Sud: servizi, scuola, treni, Monti elenca i "peggio" che frenano
Pompei, Monti a lancio Grande Progetto salvaguardia
Marchionne, non produrremo più autobus in Italia
Spagna: Fmi chiede a Madrid di mantenere lo sforzo riforme
Il governo taglia i fondi. Si ferma l'atletica greca
Ticino, Svizzera. Così Umberto Bossi scende dal Carroccio
Sud: servizi, scuola, treni, Monti elenca i "peggio" che frenano
(AGI) - Roma, 5 apr. - "La situaazione economica al Sud e' seria". Mario Monti, a Napoli per il varo del progetto di rilancio di Pompei, passa in rassegna i pesi che appesantiscono il Sud che "patisce la crisi generale dell'economia e la fase recessiva del paese, e non solo del nostro, in maniera accentuata a causa del minore peso dell'industria esportatrice, solo il 10 per cento - annota - di quella dell'intera Italia, a fronte di una popolazione pari a un terzo, e soffre strutturalmente di divari gravi nella qualita' dei servizi pubblici e collettivi per per i cittadini e le imprese". Il presidente del Consiglio allinea la lista di sofferenze del Sud, una lunga lista dominata dall'aggettivo "peggiore".
C'e' al Sud, spiega, "minore capacita' della scuola di compensare l'effetto del divario sociale sulla competenza degli studenti; peggiore qualita' della formazione e dei sisteni pubblici per l'impiego; peggiore qualita' dei servizi ferroviari; peggiore assistenza agli anziani non autosufficienti e all'infanzia; peggiori condizioni di contesto per l'avvio e l'espansione delle attivita' imprenditoriali". E' qui che Monti riconosce le differenze da parte di cittadini e classe dirigente locale ma lamenta l'assenza della "massa critica" per quel "subbuglio" che rilanci il Sud. (AGI) .
Pompei, Monti a lancio Grande Progetto salvaguardia
Premier, necessario che rimanga in piedi
05 aprile, 17:41
(ANSAmed) - NAPOLI, 5 APR - Un "piccolo grande evento". Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha definito così il lancio dei primi cinque bandi per il rilancio del sito archeologico di Pompei. Un sito, ha sottolineato il premier, che "é necessario rimanga in piedi".
"Almeno nella scelta del nome, Grande Progetto Pompei, non possiamo dire che l'Unione Europea sia stata burocratica, lo trovo bellissimo", ha scherzato il premier durante la conferenza stampa. "Il progetto è finalizzato a due obiettivi - ha poi spiegato - mettere in sicurezze tutte le insulae a rischio di uno dei più straordinari patrimoni archeologici dell'umanità e assicurare che ciò avvenga attraverso il lavoro delle imprese e dei lavoratori capaci ed onesti tenendo lontano dal progetto la criminalità organizzata ancora assai forte in questo territorio". Monti, ha poi ricordato che "il Grande Progetto Pompei è stato avviato dal governo precedente grazie all'impegno personale del ministro Raffaele Fitto e del sottosegretario ai Beni culturali Riccardo Villari insieme al ministro Galan con il presidente Stefano Caldoro e grazie all'intuizione e determinazione del commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn, che avvertiva l'incongruenza tra i continui crolli all'interno dell'area archeologica e la disponibilità delle risorse finanziarie dell'Unione Europea rimaste inutilizzate". (ANSAmed).
Marchionne, non produrremo più autobus in Italia
Fiat industrial terminerà la produzione nel nostro Paese, ma continuerà a farlo negli altri siti europei. Irisbus, la divisione di fiat industrial attiva negli autobus, è numero due in Europa.
MILANO - Sergio Marchionne, l'amministratore delegato della Fiat ha recitato il de profundiis per lo stabilimento Irisbus di Avellino. "Non torneremo a produrre autobus. Non utilizzeremo più quello stabilimento, lavoriamo con il governo per trovare un altro utilizzo che non sia nostro". Così Sergio Marchionne ha risposto ai giornalisti sulla fabbrica Irisbus di Valle Ufita (Avellino) che ha cessato la produzione a fine anno.
L'ad di Iveco, Alfredo Altavilla, ha ricordato che il 24 dicembre è stato raggiunto l'accordo per la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. "Stiamo lavorando con il ministero dello Sviluppo Economico per trovare una soluzione che possa garantire la continuità occupazionale", ha spiegato.
Fiat Industrial, nel cui perimetro rientra Irisbus, ha chiuso il 2011 con un utile della gestione ordinaria di 1,6 miliardi e un utile netto di 700 milioni di euro. Nel 2010 la gestione aveva un attivo di un miliardo e il netto era di 378 milioni di euro. Il fatturato è di 24,2 miliardi. E la buona salute del gruppo è stata confermata anche dal nuovo lancio di Magelys Pro, ultimo nato della famiglia di veicoli del segmento specialistico degli autobus Gran Turismo.
