mercoledì 6 giugno 2012

pm_6.6.12/ Le famiglie venete, in possesso dei requisiti «prima casa», acquirenti o assegnatarie di alloggi finanziati e realizzati da imprese e cooperative, potranno finalmente beneficiare dei contributi a fondo perduto.---L'economia sommersa e quella criminale pesano piu' al nord che al Sud.

Bankitalia: al Centro-Nord maggiore sommerso da evasione e da crimine
Crisi: Confindustria, Italia paese lento arretra tra le grandi economie
Trani. «Accuse senza fondamento»
Germania: raccoglie 3,9 mld con titoli a 5 anni. Tassi scendono a 0,41%
Crisi: Cipro, seria possibilita' ricorso a fondo salva-Stati
 “Per gli italiani non c’è domani”
Veneto, padania. Contributi regionali per l'acquisto della prima casa

Bankitalia: al Centro-Nord maggiore sommerso da evasione e da crimine
06 Giugno 2012 - 11:25
 (ASCA) - Roma, 6 giu - L'economia sommersa e quella criminale pesano piu' al nord che al Sud. Uno studio di Bankitalia in collaborazione con gli atenei di Torino e Napoli ha stimato, per il periodo 2005-08, un valore medio del sommerso fiscale pari al 16,5% del Pil e del sommerso crimnale pari al 10,5% del Pil. ''Le province del Centro-Nord mostrano in media un incidenza maggiore, sia del sommerso da evasione, sia di quello associato ad attivita' legali, rispetto alla province del Sud'', lo ha spiegato Anna Maria Tarantola, Vice dg di Bankitalia, nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.
 La maggiore incidenza nel Centro-Nord, spiega lo studio, ''probabilmente si giustifica con il fatto che l'utilizzo del contante per transazioni illegali riguarda specificatamente attivita' criminali, traffico stupefacenti e prostituzione che, pur avendo centri decisionali localizzati in prevalenza al Sud, vede pero il mercato al dettaglio per questi beni e servizi concentrato nelle aree piu' ricche del paese''.
 Il vice direttore generale di Bankitalia ha poi snocciolato alcuni numeri sulle dimensioni del riciclaggio.
In Italia, tra il periodo 1981-2001 l'attivita' di riciclaggio del denaro''attraverso il quale si trasforma capitale illegale in capitale legale'' potrebbe aver avuto ''una dimensione pari al 12% del Pil''. Inoltre la Tarantola ha evidenziato come ''l'attivita' di riciclaggio abbia natura anti-ciclica, e quindi aumenti nei periodi di crisi''.
 Il Vice Dg di Palazzo Koch ha comunque rilevato come ''le indicazioni provenienti dai vari metodi di stima vanno considerate con estrema cautela'', in quanto ''possono suggerire la notevole rilevanza del fenomeno ma non ne consentono una quantificazione sufficientemente precisa''.
did/

Crisi: Confindustria, Italia paese lento arretra tra le grandi economie
06 Giugno 2012 - 11:56
 (ASCA) - Roma, 6 giu - ''L'Italia e' oggi un paese lento a cui manca una visione di lungo periodo e dove, di conseguenza, si investe sempre meno''. Lo ha detto il vicepresidente di Confindustria, Fulvio Conti, alla presentazione del consueto Rapporto sugli scenari economici del Centro studi Confindustria.
 ''Manca un progetto paese - ha sottolineato Conti - che indentifichi le priorita' e le linee di sviluppo da perseguire e appare in molti campi affievolita la spinta all'innovazione, unica leva competitiva in un mercato globalizzato''.
 Il quadro tracciato da Confindustria e' impietoso. La nuova recessione, il credit crunch e la bassa redditivita' soffocano l'industria italiana. Nel settore manifatturiero l'Italia tra il 2007 e il 2011 scende cosi' dal quinto all'ottavo posto nella classifica mondiale con una quota che passa dal 4,5% al 3,3%. Rilevanti sono le perdite anche per gli Stati Uniti che registra una flessione di 3,9 punti, la Francia e il Regno Unito (-0,9 entrambe), Spagna (-0,7) e Canada (-0,4).
L'Unione europea a 15 cala dal 27,1% al 21%, ma nell'insieme resta la seconda potenza industriale mondiale.
 Il baricentro della produzione manifatturiera mondiale si muove sempre piu' velocemente verso i paesi emergenti. Sempre tra il 2007 e il 2011 Cina, India e Indonesia hanno conquistato 8,7 punti percentuali di quota passando dal 18% al 26,7%. La Cina con una crescita di 7,7 punti sale al 21,7% ed e' in vetta alla classifica da un triennio avendo scalzato gli Stati Uniti al 14,5% nel 2011. L'India e' scesa al settimo posto, superando Italia, Francia e Regno Unito, mentre il Brasile al sesto posto ha guadagnato quattro posizioni, mentre la Russia sale al decimo posto (+2), scavalcando Spagna e Regno Unito. Meno brillanti gli emergenti europei con la Turchia che perde una posizione, mentre la Polonia rimane ventesima.
 Il credito bancario e la sua carenza rimane uno dei principali ostacoli per l'attivita' economica: ''La stretta penalizza anche la competitivita' delle imprese'. Sono le piccole imprese che risentono particolarmente di questo fenomeno: sono piu' indebitate, fanno maggiormente ricorso al credito bancario e hanno minore potere contrattuale rispetto alle banche''.
Secondo Confindustria ''la mancanza di liquidita' e di finanziamenti per progetti di investimento e per il capitale circolante sta mettendo a rischio anche molte imprese sane.
Una condizione perfino peggiore rispetto a quella vissuta dopo il crack di Lehman nel 2008.
red/int

Trani. «Accuse senza fondamento»
ROMA – «Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova». È quanto fa sapere, con una nota, l’agenzia di rating Standard & Poor's indagata dalla procura di Trani per manipolazione del mercato. «Continueremo – dice ancora la nota a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società e delle nostre persone».

Germania: raccoglie 3,9 mld con titoli a 5 anni. Tassi scendono a 0,41%
06 Giugno 2012 - 11:47
 (ASCA) - Roma, 6 giu - La Germania rimane un porto sicuro dove mettere i soldi. Lo dicono i risultati dell'odierna asta di titoli di stato quinquennali (Bobl) con cui Berlino ha raccolto 3,978 miliardi di euro pagando agli investitori un rendimento dello 0,41% in calo rispetto allo 0,56% della precedente asta del 9 maggio. Domanda in crescita pari a 1,6 volte l'importo offerto rispetto a 1,4 della precedente asta.
red/men

Crisi: Cipro, seria possibilita' ricorso a fondo salva-Stati
06 giugno, 11:55
(ANSAmed) - NICOSIA, 6 GIU - Esiste la seria possibilita' che il governo di Cipro debba fare ricorso al fondo salva Stati europeo (Esfs) per reperire 1,8 miliardi di euro necessari alla ricapitalizzazione della Cyprus Popolar Bank, il secondo istituto di credito del Paese, che dovrà essere conclusa entro fine giugno, a causa della forte esposizione della banca nei confronti dei titoli di Stato ellenici. Lo ha annunciato, come riferisce oggi la stampa greco-cipriota, il vice portavoce del governo di Nicosia, Christos Christofides confermando cosi' i timori espressi appena un paio di giorni fa da Panicos Demetriades, il presidente della Banca Centrale di Cipro, in un'intervista al Financial Times, secondo il quale il Paese potrebbe chiedere accesso a un piano di aiuti internazionali per alleviare l'impatto della crisi del sistema bancario greco su un'economia entrata in recessione da oltre un anno.
 Pochi giorni fa, anche il presidente della Repubblica, Dimitris Christofias, aveva annunciato di aver dato istruzioni per redigere piani per valutare come il Paese potrebbe gestire un'eventuale uscita della Grecia dall'euro. Il capo dello Stato aveva detto che quella eventualita' sarebbe "caotica" e che l'impatto dell'uscita di Atene dall'eurozona avrebbe ripercussioni non solo nei Paesi che usano la valuta unica ma in tutta Europa. Cipro è particolarmente vulnerabile da questo punto di vista a causa dell'alta esposizione del suo sistema bancario al debito greco. Anche Christofias non aveva escluso la possibilità che Cipro possa fare ricorso al fondo europeo salva Stati per ricapitalizzare la Banca popolare di Cipro.(ANSAmed).

“Per gli italiani non c’è domani”
di Sandra Moro – 6 giugno 2012
Pubblicato in: Svizzera
Traduzione di ItaliaDallEstero.info
Lunedì le scosse hanno continuato a colpire la regione di Ferrara. Nel paese traumatizzato dal terremoto e minato dalla crisi, secondo l’antropologo Fabrizio Sabelli, il peggio deve ancora arrivare.
Lunedì decine di scosse di assestamento hanno continuato a colpire la regione di Ferrara dopo il terremoto di domenica mattina, che ha causato sette vittime e l’evacuazione di oltre 5 000 persone. Nel frattempo, nel sud del Paese, le autorità sono impegnate in una caccia all’uomo per trovare il responsabile dell’attentato di Brindisi, che ha causato sabato la morte di una studentessa di 16 anni, prima di procedere all’ interrogatorio di due persone sospettate. Queste circostanze drammatiche non hanno affatto incoraggiato gli italiani a recarsi alle urne in occasione del secondo turno delle elezioni amministrative che hanno avuto luogo domenica e lunedì. Questo ha causato un tasso di astensione record, mentre il Presidente, Mario Monti, ha lasciato in fretta il G8 per tornare da Chicago ieri a metà giornata e raggiungere il capezzale di un’Italia traumatizzata. Si terrà martedì la riunione di gabinetto con cui verrà decretato lo stato di emergenza nelle zone colpite dal disastro.
Indebolita, disgregata, stordita
Lo scorso gennaio il naufragio della Costa Concordia, tragico e ridicolo allo stesso tempo, sembrava fare eco al crollo di Silvio Berlusconi. Oggi il terremoto che ha messo a terra l’Emilia nella notte tra sabato e domenica offre anche una perfetta immagine della situazione in cui si trova la Penisola: indebolita, disgregata, stordita. Minato dalla crisi economica e dal peso dell’austerità, il Paese deve anche vedersela con una ripresa della minaccia terroristica, rivendicata in primo luogo dai militanti della Federazione Anarchica Informale (FAI), e da un malessere sociale profondo, che si traduce negli ultimi mesi in un aumento del numero di suicidi tra gli imprenditori e i disoccupati.
Per l’economista e antropologo Fabrizio Sabelli, docente onorario presso l’Istituto superiore per lo studio e lo sviluppo di Ginevra, non c’è dubbio che l’Italia sia con il morale a terra. Ma il peggio, sottolinea l’esperto, è che non ha alcun motivo per credere che la sua situazione migliorerà entro un termine ragionevole. Ecco l’intervista.
Cosa possiamo dire oggi sullo stato di salute del Paese?
Come molti altri osservatori, credo che l’Italia stia attraversando il periodo più difficile della sua storia dalla Seconda Guerra Mondiale. Vi è prima di tutto la drammatica situazione economica della Penisola [inizio della recessione alla fine dello scorso anno, con un debito di 1900 miliardi di euro, pari al 120% del PIL, N.d.A.]. Non esiste una soluzione per riavviare il Paese a breve o a medio termine. Gli italiani sanno che si troveranno ad affrontare mesi o anni di sacrifici molto gravosi. A questo occorre aggiungere la loro disperazione per la mancanza di potere morale. I politici, che pensano prima di tutto a trarre benefici dal sistema, non godono di alcuna credibilità. Altamente politicizzati, gli italiani vivono molto male questa grave crisi della democrazia. Si rendono conto che non vi è alcuna prospettiva di futuro per loro, non c’è domani. Il loro comportamento di fronte al terremoto è rivelatore: invece di rimboccarsi le maniche, li vediamo storditi. Di fronte a questo evento catastrofico, non hanno più la forza di reagire.
Eppure il governo Monti ha tracciato una rotta che cerca in tutti i modi di mantenere per risollevare il Paese.
Non è colpa del governo, sta anche facendo un buon lavoro, ma resterà in carica solo per pochi mesi [fino ad aprile 2013, data delle prossime elezioni politiche, N.d.A.]. Mario Monti e i suoi ministri non possono fare nulla contro calamità come le mafie, infiltrate in vario modo in tutti i livelli del potere politico, e che hanno conosciuto un periodo d’oro sotto l’era Berlusconi. La sociologia del potere è problematica in Italia. Questo preoccupa i cittadini e questo spiega il successo di un movimento come il Cinque Stelle, del comico Beppe Grillo, che non ha alcun carisma e fa discorsi populisti, ma che si è distinto durante le elezioni municipali. E questo provoca anche preoccupazioni tra i potenziali investitori, che potrebbero ancora contribuire a rimettere il Paese sulla strada della crescita.
Il peggio deve ancora venire?
Credo di sì. Ci sarà prima la parentesi estiva, ma le prospettive economiche sono negative e la crisi dell’euro stagna e non fa ben sperare. Le manifestazioni pubbliche di disagio sociale probabilmente si moltiplicheranno nei prossimi mesi.
Quali soluzioni prevedete sul breve termine?
Questo Paese ha dimostrato di aver sempre trovato grandi risorse nei momenti peggiori della sua storia. Se la crisi si diffonde al resto d’Europa, sono particolarmente ottimista circa il ruolo che sarà in grado di sostenere l’Italia, soprattutto per la comprensione dei fatti dimostrata da Mario Monti su scala europea. Sono anche ottimista perché vedo emergere nuovi modi di concepire le relazioni tra economia e cultura, per esempio, o perché l’Italia possiede uno dei settori associativi tra i più dinamici in Europa. Quindi esiste in campo sociologico e culturale un terreno fertile per la nascita di nuovi progetti e nuove energie, ma per farli fiorire nuovamente, la distribuzione delle carte deve cambiare economicamente e politicamente.
[Articolo originale "Pour les Italiens, demain n’existe pas" di Sandra Moro]

