mercoledì 11 aprile 2012

pm_11.4.12/ Figurine padanine. - Il Consiglio d'Europa boccia il sistema italiano di finanziamento pubblico ai partiti. Nelle conclusioni del rapporto pubblicato stamani dal Greco (Groupe d'Etats Contre la Corruptione – praticamente l'organo anticorruzione del Consiglio), vengono infatti sollevate numerose obiezioni. Le parole non sono certo leggere: il sistema di controlli è giudicato inefficiente, frammentario, più che altro formale; e il regime sanzionatorio debole, né efficace, né proporzionato, né dissuasorio.---I dati forniti da Lo Sportello del Contribuente rivelano che 8 contribuenti su 10 temono di trovare una cartella fiscale nella loro cassetta postale, 7 su 10 di trovare gli ispettori del fisco fuori dal portone dell'abitazione, 6 su 10 temono di perdere la loro casa e 3 su 10 sognano di trasferirsi negli Stati Uniti dove si pensa al fisco una volta l'anno.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Edilizia in picchiata, il 26% dei lavoratori opera in proprio
Fisco, contribuenti.it: italiani stressati e tartassati.
Italia quinta per ricchezza delle famiglie
"Greco" boccia l'Italia: poca trasparenza nei finanziamenti ai partiti
Bozen, oltrepadania. «Niente tagli all'autonomia senza di noi»

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Edilizia in picchiata, il 26% dei lavoratori opera in proprio
11.04.2012
Non ci sono sconti, aumenta tutto: Imu e benzina. E, naturalmente, anche tasso di disoccupazione: per la provincia di Cagliari si passa dal 12,4% del 2010 al 13,2% dell’anno scorso. Dati che segnano un generale +0,8%. Sono gli ultimi numeri forniti dall’Istat sulla situazione lavoro che, come media regionale, aumentano di un 0,3%. Ma rispetto al quadro generale nazionale è un pianto: la provincia di Cagliari, come si dice nel basket, è sopra di cinque punti. E in questo caso c’è poco da sollevare le braccia in segno di vittoria: le persone, soprattutto giovani, in cerca di un’occupazione sono 32mila, 18mila uomini, 14mila donne. C’è una consolazione. Quasi un miraggio, o un’oasi, in mezzo al deserto: il tasso di occupazione (e non è necessariamente una contraddizione rispetto al tasso di disoccupazione perché riguarda il rapporto tra gli occupati e il totale della popolazione) è passato dal 51,5% del 2010 al 52,3% del 2011. «Bisogna sottolineare - spiega in una nota Fabrizio Carta, segretario territoriale della Cisl - che mentre il tasso di occupazione femminile aumenta dell’1,4%, quello maschile cresce solo dello 0,2%. Ciò potrebbe essere stato determinato dalla forte crisi dell’edilizia, settore a occupazione prevalentemente maschile. Dati, quelli sulle costruzioni, assolutamente negativi come sottolineato nei giorni scorsi dal presidente dell’Ance Maurizio De Pascale. Con pessimi numeri nel 2011 e un non certo incoraggiante avvio del 2012». Un altro piccolo raggio di sole, sempre secondo i dati Istat, illumina la provincia di Cagliari se si guarda al tasso di attività (rapporto tra forze lavoro e popolazione): si registra una crescita dell’1,5% rispetto al 2010 con l'approdo a quota 60,4%. Una percentuale che consente al territorio intorno al capoluogo di superare la media regionale pur rimanendo ben lontani dalla nazionale del 62,2%. «Si può osservare- spiega Carta- che dopo qualche anno di scoraggiamento totale, i disoccupati (che pur aumentano) cercano più attivamente il lavoro e in questo è probabile vi sia un utile lavoro dei centri servizi all’impiego della provincia». Aumenta il tasso di attività femminile (50,4%), ma è ancora abbastanza lontano (ben venti punti) da quello maschile (70,4%). Ma dove lavorano i cagliaritani? Per l’81 % nel settore servizi. Il resto è industria (16% con il 7,9% nell’edilizia e l’8,1 nell’industria veria e propria) e agricoltura (poco meno del 3%). Il calo, come denunciato da più parti e confermato dall’Istat, riguarda soprattutto l’edilizia. Delle 207mila persone occupate la stragrande maggioranza (oltre 153mila) lavorano come dipendenti. In proprio (il 26% del totale) 53.500 lavoratori. Questi ultimi sono in calo: il dato del 2010 era più alto di due punti di percentuale. L’agricoltura, nel suo piccolo, registra un mini boom con un aumento dell’occupazione di 1.500 unità. «Una crescita - commenta Carta - concentrata quasi tutta nel settore del lavoro indipendente. E ciò potrebbe significare che si cercano nuove strade di occupazione rispetto al tradizionale». Attenzione però all’esercito dei lavoratori in cassa integrazione: dipendenti solo per le statistiche. «In realtà appesi a un filo - avverte la Cisl - perché la Cig in molti casi è solo l’anticamera del licenziamento». E poi occhio ai lavoratori che chiedono la mobilità in deroga: in provincia dovrebbero essere circa tremila. «Persone - spiega Carta- che hanno terminato la disoccupazione o la mobilità ordinaria e che, senza la deroga, sarebbero senza alcun reddito».

