venerdì 17 dicembre 2010

Unioncamere, Mezzogiorno: saldo di – 28000 posti di lavoro.


Roma, 17 dicembre 2010 – Quasi 94mila entrate previste e 158mila uscite, il 57% delle quali per scadenza di contratto, il 6,7% per pensionamento e il 36% per dimissioni ed altri motivi dovrebbero portare l’occupazione nel IV trimestre 2010 a ridursi di  64mila unità.
Quasi la metà di questa contrazione si dovrebbe concentrare nel settore turistico, nel quale evidentemente stanno avvicinandosi alla scadenza i rapporti di lavoro di oltre 40mila profili operai e non qualificati, in maggioranza con contratti a termine a carattere stagionale. A un terzo dei nuovi assunti verrà proposto un contratto a tempo indeterminato. Il 15% delle assunzioni previste sarà destinato a laureati e un altro 46% a diplomati, che nella metà dei casi potrebbero essere giovani in uscita dal sistema formativo. Questa richiesta di laureati e diplomati potrebbe far sì che il bilancio di fine anno risulti in crescita per le professioni più qualificate a carattere scientifico e tecnico.
Questi i programmi occupazionali delle imprese italiane con dipendenti per questo IV trimestre 2010, sondati ed elaborati da Unioncamere in occasione di una nuova indagine a cadenza trimestrale realizzata in accordo con il Ministero del Lavoro. L’accordo è diretto a valorizzare l’esperienza del Sistema informativo Excelsior rendendo ancora più tempestivo e puntuale lo scenario previsivo dell’occupazione nelle imprese italiane.

Più consistente la riduzione attesa al Sud
E’ nel Mezzogiorno che si concentra la più consistente riduzione di personale: -28mila è infatti il saldo tra entrate (oltre 22mila) e uscite (oltre 50mila) previste. In questa ripartizione le difficoltà congiunturali sembrano incidere ancora soprattutto sull’industria e sugli altri servizi, mentre dal Commercio si attende un incremento dei posti di lavoro. Bilancio negativo anche nel Centro, dove comunque le 15mila assunzioni messe in campo rallentano la riduzione di posti di lavoro (-24.600 il saldo finale), concentrate esclusivamente nell’industria e negli altri servizi. Dovrebbe andare decisamente meglio nel Settentrione del Paese. Nel Nord-Est si dovrebbe registrare il maggior numero di assunzioni (34.700) con un saldo a fine trimestre di -6.500 unità, grazie a una sensibile ripresa del settore degli Altri servizi (+4.900 il saldo in quest’ambito). Nel Nord-Ovest, invece, le 27mila uscite previste (il valore più basso a livello nazionale) sono superiori di “sole” 5mila unità alle entrate attese. In queste regioni inoltre – unico caso nel Paese – l’industria non solo non perde, ma anzi prevede di accrescere la propria base occupazionale, tanto che il saldo trimestrale risulta positivo di 400 unità.

44mila posti di lavoro in meno nelle piccole imprese. Rallenta il calo nell’industria
Se si guarda alle dimensioni d’impresa, emerge la perdurante difficoltà delle aziende fino a 9 dipendenti, che, malgrado mantengano elevate le assunzioni previste (oltre 50mila) hanno messo in cantiere anche 95mila uscite. Da queste imprese, quindi, è possibile attendersi una saldo negativo di 44mila posti di lavoro. Meno consistenti le riduzioni occupazionali delle imprese di taglia maggiore.
A livello settoriale, il saldo peggiore si registra negli Altri servizi (-23.800). In realtà, in questo ambito, che pure metterebbe a segno il maggior numero di assunzioni preventivate (59.100), la flessione occupazionale sembra dettata essenzialmente dall’andamento delle imprese degli Alberghi, ristoranti e servizi turistici, che per la fine dell’anno prevedono di assumere quasi 8mila unità, ma di farne uscire 43mila, con un saldo negativo, quindi, di oltre 35mila occupati. Tra gli Altri servizi, di segno positivo sono invece i saldi dei Servizi informatici (+1.000), dei Servizi avanzati (+1.400) e, soprattutto, della Sanità, istruzione, servizi ricreativi e culturali (+16mila).
A 22.500 unità ammonterebbe invece il calo previsto degli occupati nelle Costruzioni (3.200 le entrate nel trimestre a fronte di 25.700 uscite).
Decisamente meno cospicuo il saldo negativo dell’industria (-12.400), al cui interno il settore che dovrebbe ridurre maggiormente il personale è quello alimentare (-5mila il saldo), seguito da quello delle Altre industrie manifatturiere (-2.700) e dal Tessile e abbigliamento (-1.800). Previsioni di espansione dell’occupazione interessano invece le Industrie elettriche ed elettroniche (+500 il saldo previsto per i mesi finali di quest’anno).
Dovrebbe ammontare infine a -5.500 unità la riduzione del personale del settore commerciale, dettata essenzialmente dalle previsioni negative del Commercio all’ingrosso e di autoveicoli (-4.400).

