sabato 23 luglio 2011

Funerali europei. Costosi, inutili e controproducenti

L'Italia interviene con 13 miliardi per salvare la Grecia
di Isabella Bufacchi


Roma. La Grecia è un caso «unico», «eccezionale». Questa è la cornice che i capi di Stato e di governo dell'Eurozona hanno costruito attorno all'annuncio del nuovo pacchetto di aiuti ad Atene da 109 miliardi che verrà concesso dai paesi membri dell'euro (2/3 equivalenti a 72,6 miliardi erogati dall'Efsf) e dal Fondo monetario internazionale (1/3 pari a 36,4 miliardi). Nessuno degli stati "soccorritori" tra i quali l'Italia, infatti, intende ripetere questa operazione di salvataggio che a conti fatti potrebbe avere una ricaduta non irrilevante sui conti pubblici.

L'Italia, secondo i principi contabili dettati da Eurostat lo scorso aprile, vedrà lievitare il suo stock di debito pubblico entro il 2014 per almeno 13 miliardi proprio per via di questo secondo sostegno alla Grecia. Se, come ha detto ieri il primo ministro francese Francois Fillon, il debito pubblico della Francia aumenterà di 15 miliardi entro il 2014, allora quello della Germania salirà di 19,6 miliardi e quello dell'Italia per un importo pari a 12,99 miliardi.

Il calcolo è presto fatto. Eurostat ha stabilito che, sotto un profilo strettamente contabile, i bond emessi dall'Efsf (veicolo garantito dagli stati dell'eurozona) devono risultare nel conteggio del debito europeo. Per far questo, Eurostat assegna a ciascun paese garante dell'Efsf una quota degli Efsf-bond che corrisponde alla percentuale di partecipazione del paese stesso alle garanzie assegnate al veicolo. La quota dell'Italia e della Francia è pari rispettivamente al 20,38% e al 17,91%, quando però nel calcolo vengono compresi Grecia, Irlanda e Portogallo: senza i paesi oggetto di salvataggio, il peso dell'Italia sale al 18,4% (esclusa la sola Grecia), al 19,24% (escluse Grecia e Irlanda) e al 19,8% (senza Grecia, Irlanda e Portogallo). Lo stesso vale per tutti gli altri Stati soccorritori.

La cifra stimata da Fillon per la Francia, secondo il quale il debito pubblico francese salirà di 15 miliardi circa entro il 2014 per via del secondo prestito alla Grecia, si basa sulla quota di garanzia francese nell'Efsf (e nel futuro veicolo permanente Esm) pari al 20,38% che è la più bassa: adottando lo stesso calcolo per l'Italia, il 17,9% di 72,6 miliardi è pari a 12,99 miliardi. Di tanto dunque dovrebbe salire lo stock del debito pubblico italiano, entro il 2014, sulle rilevazione contabili di Eurostat. Non è escluso però che il debito pubblico degli stati soccorritori salirà ancor di più perchè dovrà tener conto della ridistribuzione della quota irlandese, portoghese e greca, paesi che non soccorrono nessuno.

I conti non finiscono qui. Il peso degli aiuti alla Grecia riguarda anche il primo pacchetto di salvataggio da a 110 miliardi, di cui 80 concessi direttamente dagli Stati dell'eurozona tramite prestiti intergovernativi bilaterali: per l'Italia è stato stimato un esborso pari a 14,72 miliardi circa, che in un certo senso si somma punto ai 13 miliardi del secondo aiuto. I finanziamenti diretti erogati dall'Italia alla Grecia però non sono considerati neppure un costo, ma un investimento, sia pur rischioso: Atene riconosce all'Italia un tasso d'interesse interessante (superiore in teoria al costo della raccolta del Tesoro) e quindi, nel caso in cui il primo pacchetto di aiuti da 110 miliardi dovesse essere rimborsato integralmente dalla Grecia, le erogazioni avranno generato un profitto e non una perdita. Anche l'aumento del debito pubblico, equivalente agli Esfs-bond, sarà cancellato nel momento in cui l'Esfs rimborserà le sue obbligazioni.

La vera incognita resta la capacità della Grecia di rimborsare integralmente i suoi debiti in futuro, con i frutti dei piani di austerità, la draconiana correzione dei conti pubblici e gli aiuti di stati, Fmi e privati. Agli interventi da 110 e 109 miliardi va sommata la partecipazione dei privati che potrebbe alleggerire il peso del debito greco tra i 50 e i 100 miliardi. Se tutto questo non dovesse bastare, e il default della Grecia con il temuto haircut al 50% sullo stock del debito da 350 miliardi dovesse risultare inevitabile, allora gli aiuti ad Atene si trasformerebbero in veri costi perché della trentina di miliardi contabilizzati a debito dall'Italia ne ritornerebbero indietro soltanto 15.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com


I COSTI DEL SALVATAGGIO
13 miliardi. Impegno dell'Italia
 Il debito pubblico italiano aumenterà di circa 13miliardi entro il 2014, una cifra che equivale al 18% circa degli Efsf-bond da 72,6 miliardi che saranno emessi nell'ambito del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia pari a 109 miliardi
 15 miliardi. Impegno della Francia
 Il debito pubblico francese, stando al premier Fillon, aumenterà di 15 miliardi entro il 2014 come conseguenza dei 109 miliardi di aiuti previsti dal secondo piano di salvataggio della Grecia
 14,72 miliardi. Prestito italiano ad Atene
 L'Italia dovrebbe concedere un totale di finanziamenti diretti intergovernativi e bilaterali alla Grecia per 15 miliardi o anche più, come stabilito dal primo pacchetto di aiuti alla Grecia per 110 miliardi a carico degli stati membri dell'eurozona e del Fondo monetario internazionale.
 23 luglio 2011

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