Il re della nocciola ? Si trova a Montesano
Sicilia. Commissario dello Stato impugna alcune norme della Finanziaria: Ars a rischio sciolgimento
Solar energy report
Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 3, aprile 2012
Bankitalia: redditivita' imprese nel 2011 al 33,5% come nel 1995
Bankitalia: diminuisce ricchezza famiglie primi 9 mesi 2011
Auto blu, precisazioni da Palazzo Chigi
Il re della nocciola ? Si trova a Montesano
Manilia, titolare della Pasticceria «Orchidea» a ha vinto il prestigioso scettro: fa dolci più buoni al mondo
SALERNO - Il miglior dolce alla nocciola del mondo è salernitano: il maestro pasticciere Giuseppe Manilia, titolare della Pasticceria “Orchidea” a Montesano sulla Marcellana, ha vinto quest’anno il prestigioso scettro. Il concorso “The Best Dolce alle Nocciole in the World” si è svolto lo scorso 21 Aprile a Cortemilia, in provincia di Cuneo, chiamando a raccolta 18 tra i migliori pasticcieri al mondo.
La competizione ha visto confrontarsi maestri pasticcieri dalle Americhe e dall’Europa: Florida, Canada, Francia, Belgio, Svizzera, Germania ed anche Sud Corea.
IL LATTE DOC - A Manilia sono arrivati i complimenti del presidente della Centrale del Latte di Salerno, Ugo Carpinelli, mentre c’è chi vorrebbe una delle sue torte a un banchetto reale del principe Kate e di lady Middleton. «Il premio - ha detto Carpinelli - va sicuramente ascritto alla sue capacità professionali ma anche alla eccellenza dei prodotti della Centrale del Latte di cui Giuseppe Manilia è affezionato cliente».
Sicilia. Commissario dello Stato impugna alcune norme della Finanziaria: Ars a rischio sciolgimento
Il documento era stato approvato nei giorni scorsi dall'assemblea siciliana, ma subito c'erano stati dei dubbi sulla possibilità di un eventuale stop da parte di Carmelo Aronica
PALERMO. L'Assemblea regionale siciliana a rischio scioglimento. Il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, ha impugnato ben 80 norme della legge di stabilità, approvata nei giorni scorsi. Cassata l'architrave del bilancio, a questo punto l'Ars è costretta a rimettere mano alla
finanziaria. Il Parlamento ha solo quattro giorni per varare un nuova legge, altrimenti sarà commissariato dallo Stato.
Le norme impugnate creano un buco di circa 900 milioni di euro. L'Assemblea potrebbe riunirsi già nelle prossime ore: il 30 aprile infatti scade l'esercizio provvisorio, cui il governo ha fatto ricorso per quattro mesi (limite previsto per Statuto) in attesa di varare la legge di stabilità. Le norme impugnate che mettono a rischio l'intero bilancio sono quelle che prevedono accantonamenti negativi per 192 milioni di euro, che il governo ha previsto di coprire con
le entrate derivanti dalla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare pubblico e in minima parte dalla vendita dei biglietti d'ingresso in parchi e riserve.
La scure del commissario è caduta anche sulla posta negativo per 343 milioni, fondi che l'esecutivo Lombardo prevede di recuperare dalla trattativa col governo centrale sul federalismo
fiscale. In particolare si tratta di somme a copertura di una parte della spesa sanitaria, risorse attinte dai fondi Fas, il cui utilizzo temporaneo è stato autorizzato dallo Stato. Disco rosso anche per la norma che autorizza l'accensione di un mutuo di 558 milioni
Solar energy report
In arrivo tempi difficili per il fotovoltaico italiano
Il taglio degli incentivi previsto dal quinto Conto energia, evidenzia l'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, rischia di limitare lo sviluppo del comparto
Gianluigi Torchiani
Il difficile futuro del comparto, più che i risultati di un 2011 tutto sommato positivo, è stato al centro della presentazione della quarta edizione del Solar energy report dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, anche quest'anno caduta nel mezzo dei cambiamenti normativi che stanno interessando il settore. Il varo dello schema di riforma del Conto energia da parte del Governo poche settimane fa, infatti, ha messo in secondo piano i numeri dello scorso anno, che pure hanno riservato diverse sorprese.
