giovedì 20 settembre 2012

L’imbecille fa sorridere, e’ un Top Performer. Cambia mestiere, non e’ per te: in un sol colpo ti sei sputtanato. E’ evidente che ti mancano le basi, sia scientifiche che umane.


L’ossessione dei «migliori»
La Regione e la sindrome del primato
Nel turismo, quest'estate, c’è chi ha fatto meglio. E questo all’assessora Godelli non va giù, nonostante la Puglia venga da anni di boom e un calo può essere fisiologico




L’Acea (Associazione dei costruttori europei di auto) comunica periodicamente le vendite di automobili. La Fiera del Levante il numero dei visitatori. Gli albergatori quelli delle presenze. Si riportano i dati, si comunica la fonte, si fanno i confronti con i numeri precedenti ed eventualmente si elaborano considerazioni. Questa è l’informazione. Per la Regione Puglia, però, ci sono dati e dati. L’ossessione di considerarsi (o apparire) migliori degli altri induce spesso i governanti pugliesi a pensare di poter decidere quali numeri abbiano rilevanza per l’opinione pubblica e quali invece no. E così, quando l’Istat comunica i dati sulle esportazioni regionali del primo semestre 2012, si convoca ad horas una conferenza stampa per sottolineare l’incremento dell’11,3% pugliese, secondo solo a quello siciliano (più 21,2%). Per sottolineare che è vero, la Sicilia è prima, «ma esporta prodotti petroliferi e rifiuti», come evidenziato dalla vice presidente Loredana Capone. I migliori, quindi, restano i pugliesi. Anche se considerando il dato assoluto e, quindi, il peso delle esportazioni pugliesi sul totale Italia, la percentuale rimane bassa (2,3%) così come quella meridionale (11,8%), lacuna su cui si è soffermato anche il premier Mario Monti nel discorso inaugurale della Fiera del Levante («Il Mezzogiorno, con il 35% della popolazione, alimenta solo il 15% delle esportazioni. Bisogna fare di più». Figuriamoci se non arriva neanche al 12%). Ma questi, evidentemente, sono i numeri che non piacciono alla Regione Puglia. Come quelli di Federalberghi nazionale.

Per gli albergatori italiani (che ovviamente parlano degli alberghi e non dei trulli o dei campeggi) le presenze alberghiere sono cresciute in Campania (più 2,4%), Sicilia (più 0,6%) e Veneto (più 0,2%), sono rimaste stabili in Emilia-Romagna e sono diminuite in tutte le altre regioni. Ebbene, tra queste c’è anche la Puglia, che secondo Federalberghi ha evidenziato un calo del 6% di presenze. C’è anche chi ha fatto peggio, come la rinomata Sardegna (meno 7,1%). Ma, purtroppo, c’è chi ha fatto meglio. E questo all’assessora Silvia Godelli non va giù, nonostante la Puglia venga da anni di boom e un calo, in periodo di crisi, sia anche fisiologico. E così, in una nota diramata ieri prima ha sottolineato che «i dati ufficiali giungono l’anno successivo», poi ha annunciato che «già nelle prossime settimane la Regione diffonderà e analizzerà i dati veri della stagione, rilevati da un serissimo istituto di ricerca (a spese di chi? ndr) e non da dilettanti allo sbaraglio». Nell’attesa di scoprire che ai vuoti degli alberghi hanno fatto da contraltare i trulli stracolmi, i dati di Federalberghi, sebbene dilettantistici, sono stati commentati anche dal ministro del Turismo Piero Gnudi per il quale «confermano che la crisi sta producendo i suoi prevedibili effetti sulle scelte di consumo e purtroppo il turismo non può essere considerato immune. E il Mezzogiorno, con alcune eccezioni, rimane il fianco debole del mercato turistico italiano». E hanno trovato conforto nel calo di passeggeri che per la prima volta dal 2001 ha interessato gli aeroporti di Bari e Brindisi nel mese di agosto 2012. E in questo caso la fonte è Aeroporti di Puglia, società controllata dalla Regione.
di Michelangelo Borrillo

Nessun commento: