1. Autostrade, il Tar del Lazio annulla i rincari per i caselli sui raccordi.
2. Libia: produttori petrolio riuniti a Riad, preoccupa speculazione.
3. Fortore, il vento alla conquista dei Comuni.
4. I consumi alimentari restano al palo.
5. Napolitano chiede correzioni al Milleproroghe.
6. Riforma PAC, agricoltori protagonisti in accordo.
1. Autostrade, il Tar del Lazio annulla i rincari per i caselli sui raccordi. Roma - Buone notizie per gli automobilisti. Il Tar del Lazio ha infatti disposto l’annullamento del decreto ministeriale che aveva aumentato le tariffe sulle strade che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell’Anas. Si abbassano, quindi, anche le tariffe delle autostrade raggiungibili tramite il Grande Raccordo Anulare di Roma. Il balzello era stato introdotto lo scorso 25 giugno e prevedeva l'aumento di un euro del pedaggio autostradale ai caselli che si connettono con i raccordi autostradali gestiti da Anas, come, appunto, il Gra, sul quale sono presenti ben nove uscite autostradali.
Le motivazioni Secondo i giudici, il decreto, oltre ad essere stato adottato senza rispettare le norme comunitarie, non prende in considerazione l’esistenza di persone che percorrono i raccordi senza utilizzare le autostrade. Contro l'aumento del pedaggio, però, c'era il ricorso della provincia di Roma (con la quale si sono schierati altri 41 comuni), di Firenze, Rieti, Ferrara e Pescara, nonchè della regione Toscana, del comune di Fiano Romano e del Movimento dei cittadini. Il decreto impugnato - si legge nella sentenza - è stato adottato in violazione delle norme comunitarie, nonchè della norma nazionale di recepimento delle stesse, giacchè "determina forfettariamente la maggiorazione per le classi di pedaggio, a prescindere peraltro dall’effettivo uso dell’infrastruttura".
2. Libia: produttori petrolio riuniti a Riad, preoccupa speculazione. martedì 22 febbraio 2011 14:11. ROMA (Reuters) - I produttori di petrolio sono riuniti in Arabia Saudita preoccupati per gli effetti della speculazione sul prezzo del greggio. Per quanto riguarda l'Italia, in una riunione di giovedì prossimo a Parigi dell'Agenzia internazionale di energia (Iea) sarà deciso se dichiarare lo stato di emergenza. Per ora la situazione in Italia è sotto controllo poiché il Paese può contare su riserve di petrolio per 90 giorni e di gas per 30. Lo ha detto a Reuters una fonte ministeriale italiana.
"Sono in corso a Riad riunioni informali dei Paesi produttori per valutare la situazione che si è venuta a creare in Nord Africa e decidere la convocazione di una riunione ufficiale dell'Opec per decidere se aumentare la produzione. I produttori sono preoccupati degli effetti della speculazione sui prezzi", ha detto la fonte.
"L'eventuale stato di emergenza per l'Italia sarà discusso in una riunione della Iea prevista per giovedì a Parigi. La situazione per l'Italia è preoccupante ma il paese può contare su riserve di petrolio per 90 giorni e di gas per 30", ha aggiunto la fonte.
L'Italia riceve il 23% di petrolio dalla Libia e un ottavo della nostra necessità di gas. (Alberto Sisto)
3. Fortore, il vento alla conquista dei Comuni. Da redazione. Creata il 22/02/2011 - 15:30. Antonio Bianco. ENERGIA. Tra Puglia e Campania c’è il più grande parco eolico d’Italia, ma alcuni ne contestano l’impatto ambientale. Intanto i sindaci puntano sulle royalties per rimpinguare le casse comunali.
Per vedere il più grande parco eolico d’Italia bisogna venire qui, nel Fortore. Area geografica spalmata tra Puglia e Campania. Tutto nasce nella metà degli anni Novanta per opera di un avvocato di Ercolano (Napoli), Oreste Vigorito, che attinge l’idea dagli Stati uniti (così dice in un’intervista) e la porta nel profondo Sannio. Nel 1993 il legale partenopeo costituisce la società Ivpc e tre anni dopo entra in funzione il primo impianto eolico a Montefalcone di Valfortore. Piccolo Comune, in provincia di Benevento, di 1600 abitanti a 830 metri sul livello del mare. La scelta non avviene a caso: è uno dei paesi più ventilati degli ottomila municipi nazionali.
