venerdì 26 luglio 2013

XXVI.VII.MMXIII – L'allarme è di Confartigianato che, in una nota, ricorda che nell'Isola chiudono definitivamente i battenti più di cinque imprese artigiane al giorno.---Ma in Grecia, Portogallo, Irlanda, Cipro, Spagna e Italia, le cose sono diverse. Per il Fmi è alto rischio di un periodo lungo di stagnazione, con l'aggravante di «sottostanti pressioni deflazionistiche», «tensioni sociali e politiche e ricadute sull'economia globale».---Nuovo record per la disoccupazione in Italia: a maggio le persone in cerca di lavoro erano 3 milioni 140mila, il 12,2% della forza lavoro (+0,2 punti su aprile)

L'UNIONE SARDA - Economia: Confartigianato: nel 2013 addio a 1.042 aziende
Istat. La popolazione straniera residente in Italia
Allarme Confindustria: a maggio record disoccupazione, oltre 3 milioni senza lavoro
Fmi, rischio stagnazione nella periferia dell'euro
Grecia: ok misure governo, via libera Ue a 2,5 miliardi euro
Grecia: fonti Ue, target privatizzazioni mancato per 2013
Bozen, oltrepadania nord. Sanità, in Alto Adige la spesa più alta d’Italia
Trst, oltrepadania est. Tlt, Frezza ha già gli elenchi e dà la “caccia” agli statali




L'UNIONE SARDA - Economia: Confartigianato: nel 2013 addio a 1.042 aziende
26.07.2013
In Sardegna, in tre mesi, sono scomparse altre 343 imprese artigiane. E salgono a 1042 le aziende artigiane cancellate dall'inizio dell'anno. L'allarme è di Confartigianato che, in una nota, ricorda che nell'Isola chiudono definitivamente i battenti più di cinque imprese artigiane al giorno. Secondo i dati di Movimprese-Unioncamere, relativi all'artigianato della Sardegna nel secondo trimestre 2013, dopo la performance negativa del primo trimestre di quest'anno, periodo nel quale dopo 11 anni il settore è andato sotto la soglia psicologica delle 40mila unità (39.398) e in tre mesi aveva perso 699 aziende artigiane, questo secondo trimestre registra un leggero rallentamento delle chiusure totali (aperture 533/chiusure 876, ovvero un saldo di -343) ma, in ogni caso, il trend peggiore l'Italia (-0,87%) contro la media nazionale di -0,01%. «C'è un leggero rallentamento delle chiusure rispetto al primo trimestre», sottolineano i vertici di Confartigianato Sardegna, «ma in ogni caso il segnale è pessimo se pensiamo che ogni giorno chiudono 5,5 imprese e che alla fine dell'anno lo stock totale potrebbe scendere addirittura sotto le 38mila unità. Non dimentichiamoci che la scomparsa di queste 1042 imprese significa che almeno 2mila persone hanno perso il lavoro», riprende l'associazione artigiana, «e che la Sardegna perde in competizione, in crescita e nel Pil». A livello provinciale, Cagliari è la peggiore: registra, infatti, 215 imprese in meno rispetto al primo trimestre (tasso di crescita -1,44% e imprese registrate in totale 14.764). Seguono Sassari con 107 imprese in meno (-0,77% di crescita e saldo totale di 13.820), Nuoro -17 imprese (-0,24% e stock di 7.105 imprese) e chiude Oristano con -4 imprese (trend di -0,12% e stock di 3.366).

