giovedì 19 aprile 2012

pm_19.4.12/ Il rumoroso crollo della palafitta/2. - Visco: L'Italia non e' soltanto in recessione ma e' un paese che e' a un livello di reddito di 5 punti piu' bassi del 2007 e un 20% in meno di produzione industriale.

Maro': famiglie con loro in carcere Trivandrum
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Bankitalia: Visco, per superare crisi riforme coraggiose
Casa: il 67% delle famiglie aiuta figli a comprarla
Produzione, i dati peggiori dal 2009
Tre milioni gli 'inattivi', quelli che non cercano occupazione
Ocse: Italia, boom fallimenti pmi
Udin, oltrepadania. In tre mesi cancellate mille aziende
Kosovo: Belgrado denuncia presenza gruppi armati a Nord



Maro': famiglie con loro in carcere Trivandrum
19 aprile, 08:45
NEW DELHI - I famigliari dei maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono arrivati nel carcere di Trivandrum dove hanno potuto abbracciare oggi alle 11:15 (le 7:45 italiane) i loro cari in un contesto definito da un testimone oculare come ''molto commovente''. Lo ha appreso l'ANSA a New Delhi.
Assediati da giornalisti e cameramen i genitori di Girone, insieme a Vania Ardito Girone (moglie di Salvatore) e Maria Ferrara, Franca Latorre e Christian D'Addario, sono entrati nella prigione dove in una sala hanno trovato ad attenderli i due maro'. ''Adesso sono insieme, da soli - ha detto all'ANSA l'addetto militare italiano a New Delhi, contrammiraglio Franco Favre - ed ho visto due famiglie bellissine, della terra del sud, forti e positive. Degnissime persone''.
Nel momento di abbracciare i loro cari per la prima volta dopo il loro arresto a meta' febbraio, Latorre e Girone hanno dichiarato oggi di avvertire che ''tutta l'Italia e' con noi''. Sentiamo, hanno aggiunto ''una coesione generale attorno al nostro problema''. Un responsabile militare che ha assistito all'inizio del commovente incontro ha commentato: ''Sono forti, per indole, carattere; educazione; sentono l'abbraccio dell'Italia''.
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Bankitalia: Visco, per superare crisi riforme coraggiose
19 Aprile 2012 - 08:49
 (ASCA) - Roma, 19 apr - ''L'Italia non e' soltanto in recessione ma e' un paese che e' a un livello di reddito di 5 punti piu' bassi del 2007 e un 20% in meno di produzione industriale''. E' quanto rileva il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervistato da GIovanni Minoli nella trasmissione ''La storia siamo noi'' in onda stasera e pubblicata su Repubblica. L'Italia quindi e' ''un paese in grave crisi ma che deve guardare in avanti. Abbiamo un futuro che bisogna gestire, che non bisogna subire. Abbiamo le capacita' per farlo e dobbiamo farlo''.
 Il governatore di Bankitalia ribadisce la necessita' di riforme coraggiose per uscire dalla crisi e guardando al prossimo futuro indica che il 2012 sia un anno ''difficile ma prevedo che l'anno prossimo sara' un anno di uscita soprattutton se sapremo convincere i mercati che la nostra situazione di politica economica e i nostri conti sono sostenibili affinche' i tassi di interesse possano scendere''.
did/

Casa: il 67% delle famiglie aiuta figli a comprarla
ultimo aggiornamento: 19 aprile, ore 11:22
Milano, 19 apr. (Adnkronos) - Il 67% delle famiglie italiane aiuta i propri figli, compresi tra una fascia d'eta' che va dai 20 ai 35 anni, a comprare la prima casa, e, anzi, 2 famiglie su 3 sono costretti a sostenerli, a causa della difficolta' economica. E' quanto emerge da una ricerca di casa.it. I giovani sono costretti a rifarsi al patrimonio familiare, qualunque sia il la cifra a disposizione. Il 28,5% e' disposto a spendere tra i 100.000 e i 150.000 Euro, il 26,9% tra i 150.000 e i 200.000 euro, mentre il 20,6% tra i 200.000 e i 300.000 euro. Infine, solo il 6,3% si puo' permettere immobili dal valore di 400.000 euro in su, mentre un piu' consistente 12,6% si oriente nella direzione opposta, cercando di non superare i 100.000 euro.

