L’ossessione dei «migliori»
La Regione e la sindrome del primato
Nel turismo, quest'estate, c’è chi ha fatto meglio.
E questo all’assessora Godelli non va giù, nonostante la Puglia venga da anni
di boom e un calo può essere fisiologico
L’Acea
(Associazione dei costruttori europei di auto) comunica periodicamente le
vendite di automobili. La Fiera del Levante il numero dei visitatori. Gli
albergatori quelli delle presenze. Si riportano i dati, si comunica la fonte,
si fanno i confronti con i numeri precedenti ed eventualmente si elaborano
considerazioni. Questa è l’informazione. Per la Regione Puglia, però, ci sono
dati e dati. L’ossessione di considerarsi (o apparire) migliori degli altri
induce spesso i governanti pugliesi a pensare di poter decidere quali numeri
abbiano rilevanza per l’opinione pubblica e quali invece no. E così, quando
l’Istat comunica i dati sulle esportazioni regionali del primo semestre 2012,
si convoca ad horas una conferenza stampa per sottolineare l’incremento
dell’11,3% pugliese, secondo solo a quello siciliano (più 21,2%). Per
sottolineare che è vero, la Sicilia è prima, «ma esporta prodotti petroliferi e
rifiuti», come evidenziato dalla vice presidente Loredana Capone. I migliori,
quindi, restano i pugliesi. Anche se considerando il dato assoluto e, quindi,
il peso delle esportazioni pugliesi sul totale Italia, la percentuale rimane
bassa (2,3%) così come quella meridionale (11,8%), lacuna su cui si è
soffermato anche il premier Mario Monti nel discorso inaugurale della Fiera del
Levante («Il Mezzogiorno, con il 35% della popolazione, alimenta solo il 15%
delle esportazioni. Bisogna fare di più». Figuriamoci se non arriva neanche al
12%). Ma questi, evidentemente, sono i numeri che non piacciono alla Regione
Puglia. Come quelli di Federalberghi nazionale.
Per gli
albergatori italiani (che ovviamente parlano degli alberghi e non dei trulli o
dei campeggi) le presenze alberghiere sono cresciute in Campania (più 2,4%),
Sicilia (più 0,6%) e Veneto (più 0,2%), sono rimaste stabili in Emilia-Romagna
e sono diminuite in tutte le altre regioni. Ebbene, tra queste c’è anche la
Puglia, che secondo Federalberghi ha evidenziato un calo del 6% di presenze.
C’è anche chi ha fatto peggio, come la rinomata Sardegna (meno 7,1%). Ma,
purtroppo, c’è chi ha fatto meglio. E questo all’assessora Silvia Godelli non
va giù, nonostante la Puglia venga da anni di boom e un calo, in periodo di
crisi, sia anche fisiologico. E così, in una nota diramata ieri prima ha
sottolineato che «i dati ufficiali giungono l’anno successivo», poi ha
annunciato che «già nelle prossime settimane la Regione diffonderà e analizzerà
i dati veri della stagione, rilevati da un serissimo istituto di ricerca (a
spese di chi? ndr) e non da dilettanti allo sbaraglio». Nell’attesa di scoprire
che ai vuoti degli alberghi hanno fatto da contraltare i trulli stracolmi, i
dati di Federalberghi, sebbene dilettantistici, sono stati commentati anche dal
ministro del Turismo Piero Gnudi per il quale «confermano che la crisi sta
producendo i suoi prevedibili effetti sulle scelte di consumo e purtroppo il
turismo non può essere considerato immune. E il Mezzogiorno, con alcune
eccezioni, rimane il fianco debole del mercato turistico italiano». E hanno
trovato conforto nel calo di passeggeri che per la prima volta dal 2001 ha
interessato gli aeroporti di Bari e Brindisi nel mese di agosto 2012. E in
questo caso la fonte è Aeroporti di Puglia, società controllata dalla Regione.
di Michelangelo Borrillo
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