Veneto, padania. Contributi regionali per l'acquisto della prima casa
EDILIZIA. Firmato l'accordo con le banche
 A disposizione 57 milioni di euro
06/06/2012 e-mail
Dopo la sottoscrizione delle convenzioni con le banche, il programma regionale per l'edilizia residenziale pubblica attivato dalla Regione entra nella piena operatività. Le famiglie venete, in possesso dei requisiti «prima casa», acquirenti o assegnatarie di alloggi finanziati e realizzati da imprese e cooperative, potranno finalmente beneficiare dei contributi a fondo perduto. Quei contributi che la Regione a suo tempo ha stanziato per abbattere i tassi di interesse sui mutui contratti con le banche: con la firma di ieri sarà possibile riprendere il percorso di sostegno economico, riducendo, grazie al contributo regionale, il capitale di mutuo contratto. L'annuncio è del presidente della Regione, Luca Zaia, che ha firmato ieri con nove istituti di credito altrettante convenzioni per dare una concreta risposta alle esigenze sociali abitative dei cittadini veneti. E ha illustrato insieme all'assessore all'edilizia residenziale, Massimo Giorgetti, le finalità del provvedimento, le modalità operative e le procedure di erogazione dei finanziamenti destinati alla cessione in proprietà di alloggi a prezzo convenzionato. «Grazie all'intervento economico della Regione», ha detto Zaia, «con 57 milioni di euro potranno essere soddisfatte le esigenze abitative di circa 2.200 famiglie venete, ognuna delle quali avrà la possibilità di contare su un contributo a fondo perduto per un massimo di 25 mila euro». Sono nove gli istituti di credito firmatari della convenzione, che rappresentano circa l'80 per cento dello sportello bancario presente nel territorio regionale: Federazione veneta delle banche di credito cooperativo, Unicredit, Cassa di Risparmio di Venezia, Monte dei Paschi di Siena, Banca Antonveneta - Gruppo Montepaschi, Banco Popolare, Banca nazionale del lavoro, Cassa di Risparmio del Veneto e Banca popolare di Vicenza. «Nel ringraziare le banche che hanno sottoscritto le convenzioni», ha sottolineato Giorgetti, «preciso che altre potranno in seguito aderire a questa iniziativa che è frutto di una proficua concertazione tra Regione, istituti bancari, associazioni delle imprese e delle cooperative. Abbiamo sbloccato una situazione complicata, offrendo alle famiglie venete l'opportunità e un aiuto concreto per acquisire la prima casa di abitazione». I requisiti per l'accesso ai benefici sono consultabili nel sito www.regione.veneto.it, all'interno delle pagine curate dall'Unità di progetto edilizia abitativa.

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