mercoledì 11 aprile 2012

am_11.4.12/ Per favore, potreste dipartire ambress’? Grazie. – Nel report si legge anche come i rischi connessi a un aumento dell'aspettativa di vita siano molto alti: se entro il 2050 la vita media dovesse aumentare di 3 anni più delle stime attuali, aumenterebbero del 50 per cento i già elevati costi per il sistema sociale.

La vicenda dei marò nel silenzio di Delhi
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Crisi, Fmi: "Non esistono più beni rifugio"
Fmi:recessioni lunghe con debito privati
Monti-mercati, luna di miele finita
Dati Inps, boom CIG a marzo. Cgil: rischio disoccupazione di massa nel 2012

La vicenda dei marò nel silenzio di Delhi
Gli editoriali che sui giornali indiani commentano la vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fermati dalla giustizia indiana ormai dal 15 febbraio scorso, la presentano come una scelta tra diritto e diplomazia. Ma questa storia che si prolunga oltre ogni previsione razionale, e che ieri ha assunto toni ancora più preoccupanti con le notizie di stampa sulla perizia che vorrebbe inchiodare definitivamente i due marò italiani, è andata ormai al di là di una classificazione così semplice. Diventa sempre più difficile dare una spiegazione alle decisioni della magistratura del Kerala, ma anche al silenzio del Governo di Delhi con cui l'Italia si ritrova a fare i conti trovandolo in un momento di estrema debolezza, tanto che si arriva anche a parlare di declino della dinastia dei Gandhi. In che misura Sonia, sempre più assente nell'ombra della malattia, vorrebbe o potrebbe intervenire a favore dei marò, frenata dalle polemiche che la sua origine italiana è pronta a scatenare? Nel buio di questi giorni, resta solo una riflessione su un Paese che per gli equilibri interni, terribilmente complessi, è disposto a sacrificare i propri interessi all'estero: come ha sempre dimostrato in questi anni, sul piano economico, il trattamento riservato alle compagnie straniere. Mantenendo la speranza di un improvviso cambio di scenario per i due marò, per ora è l'unica spiegazione.
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Crisi, Fmi: "Non esistono più beni rifugio"
ultimo aggiornamento: 10 aprile, ore 16:39
Washington - (Adnkronos) - Il Fondo Monetario Internazionale lo sostiene nel suo Global Financial Stability Report, nel quale si legge: "Il concetto di sicurezza assoluta implicito nei rating più alti delle agenzie ha creato una falsa sensazione di protezione"
Washington, 10 apr. - (Adnkronos) - "La crisi finanziaria mondiale e le preoccupazioni circa la sostenibilità del debito sovrano in molte economie avanzate hanno dimostrato che non esistono più beni che possono essere considerati davvero al sicuro". Lo scrive il Fondo Monetario Internazionale in uno dei capitoli del Global Financial Stability Report, appena diffuso.
"Prima della crisi il concetto di sicurezza assoluta - implicito nei rating più alti delle agenzie - ha creato una falsa sensazione di protezione" aggiunge il Fondo nella sua analisi, sottolineando come "nell'Eurozona gli anni successivi alla creazione di una unione monetaria sono stati caratterizzati da una quasi perfetta convergenza dei rendimenti dei titoli di Stato" dei diversi paesi.
Una situazione, si legge nel rapporto, che "chiaramente non era giustificata alla luce dei differenti fondamentali dei diversi stati membri dell'euro".
Nel report si legge anche come "i rischi connessi a un aumento dell'aspettativa di vita siano molto alti: se entro il 2050 la vita media dovesse aumentare di 3 anni più delle stime attuali, aumenterebbero del 50 per cento i già elevati costi" per il sistema sociale.

Fmi:recessioni lunghe con debito privati
Fondo, potrebbero durare almeno 5 anni
10 aprile, 17:44
(ANSA) - ROMA, 10 APR - Le recessioni precedute da un forte aumento del debito privato ''tendono ad essere piu' severe e prolungate'' e potrebbero durare almeno cinque anni. Cosi' l'Fmi, nel World Economic Outlook. ''Nei cinque anni che hanno preceduto il 2007, il rapporto fra debito e reddito delle famiglie e' salito a livelli record nelle economie avanzate e in quelle emergenti'', sottolinea ancora il Fondo Monetario Internazionale.

