Com'è instabile lo Stabile di Napoli
Basilicata. Bonus benzina sotto l’albero
Dal Cipe 11 milioni per la mobilità di Potenza
Caserta. Rifiuti, l'annuncio del presidente Zinzi: è iniziato lo svuotamento di Ferrandelle
Moretti (Fs): la Puglia «sovvenzioni» i treni come fa con gli aerei
Bornech. I Freiheitlichen: «Negli alpini spirito fascista»
Trieste, oltrepadania. Terza corsia A4 Venezia–Trieste. Monti firma
L'Istat: «Con l'Imu a rischio povertà oltre un milione e mezzo di famiglie italiane»
Inps: Cig in calo, in primi 11 mesi -20%
Germania: produzione industria +0,8%
Cameron mette in guardia l'Europa "Difenderò gli interessi britannici"
Vertice dei leader europei per rilanciare l'economia
Com'è instabile lo Stabile di Napoli
Dimessi Baffi e Gargiulo, cda quasi sciolto
Martedì sera la defezione dei due membri espressi dal Comune. Il Mercadante indebitato per circa 4 milioni perché gli enti pubblici da anni versano il loro contributo
NAPOLI - Sotto l'albero del Mercadante c'è lo scioglimento del cda, spacchettato ieri sera, martedì, con un coup de théâtre . I due rappresentanti del Comune, Giulio Baffi e Giuliana Gargiulo, si sono dimessi non senza il velato invito dell'assessore alla cultura Antonella Di Nocera che aveva annunciato l'ipotesi di un rinnovo dei membri espressi da palazzo San Giacomo come espressione della nuova stagione politica.
I DEBITI - Che la crisi fosse anche crisi del teatro si sapeva. Che in particolare il più prestigioso teatro di Napoli, lo Stabile, uno e trino con le sale del Ridotto e del San Ferdinando, fosse congruamente indebitato per il ritardo dei fondi degli enti locali - stanziati ma mai versati - pure si sapeva. Ma che tutto potesse precipitare in una sera di dicembre non era scontato.
I debiti dello Stabile non sono piccole cifre ma arrivano a ben quattro miliardi di euro e si sono accumulati per gli imperdonabili ritardi dei versamenti di Comune e Regione. Esiste la vita straordinaria della cultura che fa molta vetrina, ma esiste soprattutto quella ordinaria, che garantisce il ritmo cardiaco della città. Che per il Mercadante per ora p tra tachicardie e brachicardie.
Nat. Fe.
Basilicata. Bonus benzina sotto l’albero
Consegnati a casa, attivabili negli uffici postali. Ma il carburante aumenta ancora: + 11 cent per il diesel, + 8,5 la benzina
07/12/2011 QUEST’anno sotto l’albero i patentati lucani troveranno una sorpresa in più: il bonus carburante di circa 200 euro a persona. Poste italiane, infatti, ha iniziato a inviare a casa degli aventi diritto che ne hanno fatto domanda una comunicazione contenente il codice pin. Qualcuno ha già ricevuto anche la card (card e pin vengono inviati distintamente per motivi di sicurezza). Le comunicazioni vengono inviate direttamente a casa, senza fare le inutili file che è stato necessario fare, la scorsa estate, per presentare le domande. Una volta ricevuti i documenti, è possibile attivare la carta recandosi negli uffici postali. Fino a ora sono in circa un dieci per cento i destinatari raggiunti. Le operazioni dovrebbero essere concluse al massimo entro un mese. La carta consentirà di usufruire alla pompa di carburante gratis per un importo complessivo di 200 euro. Questo la compensazioni ai lucani, da parte del Governo, per le attività estrattive che interessano la Basilicata. I fondi, rimasti bloccati a lungo a causa del ricorso al Tar da parte della Regione Veneto, derivano da un’apposita maggiorazione del 3 per cento delle royalty dovute allo Stato dalle società petrolifere.
