domenica 27 marzo 2011

Mezzogiorno-Mattino. 27 marzo 2011.

Lecce. Manduria. Tendopoli ultimata: arrivano i profughi

Sicilia. Partinico, la questione nucleare in consiglio comunale

Calabria. Rossano, emergenza rifiuti cassonetti dati alle fiamme

Solo 3 cent di arance in un litro di aranciata.

Decimomannu, arrivano gli arabi. Cresce la protesta dei pacifisti.

“Art 36 dello Statuto? Una truffa ai siciliani”

No alla media conciliazione

Sicilia. La naturale evoluzione: costituenti locali per un partito autonomista di maggioranza.

Niente voto alle Tremiti: alle elezioni comunali nel 2012

Morto l’albanese che si era dato fuoco a Vittoria

Fuga da Mineo, un gruppo di migranti è scappato dal Residence

Napoli. Rifiuti, soffoca la Napoli bene


Lecce. Manduria. Tendopoli ultimata: arrivano i profughi
Area recintata con reti di 3 metri d'altezza
Terminato l'allestimento, in 700 sbarcano a Taranto
Primi trasferimenti tra poche ore da Lampedusa
MANDURIA - Completata la tendopoli allestita sull'ex aeroporto militare di Manduria dove saranno ospitati circa 700 profughi trasferiti da Lampedusa. I primi arrivi sono previsti per domani mattina alle 8. La nave San Marco della Marina Militare, che li trasporta, è già in viaggio e arriverà nel porto di Taranto alle prime ore dell'alba.

LA SORVEGLIANZA - Per scongiurare pericoli di fuga i tre ettari del campo saranno recintati con due livelli di sicurezza: una prima delimitazione di reti d'acciaio sarà alta 2 metri e quella successiva di tre metri e mezzo. I pasti saranno assicurati da una cucina da campo allestita nel centro e gestita dei vigili del fuoco.

LA STRUTTURA - «L’allestimento del campo è ultimato - afferma Paolo Tommasino, sindaco di Manduria - e il primo gruppo arriverà a breve. Si era parlato di un blocco di 200-300 clandestini, ma non abbiamo numeri precisi e notizie certe». La San Marco è partita da Lampedusa con a bordo 550 clandestini e arriverà nel porto di Taranto nelle prossime ore. «Ma non sappiamo - sottolinea il sindaco Tommasino - se tutti i profughi saranno portati al campo di Manduria o una parte di essi sarà smistata in altri centri di accoglienza». La tendopoli in via di allestimento nell’ex aeroporto potrà ospitare fino a 720 clandestini grazie alle 120 tende da sei posti ciascuna messe a disposizione dalla prefettura di Potenza. Il campo è da attrezzare con bagni chimici, cucine e servizi essenziali come l’erogazione dell’acqua e dell’energia elettrica.

I COMMENTI - «La Puglia è impegnata da sempre sul fronte dell’immigrazione e credo sarebbe un errore dividersi su polemiche inutili perché l’ondata di fronte alla quale ci troviamo ora rappresenta un fatto epocale, anche potenzialmente superiore a quella degli anni passati». Lo ha detto il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, intervenendo a Bari ad una conferenza nella sala consiliare del Comune sui fondi Poin. «L’atteggiamento da parte di tutti deve essere responsabile. La Puglia - ha spiegato Fitto - parteciperà assieme a tutte le altre Regioni, così come concordato con il ministero con un programma nazionale. La situazione a Lampedusa la vediamo tutti quanti ed è insostenibile. È prevedibile un esodo molto importante nei prossimi mesi, penso che sarebbe un errore oggi allarmarsi rispetto alle prime iniziative. Iniziano i primi spostamenti ma il Piano è complesso e non va letto giornalmente rispetto alla singola scelta; va letto in modo complessivo e su questo insisto: tutti devono essere parte integrante di queste scelte». «È sempre la Puglia ad aprire la gara della generosità e dell’accoglienza - risponde Onofrio Introna, presidente del Consiglio della Puglia - e senza le contraddizioni che si manifestano in certi territori del Nord. Prendiamo atto che a Manduria è in fase avanzata di allestimento il primo dei 13 centri e dei tre previsti in Puglia che supporteranno le strutture già esistenti in Italia, ma non possiamo non considerare che mentre da una parte un ministro della Lega chiede solidarietà alla Puglia e la ottiene, dall’altra esponenti del Carroccio sollevano nei rispettivi collegi settentrionali ostilità e avversione contro questa ondata migratoria, spinta da eventi senza precedenti in tutto il Nordafrica. Se alla nostra regione si chiede un contributo di partecipazione umana e civile in favore dei profughi, tutto il Paese dovrebbe seguire senza eccezioni e con la stessa umanità l’ennesimo buon esempio dei pugliesi. Non si può pretendere condivisione dagli altri mentre nei propri territori i soliti noti si distinguono nel seminare discriminazioni e pregiudizi».
Nazareno Dinoi

