martedì 1 febbraio 2011

Notizie Federali del Mattino: sculture etniche con frutta e verdura; 1 febbraio 2011.

Sezione sculture etniche:
1. Durnwalder: "Il duce a cavallo di Bolzano sarà tolto e messo in museo".
2. Bolzano: al Mercato Generale un corso di scultura con frutta e verdura.
3. Alto Adige: nel 2011 censimento etnico riservato ai cittadini italiani.
4. Bilinguismo in Alto Adige.
5. Monumenti, un'occasione da non perdere.
6. Belluno. Il tedesco: una lingua da salvare.

Sezione sono o saranno padani:
7. Treviso. Crisi, 350 mila euro per i poveri.
8. Reggio Emilia. Fra vent'anni negli asili reggiani più stranieri che italiani.
9. Immigrazione: CGIL, click day un vero e proprio bluff.
10. Reggio Emilia. Ammesse 140 parti civili al processo di Milano per il crac Burani.

Sezione ultima cella:
11. Grande Salento, derby Fitto-Vendola a suon di finanziamenti milionari.
1. Durnwalder: "Il duce a cavallo di Bolzano sarà tolto e messo in museo". ''La cultura italiana ha ben altro da offrire che due relitti fascisti. Per questo chiedo al gruppo linguistico italiano in Alto Adige di non identificarsi con il fascismo''. BOLZANO. ''Il bassorilievo di Mussolini a cavallo in piazza Tribunale a Bolzano va tolto e collocato in un museo, anche a Roma. Il ministro Bondi nella sua lettera ci autorizza ad eseguire questi lavori''.
Lo ha detto il governatore altoatesino Luis Durnwalder. ''La cultura italiana ha ben altro da offrire che due relitti fascisti. Per questo chiedo al gruppo linguistico italiano in Alto Adige di non identificarsi con il fascismo'', ha detto Durnwalder.
Secondo il governatore, il monumento alla Vittoria di Bolzano come anche gli ossari vanno storicizzati con dei cartelli esplicativi. Inoltre - ha detto ancora Durnwalder - la cripta del monumento alla Vittoria dovrebbe ospitare un museo sui crimini commessi da fascismo e nazionalsocialismo. Per quanto riguarda il monumento dell'alpino di Brunico il presidente della Provincia ha proposto la sua rimozione e l'installazione di un nuovo monumento ''dedicato agli alpini e al loro impegno per la società italiana senza glorificare però la guerra d'Abissinia come lo fa l'attuale monumento''. Durnwalder ha comunque precisato che ''non manderemo domani le ruspe e le gru per spostare questi monumenti ma prima ci sara' un confronto aperto con tutti gli enti interessati, Comune e Stato inclusi''.
2. Bolzano: al Mercato Generale un corso di scultura con frutta e verdura. Molte persone hanno partecipato alle singolari lezioni. Gran finale con esposizione dei lavori tutti da... mangiare. BOLZANO. «Ma guarda che bella scultura. Quasi quasi me la mangio...». Non è la frase di un appassionato d'arte un po' esagerato nelle sue esternazioni, ma è quanto accaduto l'altra mattina nella sala polifunzionale del Mercato Generale, in via Macello, ai Piani, dove è andata in scena la mattinata di realizzazione, ed esposizione, di singolari sculture realizzate in frutta e verdura. E allora via con mele, carote, melanzane abilmente intagliate e scolpite, ad assumere forme umane, umanoidi o animalesche, in forma artistica e da esposizione. A fare da guida, in questa ennesima iniziativa di "apertura" del Mercato Generale voluta dalla presidentessa Alda Picone, è stato Zeno Samadelli, insegnante alla Scuola alberghiera di Merano. A seguirlo, molte persone interessate, soprattutto donne, dalle semplici casalinghe alle appassionate d'arte, ma anche "colleghi", come lo chef Achille Pantezzi del vicino Ristorante Mercato. Tutti a seguire le istruzioni e a provare subito a metterle in pratica, realizzando simpatiche sculture. Tutte da mangiare...
3. Alto Adige: nel 2011 censimento etnico riservato ai cittadini italiani. BOLZANO. Il 2011 sara' l'anno del censimento etnico in Alto Adige. Con una novità rispetto al passato: gli stranieri residenti in provincia di Bolzano saranno esclusi.
La dichiarazione anonima a fini statistici per stabilire la consistenza dei gruppi linguistici, tramite la quale applicare poi il principio della proporzionale etnica, verrà chiesta solo ai cittadini di nazionalità italiana residenti in Provincia di Bolzano.Lo ha deciso la giunta provinciale.