Fisco, contribuenti.it: italiani stressati e tartassati.
ROMA - Tosse, dolori muscolari, mal di testa, intestino irritabile: problemi di stomaco? Purtroppo no, si tratta di quello che è stato definito dai sociologi di KRLS Network of Business Ethics lo "stress da fisco" ovvero la somatizzazione dell'ansia che genera nei cittadini il susseguirsi di blitz, pubblicità e propaganda effettuata dall'amministrazione finanziaria nel "contrasto all'evasione fiscale".
La pioggia di contatti pervenuti a "Lo Sportello del Contribuente" durante le ferie pasquali è un significativo "sintomo esterno" di questo male: si parla di un numero totale di 154.692 contatti sul web ricevuti da "Lo Sportello del Contribuente", in testa alla classifica i contribuenti residenti in Campania, con 15.116 richieste, seguono i cittadini e le PMI dell'Emilia Romagna con 14.892, e del Lazio con 13.728. Anche dalla Sicilia sono arrivate 13.589 richieste! di assistenza, così come da Lombardia (12.646), Toscana (12.787), Veneto (12.577), Piemonte (12.356), Liguria (11.479) e Trentino Alto Adige (11.611). Chiudono la classifica la Valle d'Aosta con 6.360 richieste, l'Abruzzo con 4.369 ed il Molise con 3.489.
La struttura, dedicata al "pronto intervento" per le consulenze immediate è composta da un Team di esperti composti principalmente da avvocati, dottori commercialisti e sociologi d'impresa in grado di dare assistenza ed informazione ai contribuenti "stressati dal fisco"
I dati forniti da "Lo Sportello del Contribuente" rivelano che 8 contribuenti su 10 temono di trovare una cartella fiscale nella loro cassetta postale, 7 su 10 di trovare gli ispettori del fisco fuori dal portone dell'abitazione, 6 su 10 temono di perdere la loro casa e 3 su 10 sognano di trasferirsi negli Stati Uniti dove si pensa al fisco una volta l'anno.
Per arginare tale psicosi, Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani ha sottoscri! tto un protocollo d'intesa con KRLS Network of Business Ethics che consente a tutti i contribuenti di essere informati tempestivamente dei motivi che hanno giustificato la verifica tributaria, di essere assistiti da un professionista abilitato alla difesa tributaria e di garantire che la stessa sia svolta presso lo studio di quest'ultimo anziche' nel luogo dove si esercita l'attività, così come previsto dall'art. 12 dello Statuto dei diritti del contribuente.
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

