mercoledì 6 giugno 2012

am_6.6.12/ Impregilo, danno e beffa in salsa padana; Standard & Poor's, manipolazione miliardaria in stile anglosassone; Eurolex, sbafo europeo in salsa balcanica; dulcis in fundo: onorificenza patacca per stranger in the night

Napoli. Caldoro: fondi europei per pagare l'inceneritore? Un errore del governo
Pm di Trani indaga S&P a New York
Fisco: Mef, nel 1* quadrimestre entrate tributarie +1,3%
Rapporto sulle entrate tributarie confronto tra previsioni e gettito effettivo nei primi mesi dell'anno fornisce solo indicazioni di larga massima
Lo Stato incassa più del 2011, ma meno del previsto: entrate tributarie inferiori alle stime
Consiglio dei Ministri del 5 giugno 2012
Grecia, banche tdesche preparate a ogni possibile scenario
Balcani. Josipovi„ “rifiuta” Nikoli„, torna il gelo
Kosovo: Ue prolunga missione Eulex
Napolitano-Durnwalder, un colloquio «amichevole»
Venezia, padania. Svanite 4.300 imprese in tre mesi

Napoli. Caldoro: fondi europei per pagare l'inceneritore? Un errore del governo
Il governatore: 355milioni impiegati per un acquisto, ma che non hanno effetto, non creano alcun posto di lavoro, non aprono un cantiere, non producono ricchezza
NAPOLi - «Oltre 355milioni che vengono impiegati per un acquisto, ma che non hanno effetto, non creano alcun posto di lavoro, non aprono un cantiere, non producono ricchezza». Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, in merito alla questione del termovalorizzatore di Acerra pagato, direttamente alla Impregilo, da parte del Ministero dello Sviluppo economico, a valere sui Fas regionali. «Sono 355milioni che vengono dati per un acquisto e non hanno effetto - ha affermato - Il termovalorizzatore è lì da anni e funziona benissimo, ma questi soldi non hanno effetto». Quelle stesse ricorse, ha sottolineato il governatore, «le abbiamo chieste per poter chiudere i nostri cantieri aperti, per l'Ospedale del Mare, la metropolitana». «Potevano creare sviluppo e occupazione - ha aggiunto - Quella cassa serviva per i ritardi nei pagamenti ed evitare una ulteriore crisi». «Ci siamo opposti non perchè non fosse giusto - ha precisato - Perchè lo Stato deve rispondere alle sue obbligazioni ed è evidente che Impregilo debba essere pagata perchè ci sono un contratto e una causa che lo Stato rischia di perdere». «Nulla» dunque, contro il pagamento, ma, ha precisato Caldoro, «la vecchia legge prevedeva che questi fondi fossero del Fas nazionale». «La nostra contrarietà - ha concluso - è all'utilizzo dei Fas regionali».
DANNO E BEFFA - Il confronto con il Governo «è continuo: abbiamo chiesto che questa cifra potesse essere divisa tra Stato e Regione, che non incidesse sul Patto di stabilità». Caldoro parla di «danno e beffa» per gli oltre 355milioni di fondi Fas regionali destinati, dal Governo, all'acquisto del termovalorizzatore di Acerra. «In origine non era così - ha affermato Caldoro - e non si capisce perchè deve incidere sul Patto di stabilità, abbassandolo. Una cosa insostenibile». «Continuiamo a mantenere la nostra pozione, la nostra azione molto dura - ha aggiunto - e ci aspettiamo che intorno a questa ci sia una condivisione più alta tra forze sociali, imprese e lavoratori che sono i veri danneggiati da questa operazione». «In sede parlamentare - ha ricordato infine - sono stati già presentati, da Paolo Russo, degli emendamenti soppressivi della norma che prevede l'acquisto del termovalorizzatore con Fas regionali».