''Si tratta del sistema più onesto per valutare la consistenza dei gruppi linguistici - ha spiegato il presidente della giunta altoatesina Luis Durnwalder - se avessimo seguito una delle possibilità previste dalla legge, e avessimo ''aperto'' il censimento anche a tutti i cittadini di Paesi aderenti all'Unione europea che risiedono in Provincia di Bolzano, il gruppo linguistico italiano e quello ladino avrebbero rischiato di subire una notevole flessione''.
Nel corso dell'anno, dunque, i cittadini altoatesini saranno chiamati a rendere la propria dichiarazione di appartenenza linguistica in forma anonima. La dichiarazione sarà utilizzata esclusivamente a fini statistici per valutare la consistenza dei singoli gruppi linguistici tramite la quale applicare poi il principio della proporzionale nel settore pubblico. La dichiarazione personale di appartenenza linguistica, che esula dal censimento, può invece essere fatta indipendentemente dagli obblighi del censimento, e deve essere depositata presso il Tribunale. La dichiarazione potrà essere modificata ma, per evitare un utilizzo strumentale di essa, bisognerà attendere 18 mesi prima di poter presentare il certificato che attesta il cambiamento di gruppo linguistico.
4. Bilinguismo in Alto Adige: accordo tra Provincia e università per certificare il patentino alternativo. BOLZANO. Sarà la Libera università di Bolzano a fornire il supporto tecnico alla Provincia per il riconoscimento della certificazione che attesta la conoscenza della lingua italiana e tedesca in casi particolari.
La giunta ha autorizzato la firma dello specifico accordo. Con il decreto legislativo del maggio 2010 sono state ampliate le modalità di conseguimento del certificato di conoscenza della lingua italiana e tedesca.
Viene previsto anche il ''patentino'' riconosciuto nei casi di maturità conseguita in una lingua e laurea in un'università extraprovinciale con insegnamento prevalentemente nell'altra.
Proprio per verificare se il requisito è rispettato e quindi se ricondurre i titoli di studio universitari - dalla minilaurea alla laurea e al dottorato di ricerca - ad un determinato certificato di conoscenza dell'italiano e del tedesco, la Provincia ha verificato la necessità di avvalersi un supporto tecnico-specialistico.
Allo scopo la giunta ha autorizzato il presidente della Provincia a stipulare un accordo di cooperazione con la Lub, che attraverso il Centro linguistico dispone delle necessarie risorse specialistiche per la verifica della certificazione.
5. Monumenti, un'occasione da non perdere. di Francesco Palermo. Negli anni’70 Indro Montanelli invitava gli italiani a turarsi il naso e a votare DC. Col senno di poi, e visto quel che è venuto dopo, la corrotta DC di allora appare come un modello di buona amministrazione e senso delle istituzioni. Oggi agli italiani dell’A lto Adige conviene turarsi il naso e farsi piacere l’accordo di Roma.
Si tratta, lo ricordiamo, del patto tra la Svp e il governo nazionale sulla questione dei monumenti di epoca fascista. Perché fra trent'anni potremmo rimpiangerlo. Puzza, come puzzava la DC di allora, ma è il meno peggio tra quanto disponibile sulla piazza. La delusione di chi vede questioni delicatissime come i simboli in un territorio ipersensibile come questo svendute per una banale sfiducia ad un banale ministro e risolte con banale e cinico semplicismo anziché col dialogo è comprensibile e condivisibile.
Ma se proviamo ad alzare lo sguardo dalle miserie della politica politicante forse ci rendiamo conto che è (anche) un colpo di fortuna. Che conviene sfruttare fino in fondo. Sono molti i motivi che dovrebbero indurre gli italiani dell'Alto Adige a non stracciarsi le vesti. Il primo è di natura pratica. Qualcuno ha tolto agli altoatesini le castagne dal fuoco facendo il lavoro sporco che nessuno, localmente, avrebbe avuto il coraggio di fare. Tanto che sono decenni che si discute di percorso condiviso, si compiono passi timidi (e talvolta goffi, vedi il referendum su Piazza Vittoria), si cerca il dialogo, ma non si arriva a nulla. Il problema non è della Svp, ma dei rappresentanti italiani.
