giovedì 20 giugno 2013

XX.VI.MMXIII — Quote padane: L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea: in primo luogo il fatto di ”non avere ancora adottato, nonostante le sue ripetute richieste, le opportune misure per il recupero delle multe presso gli allevatori responsabili dell’eccesso di produzione di latte”.

Bankitalia. n. 19 - L'economia della Calabria
Istat. Ore lavorate nelle imprese dell’industria e dei servizi
L'UNIONE SARDA - Economia: Back-impresa, così i “cervelli” ritornano a casa
Quote latte, Ue a Italia: “Riscuota i 1,42 miliardi di multe dai produttori”

Bankitalia. n. 19 - L'economia della Calabria
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Nel 2012 l'attività economica della Calabria ha subito un forte calo in tutti i principali settori. Secondo le stime di Prometeia, il PIL sarebbe diminuito del 3,0 per cento, in misura superiore al Mezzogiorno e all'Italia.
In base alle indagini della Banca d'Italia su un campione di imprese calabresi dell'industria in senso stretto, si è avuto un calo del fatturato; le attese degli imprendi-tori prefigurerebbero, tuttavia, una stabilizzazione per il 2013. Il grado di utilizzo de-gli impianti è tornato sui livelli minimi del 2009; il calo della domanda e l'inasprimento delle condizioni di finanziamento hanno determinato una riduzione degli investimenti da parte delle imprese.
Le esportazioni di merci della regione hanno ristagnato, dopo il recupero dell'anno precedente. Tra i principali comparti di specializzazione, hanno tenuto le vendite all'estero dell'agroalimentare, mentre si sono drasticamente ridotte quelle del settore chimico.
Si è accentuata la crisi del settore delle costruzioni in atto dal 2007, cui ha contribuito il forte calo delle compravendite nell'edilizia residenziale.
Il settore dei servizi ha risentito della diminuzione della domanda interna. I dati sui consumi di beni durevoli e sul reddito disponibile indicano un'accentuazione del calo già registrato nel 2011; è diminuita anche la spesa dei turisti provenienti dall'estero.
Dopo la breve inversione di tendenza verificatasi nel 2011, l'occupazione in Calabria è tornata a contrarsi, con un calo sensibilmente più marcato di quello osservato nel Mezzogiorno e in Italia. La riduzione ha interessato nel 2012 anche la componente femminile, che era risultata in crescita nei precedenti due anni. Tra i settori, quello delle costruzioni ha perso dal 2008 oltre un quarto degli occupati. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte, per effetto principalmente del calo della componente in deroga, pur rimanendo sui livelli molto elevati raggiunti nel triennio precedente.
Il tasso di disoccupazione è aumentato più di quanto avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia, anche per effetto del sensibile aumento delle persone, prima inattive, che han-no iniziato a cercare un'occupazione.
Nel corso del 2012 il credito erogato dagli intermediari bancari alla clientela residente in Calabria, al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine, è diminuito rispetto all'anno precedente. I prestiti bancari alle famiglie consumatrici, che dall'inizio della crisi avevano continuato a crescere, si sono ridotti. Una simile dinamica ha riguardato anche il settore produttivo, per effetto della diminuzione del credito concesso alle imprese di piccole dimensioni. La riduzione dei finanziamenti ha interessato tutti i settori di attività, in particolare quello delle costruzioni.
Si è indebolita la domanda di finanziamenti, principalmente quella delle imprese fina-lizzata agli investimenti produttivi; le condizioni di offerta sono rimaste tese e si sono tradotte in un aumento dei margini applicati, in particolare alla clientela più rischiosa.
I tassi di interesse a breve termine praticati alle imprese con sede in Calabria sono aumentati; quelli applicati alle imprese di piccole dimensioni si sono mantenuti su livelli superiori rispetto a quelli registrati per le imprese medio-grandi. Il tasso di inte-resse medio sui mutui per l'acquisto di abitazioni è rimasto stabile.
Si è registrato un deciso peggioramento della qualità del credito per il settore produt-tivo, a fronte di una sostanziale stabilità per le famiglie. Per le imprese, l'aumento del-la rischiosità è principalmente ascrivibile al comparto delle costruzioni. L'incidenza delle partite deteriorate complessive sui prestiti lordi è significativamente cresciuta dai valori pre-crisi.
La raccolta bancaria presso la clientela calabrese è aumentata, sospinta dalla forte cre-scita dei depositi a scadenza protratta, la cui remunerazione è aumentata nel corso dell'anno. La componente relativa alle obbligazioni bancarie ha subito un deciso ral-lentamento. Alla fine del 2012, la quota del risparmio delle famiglie calabresi investita in depositi bancari risultava sensibilmente superiore rispetto al dato nazionale.