Sicilia. Partinico, la questione nucleare in consiglio comunale
di Francesco Previti  26 marzo 2011 -
“Nel territorio di Partinico è vietato ospitare siti, impianti e stoccaggio di materiali nucleari nonché il loro trasporto ad eccezione di quelli usati per scopi terapeutici-sanitari” ciò è previsto dallo statuto comunale e quindi l’amministrazione Lo Biundo, secondo i consiglieri comunali Santino Aiello, Gioacchino Catalano, Ezio Lo Iacono, Giuseppe Giovia, Pietro Di Trapani e Diego Campione, deve dichiararlo a gran voce.

I sei esponenti politici, hanno per questo presentato un atto di indirizzo sul nucleare. Inoltre i firmatari del documento, invitano la giunta ad esporre in paese dei cartelli con su scritto “Partinico città denuclearizzata”. La richiesta dei consiglieri comunali, segue alle recenti notizie del disastro nucleare in Giappone, che ha creato nell’opinione pubblica mondiale – si legge nell’atto di indirizzo- una seria riflessione sull’utilizzo dell’energia dell’atomo, tanto che tutti i paesi europei hanno cominciato a mettere in dubbio le proprie posizioni sulla costruzione di nuove Centrali Nucleari.

Dato che proprio in Sicilia poi, ne potrebbero essere realizzate due, i sei consiglieri comunali chiedono al sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo e all’intera amministrazione di prendere una posizione chiara e decisa contro il nucleare e ricordano infine nell’atto di indirizzo, che già l’80% della popolazione italiana con il referendum del 1987 si era opposta alle Centrali Nucleari.

Calabria. Rossano, emergenza rifiuti cassonetti dati alle fiamme
Resta alta l’emergenza rifiuti in quasi tutti i centri del Basso Jonio cosentino, con cassonetti pieni, e roghi continui
26/03/2011 Nella zona del Basso Jonio Cosentino è emergenza rifiuti. Cassonetti stracolmi, cittadini esasperati, contenitori dati alle fiamme, e immondizia abbandonata nelle loro vicinanze. La scorsa notte i vigili del fuoco hanno eseguito numerosi interventi anzitutto a Rossano e Mirto-Crosia, mentre da giorni gli incendi vanno avanti a Corigliano. Il problema è legato anzitutto alla mancanza di luoghi in cui scaricare la spazzatura. Si alza, intanto, anche il livello di protesta dei sindaci dei piccoli centri dell’area, i quali protestano contro la decisione del commissario regionale per l’emergenza rifiuti che ha limitato le loro possibilità di conferimento nella discarica rossanese di Bucita, nella quale, invece, Rossano può scaricare anche 50 tonnellate al giorno.

Solo 3 cent di arance in un litro di aranciata. Un inganno per i consumatori che pagano l’acqua come fosse succo di arancia. Maxispremuta in piazza per salvare salute, ambiente e l'agricoltura italiana
Fonte: © COLDIRETTI.it - Pubblicata il 26/03/2011
ROMA - In un litro di aranciata che viene venduto mediamente a 1,30 euro ci sono solo 3 centesimi di arance che peraltro spesso vengono «spacciate» come Made in Italy anche se provengono dal Brasile o dalla Florida. E’ quanto denuncia la Coldiretti che in Sicilia dove si concentra la produzione di arance ha promosso un weekend di «Solearance» con la distribuzione gratuita di una maxispremuta «Doc» in tutte le piazze principali a partire da Palermo a Villa Sperlinga per dire basta alla aranciate senza arance. Nelle aranciate è possibile mettere molta più acqua che succo sulla base di una legge nazionale ormai datata (Legge n. 286 del 1961) con la quale si prevede che le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse - sottolinea la Coldiretti - contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi vero. Un inganno per i consumatori che pagano l’acqua come fosse succo di arancia.

La Coldiretti e le associazioni dei consumatori chiedono di modificare questa legge e di introdurre l’obbligo dell’indicazione dell’origine del succo utilizzato nelle bevande (aranciate) e nei succhi di frutta. Una necessità per garantire più qualità, più sicurezza e più salute ai consumatori e per sostenere la competitività del Made in Italy.

Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12 per cento corrisponde al consumo aggiuntivo di 25 milioni di chili di arance per gli italiani mentre - sostiene la Coldiretti - sostituire le arance brasiliane con quelle siciliane significa risparmiare 5,5 chili di petrolio e evitare l’emissione di 17,2 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, Un effetto positivo sulla salute con un maggior consumo di frutta che sempre più spesso manca dalle tavole degli italiani e sull’ambiente con la riduzione dell’emissione di gas ad effetto serra ed un contenimento del consumo energetico in un momento particolarmente delicato.

Usare più arance italiane nell’aranciata è anche un contributo concreto al mantenimento dell’attività agricola sul territorio con la possibilità - continua la Coldiretti - di remunerare adeguatamente il prodotto ed il lavoro necessario per ottenerlo. Negli ultimi dieci anni sono scamparsi in Italia quasi un terzo degli agrumeti con effetti sul piano economico, paesaggistico e culturale. L’aumento di un solo punto percentuale di succo di arancia contenuto nelle aranciate corrisponde - alla produzione di oltre mille ettari di agrumeto e - conclude la Coldiretti - non avrebbe peraltro effetti sul prezzo finale al consumatore considerato che appena il 2,2 per cento del prezzo finale di vendita delle aranciate serve per remunerare le arance.

GLI APPUNTAMENTI DEL WEEK END
Palermo l’appuntamento di sabato è a Villa Sperlinga, domenica invece in Via Roma. A Catania domani l’iniziativa sarà ospitata a Villa Bellini, in Via Etnea, domenica nel classico incontro del mercato di Campagna amica di Piazza Verga. Ad Agrigento le spremute saranno offerte sabato a Villa Bonfiglio, domenica in piazza Cavour. Sarà Mussomeli, sabato, in Piazzale Mongibello la location della provincia di Caltanissetta mentre nel capoluogo nisseno l’evento si svolgerà domenica in Via Rochester. A Messina Piazza del Popolo, sempre domani. Domenica invece nella suggestiva Piazza Duomo. La terrazza del porto di Marina di Ragusa sabato, precederà gli appuntamenti di domenica a Piazza Odierna di Ragusa Ibla e Piazza XXV luglio di Siracusa. A Trapani le spremute saranno offerte domani sul lungomare Dante Alighieri e domenica a Piazza Mercato del Pesce. Ad Enna, domani in contrada Scifitello mentre domenica a Piazza Armerina. Nella città dei mosaici le arance saranno offerte in Via Bellia, alla fiera agricola

Decimomannu, arrivano gli arabi. Cresce la protesta dei pacifisti. Un gruppo di indipendentisti sardi, guidati da Doddore Meloni, ha manifestato davanti all'ingresso della Base aerea di Decimo per chiedere la sospensione "dei voli di guerra" sulla Libia.
A guidare la manifestazione è Salvatore Meloni, il presidente dell'autoproclamata Repubblica di Malu Entu, sull'isola di Mal di Ventre. Meloni all'inizio degli anni Ottanta era finito in carcere e poi condannato per un complotto indipendentista che sarebbe stato finanziato, secondo l'accusa, proprio dal colonnello Gheddafi attraverso un emissario libico che fu processato in contumacia. I manifestanti sventolano le bandiere di Malu Entu e altri simboli dell'indipendentismo sardo.
Nella Base aerea da una settimana sono stati rischierati per partecipare all'operazione "Odyssey dawn", F18-Hornet del 47/o Gruppo dell'Aeronautica spagnola e da due giorni sei F16 del 322/o e 323/o Squadrone dell'Aeronautica reale olandese.

“Art 36 dello Statuto? Una truffa ai siciliani”
di Antonella Folgheretti 26 marzo 2011 -
Modificare l’articolo 36 dello Statuto siciliano. E’ la campagna del deputato regionale di Forza del Sud Michele Cimino. Che ne ha fatto un punto d’onore: “E’ necessario ammodernare il nostro Statuto per rendere veramente autonoma la nostra Regione”, dice a BlogSicilia che lo ha incontrato al convegno dell’associazione Camelos sull’Allegoria del Buon Governo di Lorenzetti. “Una testimonianza, quella dell’artista – dice a margine – che non dobbiamo dimenticare.”
E spiega: “Esempio tipico contrario al Buon Governo di Lorenzetti è quello  dell’articolo 36 dello Statuto, in particolare il secondo comma. Un articolo che, senza enfasi, è il più importante dell’intero statuto. E infatti non funziona”.