Italia quinta per ricchezza delle famiglie
Vittorio Da Rold
 La Grande Recessione impazza nel mondo dal 2007 ma le famiglie italiane risultano le quinte al mondo per ricchezza finanziaria, dietro a Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Canada. Il lusinghiero risultato, che sottolinea ancora una volta che alla fine restiamo un popolo di laboriose formichine, è contenuto nel Global financial stability report del Fondo monetario internazionale, specificando che la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, calcolata su fondi pensioni, titoli di stato e azionari, risulta nel 2010 del 234% del Pil nominale, davanti a Francia, con il 197% del Pil e Australia, con il 190% del Pil.
 Ma il quadro generale resta caratterizzato da una recessione più profonda e prolungata. Questo è il risultato dell'alto indebitamento (seguito all'«irrazionale esuberanza dei mercati» di Alan Greenspan) registrato dalle famiglie di molti paesi nei cinque anni precedenti la grande recessione. Con effetti che, in assenza d'interventi mirati, possono protrarsi per altri cinque anni dall'inizio della frenata, quindi fino al 2012-13.
 È la diagnosi degli economisti dell'Fmi che nel terzo capitolo del World Economic Outlook, pubblicato ieri, sottolineano come «l'amplificazione» della crisi legata ai bilanci familiari, possa essere contrastata dall'intervento dei governi, sia in termini di sostegno ai disoccupati, sia di politica monetaria più espansiva, anche se lo stimolo macroeconomico ha dei limiti.
 «Le famiglie in molte economie - si legge nell'Outlook - stanno lottando con il peso del debito accumulato prima della Grande recessione. Durante i cinque anni precedenti il 2007, il rapporto tra debito e reddito delle famiglie è cresciuto ai massimi storici sia nei paesi avanzati che in alcune economie emergenti. È stato il tempo delle cicale. Nelle economie avanzate, nei cinque anni prima del 2007, il rapporto debito/reddito delle famiglie è esploso di una media del 39% al 138%. Non solo. In Danimarca, Islanda, Irlanda, Olanda e Norvegia il debito ha raggiunto il picco del 200% delle entrate delle famiglie.
 Tuttavia, la contrazione dell'attività economica è spesso troppo forte per essere imputata solo al calo dei prezzi delle case, all'esplosione di una bolla immobiliare o a una crisi bancaria, mentre è più verosimilmente una combinazione dei vari fattori. In ogni caso, in momenti di deleveraging immobiliare, «politiche macroeconomiche appropriate sono cruciali per mettere il freno a contrazioni eccessive».
 «Fino a quando il contestuale boom nei prezzi dell'immobiliare - per esempio in Islanda, Irlanda, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti - ha significato che il debito delle famiglie rispetto alle attività si era mantenuto ampiamente stabile, mascherando la crescente esposizione a una caduta dei prezzi delle attività. Ma quando i prezzi immobiliari sono crollati, molte famiglie hanno riscontrato maggiori difficoltà a rispettare le scadenze dei pagamenti del mutuo. E i fallimenti delle famiglie, la confisca degli immobili e le aste fallimentari sono diventate endemiche in un certo numero di economie».
 L'Fmi guidato da Christine Lagarde rileva che prima della fine del 2011 i prezzi delle case sono scesi dai massimi prima della scoppio della bolla immobiliare di circa il 41% in Irlanda, del 29% in Islanda, in Spagna del 23%, come anche negli Stati Uniti, e del 21% in Danimarca. Ecco allora che servono politiche monetarie e fiscali di sostegno allo sviluppo e di aiuto mirato per poter ripagare i debiti contratti, evitando di frenare i consumi e l'economia.
 Senza contare che per l'Fmi «la crisi finanziaria mondiale e le preoccupazioni circa la sostenibilitá del debito sovrano in molte economie avanzate hanno dimostrato che non esistono più beni che possono essere considerati davvero al sicuro».

"Greco" boccia l'Italia: poca trasparenza nei finanziamenti ai partiti
Stefano Bellelli
Il Consiglio d'Europa boccia il sistema italiano di finanziamento pubblico ai partiti. Nelle conclusioni del rapporto pubblicato stamani dal Greco (Groupe d'Etats Contre la Corruptione – praticamente l'organo anticorruzione del Consiglio), vengono infatti sollevate numerose obiezioni.
Le parole non sono certo leggere: il sistema di controlli è giudicato "inefficiente", "frammentario", più che altro "formale"; e il regime sanzionatorio "debole", "né efficace, né proporzionato, né dissuasorio".
La commissione raccomanda dunque al Paese l'adozione di vari provvedimenti, tra cui : il divieto di donazioni anonime e l'abbassamento delle soglie sopra cui è necessario rendere pubblica l'identità del donatore; misure a favore della trasparenza; l'istituzione di un corpo indipendente che sorvegli, investighi ed applichi la normativa; la revisione della normativa stessa in materia di finanziamento ai partiti, al fine di renderla efficace, proporzionata, dissuasoria.
Entro settembre 2013, peraltro, le autorità italiane dovranno rendere conto dell'applicazione di queste raccomandazioni.
Fortunatamente, le forze di maggioranza sembrano già impegnate in questo frangente, per preparare entro la giornata di oggi una bozza di provvedimento. Improbabile che si proceda per decreto (opportunità sgradita al PdL), è però possibile che il Parlamento adotti comunque un procedimento legislativo più snello, in cui siano interpellate soltanto le commissioni Affari Costituzionali.
Sembrano invece rimandate a data da destinarsi altre questioni scottanti, come la piena attuazione dell'Art. 49 della Costituzione e la riforma del sistema di rimborsi elettorali (temi che comunque non sono estranei al rapporto Greco).