La Svp ha sempre coerentemente perseguito una strada, sbagliata ma chiara: eliminare e, dove questo è impossibile, storicizzare. Da parte italiana cosa è emerso? Tante parole, nessun progetto condiviso e l'irritante cul de sac ideologico in cui ci si è fatti spingere, per cui identità italiana, monumenti fascisti, ideologia fascista finivano tutti nello stesso indifferenziato calderone. Al punto che l'identità italiana diventava sinonimo di nostalgia fascista. Un'equazione sbagliata, sgradevole e perdente. Ora, sia pure in modo brutale, qualcuno ha strappato il cerotto. Fa male, ma molto meno che strapparlo lentamente, soffrendo ad ogni millimetro di superficie che si stacca. Il secondo motivo è di natura procedurale e di metodo. Ciò che fa arrabbiare dell'accordo, più del suo contenuto, è il fatto di essere stato raggiunto sopra la testa degli italiani dell'Alto Adige, indipendentemente dal colore politico, con uno dei tanti blitz romani della SVP. Giusto rammaricarsi che non si sia seguito un percorso più cooperativo - anche se questo avrebbe significato finire alle calende greche. Ma non si può dimenticare che la competenza in materia di (quei) monumenti è dello Stato. Con chi altri avrebbe dovuto trattare la Svp (meglio se l'avesse fatto la Provincia, ma da tempo si sa che partito e istituzione sono purtroppo la stessa cosa) se non con il Governo? Certo, presentare un accordo condiviso localmente sarebbe stato preferibile, ma alla fine la trattativa non poteva che essere bilaterale, ed escludere chi non aveva alcuna competenza.
Ciò che è politicamente meschino non sempre è giuridicamente scorretto. Il problema su cui riflettere, semmai, è quello della rappresentanza. E anche qui c'è molto da pensare per gli italiani: la sindrome da maggioranza trasformata in minoranza ha sempre fatto guardare con troppe aspettative al rapporto privilegiato con i livelli di governo in cui gli italiani sono maggioranza: in primis il governo romano, e fino a qualche tempo fa anche la Regione (ora finalmente perfino i trentini sembrano aver capito che devono arrangiarsi da soli).
Ma il governo romano si è sempre comportato come Bondi. Magari con più dignità, ma la sostanza è sempre stata quella. Anche quando governava la sinistra. Anche prima quando c'erano i democristiani. Non possiamo sopravvalutare il peso di poco più di centomila italofoni dell'Alto Adige rispetto alle dinamiche nazionali, non possiamo pensare di essere l'ombelico del mondo. E soprattutto non possiamo illuderci che a Roma la rappresentanza sia vista in un'ottica sofisticata di pluralismo: se Roma tratta, tratta con la Provincia e/o con la Volkspartei. Cioè con le maggioranze. Esattamente come fa la SVP.
6. Belluno. Il tedesco: una lingua da salvare. L'appello arriva da due insegnanti zoldane. BELLUNO. Nell'era della globalizzazione non si può più prescindere dalla conoscenza delle lingue straniere. L'inglese è di sicuro quella universale, ma sempre più spesso il mondo del lavoro richiede la conoscenza di una seconda lingua. Tedesco soprattutto, in questo territorio, ma sono sempre meno i ragazzi che scelgono di studiarlo alle scuole medie o alle superiori. Nasce su queste premesse l'appello di due insegnanti zoldane per la salvaguardia della lingua tedesca, oggi vittima di diversi pregiudizi (è difficile, è dura) e mode (basti pensare alle canzoni, che hanno portato alla ribalta lo spagnolo).  «Crediamo che invece andrebbe tenuta in considerazione la realtà socio economica del nostro territorio», dicono Manuela Panciera e Luisa Menegaz. «Basti pensare al turismo: le persone di lingua tedesca rappresentano il 60% dell'intero flusso turistico in Italia, una percentuale che aumenta in Veneto».  Analizzando poi i dati del Ministero del lavoro e di UnionCamere, emerge che proprio il tedesco è la seconda lingua straniera più richiesta nelle attività di servizio e nell'industria italiana: l'inglese rimane al primo posto, chiesta nel 91,5% dei casi, il tedesco è al secondo con il 4,7%. Seguono francese (2,3%), cinese e arabo (0,9%), spagnolo (0,5%). Passando al nord est, le imprese e il terziario chiedono sempre l'inglese come prima lingua (86%), ma il tedesco è richiesto nel 10,6% dei casi (francese 2,7%, spagnolo 0,2%).  «I dati stessi evidenziano l'importanza di conoscere questa lingua straniera», precisa Panciera. «Inoltre imparare il tedesco, se abbinato allo studio dell'inglese, è più semplice per gli studenti, visto che le due lingue discendono dallo stesso ceppo linguistico». Conoscere il tedesco, insomma, diventa importante in prospettiva, per rispondere alle richieste del mercato (da quello turistico a quello aziendale), ma anche per i ragazzi che sceglieranno di frequentare un liceo dopo le medie: «Il tedesco è propedeutico per lo studio del latino, della filosofia, della storia, l'arte e la letteratura», continuano Panciera e Menegaz. Senza contare che «Berlino è diventata la capitale dell'universo giovanile, la metropoli europea più all'avanguardia e una delle mete più richieste dagli studenti universitari per il progetto Erasmus». No, quindi, a una scelta unilaterale, che privilegi il solo inglese o lingue che solo apparentemente solo "più facili".