Sul territorio del paese l’azienda dell’avvocato installa 43 aerogeneratori per 26 megawatt di potenza. Vigorito diventa l’uomo tra i più ricchi d’Italia e presidente dell’Associazione nazionale energia del vento, che oggi conta sessanta soci (Ansaldo sistemi industriali, Erg renew, Fortore energia e Vestas Italia, solo per citarne alcuni). Nel novembre del 2009, però, un’inchiesta della procura di Avellino lo porta agli arresti domiciliari insieme ad altre tre persone. Di fronte alla grave accusa di truffa allo Stato il «petroliere del vento» si dimette da tutte le cariche della società. Vigorito ha 63 anni, la sua azienda fattura 250 milioni di euro l’anno e occupa 420 dipendenti, più un altro migliaio nell’indotto.
Nel frattempo, grazie alle politiche degli incentivi statali (certificati verdi), le torri eoliche si estendono a macchia d’olio fino a raggiungere la vicinissima Puglia (oggi prima produttrice), per poi interessare le altre regioni del Sud. Il Fortore dà così il via alla grande stagione dell’eolico, ma non tutti sono d’accordo. Nascono i fronti del no, che contestano questa fonte rinnovabile soprattutto per l’impatto ambientale. L’organizzazione più impegnata nella battaglia contro «l’eolico selvaggio» è Italia Nostra. Molti sindaci spinti però dalla necessità di rimpinguare le casse comunali accettano l’operazione in cambio di un compenso (royalties), che oggi si aggira intorno al 3,5 per cento sugli introiti prodotti.
Attualmente, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente “Comuni rinnovabili 2010”, sono i comuni del Fortore pugliese ad occupare i primi posti della classifica. Infatti, il primo paese ad essere produttore di energia eolica in Italia è quello di Troia (171,9 megawatt). Seguito al terzo posto da Sant’Agata (97,2 megawatt), all’undicesimo da Roseto Valfortore (71,8 megawatt), al quindicesimo da Faeto (64,4 megawatt), al sedicesimo da Pietramontecorvino (62,5 megawatt) e al diciassettesimo da Alberona (62 megawatt). Mentre in Campania, sempre secondo l’associazione ambientalista, ci sono i Comuni di Molinara (39,6 megawatt), San Giorgio la Molara (39,1 megawatt) e primo fra questi, al ventesimo posto, Foiano Valfortore (57,4 megawatt).
«In questo periodo di tagli ai trasferimenti statali - afferma Giuseppe Ruggiero, assessore con delega alle Attività produttive del piccolo paese - gli introiti che arrivano dall’eolico rappresentano una boccata di ossigeno per piccole realtà come le nostre. In questo modo possiamo migliorare i servizi da offrire ai nostri cittadini. Anche se, nonostante i grossi investimenti economici fatti, il Fortore continua ad essere solo un sito di sfruttamento del territorio senza grosse ricadute sull’occupazione, infatti sono solo una ventina i nostri giovani impiegati nel settore». E di servizi offerti alle proprie collettività, ne sanno qualcosa i paesi di Alberona e Roseto. Il primo con una parte dei fondi sovvenziona l’assistenza domiciliare agli anziani e il servizio mensa gratuito per gli studenti dell’istituto scolastico comunale. Il secondo, che si avvia ad essere “Comune rinnovabile al 100%”, ha messo in campo il progetto de “La fattoria del vento”. Un parco eco-didattico con percorsi e manufatti biocompatibili, un’azienda agricola e strutture ricettive autosufficienti dal punto di vista energetico costruiti secondo i dettami della bioarchitettura.
