Istat. La popolazione straniera residente in
Italia
Allarme Confindustria: a maggio record
disoccupazione, oltre 3 milioni senza lavoro
Fmi, rischio stagnazione nella periferia
dell'euro
Grecia: ok misure governo, via libera Ue a 2,5
miliardi euro
Grecia: fonti Ue, target privatizzazioni
mancato per 2013
Bozen, oltrepadania nord. Sanità, in Alto Adige
la spesa più alta d’Italia
Trst, oltrepadania est. Tlt, Frezza ha già gli
elenchi e dà la “caccia” agli statali
L'UNIONE SARDA - Economia: Confartigianato: nel
2013 addio a 1.042 aziende
26.07.2013
In Sardegna, in tre
mesi, sono scomparse altre 343 imprese artigiane. E salgono a 1042 le aziende
artigiane cancellate dall'inizio dell'anno. L'allarme è di Confartigianato che,
in una nota, ricorda che nell'Isola chiudono definitivamente i battenti più di
cinque imprese artigiane al giorno. Secondo i dati di Movimprese-Unioncamere,
relativi all'artigianato della Sardegna nel secondo trimestre 2013, dopo la
performance negativa del primo trimestre di quest'anno, periodo nel quale dopo
11 anni il settore è andato sotto la soglia psicologica delle 40mila unità
(39.398) e in tre mesi aveva perso 699 aziende artigiane, questo secondo
trimestre registra un leggero rallentamento delle chiusure totali (aperture
533/chiusure 876, ovvero un saldo di -343) ma, in ogni caso, il trend peggiore
l'Italia (-0,87%) contro la media nazionale di -0,01%. «C'è un leggero
rallentamento delle chiusure rispetto al primo trimestre», sottolineano i
vertici di Confartigianato Sardegna, «ma in ogni caso il segnale è pessimo se
pensiamo che ogni giorno chiudono 5,5 imprese e che alla fine dell'anno lo
stock totale potrebbe scendere addirittura sotto le 38mila unità. Non
dimentichiamoci che la scomparsa di queste 1042 imprese significa che almeno
2mila persone hanno perso il lavoro», riprende l'associazione artigiana, «e che
la Sardegna perde in competizione, in crescita e nel Pil». A livello
provinciale, Cagliari è la peggiore: registra, infatti, 215 imprese in meno
rispetto al primo trimestre (tasso di crescita -1,44% e imprese registrate in
totale 14.764). Seguono Sassari con 107 imprese in meno (-0,77% di crescita e
saldo totale di 13.820), Nuoro -17 imprese (-0,24% e stock di 7.105 imprese) e
chiude Oristano con -4 imprese (trend di -0,12% e stock di 3.366).
Istat. La popolazione straniera residente in
Italia
Gli stranieri
residenti in Italia al 1° gennaio 2013 sono 4.387.721, 334 mila in più rispetto
all'anno precedente (+8,2%).
Il calcolo della
popolazione straniera residente è stato riavviato a partire dal censimento del
2011, sommando alla popolazione censita al 9 ottobre 2011 il movimento
anagrafico del periodo 9 ottobre-31 dicembre 2011 e successivamente quello
dell'anno 2012.
La quota di
cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad
aumentare passando dal 6,8% del 1° gennaio 2012 al 7,4% del 1° gennaio 2013.
A seguito del
censimento della popolazione residente i Comuni hanno iniziato le operazioni di
revisione delle anagrafi che hanno determinato un saldo, dovuto alle
rettifiche, pari a +72.164 unità, corrispondente a oltre il 20% dell'incremento
della popolazione straniera nel 2012. Le operazioni, che si concluderanno entro
il 31 dicembre 2013, determineranno alla fine di quest'anno ulteriori
variazioni.
Il numero degli
stranieri residenti nel corso del 2012 cresce soprattutto per effetto
dell'immigrazione dall'estero (321 mila individui) ma, in parte, anche delle
nascite di bambini stranieri (80 mila).
I nati stranieri nel
2012 costituiscono il 15% del totale dei nati da residenti in Italia. Rispetto
all'anno precedente, l'incremento delle nascite di bimbi stranieri è dell'1%,
inferiore a quello riscontrato per il 2011 rispetto al 2010 (+1,3%).
La distribuzione
degli stranieri residenti sul territorio italiano si conferma non uniforme.
L'86 % degli stranieri risiede nel Nord e nel Centro del Paese, il restante 14%
nel Mezzogiorno. Gli incrementi maggiori nel corso del 2012 si manifestano
tuttavia nel Sud (+12%) e nelle Isole (+10,9%).