A darne notizia, ieri, il capogruppo nel consiglio comunale di Potenza e dirigente provinciale del PdL Fernando Picerno, che ha evidenziato come il meccanismo, fortemente voluto dal coordinatore regionale PdL, senatore Guido Viceconte, sottosegretario nei due ultimi governi Berlusconi, sia ormai nella condizione «di erogare entro poche settimane il contributo che il governo di centro-destra aveva promesso alla Basilicata a fronte dell'apporto energetico che la nostra regione offre all'intera nazione». Quello riconosciuto ai cittadini lucani è un compenso sicuramente minimo ma che fino a ora non era stato mai erogato. Il cui valore sarà ulteriormente ridimensionato a causa dei nuovi aumenti delle accise sul carburante. Per molti troppo poco rispetto all’importante contributo che la Basilicata dà alla fornitura energetica del Paese, potendo vantare il giacimento più importante d’Europa su terra ferma. Per altri comunque meglio di niente. «Pur non potendo risollevare la crisi economica in cui versano numerose famiglie anche nella nostra regione - ha commentato ieri l'esponente del PdL - questo contributo, che ogni anno giungerà a circa 270.000 corregionali, potrà almeno alleviare quel disagio economico che, avvertito ormai in tutta Europa, trova nella nostra Regione situazioni estreme, molto preoccupanti».
Dal Cipe 11 milioni per la mobilità di Potenza
POTENZA – Il Cipe ha approvato la delibera con la quale è stato dato il via libera al programma di finanziamento della legge 133/2008: tra i quattro interventi inseriti nel provvedimento il progetto di mobilità del Comune di Potenza. Lo ha reso noto l’ufficio stampa dell’amministrazione comunale spiegando che “si tratta di un progetto con il quale il Comune con un progetto definito d’intesa con le Fal si è aggiudicato il terzo posto tra i partecipanti al bando ministeriale”.
Il sindaco, Vito Santarsiero, ha evidenziato che “superamento dei passaggi a livello, nuove stazioni, collegamenti con il centro, miglioramento del servizio metropolitano, terminal Gallitello, sono le opere previste nel progetto che, unitamente ad altri interventi nel settore della mobilità programmati nel Pisus, ci consentiranno di creare le condizioni per fare della nostra città quella con la più alta percentuale di utilizzo di mezzi meccanizzati e servizio metropolitano, con evidenti vantaggi per il traffico e per l'ambiente. L’opera è parte della più ampia strategia di sviluppo che abbiamo approvato con il programma Potenza 2020. Potenza 2020 è in linea con l’Europa che guarda al rafforzamento delle aree urbane per cogliere gli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile, inclusiva. Ringrazio il presidente Colamussi per tutta la disponibilità e il lavoro messo in campo accanto al Comune di Potenza, sia personalmente sia con la struttura delle Fal”.
“Abbiamo bruciato i tempi dimostrando che – ha proseguito Santarsiero – 'pubblico e pubblicò possono, con azioni di responsabilità, realizzare interventi importanti. Si chiude, dunque, il procedimento amministrativo che mette definitivamente a disposizione del Comune di Potenza gli undici milioni di euro grazie al progetto risultato vincitore di un bando ministeriale, unico nel Mezzogiorno. L’integrazione con i fondi Pisus consentirà, quindi, di attuare un solo grande programma di 21 milioni di euro destinato alla mobilità cittadina”. Il protocollo già firmato tra Comune e Fal ha individuato le Fal quale soggetto attuatore. “Già a fine anno – ha concluso il sindaco – avremo il progetto preliminare ed entro il prossimo anno avvieremo i lavori”.