Istat. La popolazione straniera residente in Italia
Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2013 sono 4.387.721, 334 mila in più rispetto all'anno precedente (+8,2%).
Il calcolo della popolazione straniera residente è stato riavviato a partire dal censimento del 2011, sommando alla popolazione censita al 9 ottobre 2011 il movimento anagrafico del periodo 9 ottobre-31 dicembre 2011 e successivamente quello dell'anno 2012.
La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad aumentare passando dal 6,8% del 1° gennaio 2012 al 7,4% del 1° gennaio 2013.
A seguito del censimento della popolazione residente i Comuni hanno iniziato le operazioni di revisione delle anagrafi che hanno determinato un saldo, dovuto alle rettifiche, pari a +72.164 unità, corrispondente a oltre il 20% dell'incremento della popolazione straniera nel 2012. Le operazioni, che si concluderanno entro il 31 dicembre 2013, determineranno alla fine di quest'anno ulteriori variazioni.
Il numero degli stranieri residenti nel corso del 2012 cresce soprattutto per effetto dell'immigrazione dall'estero (321 mila individui) ma, in parte, anche delle nascite di bambini stranieri (80 mila).
I nati stranieri nel 2012 costituiscono il 15% del totale dei nati da residenti in Italia. Rispetto all'anno precedente, l'incremento delle nascite di bimbi stranieri è dell'1%, inferiore a quello riscontrato per il 2011 rispetto al 2010 (+1,3%).
La distribuzione degli stranieri residenti sul territorio italiano si conferma non uniforme. L'86 % degli stranieri risiede nel Nord e nel Centro del Paese, il restante 14% nel Mezzogiorno. Gli incrementi maggiori nel corso del 2012 si manifestano tuttavia nel Sud (+12%) e nelle Isole (+10,9%).

Allarme Confindustria: a maggio record disoccupazione, oltre 3 milioni senza lavoro
11:23 26 LUG 2013
(AGI) - Roma - Nuovo record per la disoccupazione in Italia: a maggio le persone in cerca di lavoro erano 3 milioni 140mila, il 12,2% della forza lavoro (+0,2 punti su aprile). Lo rende noto la Congiuntura flash di Confindustria aggiungendo che diminuiscono ancora gli occupati: -27mila sul mese precedente (-0,1%), -387mila su un anno prima (-1,7%). Il calo proseguira': le attese delle imprese sull'occupazione nel trimestre in corso sono ancora negative, sui livelli di fine 2009. Aumenta la produzione industriale a giugno: lo comunica la congiuntura flash di Confindustria evidenziando che "in Italia l'incremento della produzione a giugno (+0,4% su maggio, stime Csc) ha portato a -1,0% la contrazione nel secondo trimestre (+0,3% trasmesso al terzo). Andamento coerente con un'ulteriore diminuzione del Pil, dopo il -0,6% nel primo sul quarto 2012".

Fmi, rischio stagnazione nella periferia dell'euro
 CRISI. Il rapporto stagionale evidenzia che la ripresa nell'Eurozona rimane ancora sfuggente
 Ribadita la necessità di attuare le riforme e di sciogliere il nodo delle banche in crisi Borse in calo, Milano invariata
ROMA La ripresa per l'Eurozona è sfuggente e nel medio termine c'è il rischio di stagnazione, specie per la periferia. A lanciare l'allarme è il Fmi che nel rapporto stagionale richiama la possibilità di fiammate sugli spread: «Se gli impegni nazionali e di area euro saranno incompleti o non procederanno, potrebbero riaccendersi gli stress sui mercati finanziari». La stima è di un pil -0,6% quest'anno e +0,9% il prossimo. Francia e soprattutto Germania danno timidi segni di ripresa. La Gran Bretagna, fuori dall'euro, segna +0,6% nel secondo trimestre. Ma in Grecia, Portogallo, Irlanda, Cipro, Spagna e Italia, le cose sono diverse. Per il Fmi è alto rischio di un periodo lungo di stagnazione, con l'aggravante di «sottostanti pressioni deflazionistiche», «tensioni sociali e politiche e ricadute sull'economia globale». Ineludibile il rilancio di crescita e occupazione, soluzione al nodo banche in crisi, unione bancaria, riforme strutturali per concorrenza e produttività. Il Fmi riconosce «il progresso nella costruzione di un'unione bancaria, nel rafforzamento del firewall e nel rafforzare la governance fiscale». I nodi più difficili restano: il risanamento dei bilanci, da portare avanti su un sentiero strettissimo, visto che l'imperativo di rilanciare la crescita è abbassare la disoccupazione. Gli obiettivi di bilancio del fiscal compact sono a rischio: «Un'ulteriore flessibilità potrebbe ancora essere necessaria in alcuni casi». Priorità a banche e credit crunch che colpisce Paesi, come l'Italia. Sarà necessario, avverte il Fmi, «un pieno riconoscimento delle perdite, una ricapitalizzazione di quelle deboli ma sane, e la chiusura o ristrutturazione di quelle non più gestibili». La Bce in autunno valuterà la situazione prima degli stress test che imporranno di affrontare i buchi e tamponarli anche con soldi pubblici. «Ulteriore sostegno monetario, anche con tagli dei tassi, sarà probabilmente necessario» insieme a ulteriori misure non convenzionali, incluse quelle rivolte alle pmi. Sui mercati spread stabili. Btp a 273 punti e rendimento su a 4,4%. Sui listini pesa il rischio di rallentamento della Cina: Madrid +1,1%, Milano invariata. Francoforte -0,96, Parigi -0,17, Londra -0,49% hanno pagato pegno al rally degli ultimi mesi e proseguono nella tendenza al ridimensionamento.