Allarme Confindustria: a maggio record
disoccupazione, oltre 3 milioni senza lavoro
11:23 26 LUG 2013
(AGI) - Roma - Nuovo
record per la disoccupazione in Italia: a maggio le persone in cerca di lavoro
erano 3 milioni 140mila, il 12,2% della forza lavoro (+0,2 punti su aprile). Lo
rende noto la Congiuntura flash di Confindustria aggiungendo che diminuiscono
ancora gli occupati: -27mila sul mese precedente (-0,1%), -387mila su un anno
prima (-1,7%). Il calo proseguira': le attese delle imprese sull'occupazione
nel trimestre in corso sono ancora negative, sui livelli di fine 2009. Aumenta
la produzione industriale a giugno: lo comunica la congiuntura flash di
Confindustria evidenziando che "in Italia l'incremento della produzione a
giugno (+0,4% su maggio, stime Csc) ha portato a -1,0% la contrazione nel
secondo trimestre (+0,3% trasmesso al terzo). Andamento coerente con
un'ulteriore diminuzione del Pil, dopo il -0,6% nel primo sul quarto
2012".
Fmi, rischio stagnazione nella periferia
dell'euro
CRISI. Il rapporto stagionale evidenzia che la
ripresa nell'Eurozona rimane ancora sfuggente
Ribadita la necessità di attuare le riforme e
di sciogliere il nodo delle banche in crisi Borse in calo, Milano invariata
ROMA La ripresa per
l'Eurozona è sfuggente e nel medio termine c'è il rischio di stagnazione,
specie per la periferia. A lanciare l'allarme è il Fmi che nel rapporto
stagionale richiama la possibilità di fiammate sugli spread: «Se gli impegni
nazionali e di area euro saranno incompleti o non procederanno, potrebbero
riaccendersi gli stress sui mercati finanziari». La stima è di un pil -0,6%
quest'anno e +0,9% il prossimo. Francia e soprattutto Germania danno timidi
segni di ripresa. La Gran Bretagna, fuori dall'euro, segna +0,6% nel secondo
trimestre. Ma in Grecia, Portogallo, Irlanda, Cipro, Spagna e Italia, le cose
sono diverse. Per il Fmi è alto rischio di un periodo lungo di stagnazione, con
l'aggravante di «sottostanti pressioni deflazionistiche», «tensioni sociali e
politiche e ricadute sull'economia globale». Ineludibile il rilancio di
crescita e occupazione, soluzione al nodo banche in crisi, unione bancaria,
riforme strutturali per concorrenza e produttività. Il Fmi riconosce «il
progresso nella costruzione di un'unione bancaria, nel rafforzamento del
firewall e nel rafforzare la governance fiscale». I nodi più difficili restano:
il risanamento dei bilanci, da portare avanti su un sentiero strettissimo,
visto che l'imperativo di rilanciare la crescita è abbassare la disoccupazione.
Gli obiettivi di bilancio del fiscal compact sono a rischio: «Un'ulteriore
flessibilità potrebbe ancora essere necessaria in alcuni casi». Priorità a
banche e credit crunch che colpisce Paesi, come l'Italia. Sarà necessario,
avverte il Fmi, «un pieno riconoscimento delle perdite, una ricapitalizzazione
di quelle deboli ma sane, e la chiusura o ristrutturazione di quelle non più
gestibili». La Bce in autunno valuterà la situazione prima degli stress test
che imporranno di affrontare i buchi e tamponarli anche con soldi pubblici.
«Ulteriore sostegno monetario, anche con tagli dei tassi, sarà probabilmente
necessario» insieme a ulteriori misure non convenzionali, incluse quelle
rivolte alle pmi. Sui mercati spread stabili. Btp a 273 punti e rendimento su a
4,4%. Sui listini pesa il rischio di rallentamento della Cina: Madrid +1,1%,
Milano invariata. Francoforte -0,96, Parigi -0,17, Londra -0,49% hanno pagato
pegno al rally degli ultimi mesi e proseguono nella tendenza al
ridimensionamento.
Grecia: ok misure governo, via libera Ue a 2,5
miliardi euro
Euro working group
sblocca prima parte tranche
26 luglio, 11:23
(ANSA) - BRUXELLES,
26 LUG - Via libera alla prima sub-tranche degli aiuti alla Grecia, cioé 2,5
miliardi di euro: l'Euro-working group via conference call ha approvato le
misure prese dal governo greco. Lo comunica la Commissione Ue. La prossima
tranche arriverà in autunno.(ANSA).
Grecia: fonti Ue, target privatizzazioni
mancato per 2013
Rischio politico
sempre presente. Ma debito resta sostenibile
26 luglio, 14:28
(ANSA) - BRUXELLES,
26 LUG - Il secondo 'programma di aggiustamento' della Grecia procede bene,
solo sulle privatizzazioni non si raggiungerà il target fissato per il 2013, e
resta comunque sempre il rischio che la situazione politica torni instabile,
anche se la coalizione attuale sembra molto più coesa. Ma il debito resta sostenibile
e sotto controllo, anche se la prossima analisi si potrà fare solo ad aprile
2014 con i dati Eurostat.