Caserta. Rifiuti, l'annuncio del presidente Zinzi: è iniziato lo svuotamento di Ferrandelle
È cominciato lo sbancamento dei rifuti, saranno trasferiti nella discarica «Maruzzella 3» a San Tammaro
CASERTA - A un anno dal primo tentativo, fallito, sono finalmente cominciate in questi giorni le operazioni di svuotamento del sito di stoccaggio provvisorio di Ferrandelle. I rifiuti abbancati sulle piazzole presenti nell'area, che si trova nel comune di Santa Maria La Fossa, vengono trasferiti nella vicina discarica «Maruzzella 3» di San Tammaro, così come previsto nell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) che ha legittimato la costruzione dello stesso invaso. Ad oggi sono già state trasferite 3 mila tonnellate di rifiuti dal sito di «Ferrandelle» e si procederà a conferire quotidianamente e con regolarità a San Tammaro 500 tonnellate di rifiuti. Già un anno fa la Provincia di Caserta aveva annunciato la volontà di spostare questi rifiuti dal sito di Santa Maria La Fossa, ma tale provvedimento fu bloccato a causa di due fattori: la mancanza di spazi utili all'interno della discarica di «Maruzzella 3» e la disponibilità espressa dalla Protezione civile ad inviare all'estero i rifiuti presenti a «Ferrandelle».
GLI SPOSTAMENTI - Venuta meno quest'ultima possibilità ed essendo in fase molto avanzata i lavori di completamento della discarica di San Tammaro, oggi è stato possibile iniziare questa operazione di trasferimento da Santa Maria La Fossa a San Tammaro. Nei prossimi giorni, poi, si avvieranno anche gli spostamenti dei rifiuti presenti sulle piazzole adiacenti la discarica «Maruzzella 3» ed usate dal Commissariato di Governo nella fase propedeutica alla costruzione dell'invaso Questo importante intervento di bonifica ambientale si inserisce all'interno di un più vasto programma di risanamento delle aree circostanti la discarica «Maruzzella 3» di San Tammaro. Infatti, in questo perimetro insistevano, oltre a questi due enormi siti di stoccaggio, anche una serie di piccoli siti che ospitavano circa 100mila tonnellate di rifiuti, che sono stati rimossi completamente dalle strutture della Provincia negli ultimi 12 mesi.
LA BONIFICA - «Lo svuotamento di Ferrandelle - ha spiegato il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi - rappresenta un importantissimo passo avanti nella direzione della bonifica del nostro territorio, per troppi anni martoriato da sversamenti di rifiuti provenienti da altre province. Restituire dignità alla nostra terra, infatti, è una assoluta priorità dell'Amministrazione che presiedo. Inoltre - ha aggiunto Zinzi - questa Provincia, prima in Campania, si è fatta promotrice della convocazione di un tavolo tecnico presso l'assessorato regionale all'Ambiente al fine di affrontare la complessa problematica legata alla gestione dei siti e degli impianti cosiddetti post-mortem e/o post gestione. Alla nostra iniziativa si sono aggregate le province di Benevento e Napoli».
LE TARIFFE DI SMALTIMENTO - «Questo atto - ha proseguito il presidente della Provincia - è di fondamentale importanza per due ragioni: in primo luogo, esso permette di programmare la messa in sicurezza di siti che, se abbandonati, rappresenterebbero delle vere e proprie bombe ecologiche. Inoltre, consente di avviare un percorso per il recupero delle somme che l'originario soggetto gestore avrebbe dovuto accantonare per la post gestione e/o post-mortem. Somme, queste, che attualmente gravano, in via di anticipazione, sulla tariffa di smaltimento che la Provincia di Caserta stabilisce ogni anno per la gestione dei siti».
Moretti (Fs): la Puglia «sovvenzioni» i treni come fa con gli aerei
di FRANCO GIULIANO
Ingegnere Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, la Puglia protesta ancora una volta contro i tagli annunciati da Trenitalia. Non è la prima volta che accade eppure c'è una domanda di mobilità sempre crescente dalla Puglia verso le altre regioni italiane: perché?
«Intanto non capisco di quali tagli si parli. L’offerta di servizi prevista con il nuovo orario, sia quelli a mercato, che non ricevono alcuna sovvenzione pubblica, sia quelli universali, pagati dallo Stato, non ha subito tagli sostanziali ed è del tutto coerente alla domanda reale. L’offerta a mercato è addirittura cresciuta».