Istat. Ore lavorate nelle imprese dell’industria e dei servizi
Nel primo trimestre 2013 le ore lavorate per dipendente diminuiscono, in termini destagionalizzati, dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Nell'industria le ore destagionalizzate mostrano una flessione congiunturale dello 0,3%, nell'industria in senso stretto rimangono invariate e nel settore delle costruzioni diminuiscono del 2,9%.
Nei servizi, la diminuzione congiunturale delle ore e' dello 0,2%. La riduzione più marcata si registra nei servizi di alloggio e ristorazione (-1,4%); l'aumento più ampio è quello nelle attività finanziarie e assicurative (+0,7%).
Le ore lavorate per dipendente, corrette per gli effetti di calendario, mostrano una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso trimestre del 2012.
Nell'industria le ore corrette per gli effetti di calendario mostrano una flessione tendenziale dell'1,8%, con riduzioni dell'1,4% nell'industria in senso stretto e del 4,9% nel settore delle costruzioni.
Nei servizi, sempre al netto degli effetti di calendario, le ore diminuiscono del 2,4%. La riduzione più marcata si registra, anche in questo caso, nei servizi di alloggio e ristorazione (-3,9%). L'unico aumento è quello nei servizi di informazione e comunicazione (+0,6%).
L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 44,9 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto al primo trimestre 2012 di 6,6 ore ogni mille. L'incidenza sale a 77,5 ore ogni mille ore nell'industria e a 16,7 ore nei servizi.

L'UNIONE SARDA - Economia: Back-impresa, così i “cervelli” ritornano a casa
20.06.2013
Si chiama “Back-impresa” il nuovo percorso di rientro nel programma Master and back che incentiva i ragazzi che hanno seguito percorsi di alta formazione a tornare in Sardegna e puntare sull'autoimprenditorialità. Sul piatto ci sono 3,3 milioni di euro che saranno suddivisi in circa 50 giovani che potranno richiedere un massimo di 75mila euro. Lo ha annunciato l'assessore regionale del Lavoro, Mariano Contu, a margine del convegno internazionale sul programma Move (mobilità, opportunità e volontariato in Europa) promosso dall'Agenzia regionale del Lavoro, che si occupa anche di Master&Back. Per i percorsi di rientro sono invece disponibili 11,7 milioni, mentre per i master altri 1,750 milioni, con la possibilità di estendere ad altri 50 posti il bando già espletato, tenuto aperto almeno sino a settembre 2013. Quanto al Back-impresa Contu ha spiegato che «grazie al fondo sociale europeo questi giovani potranno restituire alla Sardegna quello che hanno ottenuto andando nelle università straniere a specializzarsi».
PROGETTO MOVE La mobilità dei giovani come opportunità per uscire dalla crisi, ma anche come strumento per lo scambio culturale e la crescita personale. È l'obiettivo del programma dell'Agenzia regionale del Lavoro, Move, illustrato ieri in presenza dei responsabili delle associazioni studentesche di Germania, Olanda, Spagna e Svezia. Attualmente, tra servizio di volontariato europeo e scambi giovanili, sono stati coinvolti oltre una trentina di giovani, molti dei quali dell'Est Europa (soprattutto Paesi baltici). «La crisi esiste nella realtà, ma sopratutto nelle menti dei giovani - spiega Iva, giovane croata da tre mesi impegnata in corsi sul partenariato europeo - credo che il futuro sia sulle nostre spalle e dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo per poter lavorare».