Pm di Trani indaga S&P a New York
Monti: in Moody's mai valutato rating
Indagato per favoreggiamento anche l'ad di Standard&Poor's Italia. Palazzo Chigi smentisce ricostruzioni dei media
TRANI - La sede di New York di Standard & Poor's è indagata dalla procura di Trani per manipolazione del mercato. Si tratta di un nuovo fascicolo-stralcio che segue la notifica dell'avviso di chiusura delle indagini notificato nei giorni scorsi a cinque persone, tra cui l'ex presidente di S&P, Deven Sharma.
L'apertura del fascicolo è stata disposta ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (la 231 del 2001). L'avviso di conclusione delle indagini preliminari, che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, riguarda oltre a Sharma, l'attuale responsabile per l'Europa dell'agenzia di rating, Yann Le Pallec, e i tre analisti senior del debito sovrano che firmarono i report sotto accusa: Eileen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer. I cinque sono accusati di manipolazione del mercato pluriaggravata e continuata in relazione ai quattro report sull'Italia diffusi tra il maggio 2011 e il gennaio 2012.
Indagato per favoreggiamento l'ad di S&P Italia. L'ad per l'Italia di S&P, Maria Pierdicchi, è indagato per favoreggiamento degli analisti a cui la procura di Trani ha notificato l'avviso conclusione indagini. La posizione del top manager è stata inviata per competenza alla procura di Milano. Inizialmente Pierdicchi era indagata per manipolazione del mercato. L'invio della posizione del top manager alla procura lombarda, dicono fonti qualificate, è stato deciso dopo un'istanza in tal senso presentata dai difensori dell'amministratore delegato. Prima della trasmissione del fascicolo il pm inquirente di Trani, Michele Ruggiero, ha provveduto a riqualificare giuridicamente i fatti ipotizzando il favoreggiamento. Pierdicchi fu ascoltata a Trani come "persona informata dei fatti" il 30 gennaio scorso. La sua audizione, durata quattro ore circa, riguardò in sostanza il percorso seguito dalle "informazioni confidenziali" - che per loro natura non possono essere rivelate prima di quelle ufficiali - che sfociarono nei report diffusi dall'agenzia di rating sul debito sovrano dell'Italia. In particolare furono forniti particolari dettagliati su quanto accadde nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti la comunicazione ufficiale di S&P sul taglio di due gradini del rating al debito sovrano dell'Italia del 13 gennaio scorso: da A a BBB+.
Palazzo Chigi: Monti non ha mai valutato rating quando era in Moody's.  Durante il periodo in cui ricopriva l'incarico di membro del Senior European Advisory Council di Moody's, l'allora presidente della Bocconi Mario Monti non ha mai partecipato alla «valutazione, neppure in via indiretta, di stati o imprese sotto il profilo del rating». E' quanto precisano fonti di palazzo Chigi, in risposta ad alcune ricostruzioni dei media. «In riferimento ad indiscrezioni di stampa si conferma che il Prof. Mario Monti (come a suo tempo venne pubblicamente comunicato) è stato membro del Senior European Advisory Council di Moody's dal luglio 2005 al gennaio 2009, periodo in cui ricopriva l'incarico di Presidente dell'Università Bocconi», ricordano le fonti. «Tale Advisory Board - proseguono le stesse fonti - comportava la partecipazione a due-tre riunioni all'anno che avevano per oggetto scambi di vedute sull'integrazione europea e sulla politica economica dell'Unione europea e non la valutazione, neppure in via indiretta, di stati o imprese sotto il profilo del rating. Nel periodo in questione, gli altri membri del Board erano Hans Tietmeyer, ex Presidente della Deutsche Bundesbank; Francis Mer, ex Ministro francese dell'Economia e delle Finanze; Howard Davis, ex Presidente della Financial Services Authority britannica; Olle Schmidt, membro svedese del Parlamento Europeo; Leszek Balcerowicz, ex Ministro delle finanze della Polonia».