Lei dice che non si tratta di tagli, avere cancellato alcuni treni-notte diretti. Comunque, il disinteresse di Trenitalia non rischia di favorire le compagnie aeree low cost?
«Ripeto, non c’è alcun disinteresse. È invece una realtà, in tutta Europa, che i voli low cost, più veloci e comodi, abbiano soppiantato i treni a lunghissima percorrenza. E infatti anche i nostri treni notte, nel corso degli ultimi anni, hanno avuto un crollo vertiginoso di viaggiatori. Continuano a costare tanto e incassano sempre meno. È vero che la differenza la integra lo Stato. Ma occorrono sempre più risorse pubbliche, e quelle disponibili invece diminuiscono».
Trenitalia motiverebbe questa scelta dei tagli nel Mezzogiorno con la scarsa domanda di mobilità. Esistono invece elevati indici di traffico con le compagnie lowcost, sia verso Roma che verso Milano, che dimostrerebbe invece come i passeggeri delle regioni del Sud scelgono il mezzo aereo per mancanza di collegamenti ferroviari.
«Mi sembra di aver già risposto: non ci sono tagli. Con il nuovo orario restano le attuali 3 coppie di Frecciargento tra la Puglia e Roma. Gli Eurostarcity Frecciabianca che percorrono l’adriatica vengono velocizzati: Milano – Bari si farà in 7 ore e 37’ e Bologna-Bari in 5 ore e 30’. E crescono di numero: i collegamenti diretti da e per Bari passeranno dai 10 attuali a 12, sono 6 e diventeranno 8 da e per Lecce e resteranno 2 da e per Taranto, con capolinea Milano. Parliamo infine dei treni notte, finanziati dallo Stato e che, sulla base delle effettive risorse disponibili, erano a serio rischio di taglio. Ebbene l’offerta è stata sostanzialmente confermata con la creazione dell’hub di Bologna, che diventerà il capolinea di questi treni i cui orari saranno integrati con gli altri servizi diurni, Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca che copriranno le tratte fra Bologna e Torino, Milano, Venezia/ Trieste, Bolzano».
Infatti come lei ha osservato tempo fa, il 55% dei passeggeri per andare da Roma a Milano sceglie il treno anzichè l'aereo. Questo dimostra come sia la qualificata offerta ad indurre la domanda. Anni fa Alitalia che sulla Puglia aveva due soli collegamenti aerei da Bari su Roma e Milano argomentava la sua scelta con l'errata teoria che i pugliesi non viaggiavano, poi sono arrivate le altre compagnie e la Puglia registra ad oggi un traffico passeggeri di 6milioni, due dei quali con RyanAir. Il che dimostra che esiste una domanda di mobilità. Perché Trenitalia non investe su questi numeri?
«La Regione Puglia, tramite la società Aeroporti di Puglia SpA, di cui detiene la maggioranza azionaria, eroga contributi al passeggero da assegnare a vettori disposti ad attivare determinate rotte da e per gli scali pugliesi. Se c’è - come lei sostiene - una domanda di mobilità crescente in Puglia, perché la Regione non acquista, con contributi regionali, anche quelle corse ferroviarie di cui, a parole, si evidenzia così tanto l’esig enza? Parliamo di treni, lo ripeto, ormai soppiantati in tutta Europa dai voli low cost…».
Questa che lei dice è una ipotesi non prevista. Torniamo al nostro ragionamento: perché, insomma al Nord Trenitalia fa cocorrenza all'aereo e al Sud decide di lasciare il monopolio della mobilità a Ryanair?
L’Alta Velocità esprime il massimo appeal su distanze percorribili in tre - quattro ore. Una volta completata la linea Alta capacità (Napoli- Bari), il capoluogo regionale, e con esso l’intera Puglia, faranno parte del tripolo ferroviario del Centro-Sud insieme a Napoli e Roma. Allora il treno potrà competere, quanto a tempi di viaggio, anche su altre rotte medio-lunghe oggi servite prioritariamente dall’aereo».