Bozen, oltrepadania. «Niente tagli all'autonomia senza di noi»
Durnwalder: tentazioni romane irrealizzabili. E Zeller: «Lo pensano da sempre»
di Orfeo Donatini
BOLZANO. Il taglio dei trasferimenti da Roma a Bolzano dal 90 al 60% dei tributi? «Una tentazione che a Roma nutrono sicuramente - replica Durnwalder - ma che non passerà mai. Sicuramente non senza il nostro assenso». E Zeller... «In ogni caso - ha poi sottolineato il presidente Durnwalder - nessuna comunicazione è giunta da Roma riguardo ad una possibile modifica del sistema di finanziamento dell'autonomia con la conseguente riduzione del gettito fiscale per la Provincia di Bolzano. Tuttavia una cosa deve essere chiara: simili modifiche non possono essere decise unilateralmente, serve l'intesa Stato-Provincia». Negli ultimi giorni - come aveva riferito l'onorevole Karl Zeller - è circolata l'ipotesi secondo cui il governo Monti starebbe valutando l'ipotesi di tagliare il gettito delle imposte per la Provincia di Bolzano dall'attuale 90% al 60%. Si tratta, come noto, della quota di imposte riscosse in Alto Adige e che resta sul territorio. «Non abbiamo avuto alcuna comunicazione in merito a una simile ipotesi - ha poi ribadito Durnwalder - anche perchè è chiaro che nell'eventualità di una tale decisione la Provincia saprebbe difendersi con tutti i mezzi previsti dallo Statuto e dalle norme di legge. Il regolamento del finanziamento dell'autonomia non è fissato con legge costituzionale, ma richiede pur sempre un iter legislativo particolare e rafforzato. Lo Statuto prevede infatti l'istituto giuridico dell'intesa tra lo Stato e la Provincia sulla  modifica in materia di finanze, come del resto avvenuto c on la stipula dell'Accordo di Milano nel 2009». «E
contro un'eventuale violazione dello Statuto da parte dello Stato la Provincia presenterebbe ricorso alla Corte costituzionale con ottime probabilità, anzi la certezza di vincere». Riguardo alla quota di gettito prodotto in Alto Adige e che resta sul territorio, il presidente ha ricordato «che la Provincia è chiamata a gestire direttamente molte competenze e costi di cui invece in altre Regioni si fa carico lo Stato». L'onorevole Karl Zeller per parte sua non vuole alimentare la polemica, ma rilancia: «Sono tesi che a Roma pensano da sempre. E' per questo per altro che non faranno mai la norma di attuazione sul Patto di Milano: sanno che non potrebbero assolutamente farla come vorrebbero. Le cose con Roma non vanno affatto bene e credo che dobbiamo dircelo chiaramente. E siccome non riescono a chiuderci i rubinetti come in cuor loro vorrebbero, cercano e trovano altre forme per sottrarci risorse. Basta vedere il caso della concessione dell'Autobrennero: è una cosa sotto gli occhi di tutti, inutile nascondercelo». Da parte sua il presidente della Commissione dei Sei, Andreas Stacul, minimizza: «Ritengo sia davvero difficile per Roma cambiare queste regole fondamentali. Molto probabilmente si tratta di valutazioni e osservazioni avventate fatte da funzionari che non conoscono bene la situazione locale e soprattutto la normativa che la sostiene».


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