Monti-mercati, luna di miele finita
Borse a picco e spread a quota 404 Piazza Affari brucia 17 miliardi. A pesare, i giudizi Ocse e i dati  da Cina e Usa. Gli investitori temono il rischio contagio
LUCA FORNOVO
Forse il Financial Times aveva ragione a dire, in un editoriale di qualche giorno fa, che «la luna di miele tra il governo Monti e i mercati è finita». Oggi alle 17 la Borsa di Milano è arrivata a perdere fino al 5% creando forti tensioni anche sui titoli di Stato italiani con il famigerato spread Btp/Bund che è tornato a salire sopra i 400 punti, ai massimi da fine gennaio.
Cosa è successo? Sull’Italia ha pesato come un macigno il superindice previsionale dell’Ocse che ha assegnato un nuovo calo a febbraio, a differenza degli altri Paesi più vicini alla ripresa. Ma oggi a trascinare giù tutte le Borse sono stati i deludenti dati Usa di venerdì scorso sull’occupazione e la frenata delle importazioni della Cina (cresciute del 5,3% contro una stima del +9%).
Alle 17,30 le Borse europee hanno chiuso  in profondo rosso, bruciando complessivamente 170 miliardi:  Milano, maglia nera, crolla del 4,98%. I miliardi andati in fumo sono 17. Londra cede il 2,24%, Parigi perde il 3,08% e Francoforte il 2,49%. Anche Madrid, che scivola del 2,83%, fa meglio di Milano anche se lo spread dei Bonos, i bond spagnoli, vola a 434 punti. Anche Wall Street è in ribasso, con l’indice industriale Dow Jones e il Nasdaq che cedono lo 0,6% e dello 0,55%. Sul fronte delle valute l’euro torna ad indebolirsi calando a 1,3082 dollari. A Milano tra gli istituti di credito le peggiori performance sono state quelle di UniCredit (-8,10%) e Intesa SanPaolo (-7,94%), finite entrambe nel mirino degli investitori per via della forte speculazione sul comparto. Male anche la Bpm (-6,81%), Ubi Banca (-6,49%) e la Bper (-5,77%). Tra gli altri in deciso calo Mediobanca (-4,48%) e, per gli assicurativi, Generali (-4,80%). Controcorrente invece Mps (+0,28%) che è rimasta comunque sotto i 30 centesimi per azione.
Gli investitori temono di nuovo che il rischio contagio, dopo la Grecia, si allarghi a Spagna, Italia e Portogallo. Mentre sull’economia globale, negli ultimi giorni, la speculazione finanziaria ha trovato nuovi spunti, che hanno portato ad esasperare le vendite, con i dati allarmanti su una possibile frenata anche della crescita e, in particolare delle importazioni, della Cina. In questo scenario sono scattati gli acquisti sui titoli di Stato della Germania: come già avvenuto in altre fasi di tensione dei mercati, gli investitori tendono a cercare rifugio dall’elevata volatilità in attività ritenute più solide, come i Bund o i treasuries americani. Questo innesca netti cali dei rendimenti dei Bund che contribuiscono a far riallargare i differenziali con i titoli di Stato di Spagna e Italia, dove ieri i rendimenti dei nostri Btp decennali sono schizzati a 5,66%.

Dati Inps, boom CIG a marzo. Cgil: rischio disoccupazione di massa nel 2012
10 aprile 2012 19:52 Redazione
PROSEGUE la corsa al rialzo della cassa integrazione e della disoccupazione. Lo affermano i dati pubblicati oggi, 6 aprile, dall´Inps. A marzo le aziende hanno chiesto all´istituto 99,7 milioni di ore di cig con un aumento del 21,6% su febbraio. Nel confronto con marzo dell´anno scorso si registra invece un calo dell´1,8%. Nei primi tre mesi dell´anno le ore di cig sono state 236,6 milioni (+2,1% sui primi 3 mesi 2011).
 Sempre a marzo, si conferma la crescita della cassa in deroga che, dopo avere sorpassato per la prima volta gli altri due strumenti a febbraio, rappresenta la tipologia più utilizzata con 37,6 milioni di ore (+20,9% sul mese). Quella ordinaria è aumentata del 12,8% rispetto a febbraio, e del 22,3% su marzo 2011, un incremento attribuibile in larga misura alle autorizzazioni riguardanti l´industria. Gli interventi straordinari (cigs) di marzo ammontano a 33,7 milioni di ore, con un aumento del 30,9% rispetto a febbraio. Rispetto al marzo 2011 in questo settore si registra una forte diminuzione (-19,9%).
 “Le ore autorizzate in marzo anche quest´anno, come negli anni scorsi, superano quelle di febbraio – commenta il presidente dell´Inps, Antonio Mastrapasqua – ma con un aumento più contenuto rispetto al 2011. Il 2012 si conferma in questi primi mesi ancora come un anno discontinuo: l´andamento congiunturale rispecchia quello dei recenti anni in cui si è manifestata la crisi. Le richieste di cig di marzo sono in lieve diminuzione rispetto a quelle dello scorso anno, mentre nei primi tre mesi dell´anno, si registra un andamento di segno opposto”. Notizie poco confortanti riguardano le domande di disoccupazione: a febbraio ne sono state presentate 80.693 con un aumento dell´8,7% rispetto a febbraio 2011 quando furono 74.250. A gennaio le domande erano state 126.569. Calano invece le domande di mobilità, passate da 8.376 di febbraio 2011 a 7.951 di febbraio 2012 (-5,1%).
 LA CGIL: RISCHIO DISOCCUPAZIONE DI MASSA. “Senza interventi in tempi rapidi rischiamo che il 2012 diventi l´anno della disoccupazione di massa”. Così il segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, commenta i dati sulla CIG diffusi oggi dall´INPS. Dati che, osserva, il sindacalista, “dimostrano lo stato drammatico delle crisi industriali e di quella occupazionale: nessun miglioramento ma anzi aumentano i disoccupati mentre la cassa integrazione in deroga segnala quanto crescano le aziende che ne fanno ricorso come ultima possibilità”.
 La CGIL, aggiunge, “continua a ripeterlo: il 2012 rischia di diventare l´anno della disoccupazione di massa se in tempi rapidi il governo non avvia politiche strutturali per il rilancio e per la crescita, attraverso investimenti pubblici e privati che siano una leva fondamentale per invertire la tendenza. E´ ora che il governo batta un colpo serio sui temi della crescita che non è certamente risolta solo dal titolo scelto per il ddl lavoro”, conclude Scudiere.


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