martedì 18 gennaio 2011

Rifiuti a Napoli, la Ue arruola 007 francesi.

DE CRESCENZA DANIELA – il Mattino
Flop rifiuti in Campania, l'Unione europea non si fida. E per capire quale sia il motivo della crisi che si trascina da anni, la direzione ambiente del governo di Bruxelles ha commissionato uno studio ai Bio intelligence service di Parigi, una societa' fatta di veri e propri 007 dell'ambiente. E la parlamentare Maura Bizzotto toma a portare il caso Campania all'attenzione del Parlamento europeo: «E' un vero e proprio scandalo che si trascina da vent'anni». E parte una nuova diffida: in Campania subito il piano.


Perché per la Campania e' cosi' difficile attuare le direttive europee sui rifiuti? Per capirlo la direzione ambiente del governo di Bruxelles ha ordinato uno studio al «Bio intelligence service» di Parigi che a giugno pubblichera' le sue conclusioni. Si trattera' di un capitolo di una ricerca piu' vasta che comprendera' focus su diverse zone critiche. Il riserbo dell'istituto e' per il momento massimo. «Non possiamo anticipare nulla», spiegano da Parigi. Ma a quanto pare gli altri casi allo studio sarebbero quelli della Grecia (duemila discariche abusive) e di alcune zone della Slovacchia, del Portogallo, dell'Estonia e della Lituania. L'Italia, con il caso Campania e' gia' nel mirino dell'Ue dal 2007 con una serie di formali contestazioni che possono portare a dure sanzioni. Lo studio commissionato a un istituto di ricerca specializzato in temi ambientali, dovra' fare luce sui ritardi accumulati, ma anche sull'ingerenza della malavita nel ciclo dei rifiuti e sulla differenziata che non decolla. Un dossier ritenuto evidentemente decisivo per poi sostenere le eventuali decisioni della Commissione. Ma l'Europa non si limita a studiare il caso Campania. Tutt'altro. Da Bruxelles ieri il commissario all'ambiente, Ianez Potocnik, ha scritto una nuova lettera sul dramma rifiuti campani che sta per essere inviata all'ambasciata italiana. Una missiva che sara' resa ufficiale solo quando l'avra' ricevuta la rappresentanza italiana, ma che dovrebbe manifestare l'urgenza di trovare una soluzione strutturale e globale al problema dei rifiuti. Il piano inviato dall'assessore regionale Giovanni Romano, infatti, e' privo degli allegati, e risulta, quindi, incompleto. Spiega Maria Pia Bucella, capo della direzione Ambiente dell'Ue: «Stiamo studiando il materiale che abbiamo ricevuto e tra un paio di settimane avremo le idee piu' chiare. Per il momento non ho capito dove finiranno i rifiuti campani fino al momento in cui saranno realizzati gli impianti di compostaggio e termovalorizzazione». E anche questi dati dovrebbero far parte del piano che l'Europa richiede. Di piu' da Bruxelles non si riesce a sapere anche perché, come sottolineano sia la Bucella che il portavoce del commissario Potocnik, esiste un «dovere di riservatezza». Di tutta questa intricata e controversa materia si occuperanno, dunque, anche gli 007 ambientali di Parigi con lo studio «Implementing EU waste legislation for Green Growth». La consegna del piano e la successiva approvazione in consiglio regionale e' uno dei passi necessari per evitare l'avvio di una nuova procedura di infrazione dell'Unione Europea, come la stessa Bucella aveva spiegato a fine novembre quando era arrivata a Napoli a capo della delegazione degli ispettori europei. Dopo quella missione Potocnik, traendo le somme, spiego' che il piano che l'Europa aspettava doveva essere «Pienamente conforme agli obblighi derivanti dal diritto dell'Ue in materia ambientale e dare la priorita' alla riduzione dei rifiuti, al riutilizzo e al riciclaggio; garantire l'attuazione della raccolta differenziata nell'intera regione; introdurre misure per lo smaltimento, entro un arco temporale ragionevole e in condizioni di sicurezza di circa otto milioni di tonnellate di rifiuti imballati che sono depositati in diverse discariche della Campania». Obiettivi che al momento non appaiono a portata di mano. Da settimane si discute della possibilita' di portare in Spagna il materiale accumulato negli stir che dovrebbe viaggiare con il codice 19.12.12, quello attribuito ai rifiuti non pericolosi derivanti dalla separazione meccanica. In questo caso a dover essere spostata e' la frazione umida che pero' «e' ormai diventata secca perché e stata depositata sei o sette anni fa», come sostiene Carlo Giomini della Markab consulting che cura l'intermediazione dell'affare tra la A2A e le discariche spagnole.
 

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