LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Quote-tonno, il ministero affossa i pescatori
LA NUOVA SARDEGNA - Politica: Indipendentismo? Ora si litiga a sinistra
Draghi: Grecia puo' farcela solo se applica riforme gia' approvate
Crisi: Grecia, le aziende riducono gli stipendi del 20%
Rischio default per comuni Portogallo
Meran, oltrepadania. Schützen: nessuna provocazione
Vicenza, padania. Poveri ma con case e auto di lusso
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Quote-tonno, il ministero affossa i pescatori
23.03.2012
CARLOFORTE. Non è un buon periodo per gli imprenditori del tonno con base alla Punta, costretti a fare i conti con quote pesca limitate e severi controlli dell’autorità marittima. Secondo quanto trapelato dall’ultima riunione romana della Commissione centrale per la pesca, nel decreto che stabilirà ufficialmente la ripartizione delle quote tonno per il 2012, alle tonnare fisse spetterebbero solo 120 tonnellate, con possibilità di recuperarne altre dalla quota indivisa. Un magro bottino, considerando le peculiarità del sistema di pesca (il più antico, tradizionale e meno invasivo, anche a detta di associazioni come Greenpeace) e le tonnare che potranno pescare in piena regola, ovvero Isola Piana e Portoscuso, essendo stata quella di Porto Paglia degradata al livello di Favignana, da anni operativa solo per scopi scientifici e turistici. Finora, a nulla sono valsi il pressing di Regione, Provincia di Carbonia Iglesias ed alcuni parlamentari, che chiedevano quote maggiori per le uniche tonnare italiane ancora in pesca. Una volta uscito il decreto, lo stesso potrebbe essere impugnato al Tar, ma i tempi della pesca non attendono e le reti devono essere calate, se non si vuole perdere la stagione. Stagione che, a quanto pare, partirà sotto cattivi auspici, col rischio di non vedere nessuna mattanza ed il totale trasferimento dei tonni vivi nei gabbioni galleggianti, che andranno trasferiti in allevamenti mediterranei per l’ingrasso e la successiva vendita. Un quadro economico sociale degradante, comprendente una tonnara persa, il mancato arrivo del tonno “di corsa” nei mercati ittici locali e meno tonnarotti da assumere, con ripercussioni negative per lo sviluppo di un territorio già pesantemente colpito dalla crisi.
LA NUOVA SARDEGNA - Politica: Indipendentismo? Ora si litiga a sinistra
23.03.2012
CAGLIARI. Divisioni in quasi tutti i partiti, scontro politico soprattutto a sinistra tra Pd e Sel. Non si placano le polemiche dopo l’approvazione dell’ordine del giorno «indipendentista» del Psd’Az nell’ambito del dibattito in Consiglio regionale sulla Vertenza Sardegna. Il voto di mercoledì (34 sì contro 25 no) ha spaccato le due coalizioni. Nel centrodestra hanno votato a favore il Psd’Az e l’Udc (firmatarie del documento con Sel, Api e Idv) più quasi tutto il Pdl, contro si sono schierati i Riformatori. Nell’opposizione ha votato contro solo il Pd («è un alibi del centrodestra per mascherare le inadempienze») e a favore Sel, Idv e Api. L’ordine del giorno - che ha avuto il parere favorevole di Ugo Cappellacci e della giunta - impegna il Consiglio ad «avviare una sessione speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda, per la verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato, che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permenenza della Regione Sardegna nella Repubblica italiana». Una presa di posizione che ha fatto passare in secondo ordine l’altro documento, votato all’unanimità, per chiedere a Monti di aprire il «tavolo politico» allargato alle forze sociali e agli enti locali, secondo quanto chiesto dagli Stati Generali della scorsa settimana. Ieri il leader di Sel, Luciano Uras, ha duramente replicato al Pd che aveva accusato di demagogia i favorevoli all’emendamento del centrodestra e aveva messo in dubbio la legittimità politica di un voto da parte di un Consiglio «largamente inadempiente». Secondo Uras «l’atteggiamento di alcuni esponenti del Pd, che in tempi non tanto lontani hanno cavalcato e scavalcato i temi del sardismo, dell’orgoglio nazionale, della sovranità responsabile e oggi gridano alla scandalo perché con coerenza un ampio maggioritario e composito schieramento di consiglieri regionali ha approvato un ordine del giorno che promuove una discussione sullo stato di salute dei rapporti tra Stato e Regione, ambedue componenti costitutive della medesima Repubblica». Uras ha concluso: «Altro che secessionismo pericoloso, in quelle posizioni del Pd forse si nasconde una volontà subalterna al governo». Nel centrodestra hanno criticato il voto soprattutto il capogruppo del Pd Mario Diana («mai voterò un documento che mette in discussione l’appartenenza all’Italia») e il riformatore Pierpaolo Vargiu («l’unica via è l’assemblea costituente»). Infine da registrare che il «caso della secessione sarda» ha provocato un dibattito tra i lettori del sito del Sole 24 Ore. Critiche anche dure ai sardi, ma anche convinti sostegni con l’augurio di «contagio» in altre zone del Paese.