Lunedì sarà pubblicato il terzo rapporto sul
secondo programma di aggiustamento greco, e secondo quanto si apprende da fonti
europee, l'outlook resta ''invariato, con una significativa contrazione
dell'attività economica nel primo trimestre del 2013, ma col ritorno a una
crescita positiva nel 2014''. Grazie in particolare ad ''un'ottima stagione
turistica''. Progressi ''significativi'' si sono visti soprattutto nel settore
della tassazione (la tassa sulle barche che attraccano nei porti greci e quella
sul lusso saranno tutte in vigore da ottobre, prima del previsto). E se il
target sulle privatizzazioni per il 2013 sarà mancato, nel 2014 si potrebbe
recuperare il gap. Buoni anche i risultati sulla riduzione del personale nel
pubblico: da 835.000 nel 2012 si è scesi a 713.000 (il target era un taglio di
150.000). Passi in avanti anche nel settore giudiziario: le riforme introdotte
hanno diminuito l'introduzione di nuove cause, anche se resta un elevato numero
di quelle pendenti da smaltire. Infine, le banche: restano private, grazie ad
un interesse di capitali stranieri ''più elevato del previsto''.(ANSA).
Bozen, oltrepadania nord. Sanità, in Alto Adige
la spesa più alta d’Italia
Il costo pro capite
è di 2.181 euro contro la media nazionale di 1.847 euro. Il piano 2013-2015 in commissione
riordino: restano i 7 ospedali
di Orfeo Donatini
BOLZANO. La
Commissione per il riordino clinico guidata da Walter Pitscheider si incontrerò
oggi per la presentazione delle linee guida del nuovo Piano sanitario
2013-2015: pochi gli elementi di novità fino a questo momento inseriti, se si
esclude la conferma del taglio di 50 milioni di euro nella gestione del 2013 e
della sforbiciata ai posti letto, entrambi provvedimenti imposti dalla politica
di spending review del governo Monti. Manca in ogni caso qualunque indicazione
su dove, come e quando tutti questi preannunciati tagli troveranno concreta
attuazione. Senza dichiararlo apertamente ci si avvia probabilmente solo al
superamento dell'organizzazione dell'Azienda sanitaria attraverso le quattro strutture
comprensoriali: si parla infatti esclusivamente di Asl unica con 20 distretti e
14 punti di riferimento distrettuale.
Piena conferma
invece per l'operatività di tutti i sette poli ospedalieri provinciali nei
quali resteranno attivi i reparti di medicina interna, chirurgia generale,
ostetricia e ginecologia, pediatria e anestesia, accanto ai servizi di
radiologia e dei laboratori.
Ma vediamo nel
merito lo stato di salute della sanità altoatesina sulla base dei dati
ufficiali forniti dall'Asl e dalla Provincia e inseriti nel piano sanitario. Il
piano di gestione: la spesa generale quest'anno dovrebbe attestarsi su 1
miliardo 148 milioni 920 mila euro; qualcosa in meno (circa 10 milioni)
rispetto al 2012, confermando un contenimento della spesa a partire dal 2009
quando si era fermata a quota 1.165.362.000 euro. La spesa pro capite: quella
della spesa sanitaria per ogni cittadino è forse la nota più dolente. In Alto
Adige nel 2011 (ultimo dato disponibile) è stata di 2.181 euro contro una media
dell'Italia di 1.847 euro. Anche in questo caso una magra consolazione: dal
2008 è in lieve diminuzione, considerato che era a quota 2.237 euro pro capite,
mentre quella nazionale è in lieve aumento visto che era ferma a 1.807 euro a
testa. Era la più alta d'Italia nel 2008 ed oggi è stata superata solo dalla
regione Valle d'Aosta che è salita a 2.194 euro per ogni suoi cittadino. La
spesa nel Triveneto: particolarmente interessante il confronto con le altre
Province e Regioni del Nord Est. Il più virtuoso è il Veneto: è passato da
1.768 euro pro capite nel 2008 a 1.830 nel 2011. Il Friuli Venezia Giulia passa
invece da 1.921 euro a testa nel 2008 ai 2.046 nel 2011. E non è da meno il
vicino Trentino che balza da 1.951 euro a testa nel 2008 ai 2.145 del 2011.
La spesa in Europa:
certo il confronto va meglio se si paragonano i dati altoatesini con quelli dei
Paesi europei vicini. Nel 2010 in Svizzera la spesa è stata di 4.313 euro pro
capite, in Austria di 2.737 euro e in Germania di 2.620 euro.
