lunedì 26 settembre 2011

Federali.sera_26.9.11. Vittorio Da Rold: Spesso si organizzano pullman che si dirigono verso la Bulgaria o la Turchia, paese fuori dall'eurozona dove i prezzi sono più bassi che in Grecia. In Bulgaria i negozi hanno scritte anche in greco visto che la maggioranza dei clienti sono ellenici. Inoltre, nello stesso periodo, più di 1.500 aziende del settore manifatturiero e dei servizi si sono trasferite nei Paesi confinanti, soprattutto Bulgaria dove il settore tessile greco ha trovato rifugio.----Veneto, padania. Attraverso i sei progetti di legge, che vengono riproposti per la seconda volta in consiglio regionale dall’inizio dell’attuale legislatura, si vogliono introdurre criteri di “precedenza” per coloro che risiedono o lavorano da almeno 15 anni in Veneto nell’accesso ai servizi sociali, nelle graduatorie per gli asili nido e i servizi per la prima infanzia, nelle agevolazioni per il diritto allo studio, nelle assegnazioni di alloggi di edilizia pubblica e nei contributi per la prima casa.

S&P taglia il rating della Sicilia
Veneto, padania. Regione Veneto. Pacchetto di leggi all’insegna di “Prima i veneti”
I greci vanno a far spesa fuori confine


S&P taglia il rating della Sicilia
L'agenzia ha abbassato il rating di lungo termine portandolo da A+ ad A. L'outlook resta negativo
PALERMO - Standard & Poor's ha abbassato il rating di lungo termine della Sicilia e di 11 enti locali italiani portandoli da A+ ad A mantenendo al contempo l'outlook negativo. La notizia, anticipata nei giorni scorsi dall'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao durante un forum al Centro Pio La Torre, è stata approfondita sull'ultimo numero di ASud'Europa (www.piolatorre.it) , che riporta anche un'attenta analisi del bilancio regionale 2010. L'agenzia di rating, secondo quanto riporta una nota, ha tagliato il suo giudizio su: Bologna, la provincia di Mantova, la regione Marche, la provincia di Roma, la regione Sicilia, la regione Emilia Romagna, la regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia, Genova, la regione Liguria, Milano e la regione Umbria. Allo stesso tempo Standard & Poor's ha rivisto l'outlook da stabile a negativo e ha confermato il rating 'A' sul debito di lungo termine della città di Torino. «Ciò dimostra la gravità della crisi che sta investendo l'Italia e, in particolare, le regioni del Mezzogiorno», sottolinea il presidente del Centro Pio La Torre, Vito lo Monaco, che dalle colonne di ASud'Europa lancia la proposta di un patto generazionale: «In Sicilia un giovane su due è senza lavoro - afferma - dobbiamo eliminare ogni pregiudizio e lavorare uniti per ridare la speranza di un futuro alle nuove generazioni».

Veneto, padania. Regione Veneto. Pacchetto di leggi all’insegna di “Prima i veneti”
Le proposte di legge, presentate alle diverse Commissioni interessate dal gruppo della Lega Nord, intendono creare un canale preferenziale per chi risiede o lavora in Veneto da almeno 15 anni, per l’accesso ad una serie di servizi.
Comunicato del 26/09/2011
Attraverso i sei progetti di legge, che vengono riproposti per la seconda volta in consiglio regionale dall’inizio dell’attuale legislatura, si vogliono introdurre criteri di “precedenza” per coloro che risiedono o lavorano da almeno 15 anni in Veneto nell’accesso ai servizi sociali, nelle graduatorie per gli asili nido e i servizi per la prima infanzia, nelle agevolazioni per il diritto allo studio, nelle assegnazioni di alloggi di edilizia pubblica e nei contributi per la prima casa
Le Commissioni interessate sono chiamate ad esprimere un parere di congruità e coerenza legislativa alle commissioni competenti ed in seguito ad entrare nel merito e nel contenuto dei singoli provvedimenti, valutandone il rispetto dei criteri di ragionevolezza e dei diritti fondamentali e inalienabili della persona.
L’articolo che introduce i diversi contenuti del pacchetto legislativo in materia di prestazioni scolastiche, recita: “Costituisce titolo di precedenza assoluta per gli interventi previsti dalla presente legge, la residenza anagrafica continuativa o la prestazione di attività lavorativa ininterrotta da almeno 15 anni in Veneto di almeno un genitore degli studenti”.

I greci vanno a far spesa fuori confine
dal nostro inviato Vittorio Da Rold
ATENE - In attesa che domani il premier greco Giorgio Papandreou incontri il cancelliere tedesco Angela Merkel a Berlino e sempre domani inizi la maratona parlamentare per approvare le nuove misure di austerità su salari, pensioni e licenziamenti di 30mila statali, i greci cercano di sopravvivere.
Da un anno a questa parte, a causa della pesante crisi economica che la Grecia sta attraversando, aumentano in continuazione (sono ormai oltre 600 mila ogni mese) i cittadini greci che - per risparmiare sulla spesa quotidiana e abbigliamento, benzina e persino cure dentistiche - vanno a fare acquisti oltre frontiera e che negli ultimi 12 mesi hanno speso oltre 500 milioni di euro.
Spesso si organizzano pullman che si dirigono verso la Bulgaria o la Turchia, paese fuori dall'eurozona dove i prezzi sono più bassi che in Grecia. In Bulgaria i negozi hanno scritte anche in greco visto che la maggioranza dei clienti sono ellenici.
Inoltre, nello stesso periodo, più di 1.500 aziende del settore manifatturiero e dei servizi si sono trasferite nei Paesi confinanti, soprattutto Bulgaria dove il settore tessile greco ha trovato rifugio. La situazione è evidenziata in un rapporto redatto dalla Confederazione nazionale del Commercio greco (Esee) secondo cui questo fenomeno rappresenta «un'emorragia incontrollabile» per il mercato ellenico.
In base allo stesso studio, un'azienda greca su quattro fra quelle situate presso la frontiera ha già chiuso mentre numerosi imprenditori stanno considerando la possibilità di trasferire la loro attività all'estero, di delocalizzare. Secondo la Esee, la rigida politica di austerity messa in atto dal governo socialista del premier Giorgio Papandreou «non solo non migliorerà la situazione fiscale del Paese ma allo stesso tempo sta portando alla distruzione della ricchezza del ceto medio che produce».
L'Esee nota inoltre che traffici illegali e contrabbando stanno danneggiando duramente l'economia della Grecia del Nord e delle aree di confine come Macedonia e Tracia e le isole dell'Egeo e del Dodecaneso i cui abitanti hanno speso più di mezzo miliardo di euro nell'ultimo anno per fare spese in Bulgaria, nell'ex repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom) e in Turchia. In particolare gli acquisti hanno riguardato articoli di abbigliamento, calzature, tabacchi, carburanti, assistenza medico-dentistica e ricambi auto ma molti greci hanno anche preso l'abitudine di andare a fare la spesa settimanale di generi alimentari come formaggi, frutta e verdura.
 26 settembre 2011

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