Draghi: Grecia puo' farcela solo se applica riforme gia' approvate
23 Marzo 2012 - 09:17
(ASCA) - Roma, 23 mar - La Grecia non e' ancora in sicurezza, e' questa l'opinione di Mario Draghi, presidente della Bce, espressa con una intervista al giornale tedesco Bild-Zeitung.
Per il numero uno dell'Eurotower, la Grecia puo' uscire ''dalla spirale recessiva'' solo se applica ''le riforme importanti'' approvate dal Parlamento ellenico, insomma c'e' ancora da capire come andra' a finire.
In ogni caso, per Draghi non sono possibili ''trasferimenti'' di risorse tra i paesi dell'Eurozona, dove un paese paghi i conti di un altro. Invece e' importante seguire le regole comuni del Fiscal Compact, ''dunque e' troppo presto per gli Eurobond'', conclude Draghi.
red/men
Crisi: Grecia, le aziende riducono gli stipendi del 20%
Gia' colpiti 15.000 lavoratori di oltre 3.200 piccole imprese
23 marzo, 11:25
(ANSAmed) - ATENE, 23 MAR - In Grecia, in seguito alla crisi economica e alle rigide misure di austerity adottate dal governo per tentare di fronteggiarla, il mercato del lavoro sta subendo un enorme cambiamento dopo la riduzione del salario minimo e dal 14 febbraio scorso molte aziende hanno cominciato ad apportare tagli sino al 20% agli stipendi dei loro dipendenti ai quali applicano contratti individuali. E' quanto emerge dagli ultimi dati raccolti dagli ispettori del Ministero del Lavoro e riferiti oggi dalla stampa ateniese.
Le cifre mostrano che in 45 imprese che impiegano più di 50 lavoratori sono stati applicati nuovi contratti con una diminuzione media del salario pari al 20,094%. Nel giro di un mese dall'entrata in vigore della legge che prevede una riduzione del 22% del salario minimo, come concordato dal governo con i creditori internazionali, sono stati firmati non meno di 45 nuovi contratti aziendali ad Atene e Salonicco mentre nei precedenti quattro mesi - da ottobre a febbraio - erano stati registrati solo 65 nuovi contratti in tutta la Grecia. Dal 14 febbraio, 3.231 piccole imprese che danno lavoro a meno di cinque persone hanno presentato i dettagli dei contratti individuali dei propri dipendenti da quali si evince una riduzione media del salario del 20,63%. Tali riduzioni riguardano circa 15.000 lavoratori. Nel frattempo, il ministero del Lavoro sta per presentare in Parlamento una nuova normativa che premierà quelle aziende che versino regolarmente i contributi previdenziali dei lavoratori: dai primi di ottobre le imprese virtuose pagheranno il 5% in meno sulla parte di contribuiti da loro dovuta.(ANSAmed).
Rischio default per comuni Portogallo
Presidente associazione, serve intervento Governo
23 marzo, 08:17
(ANSA) - ROMA, 23 MAR - I comuni e le piccole municipalita' portoghesi sono a rischio default, schiacciati da 9 miliardi di euro di debiti. ''Se fossimo una societa' la chiameremmo insolvenza'', ha dichiarato a Bloomberg Fernando Ruas, presidente dell'associazione nazionale dei Comuni. ''Puo' verificarsi che alcuni comuni debbano ristrutturare il proprio debito, a meno che il Governo non decida di intervenire''.
Meran, oltrepadania. Schützen: nessuna provocazione
Il comandante Renato Des Dorides sorpreso dalle polemiche
MERANO. Nessuna provocazione, nessuna volontà di fare polemica. Renato Des Dorides, comandante degli Schützen meranesi, rimane sorpreso del baccano sollevato per la manifestazione che la sua compagnia ha fissato per sabato 12 maggio, la sera precedente l'adunata nazionale degli alpini a Bolzano. «È tre anni che per varie ragioni posticipiamo l'evento che ricorda una battaglia nella quale sono caduti non solo tirolesi ma anche italiani, bavaresi, francesi, dalmati». Sembra spuntata fuori all'improvviso, prendendo tutti in contropiede, la cerimonia con cui la Schützenkompanie di Merano "battezzerà" un monumento sulla passeggiata Tappeiner presso la Polveriera proprio alla vigilia dell'adunata nazionale alpini, quando a Merano è annunciata la presenza di migliaia di penne nere che potrebbero interpretare l'evento come una provocazione. Ma, sostiene Des Dorides, è da tre anni che la manifestazione è nell'agenda dei cappelli piumati: «Ho comunicato questa data allo Schützenbund all'inizio del 2011. A dire il vero, in principio l'iniziativa doveva concretizzarsi nel 2009, anno hoferiano. Ma per varie ragioni è stato posticipata più volte». Inizialmente il monumento non era stato approvato da una delle commissioni deputate alla sua analisi. Ma di che monumento si tratta, cosa intende ricordare? «L'idea nasce da una mia ricerca storica. Tra il 16 e il 17
novembre su monte Benedetto si tenne una grande battaglia che contrappose Schützen e contadini all'esercito