7. Treviso. Crisi, 350 mila euro per i poveri. Grande impegno della Diocesi: aiuti per 310 famiglie nei guai. VITTORIO VENETO. Alle famiglie impoverite dalla crisi la diocesi di Vittorio Veneto ha distribuito in 20 mesi 350 mila euro. Grande l'impegno per curare i rapporti tra il Fondo di Solidarietà, i Centri di Ascolto della Caritas, le amministrazioni comunali ed i Servizi Sociali delle Ulss. Quattrocento le richieste d'aiuto valutate da una speciale commissione, 310 quelle che hanno avuto esito positivo, un'ottantina quelle respinte. Ad ogni incontro della commissione sono stati erogati più di 10mila euro. Mille e 167 euro la media dei contributi assegnati per ciascuna richiesta. Dal momento del recapito in Caritas o al Fondo, la domanda ha dovuto attendere non più di 37 giorni. Quindi le risposte sono state molto rapide.  Dalla zona di Vittorio Veneto sono arrivate 25 domande, pari al 6%. L'area più critica si è dimostrata quella di Motta di Livenza, con 75 richieste ed una percentuale del 19 per cento. A seguire le parrocchie dell'hinterland coneglianese con 56 domande, al terzo posto la città di Conegliano con 53. E nelll'ordine il Quartier del Piave con 39, la Vallata (Revine, Cison, Follina) con 35, Sacile con 32, Vittorio Veneto, Oderzo e gli altri territori della diocesi. Le situazioni di maggiore bisogno sono state da parte italiana nella Pedemontana e a Vittorio Veneto, dove la crisi picchia di più le famiglie venete, con quasi una richiesta su due. Gli immigrati, invece, hanno bussato con più forza nel Quartier del Piave e nel mandamento di Conegliano. Le somme sono state raccolte attraverso le offerte pervenute al vescovo mons. Corrado Pizziolo per 75 mila euro, dall'8 per mille (110 mila euro), dalle parrocchie (150 mila), da privati (51 mila), dalla restituzione dei prestiti d'onore effettuati dalla Caritas (900 euro) e dalle donazioni di aziende (11 mila).  Complessivamente sono stati raccolti 396 mila euro, ne restano da distribuire 33 mila e 500, perché ci sono 5 mila euro di spese amministrative. Il maggior numero di domande sono state presentate dal Comune di Conegliano, 40 e ben 29 hanno trovato risposta positiva. Vittorio Veneto si è fatto avanti con 25 domande, 15 quelle accolte. Di 43 anni l'età media di chi ha bussato per avere aiuto, la maggior parte con 2 figli a carico. Dati che testimoniano il momento sempre più critico delle famiglie trevigiane alle prese con la crisi economica. (f.d.m.)
8. Reggio Emilia. Fra vent'anni negli asili reggiani più stranieri che italiani. REGGIO. Nel giro di 15 o 20 anni nelle scuole materne di Reggio Emilia il numero di studenti stranieri potrebbe sorpassare quello degli italiani. Questa la stima fatta dall'ispettore del ministero dell'Istruzione Luciano Rondanini durante la presentazione oggi dell'annuario della scuola reggiana edizione 17, per l'anno scolastico 2010-2011, promosso dalla Provincia. L'ipotesi fatta dal funzionario si basa su una proiezione apparsa sulla stampa nazionale secondo cui il "sorpasso" potrebbe verificarsi a livello nazionale nel 2050. Molto prima però a Reggio, dove già oggi gli alunni stranieri nelle scuole di infanzia statali sono il 26,7% del totale.