Quote latte, Ue a Italia: “Riscuota i 1,42 miliardi di multe dai produttori”
Pubblicato il 20 giugno 2013 13.23 | Ultimo aggiornamento: 20 giugno 2013 13.24
BRUXELLES  -  Quote latte, l’Italia rischia una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea se non recupererà 1,42 miliardi di euro dai produttori di latte multati. La commissione Ue ha infatti inviato a Roma una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d’infrazione, in cui esorta l’Italia a ”recuperare, dai produttori di latte che tra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote loro assegnate, multe per un totale stimato in almeno 1,42 miliardi di euro, in gran parte ancora non riscossi”.
L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea: in primo luogo il fatto di ”non avere ancora adottato, nonostante le sue ripetute richieste, le opportune misure per il recupero delle multe presso gli allevatori responsabili dell’eccesso di produzione di latte”.
Per Bruxelles invece, è ”necessario rimborsare le somme dovute al bilancio dello Stato, per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani, ma anche per evitare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione e pagato le multe sui surplus di latte prodotti”.
Senza contare, aggiunge, che ”il mancato recupero di questi ‘prelievi’ vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari”.
Il sistema europeo delle quote di produzione di latte è stato introdotto nel 1984, quando l’allora Cee decise di contingentare la produzione in Europa per contenere i costi elevati che pesavano sulle casse comunitarie, causa lo stoccaggio delle relative eccedenze di burro e di latte in polvere nei magazzini europei da parte dei partner del centro e del nord Europa. Il sistema europeo delle quote latte terminera’ nel 2015, sulla base di una decisione del Consiglio dei ministri dell’Ue.

Bankitalia. n. 19 - L'economia della Calabria
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Nel 2012 l'attività economica della Calabria ha subito un forte calo in tutti i principali settori. Secondo le stime di Prometeia, il PIL sarebbe diminuito del 3,0 per cento, in misura superiore al Mezzogiorno e all'Italia.
In base alle indagini della Banca d'Italia su un campione di imprese calabresi dell'industria in senso stretto, si è avuto un calo del fatturato; le attese degli imprendi-tori prefigurerebbero, tuttavia, una stabilizzazione per il 2013. Il grado di utilizzo de-gli impianti è tornato sui livelli minimi del 2009; il calo della domanda e l'inasprimento delle condizioni di finanziamento hanno determinato una riduzione degli investimenti da parte delle imprese.
Le esportazioni di merci della regione hanno ristagnato, dopo il recupero dell'anno precedente. Tra i principali comparti di specializzazione, hanno tenuto le vendite all'estero dell'agroalimentare, mentre si sono drasticamente ridotte quelle del settore chimico.
Si è accentuata la crisi del settore delle costruzioni in atto dal 2007, cui ha contribuito il forte calo delle compravendite nell'edilizia residenziale.
Il settore dei servizi ha risentito della diminuzione della domanda interna. I dati sui consumi di beni durevoli e sul reddito disponibile indicano un'accentuazione del calo già registrato nel 2011; è diminuita anche la spesa dei turisti provenienti dall'estero.
Dopo la breve inversione di tendenza verificatasi nel 2011, l'occupazione in Calabria è tornata a contrarsi, con un calo sensibilmente più marcato di quello osservato nel Mezzogiorno e in Italia. La riduzione ha interessato nel 2012 anche la componente femminile, che era risultata in crescita nei precedenti due anni. Tra i settori, quello delle costruzioni ha perso dal 2008 oltre un quarto degli occupati. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte, per effetto principalmente del calo della componente in deroga, pur rimanendo sui livelli molto elevati raggiunti nel triennio precedente.
Il tasso di disoccupazione è aumentato più di quanto avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia, anche per effetto del sensibile aumento delle persone, prima inattive, che han-no iniziato a cercare un'occupazione.
Nel corso del 2012 il credito erogato dagli intermediari bancari alla clientela residente in Calabria, al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine, è diminuito rispetto all'anno precedente. I prestiti bancari alle famiglie consumatrici, che dall'inizio della crisi avevano continuato a crescere, si sono ridotti. Una simile dinamica ha riguardato anche il settore produttivo, per effetto della diminuzione del credito concesso alle imprese di piccole dimensioni. La riduzione dei finanziamenti ha interessato tutti i settori di attività, in particolare quello delle costruzioni.
Si è indebolita la domanda di finanziamenti, principalmente quella delle imprese fina-lizzata agli investimenti produttivi; le condizioni di offerta sono rimaste tese e si sono tradotte in un aumento dei margini applicati, in particolare alla clientela più rischiosa.
I tassi di interesse a breve termine praticati alle imprese con sede in Calabria sono aumentati; quelli applicati alle imprese di piccole dimensioni si sono mantenuti su livelli superiori rispetto a quelli registrati per le imprese medio-grandi. Il tasso di inte-resse medio sui mutui per l'acquisto di abitazioni è rimasto stabile.
Si è registrato un deciso peggioramento della qualità del credito per il settore produt-tivo, a fronte di una sostanziale stabilità per le famiglie. Per le imprese, l'aumento del-la rischiosità è principalmente ascrivibile al comparto delle costruzioni. L'incidenza delle partite deteriorate complessive sui prestiti lordi è significativamente cresciuta dai valori pre-crisi.
La raccolta bancaria presso la clientela calabrese è aumentata, sospinta dalla forte cre-scita dei depositi a scadenza protratta, la cui remunerazione è aumentata nel corso dell'anno. La componente relativa alle obbligazioni bancarie ha subito un deciso ral-lentamento. Alla fine del 2012, la quota del risparmio delle famiglie calabresi investita in depositi bancari risultava sensibilmente superiore rispetto al dato nazionale.