Innanitutto il segno meno: nel 2011, al netto del Salva Alcoa, in Italia sono stati installati 5,65 GW, un dato significativo se si tiene conto del blocco di tre mesi provocato dalla complessa gestazione del quarto Conto energia, ma pur sempre il 6,6% in meno rispetto al 2010 dei record. L'arretramento è ancora più evidente se si prende in esame il volume d'affari generato dal comparto: in questo caso la diminuzione rispetto all'anno precedente è del 31% (14,8 miliardi di euro di fatturato), a causa soprattutto dell'evidente calo del prezzo chiavi in mano per tutti i segmenti di mercato, con conseguente riduzione dei margini per gli operatori. Tutto questo ha avuto un impatto anche sull'occupazione diretta del settore, diminuita del 3% in confronto al 2010 (18.000 unità). La tipologia prevalente di installazioni del 2011, inoltre, è stata diversa dalle aspettative: nonostante il quarto Conto energia cercasse di favorire la diffusione dei piccoli impianti, in realtà la quota del solare di taglia superiore a 1 MW è aumentata dal 22 al 31%. Inoltre la percentuale degli impianti su tetto non è andata oltre il 38% della potenza installata.
In questo scenario in chiaroscuro è letteralmente piombata la riforma del sistema di incentivazione: secondo l'analisi dei ricercatori del Politecnico, la sforbiciata alle tariffe prevista dallo schema predisposto dal Governo è rilevante. Si va infatti da un meno 38,5% (rispetto a quanto stabilito dal quarto Conto energia) per gli impianti di piccola taglia, a un massimo del -65% per quelli di grandi dimensioni. Questi ultimi rischiano di diventare non appetibili per gli investitori, mentre i piccoli lo saranno soltanto a patto di decise riduzioni dei prezzi per i clienti finali. L'applicazione del Registro per tutte le installazioni sopra i 12 KW, ossia poco più che residenziali, rischia inoltre di essere fortemente penalizzante per il settore.
«Il giudizio sul nuovo Conto energia è negativo - ha commentato Valerio Nataliza di Anie Gifi - perché si tratta di un provvedimento che non favorisce lo sviluppo del comparto. Con i criteri di accesso al Registro, non si faranno né impianti commerciali né industriali, al massimo si potranno installare 400-500 MW a semestre. Il budget stanziato rappresenta un altro punto negativo: i 6,5 miliardi annui di spesa cumulata per il fotovoltaico non garantiscono una diminuzione progressiva degli incentivi senza traumi ma, al contrario, il rischio è quello di far schiantare il mercato. Altra nota dolente è il Registro: si parla da anni di semplificazione e invece si introducono meccanismi che aumentano la burocrazia e i costi. Quantomeno il limite dei 12 kW andrebbe innalzato».
Anche secondo Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, l'attuale formulazione del quinto Conto energia rende improbabile il raggiungimento dei 2-3 GW di nuova potenza installata annua auspicati dal Governo. Le previsioni degli analisti del Solar Energy report sono invece leggermente più ottimistiche, almeno per quanto riguarda il 2012, che si dovrebbe chiudere con 1,8 GW di nuova capacità. Più tiepide invece le stime per il 2013, con “soli” 1,5 GW di installato. Il dato di fiducia per il settore è rappresentato dalla grid parity, ossia la piena competitività con le fonti fossili, ormai molto vicina per il solare nazionale per effetto del deciso decremento del prezzo dei moduli.
Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 3, aprile 2012
26-04-2012
Sintesi
I rischi per la stabilità finanziaria si sono attenuati... - La massiccia immissione di liquidità da parte della Banca centrale europea (BCE) e le misure attuate dai governi per contrastare la crisi nell'area dell'euro hanno interrotto la spirale negativa tra aumento dei rischi sovrani, difficoltà del sistema bancario e peggioramento congiunturale, che nell'ultima parte del 2011 tendeva ad assumere carattere sistemico.
...ma non sono svaniti - Le tensioni sono riemerse in aprile, segnalando l'esistenza di rischi tuttora elevati. A offuscare le prospettive economiche e finanziarie nei paesi avanzati contribuiscono i timori sui conti pubblici e sull'intensità della crescita globale. Il recente accordo per ampliare la capacità di intervento dei meccanismi intergovernativi di sostegno alle economie dell'area dell'euro in difficoltà ha mitigato ma non ha fugato le inquietudini degli investitori. Nell'area dell'euro le turbolenze sui mercati riaffiorano, con rapidità, non appena si diffondono dubbi sull'efficacia degli interventi volti a risanare le finanze pubbliche e a stimolare la crescita. Le preoccupazioni circa la profondità e la durata della fase recessiva sono acuite dai timori sulla capacità di erogare credito e sulla solidità delle banche, che stanno tuttavia rafforzando il patrimonio.