Dopo aver speso decine di milioni di euro per il completamento del raddoppio della Bari-Taranto, Trenitalia lascia praticamente senza collegamenti il capoluogo jonico: come mai? Non le sembra un controsenso, l'ennesimo spreco di risorse pubbliche?
«Costruire infrastrutture per lo sviluppo del territorio non è uno spreco di risorse pubbliche. Il raddoppio della linea Bari-Taranto (quasi ultimato) risponde anche alla necessità di potenziare i collegamenti delle merci da e per il Porto di Taranto».
Quale ruolo possono avere gli enti locali in un rapporto nuovo con Trenitalia?
«Laddove la domanda, reale e potenziale, non è adeguata a giustificare una fermata o un nuovo servizio ferroviario, gli enti locali, se reputano che tale servizio sia funzionale a obiettivi di sviluppo o di sostegno sociale, possono intervenire con proprie risorse. Quel che non possono fare è chiedere a FS Italiane di svolgere funzioni e compiti che non le spettano. Di fare welfare, ad esempio».
La Regione chiede il mantenimento di un Freccia Bianca da Taranto, e due servizi notturni, sempre da Taranto, pensa che sia legittima la battaglia del territorio a non volersi rassegnare a vedersi tagliata fuori dal resto del paese, dopo i ritardi infrastrutturali che ancora oggi la Puglia paga?
«Taranto avrà i servizi che le ho detto: due Frecciabianca (ex Eurostar City) diretti da e per Milano. Così facendo andremo a testare, nella realtà, se l’affluenza di viaggiatori sarà davvero adeguata. Non lo fosse, non potremmo però sostenerne a lungo l’onere, trattandosi di treni a mercato. Comunque Taranto dispone di una molteplicità di altre soluzioni, con cambio a Bari».
Bornech. I Freiheitlichen: «Negli alpini spirito fascista»
Interrogazione a Brunico. Urzì (Fli): «C'è chi continua a seminare odio. È irresponsabile»
di Massimiliano Bona
BRUNICO. «Alpini forza di occupazione, alpini fascisti»: queste sono le due affermazioni più gravi, alla vigilia dell'Adunata, contenute in un'interrogazione dei Freiheitlichen. A firmare il documento, duramente contestato da Alessandro Urzì di Fli, sono i quattro consiglieri comunali pusteresi dei Freiheitlichen Hilber, Ausserhofer, Troger e Straudi, che "temono" la pacifica invasione di 3/400 mila penne nere in occasione dell'Adunata nazionale di maggio. Nel documento si esprime preoccupazione per un «simile assalto» di alpini e si rileva che l'adunata è destinata «ad estendersi in tutta la provincia», sino a Brunico. Solo in un breve inciso viene ricordato l'impegno delle penne nere in Afghanistan e in altre missioni in tutto il mondo. Ma poi l'attacco, davvero indegno, continua. «Gli alpini in Alto Adige vengono considerati da gran parte della popolazione come una forza di occupazione e ciò a ragione». È auspicabile - proseguono i Freiheitlichen di Brunico - che gli alpini «non si presentino come occupanti ma cerchino dialogo e consenso. Temiamo che possa sopravvivere lo spirito fascista come in passato innumerevoli azioni degli alpini e dell'Ana hanno mostrato. È possibile che in occasione dell'adunata anche a Brunico vengano messe in atto azioni che gran parte della popolazione potrebbe ritenere provocatorie». Nell'interrogazione si chiede, poi, l'intervento
dell'amministrazione facendo intendere che «va difesa la convivenza e che questa potrebbe essere messa in
pericolo» in caso di iniziative o feste degli alpini anche a Brunico. «Un'inziativa sconcertante - sottolinea il consigliere provinciale di Fli Alessandro Urzì - che merita una chiara presa di distanza dalla parte sana della società, che rifiuta lo strumento della denigrazione e della provocazione come strumento di lotta politica. L'irresponsabilità ha raggiunto limiti incredibili e pericolosi. Invitiamo tutti ad atti di responsabilità capaci di sgombrare il campo da facili populismi che hanno il demerito di eccitare gli animi dei più deboli creando un solco profondo fra le popolazioni». Per Urzì si tratta di un comportamento «irresponsabile e pericoloso». Per tutti, non solo per la comunità di lingua italiana.
