venerdì 18 ottobre 2013

“Rapporto Svimez 2013 sull’economia del Mezzogiorno”

Roma, 17 ottobre 2013
Sintesi
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Lo Svimez e’ fantastico, i suoi rapporti fanno pena, ma continua a percepire milioni di euro all’anno dai sempiterni e continuamente cangianti governi padanini; Svimez appare un’istituzione dello stato galbanino: sempre li’, gonfia di figli, parenti ed amici scolarizzati alla bell’emeglio.
Il “famiglio” e’ capace d’assemblare luoghi comuni e banalita’, nella loro forma e sostanza, da fonti giornalistiche, anche gossippare, raccogliticce persino nella terminologia: Il Mezzogiorno ha subìto più del Centro-Nord le conseguenze della crisi, con una caduta forte del Pil e dell’occupazione, mentre le prospettive di ripresa sembrano lente e incerte. Si fa avanti un rischio concreto di consolidamento del calo dei consumi e della perdita dei posti di lavoro. Per questo occorre una forte azione di policy che proceda attraverso azioni di emergenza anticiclica da un lato e di strategie di medio e lungo periodo dall'altro.” Non puoi comparare una realta’ statistica di 20milioni milioni Vs. un’altra di 40. Non puoi comparare una struttura statistica di 14 regioni Vs. una di 6.

Tre perle di quest’anno e poi basta, devo andare a comprare i pizzoccheri valdostani: oggi e’ festa.

“Le donne del Sud tornano al lavoro, ma restano segregate”. Son convinto che prima di scriverlo hanno letto “Storia di una capinera”, (1869) di Giovanni Verga. Apportando una modifica sostanziale alla Protagonista: li’ andava in Convento, per il famiglio va’ prima a zappare e poi si chiude in camera da letto in attesa dello stupro quotidiano. Manca solo il colera.

“Benessere al Sud: si sta peggio rispetto al divario di Pil, ma non per tutto – Essendo un concetto multidimensionale, il benessere include nella sua misurazione aspetti economici, sociali e ambientali di difficile e condivisa identificazione, sia oggettivi che di percezione soggettiva; pur mancando una definizione univoca, il Rapporto SVIMEZ ha tentato una prima formulazione di indicatore di sintesi frutto di 134 indicatori raggruppati in 12 domini, dalla salute alla sicurezza, dal paesaggio alla qualità dei servizi. Articolata anche per regione, l’analisi ha evidenziato come, rispetto alla media nazionale, il Sud registri un gap socio-economico del 42,8%, superiore di oltre dieci punti a quello misurato dal divario di Pil pro capite (-32%).”
Qui Svimez ha cambiato i due soggetti del rapporto: ha sostituito il “Centro-nord Vs. Mezzogiorno” con “Sud Vs. media nazionale”. Di cui il Sud e’ contribuente statistico. Per cui ci sono due errori: il primo e’ che il Sud non coincide con il Mezzogiorno (lo sanno anche gli asini che per “Sud” si intendono le regioni “continentali”). Il secondo e’ che il rapporto di comparazione effettuato e’ metodologicamente sbagliato: avrebbe dovuto essere: Mezzogiorno Vs. centro-nord. Capito? Cosi’ com’e’ non ci appizza una minchia con il resto del contesto.

“In definitiva, si evidenzia come il Mezzogiorno abbia subito una drastica riduzione del sostegno agli investimenti del sistema produttivo, nel pieno di una crisi prolungata e profonda. Al contrario, l’area più ricca del Paese ha potuto contare su un apporto di risorse pubbliche in significativo aumento.”
Svimez e’ pedissequo nello non scontentar, nell’accondiscendere: “lega il ciuccio dove vuole il padrone”. Da buoni meridionali: “In definitiva”.
Il resto dei contenuti del “rapporto” lo avete gia’ letto sui giornali padani nei 12 mesi scorsi. O visto in tv.
grecanico

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