L'Italia ha fatto rilevanti progressi sul fronte delle finanze pubbliche... - In Italia le misure di consolidamento fiscale attuate dalla metà del 2011, gli interventi in materia previdenziale e i progressi nelle riforme volte a elevare il potenziale di crescita dell'economia hanno consentito di riguadagnare fiducia sulla sostenibilità dei conti pubblici. Il miglioramento registrato sul mercato del debito sovrano è significativo, anche se è stato in parte ridimensionato dalle tensioni delle scorse settimane, nate al di fuori dell'Italia. Nostre simulazioni, che ipotizzano la piena efficaciadegli interventi governativi, mostrano che il rapporto debito/PIL comincerebbe a ridursi già nel 2013anche qualora il costo del debito aumentasse e la crescita risultasse inferiore alle attese.
...ma risente del contagio e della recessione - Il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e tedeschi rimane tuttavia elevato; continua a risentiredei fattori speculativi che hanno spinto i tassi in Germania su valori eccezionalmente bassi. Nell'attuale fase di debolezza congiunturale e di volatilità dei mercati è essenziale proseguire, con rapidità e coerenza, nel vasto programma di riforme strutturali in grado di influire sulle aspettative di reddito futuro, senza le quali sarebbe più difficile rafforzare il consolidamento dei conti pubblici e cogliere le opportunità della ripresa globale.
L'indebitamento di famiglie e imprese italiane è contenuto - In Italia le condizioni finanziarie del settore privato rimangono nel complesso equilibrate. Famiglie e imprese risentono però della recessione in atto e delle tensioni nell'offerta di prestiti. Ad arginare le difficoltà contribuiscono le misure introdotte negli ultimi due anni dal Governo in favore di famiglie e imprese indebitate e gli accordi tra le associazioni di categoria di banche, imprese e consumatori. Una quota elevata delle imprese che hanno beneficiato della moratoria sui mutui è successivamente tornata a effettuare rimborsi con regolarità.
Le tensioni nelle condizioni di offerta di credito si stanno attenuando... - La contrazione dei prestiti bancari registrata nello scorcio del 2011 ha riflesso i vincoli all'offerta di credito provocati, in quella fase, dall'instabilità del mercato dei titoli pubblici: le tensioni sul fronte della liquidità delle banche che ne sono derivate hanno spinto gli intermediari a irrigidire le politiche di impiego, accentuando la decelerazione del credito dovuta al calo della domanda da parte di famiglie e imprese. La dinamica dei prestiti è condizionata anche dal peggioramento della qualità del credito.In base a segnali recenti, le tensioni nelle condizioni di offerta di credito si starebbero attenuando: i tassi sulle erogazioni alle imprese sono tornati a scendere; l'indagine trimestrale sul credito bancario in Italia (Bank Lending Survey) segnala per i primi mesi del 2012 un miglioramento dei criteri di concessione dei prestiti.
... riflettendo la riduzione del rischio di finanziamento delle banche... - Questa evoluzione riflette il calo del rischio sovrano nel primo trimestre del 2012 e soprattutto l'intervento dell'Eurosistema, che ha fortemente ridotto i rischi di finanziamento delle banche nel medio termine. Gli intermediari italiani dispongono ora di risorse liquide per fronteggiare passività in scadenza e per finanziare l'economia; la dotazione di collaterale è anch'essa assai ampia. Nell'ambito dei sondaggi condotti dalla Banca d'Italia, le maggiori banche italiane hanno manifestato l'intenzione di impiegare parte dei fondi ottenuti dalla BCE per riavviare il credito a famiglie e imprese. I miglioramenti delle condizioni di offerta potranno riflettersi, con gli usuali ritardi, sulla dinamica effettiva dei prestiti. Il cammino verso la normalizzazione dipenderà dalle condizioni del mercato dei titoli sovrani, dalla funzionalità del mercato internazionale dei capitali, dalla evoluzione congiunturale. Nostre stime indicano che la dinamica del credito dovrebbe risollevarsi nella parte finale del 2012. Il flusso di sofferenze in rapporto ai prestiti tornerebbe a ridursi nella seconda metà del 2012.