Più in generale, come emerge dai numeri dell'annuario, il trend degli studenti non italiani risulta in crescita anche se in misura inferiore rispetto a quanto avvenuto negli scorsi anni. In particolare il totale degli alunni non italiani presenti nelle scuole di ogni ordine è di 9.746 unità, pari al 16,6% del totale, contro i 9.389 stranieri dell'anno scolastico 2009-2010 che rappresentavano il 16,4% del totale. Una crescita quindi molto contenuta, se si considera che nel 2008 gli studenti stranieri erano circa 8 mila (15,5% del totale) e nel 2007 erano 7.958, pari al 14,6% del totale.  Nel dettaglio dei singoli ordini di scuola, gli stranieri passano dal 18,2 al 18,6% nella scuola elementare, scendono dal 18,2 al 18,1% nelle scuole medie e salgono ancora dal 12,7 al 13% alle superiori. Capitolo a parte per gli alunni nomadi, che in totale frequentano le scuole reggiane in 289. Di questi la maggior parte va alle elementari (156) e alle medie (103).
L'istantanea del mondo della scuola scattata dall'annuario registra poi una crescita complessiva della popolazione studentesca che tocca quota 81.658 unità, ovvero 1.697 alunni in più rispetto all'anno scorso. Il 21,9% degli studenti reggiani, circa 17 mila, è iscritto alle scuole non statali. Nelle scuole elementari si è registrato un aumento di 440 alunni e 12 classi, invariato il trend di crescita alle medie, mentre alle superiori si contano 593 studenti in più e 17 classi in meno. Tra gli alunni delle superiori non statali si segnalano anche i 636 iscritti alle scuole serali. Gli studenti disabili, infine, sono una realtà significativa con percentuali che vanno dal 2,8% delle superiori, fino al 3% delle elementari e al 3,5% delle medie. Il 70% dei disabili risulta iscritto agli istituti professionali, ma già dall'anno scorso la tendenza è in calo. I disabili aumentano infatti dal 9 al quasi 13% nei licei e dal 15 al 16% negli istituti tecnici.  Per fare fronte alle complessità di una realtà scolastica in costante espansione, la Provincia, segnala l'assessore provinciale all'Istruzione Ilenia Malavasi, ha previsto in bilancio sulla scuola 8,5 milioni di cui 6,7 sulla spesa corrente e 1,5 per le piccole manutenzioni. A questi si aggiungono quasi 16 milioni destinati all'edilizia scolastica. Malavasi esprime inoltre la necessità "di rilanciare la formazione professionale facendone un tutt'uno con il sistema produttivo del territorio".
9. Immigrazione: CGIL, click day un vero e proprio bluff. Al via oggi la regolarizzazione per circa 100mila lavoratori immigrati. Si prosegue il 2 e 3 febbraio. Forti le criticità del sindacato sui contenuti e le procedure del decreto flussi, un sistema quello del click day che, “produce esclusioni e discriminazioni fra chi ha un cognome più lungo o più corto o fra chi ha usato un router più lento o più veloce”» Testo decreto flussi 2010-2011» FILCAMS CGIL, 'Click Day' una Sanatoria mascherata. 31/01/2011. Questa mattina alle 8, ha preso il via il cosiddetto click day, l'operazione di presentazione per via telematica delle domande di assunzione di migranti in base alle quote previste dal Decreto 2010. In sole 4 ore, sono arrivate 293mila richieste e come precisato dalla CGIL, “le domande inviate oggi sono circa sei volte di più dei posti messi a disposizione e quindi la stragrande maggioranza saranno destinate al cestino”. In particolare, le richieste inviate dai datori di lavoro riguardano la regolarizzazione per 208mila colf e badanti e 85mila per lavoratori subordinati.
La graduatoria del Decreto Flussi, secondo Vera Lamonica, Segretario Confederale CGIL, “si è consumata in circa 24 secondi: siamo alla roulette russa”. Il sito del ministero dell'Interno ha ricevuto - spiega Lamonica - 335mila registrazioni e 302mila click d'invio della domanda. Il che vuol dire, se non ci saranno registrazioni dell'ultima ora, che per gli altri due click day ci saranno soltanto 33mila domande circa a fronte di 46mila offerte teoriche, che noi avevamo già annunciato come un vero e proprio bluff''.