Fisco: Mef, nel 1* quadrimestre entrate tributarie +1,3%
05 Giugno 2012 - 16:19
 (ASCA) - Roma, 5 giu - Nel primo quadrimestre del 2012 le entrate tributarie erariali si sono attestate a 117.030 milioni di euro, in crescita dell'1,3%(+1.558 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo rende noto il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia sottolineando che ''per un confronto omogeneo, si evidenzia che al netto dell'imposta sostitutiva una tantumsul leasing immobiliare nel mese di aprile 2011, registra una crescita tendenziale del 2,5%''.
 In particolare, le imposte dirette presentano una variazione positiva dello 0,5% (+316 milioni di euro), quelle indirette salgono del 4,6% (+2.501 milioni di euro).
fgl/

Rapporto sulle entrate tributarie confronto tra previsioni e gettito effettivo nei primi mesi dell'anno fornisce solo indicazioni di larga massima
Il Rapporto sulle entrate tributarie e contributive viene pubblicato mensilmente sui siti istituzionali del Dipartimento delle Finanze e della Ragioneria Generale dello Stato.
Il Rapporto, redatto in ottemperanza ad obblighi di legge (art. 14, comma 5, della L. 196/2009), prevede il monitoraggio mensile delle entrate tributarie e contributive.
In quest'ambito, viene presentato un esercizio di confronto tra l'andamento del gettito rilevato nel periodo in esame e le previsioni ‘mensilizzate'; queste ultime sono ottenute attribuendo a quelle annue il profilo stagionale registrato l'anno precedente. Non si tratta quindi di una metodologia particolarmente sofisticata dal punto di vista statistico, esposta come è a sfasamenti temporali tra un mese e l'altro.
Il confronto tra entrate e previsioni relativo ai primi quattro mesi dell'anno evidenzia uno scostamento negativo di 3,5 miliardi di euro. Lo stesso confronto relativo ai primi tre mesi evidenziava uno scostamento ancora maggiore, pari a 4 miliardi di euro.
Quindi, il confronto tra previsioni e gettito effettivo nei primi mesi dell'anno fornisce solo indicazioni di larga massima sugli andamenti in corso e non può essere assunto ad indicatore di quello che potrà essere lo scostamento effettivo tra previsioni e consuntivo a fine anno.
In particolare, tra l'altro, nei prossimi mesi si evidenzieranno gli effetti delle manovre disposte nel corso del 2011; indicazioni più puntuali saranno possibili solo con gli incassi dell'IMU e dell'autotassazione delle imposte dirette.
Roma, 5 giugno 2012

Lo Stato incassa più del 2011, ma meno del previsto: entrate tributarie inferiori alle stime
Il Def (Documento di Economia e Finanza): 3.477 milioni di euro in meno nei primi 4 mesi dell'anno rispetto alle previsioni
MILANO - E' allarme per i conti dello Stato. Nonostante in termini assoluti siano in crescita, le entrate tributarie dei primi 4 mesi del 2012 sono infatti inferiori di 3.477 milioni di euro rispetto alle previsioni annuali contenute nel Def, il Documento di Economia e Finanza. La differenza è del 2,9%. È quanto rileva il Rapporto sulle entrate tributarie della Ragioneria e del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. A queste mancate entrate dobbiamo poi immaginare che si aggiungeranno gli effetti del terremoto con il prevedibile ulteriore calo di gettito, sul fronte Iva e Irpef. Senza contare l'incremento delle spese.
GETTITO IVA - Allo scostamento rispetto alle previsioni contribuiscono le entrate del bilancio dello Stato per -3.140 milioni di euro (-2,7 %) ed in particolare il gettito Iva che riflette fattori di natura congiunturale. In flessione anche i ruoli per -93 milioni di euro (-4,5%), le poste correttive per -160 milioni di euro (-2,2%) e le entrate tributarie degli enti territoriali per -84 milioni di euro (-1,2%).
ENTRATE - Come detto, in termini assoluti, nei primi 4 mesi del 2012 le entrate tributarie ammontano a 117.030 milioni, +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2011. Per un confronto omogeneo, si evidenzia che al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare di aprile 2011, si registra una crescita del 2,5%. Le imposte dirette presentano una variazione positiva dello 0,5% (+316 milioni di euro). Il gettito Ire - riferisce il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia - evidenzia una lieve contrazione dello 0,5% (-280 milioni di euro) ascrivibile all'andamento negativo delle ritenute dei lavoratori autonomi (-2,4%) e dei lavoratori dipendenti pubblici (-0,8%) parzialmente compensato dall'andamento positivo delle ritenute dei dipendenti privati (+1,4). Il gettito Ires ha generato un incremento del 7,9% (+103 milioni di euro) per effetto delle scadenze dei termini di versamento dei contribuenti con esercizio non coincidente con l'anno solare. Tra le altre imposte dirette si segnala la crescita dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+554 milioni di euro pari a +26,7%) influenzata da diversi fattori di carattere tecnico-normativo e in particolare dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie. Le imposte indirette fanno rilevare un incremento complessivo del 4,6% (+2.501 milioni di euro). In lieve calo il gettito Iva (-1,0% pari a -297 milioni di euro) che riflette l'effetto congiunto dell'aumento della componente Iva del prelievo sulle importazioni (+4,7%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) dovuta al ciclo economico negativo e all'indebolimento della domanda interna.