Spagna: Fmi chiede a Madrid di mantenere lo sforzo riforme
05 aprile, 18:55
(ANSAmed) - Madrid, 5 APR - Il Fondo Monetario internazionale reclama alla Spagna di mantenere "lo sforzo delle riforme" per superare le "severe" sfide che ha davanti, secondo quanto ha sostenuto oggi la portavoce, Gerry Rice, citata dai media iberici. "Tutti vediamo che i mercati continuano a manifestare una certa volatilità e questo esige che sia mantenuto lo sforzo di riforme, e la finanziaria fa parte di tale sforzo", ha detto la portavoce in conferenza stampa. La Rice ha assicurato il sostegno del Fmi alle misure "energiche e ampie" adottate dal governo presieduto da mariano Rajoy ed ha sottolineato che è necessario garantire il raggiungimento del nuovo obiettivo di riduzione del deficit al 5,8% del Pil per l'anno non solo a livello centrale, ma anche a livello delle regioni. (ANSAmed) YK8
Il governo taglia i fondi. Si ferma l'atletica greca
La federazione atletica leggera di Atene sospende eventi sportivi e allenamenti per le Olimpiadi: "Non abbiamo più soldi in cassa". Garantita l'accensione della fiaccola per Londra 2012. Ad Atene un pensionato si suicida davanti al Parlamento: "Meglio una fine dignitosa che cercar cibo nella pattumiera"
di ETTORE LIVINI
MILANO - Sospesi tutti i meeting. Congelati fino a nuovo ordine (in modo simbolico) gli allenamenti in vista delle Olimpiadi. L'atletica leggera greca chiude per austerity. La federazione ellenica ha deciso infatti ieri di fermare tutte le sue attività. Il motivo? Non ci sono più soldi in cassa per pagare trasferte, organizzatori di meeting e gli allenatori degli atleti che si stanno preparando per Londra 2012, che non ricevono lo stipendio da 10 mesi. "L'hanno scorso ci hanno tolto 2,7 milioni, quest'anno sono in arrivo nuovi tagli. Siamo alla bancarotta e se il governo non ci aiuta potremmmo essere costretti a cancellare pure gli Europei", spiega Vassilis Sevastis, presidente della federazione. Il budget per il 2012 è di 6,5 milioni, dimezzato rispetto a un paio di anni fa.
Per il paese che ha ospitato le Olimpiadi del 2004 (altri tempi) è un colpo basso. Sevastis per ora non ha bloccato del tutto il cerimoniale in terra ellenica in vista delle Olimpiadi. L'accensione della fiaccola nell'antica Olimpia è stata esclusa dalla serrata. La speranza è che con i Giochi alle porte (e anche le elezioni) i partiti riescano a trovare nelle pieghe del disastrato bilancio del paese un po' di soldi per lo sport nazionale.
Non sarà facile. La crisi del paese, soccorso con 130 miliardi da Ue e Fmi dopo un mezzo default è molto difficile. Un pensionato di 77 anni si è suicidato ieri in Piazza Syntagma davanti al Parlamento: "Preferisco una morte dignitosa prima di essere costretto a cercare cibo nella pattumiera o essere di peso ai miei figli", ha scrritto nel biglietto d'addio Dimitris Christoulas prima di spararsi un colpo alla tempia. Nella notte, dopo la morte dell'ex farmacista, il centro di Atene è stato taeatro di scontri tra polizia e manifestanti.
(05 aprile 2012)
Ticino, Svizzera. Così Umberto Bossi scende dal Carroccio
Indagini su presunti fondi "in nero"
di Maria Acqua Simi
La Lega Nord ha perso il suo leader storico. E forse anche se stessa. Umberto Bossi si è dimesso ieri da segretario del movimento padano in maniera «irrevocabile». La notizia, clamorosa, arriva dal Consiglio federale del Carroccio riunito in via Bellerio a Milano. Fuori “la base” ad invocare ad alta voce il suo nome e infamare quello di Roberto Maroni, considerato «il traditore». Un enorme striscione in verde, abbandonato a terra, recita “La Lega è Bossi”. Più giusto sarebbe coniugarlo al passato: Bossi era la Lega. «Chi sbaglia paga, qualunque sia il cognome che porta», ha dichiarato il Senatur, che ha spiegato di aver lasciato «per il bene del movimento e dei militanti. La priorità è il bene della Lega e continuare la battaglia. Lascio perché è stata coinvolta la mia famiglia». E nonostante sia stato eletto presidente del movimento, la sua posizione è ovviamente ormai ridotta a zero. Il che lascia ampi spazi di manovra a Maroni e la sua squadra.
