant'Anastasia, Carmine Esposito. A settembre aveva consigliato ai cittadini vesuviani, residenti nella «zona rossa» di non fare più figli, perchè «è l’unico modo per far andare via la popolazione dall’area a rischio Vesuvio». In quell'occasione il primo cittadino aveva richiesto alle istituzioni sovracomunali a rivedere la legge regionale 21, che impedisce ai residenti nei 18 comuni ad alto rischio vulcanico, di apportare modifiche volumetriche alle proprie abitazioni. «Chi vuole può restare nella zona a rischio, ma in case insicure - aveva dichiarato - la legge, infatti, impedisce di abbattere abitazioni fatiscenti per costruirne nuove secondo la norma antisismica».
CONTRO I SINDACI - Ora Carmine Esposito si scaglia contro i suoi colleghi del vesuviano e li invita a dimettersi perchè «non tutelano i cittadini onesti ed i territori, ma gli interessi dei loro referenti regionali». La fascia tricolore va giù duro, dopo l'abbattimento, a San Giorgio a Cremano, di un capannone abusivo nel quale era stato creato un laboratorio artigianale di fabbri. L'accusa è rivolta ai primi cittadini che, secondo Esposito, «non hanno il coraggio di lottare accanto ai propri concittadini».
«NON È LOTTA ALL'ABUSIVISMO» - «Quello che è successo a San Giorgio - ha tuonato Esposito - è drammatico e paradossale, in quanto demolire un manufatto, sebbene abusivo, che serve ad esigenze di tipo produttivo, e per di più artigianali, in un territorio in cui il lavoro è una chimera, è scandaloso. E il fatto che i politici dell'area interessata non abbiano il coraggio di lottare accanto ai propri concittadini lo è ancor di più, e quindi non li rende degni di indossare la fascia tricolore». «Simili abbattimenti - ha concluso - non servono alla lotta all'abusivismo, ma solo a colpire l'ultimo anello di una catena, danneggiando l'economia locale che sta già morendo, e la diminuzione di lavoro. Il risultato è quello di gettare intere fasce di popolazione tra le braccia del disagio e quindi esporre i nostri giovani alla criminalità».
Servizi pubblici, l'Italia tagliata in due servono dieci miliardi per il Sud
Secondo la Confservizi è la cifra che occorre per eliminare il divario con le regione settentrionali per acqua, rifiuti, trasporti ed energia. "Nominare un'Autorità indipendente e tariffe che coprano i costi per non pesare sulla fiscalità"
di LUCA PAGNI
MILANO - Secondo alcune ricette economiche, nei periodi di profonde recessione econoniche una chiave per la ripresa è costituita dagli investimenti nelle infrastrutture dedicate ai cittadini. Ne sono, ovviamente straconvinti a Confservizi, la confederazione delle società che gestiscono i servizi pubblici di acqua, gas, rifiuti e trasporti in tutta Italia.
Anzi, come hanno spiegato in un convegno organizzato con il centro studi Nomisma e Unicrdit, la crisi potrebbe essere una occasione irripetibile per risolvere, tanto per cominciare il divario tra nord e sud: "L'Italia - si legge nel rapporto Confservizi - ha un serio problema di infrastrutture, soprattutto nel Sud dove le aziende si servizi pubblici sono poche piccole e di piccole dimensioni. Per colmare la differenza occorrerebbero dieci miliardi di investimenti all'anno: 2,13 miliardi per l'acqua, 1 miliardo nel gas, 3,6 miliardi per i rifiuti e l'igiene urbana, 1,1 miliardi per i trasporti pubblici su gomma e 2 miliardi per le metropolitane
Il divario è testimoniato anche dal rapporto tra il valore della produzione dei gestori dei servizi pubblici locali e il pil: a fronte di un'incidenza media nazionale del 2,3%, la percentuale sale al 3,4% nel Nordest e al 3% nel Nordovest per scendere all'1,9% al Centro e precipitare allo 0,8%% al Sud.
Anche dal punto di vista dell'imprenditorialità il divario resta enorme, determinato dall'insufficiente dimensione delle gestioni localizzate nel Mezzogiorno. Nelle regioni settentrionali, infatti, il fatturato medio per impresa sfiora i 100 milioni di euro, mentre al Sud si colloca intorno ai 24 milioni.
Curiosamente, non sono le grandi opere nazionali - secondo lo studio - a dimostrarsi essenziali per lo sviluppo ma quelle sui scala locale. Queste ultime si stanno rivelando meno sensibili alle conseguenze della crisi economica generale. I ricavi da vendite e prestazioni si sono attestati infatti nel 2010 a quasi 37 miliardi di euro, registrato dal 2004 ad oggi una tenedenza di crescita pari al 9,5% medio annuo. L'incidenza delle spese del personale sul totale del costi, peraltro, si è ridotta progressivamente, passando dal 26% del 2004 al 20% del 2010, nonostante in questi anni l'occupazione del comparto sia aumentata complessivamente del 5%.
A confermare lo stato di salute del settore i risultati di esercizio, che hanno avuto un incremento medio annuo del 3,8% e gli investimenti, lievitati ad un ritmo di oltre il 7% annuo, quindi ben al di sopra dell'economia nazionale.
Per tutte queste ragioni il presidente di Confservizi Giancarlo Cremonesi ha proposto "la costituzione di una Autorità indipendente e tariffe che coprano i costi per non pesare sulla fiscalità".
(03 dicembre 2011)
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