Intanto in Campania, dal primo gennaio 2010, sono cambiate le linee guide regionali. Ai Comuni tocca esprimere un parere non più vincolante, ma solo consultivo, sull’installazione di nuove pale. «Di fronte a questa situazione – afferma il sindaco di Baselice (Benevento), Domenico Canonico, sul cui territorio dovrebbe essere installato, nei prossimi mesi, un nuovo parco della Edison spa di 15 megawatt – non ci resta che cercare di ottenere il massimo vantaggio nella contrattazione con le società del vento. Noi siamo favorevoli alle fonti rinnovabili, purché siano gestite con più rispetto per il nostro territorio». Nel Sannio infatti, nei prossimi mesi, arriverà una nuova ondata di installazioni di impianti eolici, che dovrebbe interessare una ventina di Comuni (risulta dai progetti depositati presso l’assessorato regionale all’Ambiente). Intanto, l’avvocato Vigorito è diventato presidente del Benevento calcio. Come dire: dalle pale al pallone.
4. I consumi alimentari restano al palo. Secondo la Cia il maggiore ottimismo dei consumatori sulla situazione economica del Paese, segnalato a febbraio dall’Istituto nazionale di statistica, non incide sul carrello della spesa. Fonte: © CIA.it - Pubblicata il 22/02/2011. ROMA - Il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori a febbraio non incide sui consumi alimentari, che restano al palo anche nel primo scorcio del 2011. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.
Il maggiore ottimismo sul futuro della situazione economica del Paese e della famiglia segnalato dall’Istituto nazionale di statistica -spiega la Cia- è un bel segnale di ripartenza, dopo due anni di crisi nera, ma non coinvolge il carrello della spesa. Gli italiani restano attenti a risparmiare sul cibo (e sul tipo di supermercato), tanto che una vera ripresa dei consumi alimentari non arriverà prima del 2012.
Quest’anno invece la situazione resta stazionaria -osserva la Cia-. Nel 2011 gli acquisti domestici alimentari sono stimati ancora in lieve riduzione, tra il meno 0,2 e il meno 0,3 per cento, con una flessione della domanda più marcata nel Mezzogiorno che nel resto d’Italia.
Una previsione che segue il trend del 2010, quando i consumi agroalimentari hanno subito un calo complessivo dello 0,6 per cento. Un risultato che è frutto -ricorda la Cia sulla base dei dati Ismea- della contrazione della domanda domestica di carni bovine (meno 4,4 per cento), prodotti ittici (meno 3,1 per cento), vini e spumanti (meno 2,9 per cento) e frutta e agrumi (meno 1,8 per cento). Sembra positivo invece il dato delle quantità acquistate di olio d’oliva (più 3 per cento) e derivati dei cereali (più 0,7 per cento), mentre gli altri comparti (latte e derivati, ortaggi e patate, carni avicole, carni suine e salumi) mantengono una sostanziale stabilità.
In più, sempre nel corso del 2010, circa il 30 per cento dei consumatori si è rivolto quasi esclusivamente alle «promozioni» commerciali, che sono sempre più frequenti soprattutto nella Grande distribuzione. Ed è anche aumentata la percentuale di famiglie (il 10 per cento) che ha acquistato prodotti agroalimentari presso gli hard-discount, dove la spesa è a prezzi più che contenuti.
5. Napolitano chiede correzioni al Milleproroghe. ultimo aggiornamento: 22 february 2011 18:05. Roma. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riferiscono fonti parlamentari, ha scritto una lettera al governo per chiedere delle correzioni al Milleproroghe e una maggior collaborazione tra governo e Parlamento. La lettera e' stata inviata per conoscenza anche al presidente della Camera Gianfranco Fini e al presidente del Senato Renato Schifani.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riferiscono fonti parlamentari, ha scritto una lettera al governo per chiedere delle correzioni al Milleproroghe e una maggior collaborazione tra governo e Parlamento.
La nota del Quirinale: "Decreto in contrasto con la Costituzione". "Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi inviato una lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto 'milleproroghe'". E' quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale. "Il Capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza - si spiega nella nota - che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge".
Berlusconi concorda
Nel corso dell'incontro al Quirinale, si legge fra l'altro nel comunicato diffuso al termine dal Colle, "il Presidente del Consiglio ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate dal Presidente della Repubblica nella lettera oggi inviata a lui e ai Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza".