...ma è necessario riattivare i mercati della raccolta all'ingrosso - I finanziamenti della banca centrale non possono tuttavia rappresentare una fonte di provvista permanente. È essenziale che le banche mantengano l'accesso ai mercati internazionali della raccolta all'ingrosso. I segnali positivi di ripresa delle emissioni emersi nei primi mesi dell'anno si sono affievoliti con il riaccendersi delle tensioni sul debito sovrano.
L'esposizione verso i paesi in difficoltà è bassa, quella verso il debito sovrano italiano è aumentata - Il sistema bancario italiano è tra i meno esposti verso i paesi dell'area dell'euro in difficoltà, sia direttamente sia indirettamente (attraverso posizioni creditorie verso banche estere a loro volta esposte verso quei paesi). Nei primi due mesi di quest'anno le banche italiane hanno ripreso ad acquistare titoli pubblici italiani, dopo la pausa registrata nello scorcio del 2011. Quasi il 60 per cento degli acquisti ha fatto capo a banche piccole e medie, che hanno ottenuto una quota molto bassa dei finanziamenti a medio termine erogati dalla BCE.
È essenziale proseguire nel rafforzamento del patrimonio senza restringere il credito all'economia... - Il patrimonio dei principali gruppi italiani è ulteriormente cresciuto: il core tier 1 ratio è salito al 9,3 per cento. Il rafforzamento patrimoniale sta proseguendo nell'ambito dell'iniziativa della European Banking Authority, tenendo conto dell'esigenza di non limitare il credito all'economia.
...e sostenere la redditività - Le prospettive della redditività bancaria rimangono incerte. Essa trova parziale sostegno nelle più distese condizioni di raccolta; il rallentamento produttivo, se protratto, potrebbe tuttavia frenare gli impieghi e prolungare il deterioramento della qualità degli attivi. Oltre il breve termine, le banche devono proseguire l'azione volta a conseguire ulteriori, rilevanti guadagni di efficienza.
Il mercato dei titoli di Stato ha mantenuto funzionalità - Il collocamento dei titoli di Stato si è svolto con regolarità anche nel difficile contesto di fine 2011. Nel periodo gennaio-aprile 2012 il costo medio delle emissioni si è ridotto significativamente rispetto al trimestre precedente, per effetto del calo del premio per il rischio e del riequilibrio delle emissioni verso le scadenze a breve e a medio termine; la vita residua del debito (6,8 anni) rimane peraltro una delle più elevate tra i paesi dell'area dell'euro. Alla metà di aprile era già stato effettuato il 40 per cento delle emissioni totali di titoli pubblici previste per l'intero 2012. La liquidità del mercato secondario dei titoli di Stato è migliorata: i differenziali denaro-lettera si sono dimezzati rispetto ai livelli record registrati alla fine del 2011; le proposte di negoziazione sono tornate ad ampliarsi. Nella parte iniziale del 2012 i non residenti hanno continuato a effettuare disinvestimenti netti; essi hanno però ripreso, per la prima volta dopo diversi mesi, ad acquistare importi netti non trascurabili di titoli a breve termine.
Bankitalia: redditivita' imprese nel 2011 al 33,5% come nel 1995
26 Aprile 2012 - 15:14
(ASCA) - Roma, 26 apr - ''La reddititvita' delle imprese nel 2011 registra che il margine operativo lordo (mol) in rapporto al valore aggiunto e' ancora peggiorato, scendendo al livello piu' basso dal 1995 (33,5%); Anche le condizioni finanziarie registrano un deterioramento: gli oneri finanziari sul MOL sono saliti di circa due punti percentuali; e' proseguito l'aumento del fabbisogno finanziario, a causa soprattutto del minor autofinanziamento''. E' quanto si leggTerzo Rapporto sulla Stabilita' Finanziaria diffuso oggi dalla Banca d'Italia. A livello aggregato si registra una contrazione degli impieghi, un parallelo incremento del ricorso al factoring e un aumento delle sofferenze.
Nel confronto internazionale i debiti delle imprese in rapporto al pil restano relativamente contenuti, sebbene i divari con gli altri paesi si stiano riducendo. La leva finanziaria delle imprese italiane era pari al 45,8% nel 2010, un valore analogo aquello medio dell'area euro:42,2%.