Trieste, oltrepadania. Terza corsia A4 Venezia–Trieste. Monti firma
Il decreto interministeriale firmato dal presidente del Consiglio è necessario al reperimento delle risorse finanziarie per la realizzazione della terza corsia dell'autostrada. Il piano vale 2,3 miliardi di euro
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha firmato il decreto interministeriale che ratifica l'atto aggiuntivo alla convenzione tra l'Anas e la concessionaria della A4 Venezia-Trieste, Autovie Venete, necessario per il reperimento delle risorse finanziarie per la realizzazione della terza corsia dell'autostrada.
Lo annunciano il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e il commissario straordinario per l'opera, Riccardo Riccardi. Il piano vale 2,3 miliardi di euro.
L'Istat: «Con l'Imu a rischio povertà oltre un milione e mezzo di famiglie italiane»
La nuova Ici rischia di mettere nei guai pensionati e nuclei a basso reddito. «Effetti negativi sulla crescita, bene i risparmi»
MILANO - Il pagamento dell'Imu sulla casa «può aumentare ulteriormente il rischio di povertà» per 1,6 milioni di famiglie. Lo ha sottolineato il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nel corso dell'audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. In Italia, ha detto Giovannini, «sono quasi 18 milioni le famiglie proprietarie o usufruttuarie di un'abitazione (circa il 71% delle famiglie residenti). Mentre tra le famiglie non a rischio di povertà la quota di proprietari è del 74,7%, tra le famiglie a rischio la quota scende al 56,4% e si riduce ulteriormente al 47,4% nel caso essa sia composta da cinque o più componenti. Tra le famiglie a rischio povertà - ha aggiunto - coloro i quali hanno come fonte principale la pensione o trasferimenti pubblici sono proprietari di casa nel 69,4% dei casi: si tratta di 1.600.000 famiglie, sulle quali, quindi, il pagamento dell'imposta sugli immobili può aumentare ulteriormente il rischio di povertà».
I PENSIONATI POVERI - Lo spettro della povertà, casa o non casa, riguarda in particolare i pensionati. Già oggi sono 2,3 milioni quelli considerati poveri e sono destinati a crescere a causa dell'impatto congiunto della manovra varata dal governo e delle precedenti. «Le pensioni fino a 915,52 euro rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale però all'85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli. Secondo i parametri europei di povertà relativa (60% del reddito mediano equivalente) - ha spiegato Giovannini - ricadono in questa categoria il 29,8% dei percettori di una pensione inferiore ai 915,52 euro, per un totale di quasi 2,3 milioni di pensionati e, di converso, il valore soglia identificato garantirebbe l'indicizzazione all'89,7% dei pensionati a rischio povertà». Secondo l'Istat, «nei prossimi anni la quota di pensionati poveri, è verosimilmente destinata a crescere a seguito dell'impatto congiunto delle misure di questa e delle manovra precedenti, nonostante l'indicizzazione. Un'eventuale estensione dell'indicizzazione fino a 1.200 euro lordi mensili, d'altro canto, consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di povertà (163 mila)».
L'IMPATTO SULLA CRESCITA - La manovra, d'altro canto, «tende ad avere un impatto complessivamente sfavorevole in termini di crescita» ha poi detto Giovannini. Il presidente dell'Istat ha osservato che «la manovra interviene in un momento nel quale il sistema economico appare già in netto rallentamento, probabilmente già avviato verso una fase recessiva». Ora lo «sbilanciamento» del decreto sul lato delle entrate fa sì che esso abbia un «impatto sfavorevole» sulla crescita. Tra le misure che hanno «un carattere inevitabilmente restrittivo» Giovannini annovera «il blocco dell'indicizzazione di una parte delle pensioni, l'aumento delle accise sui carburanti, quello eventuale delle aliquote Iva e, in parte l'Imu» cioè la nuova Ici. «L'aumento delle accise e l'Imu - ha poi sottolineato - esercitano i loro effetti nel breve periodo, già caratterizzato dalla debolezza della domanda interna e internazionale».