Consiglio dei Ministri del 5 giugno 2012
5 Giugno 2012
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 18,50 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
Il Consiglio dei Ministri ha prorogato con decreto legge l’entrata in vigore delle disposizioni del codice degli appalti pubblici in materia di qualificazione delle imprese esecutrici di contratti pubblici di lavori e di garanzia globale di esecuzione.
Per la qualificazione delle imprese esecutrici di contratti pubblici di lavori la proroga è di 180 giorni. Si consente così alle stazioni appaltanti di terminare l’emissione dei certificati di esecuzione dei lavori eseguiti, evitando il blocco del mercato degli appalti.
Entro il medesimo arco temporale della proroga, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti stabilirà con decreto modalità semplificate per la remissione dei certificati di esecuzione dei lavori.
Per le garanzie globali di esecuzione la proroga è di 1 anno. Si evita così il blocco delle gare per l’affidamento degli appalti di progettazione ed esecuzione di lavori di importo superiore ai 75 milioni di euro (“grandi opere”).
La riunione è terminata alle ore 19.10

Grecia, banche tdesche preparate a ogni possibile scenario
Le banche tedesche sono "preparate a ogni possibile scenario" rispetto alla Grecia, e in ogni caso la loro esposizione nei confronti degli istituti ellenici resta "limitata". E' quanto affermato da Elke Koenig, presidente di BaFin, l'autorità di vigilanza del settore finanziario in Germania. Quanto a Spagna e Portogallo, Koenig ha sottolineato che la BaFin e la Bundesbank "stanno monitorando la situazione molto da vicino", assicurando che "non è comparabile con la Grecia". "La Spagna - ha aggiunto - sta soffrendo delle conseguenze specifiche dello scoppio di una bolla immobiliare e non del sovraindebitamento strutturale del Paese".