Il personale: l'Asl
unica può contare su 9.134 collaboratori, dei quali 7.867 a tempo
indeterminato. Nel dettaglio si tratta di 1.036 medici (1.011 a tempo
indeterminato), 3.253 infermieri (2.712 a tempo pieno), 1.251 amministrativi,
3.131 fra fisici, chimici, biologi, psicologi cuochi e altro personale e 483
tecnici della riabilitazione.
L'assistenza sul
territorio: i medici di base sono in tutto 279, dei quali 174 hanno più di
1.500 pazienti mentre sono 71 quelli con duemila assistiti. I pediatri sono 59
con oltre mille bimbi seguiti. La medicina di gruppo viene effettuata da 69
medici in 26 gruppi e quella in rete da 38 medici in 15 gruppi. Gli obiettivi:
fra quelli prioritari la riorganizzazione del territorio, il mantenimento degli
ospedali di base e percorsi assistenziali integrati. Il sistema informatico:
nonostante i pesantissimi ritardi si torna a promettere la prescrizione
elettronica, il fascicolo sanitario informatizzato e la telemedicina. I tempi:
l'assessore alla sanità prevede entro questa legislatura di approvare almeno la
bozza del nuovo piano sanitario in giunta provinciale. Stando a queste prime
linee guida, si tratta di un piano conservativo e conservatore, che rinvia la
soluzione dei nodi strategici della sanità con l'unica eccezione della
certificazione oncologica che scatterà con il prossimo anno. Difficile potersi
attendere provvedimenti drastici alla vigilia delle elezioni di ottobre.
Trst, oltrepadania est. Tlt, Frezza ha già gli
elenchi e dà la “caccia” agli statali
Circa duemila
persone si erano recate in Tribunale a firmare la dichiarazione di autotutela.
Rischia chi non riconosce l’Italia e lavora nell’amministrazione pubblica
di Corrado Barbacini
Una lunga infinita
lista composta da almeno 2mila nomi corredati dai relativi indirizzi e dalle
fotocopie dei documenti. Sono quelli degli attivisti e dei simpatizzanti del
movimento Trieste libera che fa riferimento a Roberto Giurastante, l'ambientalista
diventato il leader.
Ogni nome è abbinato
a una cartella che contiene la relativa dichiarazione-diffida preventiva alla
magistratura italiana resa dalle singole persone negli uffici del Tribunale nei
mesi scorsi, praticamente ogni sabato mattina, nella segreteria dell’allora
procuratore capo Michele Dalla Costa. Le dichiarazioni-diffide sono
sostanzialmente quelle relative ai contenziosi fiscali riguardanti tra l’altro
il mancato riconoscimento di Equitalia. Ma più in generale fanno riferimento
allo Stato italiano non riconosciuto in virtù del trattato di pace di Parigi
del 1947
Da ieri queste liste
ufficiali estratte dai cosiddetti moduli di autotutela sono diventate parte
integrante dell’indagine del sostituto procuratore Federico Frezza sulla questione
Tlt. Per farla breve sono gli elenchi “estesi” e aggiornati di soci e
simpatizzanti che gli investigatori della Digos hanno chiesto di acquisire nei
giorni scorsi nell’ambito delle indagini connesse all’episodio avvenuto
nell’aula del tribunale lo scorso 17 luglio durante un'udienza presieduta dal
giudice Massimo Tomassini nel corso della quale un'ottantina di simpatizzanti e
del movimento separatista avevano messo in scena quella che poi il giudice
Filippo Gulotta aveva definito «un'indegna gazzarra». Elenchi ufficiali che
sono stati sdegnosamente rifiutati alla richiesta dei poliziotti della Digos.
Anche se il pm Frezza dichiara: «Non esiste alcuna ipotesi delittuosa ascritta
ad aderenti al movimento Tlt, nè alcuna indagine a Trieste per i fatti del 17
luglio». Ma da quanto appreso, gli accertamenti puntano anche alla questione
“disciplinare”. Infatti un buon numero dei firmatari delle
dichiarazioni-diffida risultano essere pensionati o pubblici dipendenti. Alcuni
presterebbero servizio anche negli uffici di Equialia o all’Agenzia delle
Entrate. Insomma sta lentamente emergendo una sorta di contraddizione. Secondo
la quale paradossalmente alcuni di coloro i quali non riconoscono lo Stato in
realtà sono servitori dello stesso Stato. Per quelli poi che lavorano per
Equitalia o per l’Agenzia delle entrate la situazione potrebbe essere ancora
più paradossale. Nell’orario d’ufficio chiedono il pagamento delle tasse, al di
fuori invece lottano per la secessione fiscale.
Intanto entro la
metà della prossima settimana il giudice civile Monica Pacilio si esprimerà
riguardo la richiesta di sospensiva dell'esecutività di una cartella di
pagamento di Equitalia riferita al recupero delle spese di giudizio di un
processo di Roberto Giurastante.
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