IL RISPARMIO SUI TASSI - Grazie alla manovra, in ogni caso, le casse dello Stato hanno risparmiato altri 19 miliardi circa, quelli dovuti al calo dei tassi di interesse nel collocamento dei titoli del debito pubblico. Giovannini ha ricordato che dopo il varo del decreto lo spread tra Bund e Btp è calato di un punto: «Un punto percentuale in più o in meno - ha osservato - a regime sullo stock di debito, varrebbe 19 miliardi di euro l'anno, circa l'80% dei risparmi previsti dalla manovra stessa».
Redazione Online
7 dicembre 2011 | 19:50
Inps: Cig in calo, in primi 11 mesi -20%
A novembre flessione dell'11, 5% su anno, ferma su mese
07 dicembre, 12:43
ROMA - Sono 80,3 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate nel mese di novembre 2011, l'11,5% in meno rispetto allo stesso mese del 2010. Guardando complessivamente ai primi 11 mesi del 2011, la diminuzione tendenziale è del 20%. Rispetto a ottobre 2011, invece, "non si registra una sostanziale variazione". Lo rileva l'Inps.
Germania: produzione industria +0,8%
A ottobre primo rialzo in 3 mesi, supera attese mercato
07 dicembre, 12:27
(ANSA) - ROMA, 7 DIC - La produzione industriale tedesca a ottobre ha segnato un rialzo mensile dello 0,8%, dopo il ribasso del 2,8% registrato a settembre. E' il primo aumento in tre mesi ed e' superiore alla stima media di un +0,3%. Su base annua, l'indice - corretto per effetto di calendario - ha evidenziato una crescita del 4,1%. (ANSA).
Cameron mette in guardia l'Europa "Difenderò gli interessi britannici"
Il premier inglese spinge perché l'Ue raggiunga un accordo interno all'Eurozona. Una modifica dei trattati vincolante anche per il Regno Unito avrebbe bisongo di un referendum dall'esito incerto
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - "Difendere e promuovere gli interessi britannici". E' questa la posizione che il primo ministro David Cameron porta sul tavolo dei negoziati in seno all'Unione europea per decidere le misure salva-euro. E per interessi britannici, il leader conservatore intende in particolare la protezione della City da tasse sulle attività finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax, che Londra rifiuta di considerare a meno che non sia un principio universale applicato ovunque, e la difesa da quella che reputa una eccessiva regulation da parte di Bruxelles.
"Non firmerò un trattato che non contenga una salvaguardia dei nostri interessi, nella fattispecie sull'importanza del mercato comune e sui servizi finanziari", ha detto alla Bbc l'inquilino di Downing street. "Chiaramente, se i Paesi dell'Eurozona andassero avanti su un trattato separato fra di loro, questo non sarebbe un accordo che richieda la firma della Gran Bretagna. Ma se invece propenderanno per un trattato paneuropeo, allora noi insisteremo per ricevere le garanzie e le protezioni di cui il nostro Paese ha bisogno".
In sostanza, scrivono oggi il Financial Times e altri giornali inglesi, Cameron minaccia di mettere un veto all'accordo discusso dalla Merkel e da Sarkozy su una modifica dei trattati europei che dia maggiori poteri e controlli a Bruxelles sulla politica fiscale e di bilancio dei Paesi membri dell'Ue. Al di là della promozione degli interessi della City, il premier britannico, secondo le indiscrezioni, guarda con più favore all'opzione francese di un'intesa che coinvolga soltanto i 17 Paesi dell'Eurozona, anziché l'opzione tedesca di un accordo che impegni tutti e 28 i Paesi dell'Unione, anche quelli fuori dall'euro, dunque incluso il Regno Unito.