Balcani. Josipovi„ “rifiuta” Nikoli„, torna il gelo
Il presidente croato diserta l’incontro con l’omologo serbo dopo le “sparate” su Vukovar e Srebrenica. Europa preoccupata
di Mauro Manzin
TRIESTE. Tanto tuonò che piovve. E anche sul bagnato. Sì, perché tra Croazia e Serbia c’è stata sì una sorta di normalizzazione nei rapporti bilaterali istituzionali, ma tra la gente la reciproca diffidenza di fondo è rimasta inalterata dopo la guerra. E ora a far risanguinare piaghe appena cicatrizzate ci ha pensato il neo-presidente serbo Tomislav Nikoli„. Prima affermando che Vukovar, la città martire croata, è sempre stata serba e che non c’è alcun bisogno che oggi i croati vi facciano ritorno. Poi sostenendo che a Srebrenica non ci fu genocidio. Risultato? Il presidente croato Ivo Josipovi„ si è rifiutato di incontrare il “collega” serbo Nikoli„ a Mostar.
L’appuntamento per lo scorso fine settimana era stato fissato già nell’autunno scorso. Un’iniziativa patrocinata dall’Unesco e che doveva culminare sul Ponte vecchio di Mostar. Doveva svolgersi una sorta di “pellegrinaggio della riconciliazione” da parte dei presidenti di Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Albania. L’itinerario doveva toccare il santuario mariano di Medjugorje (cattolici), il monastero ortodosso di Žitomisli„ (serbo-ortodossi) e la moschea di Buna (musulmani). Per poi culminare in una sorta di abbraccio finale sul Ponte vecchio di Mostar, ricostruito dopo la distruzione da parte dei mortai serbi e simbolo di pace e convivenza. Insomma una sorta di quanto è accaduto già a Trieste sui luoghi della memoria con i tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia e culminato poi con il concerto della pace in piazza Unità d’Italia. Ma le ultime dichiarazioni di Nikoli„ hanno irrimediabilmente inquinato l’atmosfera di dialogo e riconciliazione. Josipovi„ è stato categorico: non incontro il presidente serbo, ha detto. La risposta serba non si è fatta attendere. Belgrado, a stretto giro di web, ha fatto sapere che a Mostar non si recherà Nikoli„, bensì il ministro della Cultura, Predrag Markovi„ membro dell’esecutivo in carica solo per l’ordinaria amministrazione dopo le elezioni politiche serbe. Tutto risolto? No, anzi, ancor più complicato, perché dal colle di Pantov›ak, residenza di Josipovi„ a Zagabria è partita secca la contro-contromossa. Bene allora a Mostar per la Croazia ci andrà il viceministro della Cultura, Berislav Šipuš.
E pensare che il titolo dell’summit era: «Incontro tra fede e cultura per cementare i rapporti tra i Paesi vicini». Sono piovuti invece i veti incrociati, con buona pace dell’Unesco. Jospipovi„ è stato irremovibile. Prima vuole le scuse di Nikoli„ per le parole pronunciate su Vukovar. Ma Belgrado non sente e, si sa, un dialogo tra sordi non ha futuro. E così il ponte di Mostar è rimasto desolantemente vuoto. A questo punto la crisi tra Croazia e Serbia non è più solo uno scambio diplomatico di dichiarazioni più o meno politicamente corrette. Lo strappo esiste ed è molto accentuato. Zagabria sta per diventare la 28esima stessa d’Europa. E anche Bruxelles si muove con prudenza nei confronti della Serbia di Nikoli„. La portavoce Ue ha reagito infatti con fermezza alle parole del presidente serbo su Srebrenica ricordando che il genocidio è stato confermato tanto dal Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia che dalla Corte Internazionale di Giustizia. Le parole del neopresidente serbo hanno riacceso i timori che Nikoli„ non abbia realmente preso le distanze dal suo passato ultranazionalista. Il rappresentante musulmano della presidenza della Bosnia ed Erzegovina, Bakir Izetbegovi„, ha aggiunto che «negare il genocidio di Srebrenica non è un passo sulla strada della collaborazione» ma «una fonte di nuova tensione» nella regione. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha detto di non voler credere alle dichiarazioni attribuite a Nikoli„ su una strage per la quale, ha ricordato, «c’è stata una sentenza del tribunale dell’Aja». Rasmussen ha detto di augurarsi «che si possa continuare il dialogo positivo intrapreso con la Serbia», ma ha avvertito che «la situazione viene tenuta sotto controllo».

Kosovo: Ue prolunga missione Eulex
Fino a giugno 2014,sempre piu' responsabilita' a autorita'locali
05 giugno, 16:13
(ANSA) - BRUXELLES, 5 GIU - La missione Eulex in Kosovo e' stata prolungata di altri due anni fino al 14 giugno 2014. Lo ha deciso oggi il Consiglio Ue, assegnando un bilancio di 111 milioni di euro per il primo anno. ''In futuro sempre maggiori responsabilita' saranno assunte dalle autorita' locali kosovare'', ha spiegato l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton. La riconfigurazione della missione prevede una riduzione di circa il 25% del personale, che da 3.100 membri scendera' a 2.250.

Napolitano-Durnwalder, un colloquio «amichevole»
Il Presidente della Repubblica ha ospitato ieri al Quirinale il Presidente della Provincia anche per parlare di autonomia
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto ieri mattina al Quirinale il Presidente della Provincia altoatesina Luis Durnwalder per un colloquio che lo stesso Durnwalder ha definito «amichevole e molto cordiale». Nell’anno che celebra i 40 anni del Secondo statuto di autonomia e i 20 della chiusura della vertenza internazionale, Durnwalder ha comunicato al presidente della Repubblica che verrà insignito assieme al suo omologo austriaco Heinz Fischer della massima onorificenza della Provincia di Bolzano il prossimo 5 settembre.