In Italia il rapporto e' aumentato nel 2011 al 48,5%. tra le imprese prevalgono comunque segnali di peggioramento. Il maggior rischio - si legge ancora - ''deriva dalla debole fase congiunturale''.
ram/
Bankitalia: diminuisce ricchezza famiglie primi 9 mesi 2011
26 Aprile 2012 - 15:07
(ASCA) - Roma, 26 apr - ''Nei primi nove mesi del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane e' diminuita, mentre sale dal 23 al 28% la quota di coloro che non sono riuscite ad ottenere un prestito, anche in parte.
Come nel resto dell'Europa, il calo si e' concentrato nella componente finanziaria, soprattutto a causa della diminuzione dei prezzi di mercato delle attivita' finanziarie lorde, la ricchezza reale e' rimasta invece stabile. La ricchezza netta complessiva e' prossima a circa otto volte il reddito disponibile, un livello elevato nel confronto internazionale''. Lo sottolinea il Terzo Rapporto sulal Stabilita' Finanziaria che sottolinea come ''la ricchezza delle famiglie italiane e' diminuita e l'indebitamento e' contenuto, soprattutto tra i meno abbienti''.
''I debiti finanziari delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile - si legge ancora - rimangono bassi nel confronto con gli altri principali paesi.
La crisi finanziaria sta modificando le caratteristiche dei nuclei familiari indebitati. In base all'Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF) condotta dalla Banca d'Italia, tra il 2008 e il 2010 la quota dei nuclei con debiti, gia' contenuta, e' scesa ulteriormente (al 24,1%, dal 26,5), si e' inoltre ridotta la percentuale di famiglie con basso reddito che hanno un mutuo (tra quelle appartenenti al quartile di reddito piu' basso la quota si e' dimezzata, al 4,8%). Questa evoluzione riflette in ampia misura le tensioni nell'offerta di credito registrate negli anni scorsi - spiega il Rapporto - la percentuale di famiglie che non hanno ottenuto almeno in parte il credito richiesto e' salita dal 23 al 28 per cento, oltre che la minore domanda di prestiti; contribuisce a spiegare, insieme con l'assenza di bolle speculative sul mercato immobiliare, il volume relativamente basso di insolvenze tra i prestiti alle famiglie.
Ram
http://www.asca.it/news-Bankitalia__diminuisce_ricchezza_famiglie_primi_9_mesi_2011-1148370-ECO.html
Auto blu, precisazioni da Palazzo Chigi
26 Aprile 2012
In riferimento agli articoli apparsi su alcuni quotidiani italiani, relativi alla Gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1.600 cc, si precisa quanto segue:
Il Governo non acquisterà nuove “auto blu” nel 2012 e auspica, per le amministrazioni territoriali, l’adozione di un’analoga impostazione. Il bando di gara della Consip non determina automaticamente l’acquisto di nuove autovetture. Con l’aggiudicazione delle convenzioni, Consip stipula soltanto un accordo quadro che può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per soddisfare le necessità di spostamento sul territorio. Il bando è pensato soprattutto per le esigenze delle Forze dell’Ordine e di quelle che svolgono servizi di utilità sociale che, più di altre, hanno bisogno di mezzi operativi. Attualmente, infatti, il 61% del parco auto ha tra i 5 e oltre 10 anni. Gli elevati e continui costi di manutenzione rendono l’utilizzo di queste vetture, oltre che inquinante per l’ambiente, particolarmente diseconomico.
Il Governo ha avviato, con decreto del Presidente del Consiglio del 13 gennaio 2012, una politica di riduzione dei costi di gestione delle autovetture. Già nel 2011 c’è stato un taglio del 13% rispetto all’anno precedente. Formez PA ha stimato che la politica di riduzione dei costi produrrà un risparmio complessivo di oltre 300 milioni di euro, così divisi: 250 milioni di euro l’anno dalle amministrazioni locali; 60 milioni l’anno dall’amministrazione centrale.
La gara, peraltro, è stata oggetto, già nelle settimane scorse, di una interrogazione a risposta immediata presso la Camera dei Deputati (consultabile nella banca dati della Camera stessa). In tale occasione, in Aula, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella persona del Vice Ministro, ha già dato una esaustiva risposta indicando tutte le norme su cui si basa la gara.
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