08.10.2013
La realtà è dotata di esistenza autonoma, essa viene percepita attraverso i sensi ed interpretata secondo le proprie esperienze, solo il superamento di questo tipo di percezione, nel momento in cui diviene intellettiva, svela il valore universale e necessario del reale. È essenziale risalire dall’analisi della struttura organizzativa al comportamento concludente per comprendere i fenomeni economici e sociali che oggi ci riguardano.
L’unica macro area nell’Unione
Europea che negli ultimi 12 anni ha avuto un fenomeno di decrescita e
impoverimento totale è stato il Mezzogiorno. Con l’esclusione del 2007 dove la
crescita economica ebbe un segno positivo anche se modesto (+0,7), il PIL e i
consumi delle famiglie nel complesso sono calati rispettivamente del 3,8% e del
6,3% contro una crescita al Centro Nord del +3,3% e del +2,5%. (Svimez
2008-2013).
Figura 1 andamento cumulato dal 2001 al 2012 del PIL, consumi e
investimenti
Figura 2 Crescita cumulata dal 2001 al 2012 Europa, principali Paesi e
Italia.
Se è pur vero che l’Italia in
genere ha avuto la più bassa performance economica rispetto ai similari paesi
europei, la dinamica recessiva che ha colpito il Sud non può essere ricercata
solamente nelle caratteristiche peculiari dell’area: bassa produttività,
carenza di investimenti e arretratezza infrastrutturale, ma anche nel
drenaggio, delle già scarse risorse di capitale umano e fisico, condizione
aggravata dalle politiche di austerità già avviate nel Mezzogiorno dai governi
di centro destra nell’autunno del 2008. [1]
Il Mezzogiorno produce ricchezza, ma poca rimane sul territorio, buona
parte si disperde e si localizza altrove con forme più o meno palesi di
spostamento: migrazione, delocalizzazione di attività produttive, crescente divario
fra prezzo pagato per il prodotto e quello del venduto nei mercati, l’impari
forza contrattuale delle piccole imprese locali a vantaggio delle grandi realtà
della GDO[2] situate prevalentemente nel Centro-Nord. [3]
Manca al Sud quella capacità di monetizzare il valore del proprio prodotto.
È come se ogni surplus venisse espropriato lasciando il Mezzogiorno privo di
risorse per sostenere la propria crescita. [4]
Un esempio è l’agroalimentare,
che in Italia vale 267 miliardi, il 17% del Pil totale, di cui circa 28
miliardi di produzione agricola, 153 miliardi il valore della
commercializzazione – distribuzione - ristorazione, e il resto attribuito
all’indotto degli investimenti agricoli. Il Sud produce circa il 35% del
prodotto agricolo nazionale, ma nell’agroalimentare pesa solo per il 14%. Nel
settore agroalimentare le esportazioni ammontano al Sud al 14% di quelle
nazionali. Nel lattiero-caseario e nel comparto del vino-olio-carne, il
prodotto si attesta al 40% di quello nazionale, e in alcune regioni Campania,
Puglia e Sicilia questi rappresentano circa 80% della produzione complessiva
eppure questa specializzazione non da evidenti segnali di benessere diffuso, ne
di un certo grado di sviluppo dei relativi mercati e di attività complementari,
proprio perché non crea eccesso di ricchezza reinvestibile. (SRM-SVIMEZ 2013).
Altro fenomeno similare è quello
del capitale umano. Tra il 2001 e il 2011 sono migrate dal Mezzogiorno verso il
Centro-Nord 1.313 mila unità, di cui 172 mila laureati. Nel 2000 i laureati
meridionali che emigravano erano il 10,7% del totale di quanti si trasferivano
al Centro-Nord; nel 2011 sono saliti al 25,0%, un quarto del totale (SVIMEZ
2013).
Una ricchezza immane prodotta dal Mezzogiorno ma monetizzata altrove.
Ecco perché bisogna avviare una
seria riflessione sui modelli di organizzazione produttiva, interpretare i
mutamenti con una visione che non può trascendere dal contesto globale.
L’economia è sempre più purtroppo, espressione di valori e non di quantità. Da
noi a mancare non è la quantità né la qualità del prodotto ma l’assenza del suo
valore.
Oggi l’abusata parola “crisi” in realtà a volte cela un repentino
arricchimento di pochi a scapito dei più.
[Salvatore M. Pace]
[1] Cfr. Pace M. S., : Il bianco e il nero: il drenaggio delle risorse; Sud
e finanza locale: la forbice tributi servizi; Welfare da che parte stai?,
Mezzogiorno, trasporti, infrastrutture, problema ancora aperto.”.
[2] Grande distribuzione organizzata.
[3] Vedi rapporto sull’agroalimentare 2013 Associazione studi e ricerche
per il Mezzogiorno.
[4] Sul punto vedi Mande E. , “Trattato Marxista di economia volume primo”,
1997trad. it., Massari Editore; Baran Paul A., Sweezy P., M. "Il capitale
monopolistico. Saggio sulla struttura economica e sociale americana", 1968
trad.it., Einaudi.
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