Produzione, i dati peggiori dal 2009
Ordinativi in calo del 2,5% mensile, 13,2 su base annua
MILANO - Precipita la produzione industriale. E raggiunge i livelli minimi del 2009, quando la crisi economica mondiale era al suo apice. Gli ordinativi a febbraio sono calati del 2,5%, sintesi di una riduzione del 4,9% degli ordinativi interni e di una crescita dell'1,1% di quelli esteri. Su base annua l'indice grezzo degli ordinativi segna un calo del 13,2%, il dato più basso da ottobre del 2009, quando la diminuzione era stata del 16,5%.
IL TRIMESTRE - Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono dell'1,5% rispetto al trimestre precedente. Per gli ordinativi, l'unico aumento tendenziale si osserva per la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,6%). Il calo più ampio si registra per la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, app. di misurazione e orologi (-29,7%).

Tre milioni gli 'inattivi', quelli che non cercano occupazione
Scoraggiati dalla crisi, sarebbero disponibili a lavorare: un dato triplo rispetto alla media Ue
19 aprile, 11:42
ROMA - Nel 2011 gli inattivi che non cercano un impiego ma sono disponibili a lavorare sono 2 milioni 897 mila, con un rialzo annuo del 4,8% (+133 mila unità). La quota di questi inattivi rispetto alle forze lavoro è dell'11,6%, dato superiore di oltre 3 volte a quello medio Ue. Il fenomeno é caratterizzato dallo scoraggiamento. Lo rileva l'Istat.
Gli scoraggiati, coloro che dichiarano di non essere alla ricerca di un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo, in Italia hanno raggiunto nel 2011 quota 1 milione e 523 mila, si tratta del dato annuo più alto dal 2004.

Ocse: Italia, boom fallimenti pmi
Saliti a 11.289 nel 2010, 20,3 casi ogni 10.000 aziende
19 aprile, 11:18
(ANSA) - PARIGI, 19 APR - Il numero di fallimenti tra le piccole e medie imprese italiane nel 2010 e' aumentato a 11.289, 20,3 casi ogni 10.000 aziende esistenti, contro 9.429 nel 2009 (17,1 ogni 10.000) e 6.165 nel 2007 (11,2 ogni 10.000). Lo scrive l'Ocse. L'Italia, sottolinea l'organizzazione, e' uno dei cinque Paesi (su 13 esaminati nel rapporto), in cui il numero di fallimenti ha continuato ad aumentare anche tra il 2009 e il 2010, insieme a Ungheria, Slovacchia, Danimarca e Svizzera.