Nonostante la situazione “i Patronati - ha proseguito la dirigente sindacale - hanno lavorato senza sosta per cercare di assistere tutti coloro che dovevano presentare la domanda e da stamattina abbiamo ricevuto centinaia di telefonate che segnalavano disfunzioni sul sito del Ministero dell'Interno. Questo sistema del click day oltre a produrre esclusioni produrrà discriminazioni fra chi avrà un cognome più lungo o più corto o fra chi ha usato un router più lento o più veloce. La situazione è dunque evidente ed è prevedibile che migliaia di persone saranno ricacciate nella disperazione”.
La critica al Governo è netta “in questo contesto il Ministro Maroni si preoccupa soltanto di annunciare un decreto sulle espulsioni per aggirare le direttive europee e i pronunciamenti della consulta dell'Alta Corte, da 'sparare' nel clima pre-elettorale. Esattamente il contrario di quello che sarebbe necessario per governare l'immigrazione secondo gli interessi dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie, quindi del paese”.
Gli altri due click day sono in programma per mercoledì 2 febbraio e giovedì 3 febbraio, sempre alle ore 8. Dopodomani sarà possibile inviare le domande relative solo a colf e badanti di nazioni differenti da quelle di oggi (30mila i posti). Giovedì 3 febbraio l'ultima scadenza, destinata alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale di 11mila permessi per studio, tirocinio, lavoro stagionale ed altre tipologie, nonchè all'ammissione di 4mila extracomunitari che abbiano completato programmi di formazione nel Paese di origine.
10. Reggio Emilia. Ammesse 140 parti civili al processo di Milano per il crac Burani. CAVRIAGO. Nel processo milanese a carico di Walter e Giovanni Burani, in relazione al crac della società del gruppo di moda di Cavriago, sono state ammesse 140 parti civili, tra azionisti, soci e curatori delle società fallite. Il giudice della terza sezione penale di Milano Piero Gamacchio ha ammesso tutte le parti che avevano chiesto di costituirsi parti civili. In particolare, sono state ammesse 136 persone, tra soci e azionisti, e i commissari delle curatele fallimentari di Burani Designer Holding (Bdh), la holding del gruppo fallita nei mesi scorsi, quelli di Mariella Burani Family Holding (Mbfh), di Mariella Burani Fashion Group (Mbfg) e di Burani Private Holding (Bph). Le indagini, coordinate dai pm Luigi Orsi e Mauro Clerici, lo scorso 28 luglio avevano portato in carcere Giovanni Burani, poi finito agli arresti domiciliari come il padre. Il processo proseguirà il prossimo 14 febbraio.
11. Grande Salento, derby Fitto-Vendola a suon di finanziamenti milionari. di Antonio Calitri. Raffaele Fitto non si fa soffiare da Nichi Vendola il grande Salento e mette sul piatto un miliardo di euro. Dopo il malcontento denunciato dalle tre province della Puglia meridionale che hanno minacciato di staccarsi dalla regione dopo le disattenzioni di Roma e Bari nei confronti del loro territorio, adesso è corsa a suon di milioni di euro tra governatore e ministro per riprendere il consenso di quell'area in vista di nuove elezioni nazionali e regionali. Dopo sei anni di governo pugliese a guida barese e con il governo nazionale a trazione leghista, il tacco d'Italia si sente trascurato e minaccia di staccarsi dalla Puglia creando una nuova regione: Grande Salento. L'idea supportata da molti amministratori locali è stata bocciata sia da Fitto, da sempre referente dell'area, che dal governatore pugliese. Entrambi però hanno sentito l'esigenza di mostrare qualche attenzione nei confronti delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, almeno per riprendere i loro consensi. Primo a farsi avanti è stato Vendola che a dicembre ha incontrato i tre presidenti delle province sposando le loro battaglie per una dotazione infrastrutturale: «può cambiare il volto dell'intero Sud Italia Abbiamo progetti per 200 milioni di euro che possono davvero cambiare il volto dell'intero Mezzogiorno d'Italia». Appena un mese da quell'incontro e quando la vita del governo si fa più difficile, così come la permanenza di Vendola in regione (sempre pronto a lasciare per la scalata nazionale) arriva la risposta di Fitto per riprendersi il controllo di quell'area. Così ha incontrato a Roma i tre presidenti provinciali Antonio Gabellone (Lecce) Massimo Ferrarese (Brindisi) e Gianni Florido (Taranto), e ha rilanciato con 1 miliardo di euro da prendere direttamente dal Piano per il Sud annunciando che «le proposte che i tre presidenti mi hanno sottoposto sono condivisibili e vanno nella direzione del piano nazionale per il Sud di concentrare risorse su piani specifici». Con buona pace del governatore.
 

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