Grecia: ok misure governo, via libera Ue a 2,5 miliardi euro
Euro working group sblocca prima parte tranche
26 luglio, 11:23
(ANSA) - BRUXELLES, 26 LUG - Via libera alla prima sub-tranche degli aiuti alla Grecia, cioé 2,5 miliardi di euro: l'Euro-working group via conference call ha approvato le misure prese dal governo greco. Lo comunica la Commissione Ue. La prossima tranche arriverà in autunno.(ANSA).

Grecia: fonti Ue, target privatizzazioni mancato per 2013
Rischio politico sempre presente. Ma debito resta sostenibile
26 luglio, 14:28
(ANSA) - BRUXELLES, 26 LUG - Il secondo 'programma di aggiustamento' della Grecia procede bene, solo sulle privatizzazioni non si raggiungerà il target fissato per il 2013, e resta comunque sempre il rischio che la situazione politica torni instabile, anche se la coalizione attuale sembra molto più coesa. Ma il debito resta sostenibile e sotto controllo, anche se la prossima analisi si potrà fare solo ad aprile 2014 con i dati Eurostat.
 Lunedì sarà pubblicato il terzo rapporto sul secondo programma di aggiustamento greco, e secondo quanto si apprende da fonti europee, l'outlook resta ''invariato, con una significativa contrazione dell'attività economica nel primo trimestre del 2013, ma col ritorno a una crescita positiva nel 2014''. Grazie in particolare ad ''un'ottima stagione turistica''. Progressi ''significativi'' si sono visti soprattutto nel settore della tassazione (la tassa sulle barche che attraccano nei porti greci e quella sul lusso saranno tutte in vigore da ottobre, prima del previsto). E se il target sulle privatizzazioni per il 2013 sarà mancato, nel 2014 si potrebbe recuperare il gap. Buoni anche i risultati sulla riduzione del personale nel pubblico: da 835.000 nel 2012 si è scesi a 713.000 (il target era un taglio di 150.000). Passi in avanti anche nel settore giudiziario: le riforme introdotte hanno diminuito l'introduzione di nuove cause, anche se resta un elevato numero di quelle pendenti da smaltire. Infine, le banche: restano private, grazie ad un interesse di capitali stranieri ''più elevato del previsto''.(ANSA).