Venezia, padania. Svanite 4.300 imprese in tre mesi
Effetto crisi sulle iscrizioni alle Camere di commercio della regione. Dato raddoppiato rispetto all’anno scorso. Colpiti commercio ed edilizia
VENEZIA — Il Veneto continua a perdere aziende e lo fa con velocità crescente. Secondo la banda dati Infocamere, nei soli primi tre mesi del 2012 il saldo fra nuove iscrizioni alle Camere di commercio e le cessazioni è negativo per 4.281 unità, dato che si ottiene dalla differenza fra i 9.951 ingressi e le 14.232 chiusure, su un totale di aziende attive di poco superiore alle 500 mila. Alla stessa data dello scorso anno, il differenziale fra le nuove imprese venete e quelle che erano state depennate dagli elenchi camerali nel primo trimestre era già negativo ma per 2.173 unità, dunque poco più che la metà di quello di oggi. Con esclusione delle due province meno impattanti per stock di imprese in elenco, cioè Belluno e Rovigo, i dati odierni evidenziano un peggioramento dei saldi negativi un po’ in tutte le aree, con un valore più marcato nel Vicentino, che è passato da -176 a -1.063, e a Treviso (da -244 a -899) ed un raffreddamento della tendenza, invece, a Verona (da -811 a -669).
«Questa dinamica ha una doppia natura - è il commento di Alessandro Bianchi, presidente di Unioncamere Veneto - e cioè una amministrativa, vale a dire la ricaduta sulle tabelle del primo trimestre 2012 di cessazioni avvenute di fatto il trimestre precedente, ed una senza dubbio congiunturale. L’andamento riflette un deterioramento del ciclo economico che tuttavia, a ben vedere, sembra riguardi soprattutto settori non così strategici come il manifatturiero. Il maggior differenziale fra avviamenti e chiusure lo troviamo infatti nelle aree dell’edilizia e del commercio, contraddistinte la prima da un elevato e tradizionale turnover, la seconda da un riassestamento in atto correlato anche alla concorrenza della grande distribuzione. In ogni caso - conclude Bianchi - non possiamo negare che vi sia una crescita del saldo negativo dovuta molto di più all’incremento delle cessazioni che alla diminuzione delle aperture di attività». Per Alessandro Conte, presidente regionale della Cna, la preoccupazione per il settore edile è in effetti quella più accesa, dato anche l’effetto sull’indotto che le costruzioni producono. «Commesse pubbliche di rilievo non ce ne sono più - spiega - e perciò è anche inutile rivolgere appelli alle aggregazioni. Le imprese dell’edilizia si mettono insieme a fronte di lavori importanti, altrimenti rimangono polverizzate come sempre».
In generale, tuttavia, Conte attribuisce l’andamento della demografia delle aziende alle chiusure provocate dall’esaurimento delle risorse proprie ed alla contestuale chiusura dei canali di credito. «Gli imprenditori hanno tirato avanti il più possibile anche giocandosi i patrimoni familiari che adesso sono finiti». Massimo Zanon, leader veneto di Confcommercio, ritiene che se adesso tocca al commercio registrare le maggiori morie di imprese lo si deve ad un fenomeno fisiologico. «Negli ultimi due anni i più penalizzati sono stati gli artigiani, adesso l’onda è arrivata da noi. Prevedo che questo delta fra nuovi entrati ed abbandoni per il nostro settore si aggraverà nel corso del 2012, e questo per una serie di almeno sette od otto motivi diversi». Zanon esclude che il saldo negativo che si osserva oggi nel comparto sia da porre in relazione con l’estensione degli orari di apertura ai giorni festivi. «È troppo presto per dirlo, dobbiamo lasciare un po’ di tempo prima di effettuare una verifica. Se continua così, però, può darsi che qualcuno inizi seriamente a pensare di cambiare lavoro».
Gianni Favero

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