Carcere per i marò, ma in area ad hoc
De Mistura: salvata la dignità dei nostri militari
06 marzo, 06:22
(ANSA) - ROMA, 6 MAR - I giudici indiani hanno deciso: i marò devono andare in carcere. Ma l'Italia resiste: il sottosegretario De Mistura fa scudo e strappa una soluzione provvisoria che "salva la dignità dei nostri militari", dice. I due marò dovrebbero essere ospitati in una costruzione separata del carcere di Trivandrum, continuando ad indossare la loro divisa e potendo disporre del telefono.
India, trasferiti in carcere i due marò. Farnesina: "Misure inaccettabili"
New Delhi, 5 mar. (Adnkronos/Ign) - Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di avere ucciso due pescatori indiani, devono andare in carcere. Lo ha stabilito il giudice della Corte di Kollam davanti al quale i marò sono comparsi questa mattina.
Il provvedimento ha effetto immediato. Per i due italiani si aprono le porte del carcere di Trivandrum, capitale dello Stato federale del Kerala. Inoltre, secondo quanto riferisce l'agenzia Pti, Latorre e Girone rimarranno sotto custodia giudiziaria per altri 14 giorni. Finora i due militari erano stati trattenuti a Kochi in una guest house della polizia del Kerala.
Nei confronti dei due italiani non verrà mostrata alcuna indulgenza, aveva fatto sapere il Chief Minister del Kerala, Oommen Chandy, sostenendo che nei loro confronti ci sono "prove incontrovertibili".
Il tribunale di Kollam ha inoltre accolto oggi la richiesta dei procuratori di avvalersi di esperti del dipartimento della Marina mercantile per ispezionare la scatola nera della Enrica Lexie, si legge sul sito del 'Times of India'. Lo stesso quotidiano sabato scorso aveva scritto che nella scatola nera della nave italiana non sarebbero presenti dati preziosi per comprendere quanto accaduto lo scorso 15 febbraio.
Protesta l'Italia che parla di misure inaccettabili. Su indicazione del ministro degli Esteri, Giulio Terzi, il segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, ha espresso oggi all'Incaricato d'Affari indiano a Roma Saurabh Kumar la vivissima preoccupazione del governo italiano per la decisione del tribunale indiano. Lo riferisce una nota della Farnesina. Nel definire inaccettabili tali misure in considerazione dello status dei nostri due militari - prosegue la nota - e nel sottolineare l'estrema sensibilità della questione per le Autorità italiane, per le famiglie e per l'opinione pubblica e parlamentare italiana, l'ambasciatore Massolo ha ribadito la ferma richiesta che ogni sforzo venga fatto per reperire prontamente per i nostri militari strutture e condizioni di permanenza idonee.
Al termine del Consiglio dei ministri, durante il quale il ministro Terzi ha fatto il punto sulla missione che la scorsa settimana lo ha portato in Asia, con tappe in India, Vietnam e Singapore, e infine in Turchia, è emerso che il governo è impegnato nella ricerca di soluzioni. Con particolare riguardo alle tappe a New Delhi e Kochi, il ministro Terzi - riferisce il comunicato di palazzo Chigi - si è soffermato sull'impegno coordinato delle Amministrazioni coinvolte nella ricerca di ogni possibile soluzione alla vicenda dei militari Latorre e Girone, ai quali tutte le articolazioni del governo continueranno a garantire la massima tutela ed assistenza. In particolare, Terzi ha illustrato le iniziative da lui stesso attuate durante la visita, i costanti sforzi del sottosegretario De Mistura e delle nostre autorità diplomatico-consolari, e l'attività del gruppo interministeriale di esperti inviati dai dicasteri degli Esteri, Difesa e Giustizia.
''Questo non ce lo aspettavamo proprio. Cadiamo dalle nuvole. Ho parlato con mia sorella, è straziata da questa notizia. Anche lei è rimasta spiazzata'', dice all'Adnkronos Giovanni Ancona, cognato di Massimiliano Latorre in merito alla notizia del trasferimento in carcere, e aggiunge: ''Ancora non riusciamo a crederci e per questo non sappiamo cosa pensare e cosa fare''. ''Non abbiamo notizie ufficiali, non ci crediamo ancora. Posso solo dire che vedo troppa decisione da parte dello Stato Indiano. Invece non so cosa lo Stato italiano stia facendo, non capisco. Qualcuno ci dice di stare tranquilli, di non preoccuparci - prosegue Ancona - ma non sappiamo cosa fare''. Anche Ancona ha partecipato alla fiaccolata che si è tenuta nei giorni scorsi a Taranto per chiedere il ritorno dei due marò. ''Sentiamo la solidarietà dell'opinione pubblica italiana e continuiamo a sperare'', conclude.
A parlare all'Adnkronos è anche l'avvocato Leonardo La Porta che cura gli interessi in Italia della famiglia di Massimiliano Latorre. "La decisione è pesante, i familiari speravano che non accadesse. Adesso aspettano di avere ulteriori notizie ma sono pronti a partire per l'India per stare vicini al loro familiare e fargli sentire il loro affetto, oltre che per capire cosa si può fare" afferma l'avvocato, che ribadisce "la massima fiducia" della famiglia del militare tarantino nelle autorità italiane ma anche la necessità "di un contatto diretto con il congiunto". Per il momento i familiari non hanno ricevuto notizie ufficiali. Lo stesso avvocato non esclude di recarsi a Roma nei prossimi giorni dove presso la Procura è stato aperto un fascicolo su ciò che è accaduto in India.
Il caso è di "competenza delle autorità italiane, che non hanno finora richiesto la nostra assistenza" ha chiarito la portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton. "Esprimiamo rammarico per la morte dei due pescatori indiani - ha detto Maja Kocjiancic, interpellata sul caso - Siamo in stretto con le autorità italiane, ma la responsabilità è la loro, perché le questioni consolari sono di competenza dei singoli Paesi". "Al momento l'Italia non ha chiesto la nostra assistenza", ha sottolineato ancora la portavoce di Bruxelles, ribadendo che l'ufficio dell'Alto rappresentante "sta seguendo da vicino il caso" e nei giorni scorsi "il nostro capo delegazione in India ha incontrato il sottosegretario agli Esteri italiano Staffan De Mistura".
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, scrive su Twitter che ''l'episodio dei marò in India potrebbe indebolire anche l'efficacia della comunità internazionale contro la pirateria''.
"Tecnicamente è sequestro di persona: gli indiani hanno rapito i due marò" è il giudizio senza mezzi termini di Augusto Sinagra, ordinario di diritto delle Comunità europee alla facoltà di Scienze Politiche della "Sapienza" di Roma. "Di giuridico in questa vicenda c'è poco: la competenza - sottolinea - è dello Stato italiano, perché il fatto si è verificato in acque internazionali, dove si applica la legge della bandiera. Se si è verificato...". Il professore indica nella "debolezza delle azioni di governo" il successivo svolgimento della vicenda e l'attuale stato di prigionia dei due militari italiani: "Il paese ha mostrato poca dignità nazionale e la responsabilità è di tutti, a partire dal premier in giù, passando per il ministro degli Esteri, l'ambasciatore". Una situazione recuperabile? "Non lo so - dice, conversando con l'Adnkronos - a meno che non si passino sottobanco dei soldi al governo locale indiano. In altri tempi - conclude - avremmo cominciato a bombardare".
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