Istat. Ore lavorate nelle imprese dell’industria e dei servizi
Nel primo trimestre 2013 le ore lavorate per dipendente diminuiscono, in termini destagionalizzati, dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Nell'industria le ore destagionalizzate mostrano una flessione congiunturale dello 0,3%, nell'industria in senso stretto rimangono invariate e nel settore delle costruzioni diminuiscono del 2,9%.
Nei servizi, la diminuzione congiunturale delle ore e' dello 0,2%. La riduzione più marcata si registra nei servizi di alloggio e ristorazione (-1,4%); l'aumento più ampio è quello nelle attività finanziarie e assicurative (+0,7%).
Le ore lavorate per dipendente, corrette per gli effetti di calendario, mostrano una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso trimestre del 2012.
Nell'industria le ore corrette per gli effetti di calendario mostrano una flessione tendenziale dell'1,8%, con riduzioni dell'1,4% nell'industria in senso stretto e del 4,9% nel settore delle costruzioni.
Nei servizi, sempre al netto degli effetti di calendario, le ore diminuiscono del 2,4%. La riduzione più marcata si registra, anche in questo caso, nei servizi di alloggio e ristorazione (-3,9%). L'unico aumento è quello nei servizi di informazione e comunicazione (+0,6%).
L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 44,9 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto al primo trimestre 2012 di 6,6 ore ogni mille. L'incidenza sale a 77,5 ore ogni mille ore nell'industria e a 16,7 ore nei servizi.