6. Riforma PAC, agricoltori protagonisti in accordo. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento al Forum sulla “Pac verso il 2020” promosso dal Ministro delle Politiche Agricole. ROMA - Il documento rappresenta un deciso passo avanti verso la condivisione di un modello agroalimentare dove la centralità e il protagonismo tornano nelle mani degli agricoltori e del territorio ma anche un forte pungolo a Governo e Parlamento italiano ed alla Unione Europea per sostenere una idea di futura politica agricola comune (Pac) decisamente orientata all’impresa agricola professionale che va al mercato e che opera sul territorio e ad una filiera agroalimentare gestita dagli agricoltori. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento al Forum sulla «Pac verso il 2020» promosso dal Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, in riferimento alla sottoscrizione del documento da parte di tutte le rappresentanze della filiera (organizzazioni agricole cooperative e sindacati con esclusione dell’industria) sulla riforma della politica agricola comune. Trasparenza, filiera corta, informazione ai consumatori, qualità, più efficaci strumenti di mercato, assicurazione al reddito, difesa del budget, sussidiarietà e semplificazione, ed ancora centralità del lavoro e contrasto alla rendita fondiaria sono - sostiene Marini - le parole chiave del documento e non vi è dubbio che ciascuna rappresenta un elemento fondamentale storico nel sostegno al nostro progetto di filiera agricola italiana firmata dagli agricoltori.
La riforma è un appuntamento determinante per l’agricoltura nazionale che vede come prioritaria la difesa del budget tenuto conto che - secondo una analisi della Coldiretti - l’Italia, pur realizzando il 12,5 per cento della produzione agricola lorda e il 17 per cento del valore aggiunto comunitario ed essendo leader in Europa nella qualità e nel rispetto ambientale, riceve soltanto il 10 per cento della spesa agricola dell’Unione. Si tratta - sostiene la Coldiretti - di risorse comunque rilevanti sul bilancio delle imprese agricole, considerato che negli ultimi cinque anni in media sono stati trasferiti all’Italia 4,5 miliardi di euro all’anno attraverso il Feoga.
Il documento sottoscritto - afferma Marini - sostiene una Pac che favorisca la competitività dell’agricoltura sotto il profilo economico ambientale e sociale, che sia in grado di innovare le attuali inefficienze nella fase di programmazione e gestione dell’offerta, che risponda alle domanda dei consumatori in tema di informazione e trasparenza, che crei le condizioni per il protagonismo e la gestione diretta da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti per favorire l’occupazione, che ridia centralità al territorio e alla economia reale. Ed ancora - continua Marini - è presente una richiesta al Governo per un forte impegno per il mantenimento del budget agricolo nazionale e si confermano i pagamenti diretti disaccoppiati e la necessità di una redistribuzione graduale per superare il criterio storico. E’ prevista - precisa il presidente della Coldiretti - una qualificazione della spesa privilegiando agricoltori attivi e professionali, centralità del lavoro e contrasto delle posizioni di rendita fondiaria e si chiede un nuovo articolo 68 capace di premiare i comportamenti virtuosi, ma anche di rappresentare un’ancora per settori strategici o che necessitano di ristrutturazione. Si propongono misure di mercato che privilegino soprattutto le assicurazioni ai prodotti e al reddito. Si sostiene uno sviluppo rurale che assuma una caratterizzazione decisamente più agricola rispetto al passato, che eviti dispersioni di risorse, che stimoli un modello produttivo, che combini sostenibilità economica sociale ed ambientale e che concentri le risorse verso le imprese e il mercato. Un Psr che finanzi gli investimenti tesi all’innovazione, all’organizzazione, alla promozione, all’accorciamento, all’efficienza e alla trasparenza delle filiere, con la richiesta del superamento dei limiti dimensionali per le imprese di filiera, ma solo nei casi in cui queste siano controllate dai produttori agricoli. In ultimo - conclude Marini - si concorda sul rafforzamento della sussidiarietà e sulla semplificare delle procedure. COLDIRETTI.it. Martedì 22 febbraio 2011
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