Per Cameron, la differenza tra l'una e l'altra ipotesi ha anche conseguenze politiche interne. L'ala più euroscettica del partito conservatore esige un referendum nazionale sul rapporto con l'Europa, nel caso di modifiche ai trattati esistenti che coinvolgano la Gran Bretagna: e sapendo che i "no" all'Europa rischierebbero di vincere una simile consultazione, il premier non vuole indirla. D'altra parte i liberaldemocratici, partner della sua coalizione di governo, sono invece profondamente filo-europei, e premono per non diluire i legami con Bruxelles. Una resa dei conti minaccerebbe dunque la stessa sopravvivenza del governo britannico.
Anche all'interno dei Tories, oltrettutto, non mancano gli eurofili, come il ministro della Giustizia Ken Clarke, a lungo ministro delle Finanze con la Thatcher e Major, che è intervenuto nel dibattito con una intervista al Financial Times per ammonire Cameron che questo non è il momento di richiedere concessioni alla Ue. Al contrario, Clarke esorta il premier a negoziare in modo costruttivo e a concentrarsi su "come mantenere la stabilità finanziaria del mondo occidentale", giudicando che sia questo il supremo interesse della Gran Bretagna di fronte alla grave crisi aperta dall'euro.
(07 dicembre 2011)
Vertice dei leader europei per rilanciare l'economia
- 07/12/2011
Consiglio europeo dell'8 e 9 dicembre 2011: il tema principale sarà il governo dell'economia nell'area dell'euro, seguito da energia e nuove adesioni all'UE.
I leader europei prenderanno in esame la situazione economica generale dell'UE e i provvedimenti da adottare per favorire la crescita e l'occupazione.
Valuteranno una serie di proposte per controllare i progetti di bilancio e tagliare i disavanzi di tutti i paesi dell'area dell'euro, con una ancora più attenta vigilanza sull'economia e i bilanci dei paesi in preda ad una grave instabilità finanziaria o che hanno bisogno di misure di salvataggio.
Modifica del trattato
I leader esamineranno inoltre l'opportunità di emettere degli eurobond, ad esempio per ridurre e stabilizzare i tassi d'interesse che i paesi devono pagare per ottenere un prestito.
La Commissione ha messo sul tavolo 3 opzioni per l'introduzione dei cosiddetti "stability bond ", con un'analisi delle rispettive implicazioni finanziarie e giuridiche. Potrebbe però essere necessaria una modifica del trattato di Lisbona, che disciplina il funzionamento dell'Unione europea.
Piano energetico
Fra i temi all'ordine del giorno del Consiglio europeo spicca anche la necessità di disporre di un'energia sicura, sostenibile e a prezzi ragionevoli.
I leader europei analizzeranno un pacchetto di misure per l'efficienza e il risparmio in campo energetico che vincolerebbero giuridicamente i paesi dell'UE a migliorare l'efficienza energetica in ogni fase, dalla produzione alla distribuzione fino al consumo finale.
Ne dovrebbero derivare importanti vantaggi in termini finanziari, economici e di posti di lavoro, nonché un risparmio sulla bolletta della luce.
I leader europei hanno, tra l'altro, sollecitato la costituzione di un mercato unico dell'energia entro il 2014, per facilitare l'acquisto e la vendita di energia fra i paesi dell'UE. Un mercato aperto con un'infrastruttura intelligente ed integrata risulterebbe certamente più competitivo.
Nuovi stati membri dell'UE
Sul tavolo c'è anche la possibilità di ammettere nuovi paesi nell'Unione, per rafforzarne gli interessi strategici, la sicurezza e la prosperità. La Commissione ha raccomandato di avviare i negoziati con il Montenegro e di conferire alla Serbia lo status di paese candidato, il primo passo del processo di adesione.
Nel frattempo la Croazia è giunta alla fase conclusiva e si appresta a diventare il 28 paese dell'UE. I negoziati si sono conclusi a giugno, e la firma del trattato di adesione è attesa per il 9 dicembre.
La Croazia terrà quindi un referendum per decidere se aderire all'UE il 1° luglio 2013.
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