L'UNIONE SARDA - Economia: Back-impresa, così i “cervelli” ritornano a casa
20.06.2013
Si chiama “Back-impresa” il nuovo percorso di rientro nel programma Master and back che incentiva i ragazzi che hanno seguito percorsi di alta formazione a tornare in Sardegna e puntare sull'autoimprenditorialità. Sul piatto ci sono 3,3 milioni di euro che saranno suddivisi in circa 50 giovani che potranno richiedere un massimo di 75mila euro. Lo ha annunciato l'assessore regionale del Lavoro, Mariano Contu, a margine del convegno internazionale sul programma Move (mobilità, opportunità e volontariato in Europa) promosso dall'Agenzia regionale del Lavoro, che si occupa anche di Master&Back. Per i percorsi di rientro sono invece disponibili 11,7 milioni, mentre per i master altri 1,750 milioni, con la possibilità di estendere ad altri 50 posti il bando già espletato, tenuto aperto almeno sino a settembre 2013. Quanto al Back-impresa Contu ha spiegato che «grazie al fondo sociale europeo questi giovani potranno restituire alla Sardegna quello che hanno ottenuto andando nelle università straniere a specializzarsi».
PROGETTO MOVE La mobilità dei giovani come opportunità per uscire dalla crisi, ma anche come strumento per lo scambio culturale e la crescita personale. È l'obiettivo del programma dell'Agenzia regionale del Lavoro, Move, illustrato ieri in presenza dei responsabili delle associazioni studentesche di Germania, Olanda, Spagna e Svezia. Attualmente, tra servizio di volontariato europeo e scambi giovanili, sono stati coinvolti oltre una trentina di giovani, molti dei quali dell'Est Europa (soprattutto Paesi baltici). «La crisi esiste nella realtà, ma sopratutto nelle menti dei giovani - spiega Iva, giovane croata da tre mesi impegnata in corsi sul partenariato europeo - credo che il futuro sia sulle nostre spalle e dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo per poter lavorare».

Quote latte, Ue a Italia: “Riscuota i 1,42 miliardi di multe dai produttori”
Pubblicato il 20 giugno 2013 13.23 | Ultimo aggiornamento: 20 giugno 2013 13.24
BRUXELLES  -  Quote latte, l’Italia rischia una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea se non recupererà 1,42 miliardi di euro dai produttori di latte multati. La commissione Ue ha infatti inviato a Roma una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d’infrazione, in cui esorta l’Italia a ”recuperare, dai produttori di latte che tra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote loro assegnate, multe per un totale stimato in almeno 1,42 miliardi di euro, in gran parte ancora non riscossi”.
L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea: in primo luogo il fatto di ”non avere ancora adottato, nonostante le sue ripetute richieste, le opportune misure per il recupero delle multe presso gli allevatori responsabili dell’eccesso di produzione di latte”.
Per Bruxelles invece, è ”necessario rimborsare le somme dovute al bilancio dello Stato, per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani, ma anche per evitare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione e pagato le multe sui surplus di latte prodotti”.
Senza contare, aggiunge, che ”il mancato recupero di questi ‘prelievi’ vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari”.
Il sistema europeo delle quote di produzione di latte è stato introdotto nel 1984, quando l’allora Cee decise di contingentare la produzione in Europa per contenere i costi elevati che pesavano sulle casse comunitarie, causa lo stoccaggio delle relative eccedenze di burro e di latte in polvere nei magazzini europei da parte dei partner del centro e del nord Europa. Il sistema europeo delle quote latte terminera’ nel 2015, sulla base di una decisione del Consiglio dei ministri dell’Ue.