Bozen, oltrepadania nord. Sanità, in Alto Adige la spesa più alta d’Italia
Il costo pro capite è di 2.181 euro contro la media nazionale di 1.847 euro. Il piano 2013-2015 in commissione riordino: restano i 7 ospedali
di Orfeo Donatini
BOLZANO. La Commissione per il riordino clinico guidata da Walter Pitscheider si incontrerò oggi per la presentazione delle linee guida del nuovo Piano sanitario 2013-2015: pochi gli elementi di novità fino a questo momento inseriti, se si esclude la conferma del taglio di 50 milioni di euro nella gestione del 2013 e della sforbiciata ai posti letto, entrambi provvedimenti imposti dalla politica di spending review del governo Monti. Manca in ogni caso qualunque indicazione su dove, come e quando tutti questi preannunciati tagli troveranno concreta attuazione. Senza dichiararlo apertamente ci si avvia probabilmente solo al superamento dell'organizzazione dell'Azienda sanitaria attraverso le quattro strutture comprensoriali: si parla infatti esclusivamente di Asl unica con 20 distretti e 14 punti di riferimento distrettuale.
Piena conferma invece per l'operatività di tutti i sette poli ospedalieri provinciali nei quali resteranno attivi i reparti di medicina interna, chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, pediatria e anestesia, accanto ai servizi di radiologia e dei laboratori.
Ma vediamo nel merito lo stato di salute della sanità altoatesina sulla base dei dati ufficiali forniti dall'Asl e dalla Provincia e inseriti nel piano sanitario. Il piano di gestione: la spesa generale quest'anno dovrebbe attestarsi su 1 miliardo 148 milioni 920 mila euro; qualcosa in meno (circa 10 milioni) rispetto al 2012, confermando un contenimento della spesa a partire dal 2009 quando si era fermata a quota 1.165.362.000 euro. La spesa pro capite: quella della spesa sanitaria per ogni cittadino è forse la nota più dolente. In Alto Adige nel 2011 (ultimo dato disponibile) è stata di 2.181 euro contro una media dell'Italia di 1.847 euro. Anche in questo caso una magra consolazione: dal 2008 è in lieve diminuzione, considerato che era a quota 2.237 euro pro capite, mentre quella nazionale è in lieve aumento visto che era ferma a 1.807 euro a testa. Era la più alta d'Italia nel 2008 ed oggi è stata superata solo dalla regione Valle d'Aosta che è salita a 2.194 euro per ogni suoi cittadino. La spesa nel Triveneto: particolarmente interessante il confronto con le altre Province e Regioni del Nord Est. Il più virtuoso è il Veneto: è passato da 1.768 euro pro capite nel 2008 a 1.830 nel 2011. Il Friuli Venezia Giulia passa invece da 1.921 euro a testa nel 2008 ai 2.046 nel 2011. E non è da meno il vicino Trentino che balza da 1.951 euro a testa nel 2008 ai 2.145 del 2011.
La spesa in Europa: certo il confronto va meglio se si paragonano i dati altoatesini con quelli dei Paesi europei vicini. Nel 2010 in Svizzera la spesa è stata di 4.313 euro pro capite, in Austria di 2.737 euro e in Germania di 2.620 euro.
Il personale: l'Asl unica può contare su 9.134 collaboratori, dei quali 7.867 a tempo indeterminato. Nel dettaglio si tratta di 1.036 medici (1.011 a tempo indeterminato), 3.253 infermieri (2.712 a tempo pieno), 1.251 amministrativi, 3.131 fra fisici, chimici, biologi, psicologi cuochi e altro personale e 483 tecnici della riabilitazione.
L'assistenza sul territorio: i medici di base sono in tutto 279, dei quali 174 hanno più di 1.500 pazienti mentre sono 71 quelli con duemila assistiti. I pediatri sono 59 con oltre mille bimbi seguiti. La medicina di gruppo viene effettuata da 69 medici in 26 gruppi e quella in rete da 38 medici in 15 gruppi. Gli obiettivi: fra quelli prioritari la riorganizzazione del territorio, il mantenimento degli ospedali di base e percorsi assistenziali integrati. Il sistema informatico: nonostante i pesantissimi ritardi si torna a promettere la prescrizione elettronica, il fascicolo sanitario informatizzato e la telemedicina. I tempi: l'assessore alla sanità prevede entro questa legislatura di approvare almeno la bozza del nuovo piano sanitario in giunta provinciale. Stando a queste prime linee guida, si tratta di un piano conservativo e conservatore, che rinvia la soluzione dei nodi strategici della sanità con l'unica eccezione della certificazione oncologica che scatterà con il prossimo anno. Difficile potersi attendere provvedimenti drastici alla vigilia delle elezioni di ottobre.