Udin, oltrepadania. In tre mesi cancellate mille aziende
I dati Movimprese sul Friuli Venezia Giulia: si allarga la forbice fra iscrizioni e cessazioni. Da Pozzo (Unioncamere): agire su credito e infrastrutture
crisi
 di Renato D’Argenio
 UDINE. Nei primi tre mesi dell’anno il Friuli Venezia Giulia ha perso quasi mille imprese, per l’esattezza 967 (quasi l’1% delle iscritte), circa 200 in più rispetto all’anno scorso. Il 2012 comincia peggio di com’era iniziato e finito il 2011, con meno iscrizioni e più cessazioni. Lo comunica Movimprese nello studio realizzato da Infocamere per Unioncamere. Nel primo trimestre dell’anno, si è allargata la forbice della vitalità delle imprese tra chi sceglie di entrare sul mercato, creando una nuova attività (sono stati in 533 tra gennaio e marzo), e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto 783).
 Un dato in linea con quanto accaduto a livello nazionale, dove gli iscritti sono stati 120.278 e le cancellazioni 146.368 (meno 26.090). Spulciando i dati relativi alla nostra regione, l’unico segno positivo – come peraltro nel resto del Paese – lo si trova alla voce “società di capitale” con 97 iscrizioni, contro 64 cessazioni. A livello nazionale, invece, le iscrizioni sono state 21.185 mentre le cancellazioni 14.904. In tutto 6.911 imprese in più, con una crescita dello 0,5%. Un salto in avanti – «anche se più attenuato rispetto allo scorso anno» - garantito, a livello nazionale, anche dalle “altre forme”, per esempio le cooperative. “Altre forme” che, invece, nella nostra regione restano praticamente costanti: 38 iscrizioni e 39 cancellazioni.
Per esempio, le cooperative Fvg segnano 19 iscrizioni e altrettante cancellazioni. Il crollo vero e proprio che ha colpito il Friuli Venezia Giulia riguarda, invece, le ditte individuali con 2.326 cessazioni, quasi il 40% in più rispetto alle 1.496 iscritte. Una percentuale decisamente più elevata rispetto alla media nazionale dove le cessazioni sono state 111.301 il 27% in più rispetto alle 80.781 iscritte. Nella maggior parte dei casi si tratta di imprese artigiane che in tre mesi mostrano un saldo negativo di 364 (771 iscrizioni contro 1.135 cessazioni su un totale di 29.987), percentualmente uno dei peggiori a livello nazionale: il tasso di crescita nel primo trimestre di quest’anno è stato di -1,20% (era -0,88% nei primi tre mesi dell’anno scorso). Peggio del Friuli Venezia Giulia hanno fatto solo il Molise (-2,20%), la Sardegna (-1,92%), la Valle d’Aosta (-1,83%) e l’Abruzzo (-1,60%).
 La provincia che paga maggiormente è quella udinese, peraltro, la più popolosa, anche imprenditorialmente: 963 iscrizioni e 1.463 cessazioni (-500). Segue quella di Pordenone (-250) con 533 iscritte e 783 cancellate. Quindi Gorizia (-114) con 223 iscritte e 337 cessate ed infine Trieste (-103). «Il primo trimestre di ogni anno è sempre, fisiologicamente, quello che presenta le performance meno positive – spiega il presidente di Unioncamere Fvg, Giovanni Da Pozzo –: se non cambiano molto (negli ultimi tre anni è stato così) le cancellazioni, sono però in calo significativo le iscrizioni, segno del permanere di uno stato di forte incertezza del nostro sistema produttivo, che non trova il terreno fertile per scommettere sul futuro.
 Ciò, nonostante si noti che è in atto un ispessimento delle nostre aziende, che vanno via via strutturandosi sempre di più. Il momento comunque è difficile, a tutti i livelli – continua Da Pozzo –, ed è più che mai indispensabile agire in fretta. Non si può più perdere tempo e anche se nessuno ha in tasca la soluzione per tutti i mali, ci sono tante risposte da poter mettere in atto per dare respiro agli imprenditori, che le chiedono da tempo e con sempre più urgenza, dal credito alle infrastrutture, per ricostruire le condizioni in cui possano credere nuovamente nella sfida imprenditoriale e soprattutto garantire una speranza ai giovani».

Kosovo: Belgrado denuncia presenza gruppi armati a Nord
Ministro accusa Pristina di 'avventurismo'
19 aprile, 09:24
(ANSAmed) - BELGRADO, 19 APR - Il ministro serbo per le questioni del Kosovo, Goran Bogdanovic, ha chiesto ai rappresentanti della comunita' internazionale di indagare sull'eventuale presenza nel nord del Kosovo di gruppi di estremisti armati, e in caso positivo di disarmarli.
 In dichiarazioni all'emittente TV Most di Zvecan (nord Kosovo, a maggioranza serba), Bogdanovic ha detto che numerosi video postati su internet mostrano civili armati nel nord del Kosovo. Cio', ha osservato, e' il risultato dei tentativi di Pristina di assumere il controllo sul nord del Kosovo con azioni unilaterali violente. Bogdanovic ha messo in guardia a questo riguardo da quello che ha definito l' ''avventurismo di Pristina'' suscettibile di portare a conseguenze imprevedibili.
''Questo e' il momento in cui la presenza internazionale deve dimostrate di voler eliminare l'estremismo albanese'', ha detto Bogdanovic, con riferimento alla Kfor (Forza Nato) e alla missione europea Eulex.
 Nel nord del Kosovo. a maggioranza di popolazione serba, e' tornata ad aumentare la tensione dopo l'uccisione nelle scorse settimane di un kosovaro albanese a Kosovska Mitrovica, e l'arresto di alcuni serbi accusati di attivita' illegale diretta a organizzare le elezioni serbe del 6 maggio, contro le quali sono decisamente schierate le autorita' di Pristina. Belgrado mantiene nel nord del Kosovo proprie strutture di governo (scuola, sanita', consigli municipali) che impediscono a Pristina di avere il pieno controllo su quella parte del paese.
(ANSAmed).

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