L’occupazione non si riduce nelle professioni qualificate
In questa delicata fase di ripresa, ancora penalizzati saranno i lavoratori con livello di inquadramento contrattuale operaio e il personale non qualificato: -74.500 il saldo negativo in queste qualifiche, anche in questo caso spiegato per circa la metà dalla contrazione di 35mila unità del settore degli Alberghi e ristoranti.
Quadri, figure impiegatizie e tecniche dovrebbero registrare al contrario una consistente espansione (pari a quasi 10mila persone in più il saldo atteso nel trimestre), con una contrazione nell’industria (-4.500 il saldo) compensata dal sensibile incremento previsto dalle imprese degli Altri servizi (+15.300).

Caccia ai laureati e diplomati
Delle 93.800 entrate previste, il 15,5% dovrebbe interessare laureati, fortemente richiesti soprattutto dalle industrie chimiche, farmaceutiche, della gomma e plastica, dalle imprese del Credito, assicurazioni e servizi finanziari, da quelle dei Servizi informatici e delle Tlc e dei Servizi avanzati alle imprese.
Ai diplomati, che dovrebbero rappresentare quasi il 46% delle assunzioni totali, le porte sono spalancate nel settore delle Costruzioni (che cerca persone con questo titolo di studio per quasi l’80% delle assunzioni previste nel periodo). Ma è alta la richiesta anche nelle aziende commerciali (il 54% delle entrate previste dovrà avere questa qualifica).

Professioni: le imprese ampliano il numero degli specialisti e dei tecnici
L’analisi trimestrale di Excelsior mostra che le imprese stanno sempre più puntando all’assunzione di risorse umane qualificate. Lo dimostrano i saldi, quasi tutti positivi, che dovrebbero riguardare le figure Dirigenziali e specialistiche (4.300 in più nel trimestre, grazie a quasi 8.000 assunzioni complessive previste). Anche il gruppo delle professioni tecniche dovrebbe mettere a segno, ad eccezione dei tecnici dell’industria e delle costruzioni, aumenti di posti di lavoro. L’ampliamento della base occupazionale riguarderà soprattutto gli Insegnanti e gli altri tecnici dei servizi alle persone (7.500 le richieste e 5.900 il saldo rispetto alle uscite). Buono però anche il bilancio per i Tecnici paramedici e gli operatori sanitari (1.300 in più per 3.400 assunzioni preventivate), i Tecnici amministrativi e finanziari, cassieri e sportellisti (mille in più per 7.900 assunzioni), i Tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale (+700 per complessive 3.200 persone).
In aumento dovrebbero essere nel trimestre anche i posti di lavoro destinati agli Addetti all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza alla clientela (900 in più per 2mila assunzioni previste).
Preceduti dal segno meno dovrebbero essere i saldi delle altre professioni, alcuni dei quali, comunque, hanno valori assoluti delle entrate previste consistenti. E’ il caso dei Cuochi e camerieri (10mila le entrate previste a fronte delle 37mila uscite), degli Operai specializzati e conduttori di impianti (richiesti in 13.700 unità ma in uscita di oltre 26mila), dei Commessi e dell’altro personale di vendita delle attività commerciali (9.700 le entrate previste a fronte di oltre 14mila uscite).
 

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