Trst, oltrepadania est. Tlt, Frezza ha già gli elenchi e dà la “caccia” agli statali
Circa duemila persone si erano recate in Tribunale a firmare la dichiarazione di autotutela. Rischia chi non riconosce l’Italia e lavora nell’amministrazione pubblica
 di Corrado Barbacini
Una lunga infinita lista composta da almeno 2mila nomi corredati dai relativi indirizzi e dalle fotocopie dei documenti. Sono quelli degli attivisti e dei simpatizzanti del movimento Trieste libera che fa riferimento a Roberto Giurastante, l'ambientalista diventato il leader.
Ogni nome è abbinato a una cartella che contiene la relativa dichiarazione-diffida preventiva alla magistratura italiana resa dalle singole persone negli uffici del Tribunale nei mesi scorsi, praticamente ogni sabato mattina, nella segreteria dell’allora procuratore capo Michele Dalla Costa. Le dichiarazioni-diffide sono sostanzialmente quelle relative ai contenziosi fiscali riguardanti tra l’altro il mancato riconoscimento di Equitalia. Ma più in generale fanno riferimento allo Stato italiano non riconosciuto in virtù del trattato di pace di Parigi del 1947
Da ieri queste liste ufficiali estratte dai cosiddetti moduli di autotutela sono diventate parte integrante dell’indagine del sostituto procuratore Federico Frezza sulla questione Tlt. Per farla breve sono gli elenchi “estesi” e aggiornati di soci e simpatizzanti che gli investigatori della Digos hanno chiesto di acquisire nei giorni scorsi nell’ambito delle indagini connesse all’episodio avvenuto nell’aula del tribunale lo scorso 17 luglio durante un'udienza presieduta dal giudice Massimo Tomassini nel corso della quale un'ottantina di simpatizzanti e del movimento separatista avevano messo in scena quella che poi il giudice Filippo Gulotta aveva definito «un'indegna gazzarra». Elenchi ufficiali che sono stati sdegnosamente rifiutati alla richiesta dei poliziotti della Digos. Anche se il pm Frezza dichiara: «Non esiste alcuna ipotesi delittuosa ascritta ad aderenti al movimento Tlt, nè alcuna indagine a Trieste per i fatti del 17 luglio». Ma da quanto appreso, gli accertamenti puntano anche alla questione “disciplinare”. Infatti un buon numero dei firmatari delle dichiarazioni-diffida risultano essere pensionati o pubblici dipendenti. Alcuni presterebbero servizio anche negli uffici di Equialia o all’Agenzia delle Entrate. Insomma sta lentamente emergendo una sorta di contraddizione. Secondo la quale paradossalmente alcuni di coloro i quali non riconoscono lo Stato in realtà sono servitori dello stesso Stato. Per quelli poi che lavorano per Equitalia o per l’Agenzia delle entrate la situazione potrebbe essere ancora più paradossale. Nell’orario d’ufficio chiedono il pagamento delle tasse, al di fuori invece lottano per la secessione fiscale.
Intanto entro la metà della prossima settimana il giudice civile Monica Pacilio si esprimerà riguardo la richiesta di sospensiva dell'esecutività di una cartella di pagamento di Equitalia riferita al recupero delle spese di giudizio di un processo di Roberto Giurastante.

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