napoleonico, nel quale militavano anche soldati bavaresi, sassoni, dalmati e pure tanti italiani. Ecco, il monumento celebra i caduti di ambedue le parti. E difatti le iscrizioni sono in quattro lingue: tedesco, italiano, francese e inglese. Sappiamo inoltre che, mentre i combattenti locali rimasti sul campo furono sepolti nei cimiteri delle rispettive località di provenienza, per i caduti dell'esercito napoleonico fu realizzata una fossa comune presso la chiesa di San Ruperto a Tirolo. Alla cerimonia del 12 maggio abbiamo invitato rappresentanti delle varie parti coinvolte. Un impegno a largo respiro che ci ha portati, per esempio, anche a contattare sedi diplomatiche francesi». Spiega le ragioni della scelta, Des Dorides, e getta acqua sul fuoco: «Non si tratta di provocazione, nella maniera più assoluta. Sono invitati a partecipare i rappresentanti di tutti i gruppi linguistici, così come avvenne nel giugno 2009 quando in piazza Rena celebrammo il Sacro Cuore con la presenza di parroci sia italiani sia tedeschi. Ancora oggi ci riconoscono che fu un momento di celebrazione della convivenza, principio al quale è votata la nostra compagnia. Abbiamo sempre evitato polemiche e strumentalizzazioni». La notizia dell'evento, a ogni modo, ha suscitato malumori e scatenato reazioni. Il comandante però non fa marcia indietro: «La data (che fra il resto è già inserita nel sito Internet della compagnia, ndr) è fissata da troppo tempo e la macchina organizzativa lanciata. Comunque non sfileremo, e la cerimonia si esaurirà in un'ora e mezza circa». In molti tuttavia considerano "sospetta" la coincidenza con il weekend dell'adunata degli alpini: perché, si chiedono, scegliere maggio anziché novembre, mese in cui si tenne la battaglia? «Motivi semplici: in autunno si rischia di incappare in condizioni meteo sfavorevoli, mentre in estate il calendario dei nostri avvenimenti è serratissimo». La vicenda, naturalmente, fa discutere. E ne avrà da discutere con i diretti interessati il sindaco Günther Januth, piuttosto imbarazzato dalla situazione. Sembra difficile trovare una via d'uscita. A togliere le castagne dal fuoco potrebbe però essere il Questore, che dovrà esaminare il quadro sotto il profilo dell'ordine pubblico.
Vicenza, padania. Poveri ma con case e auto di lusso
Redditi sospetti per 5 milioni di euro
I controlli della Guardia di finanza e la segnalazione alla agenzia delle entrate. Nell'Altopiano di Asiago 22 decine di appartamenti affittati in nero a residenti e turisti
VICENZA - Nella lotta ai finti poveri e sui «furbetti degli affitti in nero» la Guardia di Finanza di Vicenza ha esaminato le posizioni fiscali di 73 persone per i quali sono stati rilevati redditi incongrui rispetto ai beni posseduti, per un importo di circa 5.170.000. Sono state tutte segnalate all'Agenzia delle Entrate. Quattro nuclei familiari composti da marito e moglie, con dichiarazioni annue oscillanti tra i 10 e i 30 mila euro, risultavano essere proprietari di immobili, beni di lusso e partecipazioni societarie. Il maggiore reddito presunto è di oltre 370.000 euro. Due persone residenti a Sossano, che possedevano vari beni di lusso (immobili, cavalli, vetture e moto di lusso, immobile di pregio) avevano dichiarato, ciascuno, un reddito medio negli ultimi anni inferiore a 5.000 euro, mentre il reddito presunto è risultato, in capo ad uno, pari ad oltre 156.000, all'altro, pari ad oltre 91.000.
Un agente immobiliare di Noventa Vicentina, che non aveva mai presentato una dichiarazione fiscale è stato scoperto intestatario di una Audi A6: è stato segnalato agli Uffici Finanziari per aver omesso di dichiarare redditi per circa 100.000 euro ed un'Iva per circa 20.000. A un thienese che aveva dichiarato solamente «redditi agricoli» per circa 1.100 euro e che, sulla base dei beni posseduti, risultava un reddito presunto di circa Euro 32.000, sia nel 2007 che nel 2008, attraverso la verifica fiscale è stato accertato un reddito di circa 84.000 per ciascuna annualità. Sul fronte degli affitti «in nero», soprattutto nella zona dell'Altopiano di Asiago dove, a fronte di 28 controlli effettuati, 22 sono state le irregolarità riscontrate; circa 170.000 euro la base imponibile quantificata da recuperare a tassazione; 7 i responsabili di violazioni in materia di evasione dell'imposta di registro. Tra questi ultimi spicca un proprietario e comproprietario di 40 immobili, in 18 dei quali ospitava (ed ospita) da diversi anni, a titolo di locazione ad uso abitativo e turistico, cittadini italiani e stranieri senza un regolare contratto, sottraendo ad imposizione fiscale complessivamente 140.000 euro. (Ansa)
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