martedì 27 settembre 2011

Questo e' quanto vorrebbero i padani, e lo perseguono tenacemente. Ma hanno fatto male i conti, vedremo chi schiatta.

Sud, è allarme Svimez: “Rischio tsunami demografico”
Il Sud rischia un vero e proprio ''tsunami demografico". "Si trasformerà nel corso del prossimo quarantennio in un'area spopolata, anziana, ed economicamente sempre più dipendente dal resto del Paese". Questi l’allarme lanciato dai dati preoccupanti del rapporto Svimez 2011.



Secondo lo Svimez, “le manovre approvate negli ultimi due anni sono ''squilibranti'', spiegando con alcuni dati il divario penalizzante: “valgono 6,4 punti di Pil per il Mezzogiorno e 4,8 punti per il Centro-Nord. Gli interventi pesano sul prodotto interno del Meridione per 1,1 punti nel 2011, 3,2 punti nel 2012 e 2,1 nel 2013.
Più in dettaglio, specifica il rapporto Svimez, “sul fronte delle nuove entrate, il 76% si realizza al Centro-Nord e il 24% al Sud, ricalcando così il peso delle diverse aree in termini di produzione. Sul fronte delle minori spese, invece, il contributo delle regioni meridionali arriva al 35% del totale nazionale, una quota superiore di 12 punti percentuali al suo peso economico.
''L'impatto della drastica strategia di rientro dal debito si prospetta nei prossimi anni con un duplice differenziato carattere squilibrante - sottolinea ancora Svimez -.
Si va ad incidere in modo drastico sulle risorse necessarie all'erogazione di servizi essenziali come la sanità, l'assistenza sociale, il trasporto pubblico locale e si rischia di deprimere la spesa in conto capitale''.
Nulla di buono sul fronte dell’industria, a rischio estinzione al Sud: delle 533 mila unità perse in Italia tra il 2008 e il 2010, ben 281 mila sono nel Mezzogiorno dove pur essendo presenti meno del 30% degli occupati italiani si concentra il 60% delle perdite di lavoro causa crisi. Incide in questa area, infatti, più che altrove, dice ancora Svimez, "il calo fortissimo dell'occupazione industriale (meno 120 mila addetti, che vuol dire quasi il 15% di calo, che diviene il 20% in Campania)".
E per uscire dall'impasse il Rapporto indica alcune priorità, a cominciare dalla fiscalità di vantaggio passando per il rilancio delle infrastrutture fino allo sfruttamento della geotermia.

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