Bankitalia. n. 19 - L'economia della Calabria
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Nel 2012 l'attività economica della Calabria ha subito un forte calo in tutti i principali settori. Secondo le stime di Prometeia, il PIL sarebbe diminuito del 3,0 per cento, in misura superiore al Mezzogiorno e all'Italia.
In base alle indagini della Banca d'Italia su un campione di imprese calabresi dell'industria in senso stretto, si è avuto un calo del fatturato; le attese degli imprendi-tori prefigurerebbero, tuttavia, una stabilizzazione per il 2013. Il grado di utilizzo de-gli impianti è tornato sui livelli minimi del 2009; il calo della domanda e l'inasprimento delle condizioni di finanziamento hanno determinato una riduzione degli investimenti da parte delle imprese.
Le esportazioni di merci della regione hanno ristagnato, dopo il recupero dell'anno precedente. Tra i principali comparti di specializzazione, hanno tenuto le vendite all'estero dell'agroalimentare, mentre si sono drasticamente ridotte quelle del settore chimico.
Si è accentuata la crisi del settore delle costruzioni in atto dal 2007, cui ha contribuito il forte calo delle compravendite nell'edilizia residenziale.
Il settore dei servizi ha risentito della diminuzione della domanda interna. I dati sui consumi di beni durevoli e sul reddito disponibile indicano un'accentuazione del calo già registrato nel 2011; è diminuita anche la spesa dei turisti provenienti dall'estero.
Dopo la breve inversione di tendenza verificatasi nel 2011, l'occupazione in Calabria è tornata a contrarsi, con un calo sensibilmente più marcato di quello osservato nel Mezzogiorno e in Italia. La riduzione ha interessato nel 2012 anche la componente femminile, che era risultata in crescita nei precedenti due anni. Tra i settori, quello delle costruzioni ha perso dal 2008 oltre un quarto degli occupati. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte, per effetto principalmente del calo della componente in deroga, pur rimanendo sui livelli molto elevati raggiunti nel triennio precedente.
Il tasso di disoccupazione è aumentato più di quanto avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia, anche per effetto del sensibile aumento delle persone, prima inattive, che han-no iniziato a cercare un'occupazione.
Nel corso del 2012 il credito erogato dagli intermediari bancari alla clientela residente in Calabria, al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine, è diminuito rispetto all'anno precedente. I prestiti bancari alle famiglie consumatrici, che dall'inizio della crisi avevano continuato a crescere, si sono ridotti. Una simile dinamica ha riguardato anche il settore produttivo, per effetto della diminuzione del credito concesso alle imprese di piccole dimensioni. La riduzione dei finanziamenti ha interessato tutti i settori di attività, in particolare quello delle costruzioni.
Si è indebolita la domanda di finanziamenti, principalmente quella delle imprese fina-lizzata agli investimenti produttivi; le condizioni di offerta sono rimaste tese e si sono tradotte in un aumento dei margini applicati, in particolare alla clientela più rischiosa.
I tassi di interesse a breve termine praticati alle imprese con sede in Calabria sono aumentati; quelli applicati alle imprese di piccole dimensioni si sono mantenuti su livelli superiori rispetto a quelli registrati per le imprese medio-grandi. Il tasso di inte-resse medio sui mutui per l'acquisto di abitazioni è rimasto stabile.
Si è registrato un deciso peggioramento della qualità del credito per il settore produt-tivo, a fronte di una sostanziale stabilità per le famiglie. Per le imprese, l'aumento del-la rischiosità è principalmente ascrivibile al comparto delle costruzioni. L'incidenza delle partite deteriorate complessive sui prestiti lordi è significativamente cresciuta dai valori pre-crisi.
La raccolta bancaria presso la clientela calabrese è aumentata, sospinta dalla forte cre-scita dei depositi a scadenza protratta, la cui remunerazione è aumentata nel corso dell'anno. La componente relativa alle obbligazioni bancarie ha subito un deciso ral-lentamento. Alla fine del 2012, la quota del risparmio delle famiglie calabresi investita in depositi bancari risultava sensibilmente superiore rispetto al dato nazionale.

Istat. Ore lavorate nelle imprese dell’industria e dei servizi
Nel primo trimestre 2013 le ore lavorate per dipendente diminuiscono, in termini destagionalizzati, dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Nell'industria le ore destagionalizzate mostrano una flessione congiunturale dello 0,3%, nell'industria in senso stretto rimangono invariate e nel settore delle costruzioni diminuiscono del 2,9%.
Nei servizi, la diminuzione congiunturale delle ore e' dello 0,2%. La riduzione più marcata si registra nei servizi di alloggio e ristorazione (-1,4%); l'aumento più ampio è quello nelle attività finanziarie e assicurative (+0,7%).
Le ore lavorate per dipendente, corrette per gli effetti di calendario, mostrano una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso trimestre del 2012.
Nell'industria le ore corrette per gli effetti di calendario mostrano una flessione tendenziale dell'1,8%, con riduzioni dell'1,4% nell'industria in senso stretto e del 4,9% nel settore delle costruzioni.
Nei servizi, sempre al netto degli effetti di calendario, le ore diminuiscono del 2,4%. La riduzione più marcata si registra, anche in questo caso, nei servizi di alloggio e ristorazione (-3,9%). L'unico aumento è quello nei servizi di informazione e comunicazione (+0,6%).
L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 44,9 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto al primo trimestre 2012 di 6,6 ore ogni mille. L'incidenza sale a 77,5 ore ogni mille ore nell'industria e a 16,7 ore nei servizi.