Il triumvirato
Da ieri sera a guidare la Lega al posto del Senatur è stato eletto un triumvirato composto dal contestato Roberto Maroni (ex ministro dell’Interno), da Roberto Calderoli (ex ministro della Semplificazione) e dalla parlamentare veneta Manuela Dal Lago. Il loro compito è traghettare il movimento fino al prossimo Congresso del partito, previsto in autunno. «Un triumvirato finto», ci spiega il deputato Pdl Renato Farina, che abbiamo raggiunto telefonicamente. «È stato scelto per criteri geografici: hanno scelto un veneto, Maroni e uno di Bergamo». E questo anche in vista delle amministrative. Che saranno la vera prova del nove.
Il nuovo tesoriere
Il nuovo tesoriere della Lega, dopo le dimissioni dell’indagato Belsito, è invece il senatore Stefano Stefani. Ancora una volta un nome spesso al centro delle polemiche. Stefani è stato sottosegretario al Turismo nel secondo Governo Berlusconi. Ma era stato costretto alle dimissioni dopo una gaffe sui tedeschi. Sul giornale “La Padania” li aveva dipinti come: «Biondi iper-nazionalisti: degli invasori delle nostre spiagge che vengono in Italia a fare gare di rutti». Per dire il personaggio.
Le indagini
I giorni di fuoco per la Lega Nord erano incominciati martedì, dopo l’annuncio delle indagini di tre Procure congiunte (Milano, Napoli e Reggio Calabria), sotto l’egida di un pm discusso, John Woodcock, proprio nel giorno in cui il Carroccio avrebbe dovuto chiudere le candidature per le elezioni amministrative previste in maggio. Il primo a essere indagato, e a dimettersi lo stesso martedì, è stato Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega inquisito per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio. L’ipotesi è che i fondi dei rimborsi elettorali venissero stornati a favore della famiglia Bossi. In particolare dei due figli, Riccardo e Renzo (detto “il Trota”, a detta del padre l’erede designato alla guida del Carroccio e malsopportato da buona parte dei militanti leghisti). Secondo gli investigatori dalle casse della Lega sono stati sottratti i soldi per pagare tre lauree, i soldi per il diploma di Renzo, auto affittate da Riccardo Bossi tra cui una Porsche e le somme per pagare i decreti ingiuntivi di pagamento e le fatture per il suo avvocato. E ci sarebbe anche Roberto Calderoli tra i destinatari dei fondi sottratti. Tra le «elargizioni e spartizioni che avvengono all’interno del partito e in particolar modo per la famiglia Bossi», gli investigatori riportano negli atti dell’inchiesta milanese anche «un mutuo da un milione e mezzo di euro fatto con la Pontidafin (società finanziaria della Lega Nord) per la scuola Bosina» della moglie del leader, Manuela Marrone. Un giro di denaro impressionante. E non tutto pulito, visto che l’inchiesta parla anche «chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito», come si legge negli atti della Procura milanese.
Il futuro della Lega
Sul futuro della Lega, Renato Farina non ha dubbi: «Per la Lega questo è l’inizio della fine». Anche se, spiega, «il sospetto è che tutta questa faccenda sia stata gestita da Maroni, già quand’era ministro dell’Interno», o almeno così sostengono i fedelissimi del “cerchio magico” di Bossi. «Da mesi Maroni aveva intrapreso una guerra contro Bossi, mai a viso aperto, per la leadership. Ora ce l’ha fatta». Ma il punto vero è «quanto potrà sopravvivere la Lega Nord senza Bossi». Un uomo, spiega, «commissariato dalla moglie da otto anni». Dopo la malattia, le condizioni psico-fisiche del Senatur sono sempre risultate fiaccate. E così a comandare davvero nel partito è arrivata lei, Manuela Marrone. Sono tanti, infatti, i favori concessi al figlio Renzo sotto spinta della madre e i diktat politici della donna su nomine e posizioni politiche. Per la Lega ora sono tempi duri. Perché per l’elettorato padano la questione morale è sempre stata quella decisiva. E ora è tutto gravemente compromesso. Soprattutto in vista delle amministrative di maggio. La Lega si appresta a una spettacolare resa dei conti interna: maroniani contro cerchisti, veneti contro lombardi. «Faranno i giustizialisti, alzeranno i toni, rivendicheranno la loro diversità rispetto al Pdl dicendo che sono in grado di fare pulizia», garantisce Farina. Ma la realtà è che il movimento padano, adesso, è più in crisi che mai.
(ma.simi)
06.04.2012
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