L'UNIONE SARDA - Economia: Back-impresa, così i “cervelli” ritornano a casa
20.06.2013
Si chiama “Back-impresa” il nuovo percorso di rientro nel programma Master and back che incentiva i ragazzi che hanno seguito percorsi di alta formazione a tornare in Sardegna e puntare sull'autoimprenditorialità. Sul piatto ci sono 3,3 milioni di euro che saranno suddivisi in circa 50 giovani che potranno richiedere un massimo di 75mila euro. Lo ha annunciato l'assessore regionale del Lavoro, Mariano Contu, a margine del convegno internazionale sul programma Move (mobilità, opportunità e volontariato in Europa) promosso dall'Agenzia regionale del Lavoro, che si occupa anche di Master&Back. Per i percorsi di rientro sono invece disponibili 11,7 milioni, mentre per i master altri 1,750 milioni, con la possibilità di estendere ad altri 50 posti il bando già espletato, tenuto aperto almeno sino a settembre 2013. Quanto al Back-impresa Contu ha spiegato che «grazie al fondo sociale europeo questi giovani potranno restituire alla Sardegna quello che hanno ottenuto andando nelle università straniere a specializzarsi».
PROGETTO MOVE La mobilità dei giovani come opportunità per uscire dalla crisi, ma anche come strumento per lo scambio culturale e la crescita personale. È l'obiettivo del programma dell'Agenzia regionale del Lavoro, Move, illustrato ieri in presenza dei responsabili delle associazioni studentesche di Germania, Olanda, Spagna e Svezia. Attualmente, tra servizio di volontariato europeo e scambi giovanili, sono stati coinvolti oltre una trentina di giovani, molti dei quali dell'Est Europa (soprattutto Paesi baltici). «La crisi esiste nella realtà, ma sopratutto nelle menti dei giovani - spiega Iva, giovane croata da tre mesi impegnata in corsi sul partenariato europeo - credo che il futuro sia sulle nostre spalle e dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo per poter lavorare».

Quote latte, Ue a Italia: “Riscuota i 1,42 miliardi di multe dai produttori”
Pubblicato il 20 giugno 2013 13.23 | Ultimo aggiornamento: 20 giugno 2013 13.24
BRUXELLES  -  Quote latte, l’Italia rischia una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea se non recupererà 1,42 miliardi di euro dai produttori di latte multati. La commissione Ue ha infatti inviato a Roma una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d’infrazione, in cui esorta l’Italia a ”recuperare, dai produttori di latte che tra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote loro assegnate, multe per un totale stimato in almeno 1,42 miliardi di euro, in gran parte ancora non riscossi”.
L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea: in primo luogo il fatto di ”non avere ancora adottato, nonostante le sue ripetute richieste, le opportune misure per il recupero delle multe presso gli allevatori responsabili dell’eccesso di produzione di latte”.
Per Bruxelles invece, è ”necessario rimborsare le somme dovute al bilancio dello Stato, per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani, ma anche per evitare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione e pagato le multe sui surplus di latte prodotti”.
Senza contare, aggiunge, che ”il mancato recupero di questi ‘prelievi’ vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari”.
Il sistema europeo delle quote di produzione di latte è stato introdotto nel 1984, quando l’allora Cee decise di contingentare la produzione in Europa per contenere i costi elevati che pesavano sulle casse comunitarie, causa lo stoccaggio delle relative eccedenze di burro e di latte in polvere nei magazzini europei da parte dei partner del centro e del nord Europa. Il sistema europeo delle quote latte terminera’ nel 2015, sulla base di una decisione del Consiglio dei ministri dell’Ue.



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