“La norma in questione – spiega Cimino – inserita per la partecipazione della Sicilia al debito pubblico nazionale permetterebbe, qualora abrogata, consentirebbe una ricchezza per le casse regionali di circa 8 miliardi di euro”. E’ necessario che ciò che si produce nella Regione rimanga nelle sue casse, per consentire le spese standard necessarie”.

Si può costringere Roma ad allinearsi a questa richiesta? “Lo permette l’articolo 18 dello Statuto. Ma non ci possiamo permettere l’immobilismo. Oggi questuiamo a Roma quello che ci permetterebbe di vivere”.

Quale è il punto critico da risolvere? “L’articolo 36 prevede la cosiddetta autonomia finanziaria – aggiunge -. Il secondo comma riserva allo Stato le imposte ‘truffa’ che i siciliani hanno avuto con lo Statuto. Si contribuiva così annualmente al debito pubblico nazionale; ma così non è stato”.

Ma Cimino lancia anche un’altra campagna. “Io sbarco a Lampedusa”, l’ha chiamata. Ovvero, un appello a tutti affinchè “non si dimentichi l’isola”. “Vorrei concretamente aiutare Lampedusa con una iniziativa che presenterò la prossima settimana a Lampedusa dice il deputato regionale di Forza del Sud -: portare gli amici, i politici, i vip, i giornalisti e tutta l’Italia a passare questa estate le vacanze, insieme a me ed alla mia famiglia, in questa nostra meravigliosa isola. So che ancora la pressione è alta, ma ci vuole un nostro
atto di fede”.

E conclude: “Anche così si combatte il falso federalismo della Lega”.

No alla media conciliazione
di Giuseppe Basile 26 marzo 2011 -
Lo hanno annunciato ieri mattina, in conferenza stampa, i rappresentanti del consiglio dell’ordine degli Avvocati di Siracusa: un comitato di avvocati del Foro siracusano sta elaborando una proposta di referendum per abrogare la normativa sulla Media conciliazione obbligatoria e su quella che viene definita la privatizzazione della giustizia.

L’iniziativa fa seguito alla decisione, provocatoria e dal forte valore simbolico, di invitare l’Organismo della Media conciliazione istituito presso il proprio ordine “a considerare ipotesi e modalità che contemplino l’accesso gratuito alla procedura di media-conciliazione eventualmente invitando i Conciliatori iscritti all’Albo degli Avvocati e dei Praticanti di questo Ordine a prestare la propria attività ad un costo meramente simbolico”.

Nel contesto di queste iniziative, partorite contro la norma che sancisce l’obbligatorietà della Media-conciliazione, è stato rivolta alla deputazione nazionale la richiesta di istituire un tavolo di discussione apposito.

“Gli avvocati – ha detto il presidente del consiglio dell’ordine forense, Sebastiano Grimaldi – sono contro l’obbligatorietà della Media-conciliazione perché è una norma che viola i diritti costituzionali garantiti. Vorremmo che i cittadini sapessero che, con questa norma, si è istituito un processo di rottamazione della Giustizia. Il nostro ordine aderisce alle proteste che sono in corso in tutta Italia e che partono dal nostro organismo di rappresentanza nazionale, per contrastare un’iniziativa politica che, in sostanza, è di privatizzazione della giurisdizione”.

Anche l’avvocato Corrado Piccione era presente, e farà parte del comitato per il referendum abrogativo: “Il diritto a un giudice è il pilastro del nostro ordinamento costituzionale”, ha detto Piccione, rimarcando una tra le eccezioni di incostituzionalità. A margine della conferenza stampa è intervenuto il presidente del consiglio dell’Ordine dei Commercialisti, Gaetano Ambrogio, per porre fine a quello che ha considerato un equivoco: “I titolari di società private di Mediazione, seppur commercialisti, che hanno esposto pareri mezzo stampa, non parlano a nome della nostra categoria, che non ha nessun contraddittorio in corso con la categoria degli avvocati”.

Sicilia. La naturale evoluzione: costituenti locali per un partito autonomista di maggioranza. scritto da Raffaele Lombardo
La Sicilia rivedrà la luce, riprenderà la via dello sviluppo e saprà far valere lo Statuto e le sue grandi e straordinarie opportunità, soprattutto nell’era del federalismo, solo se avrà un partito del territorio che la governerà, un partito autonomista e di maggioranza.

Per far ciò ci vogliono migliaia di persone. Il partito non è mio e io probabilmente non aderirò neppure. Deve essere un partito dei siciliani.
Chi mi ascolta e chi mi legge, a partire dagli uomini dell’Mpa ma non solo loro, si facciano promotori di costituenti locali per il nuovo partito, anche nei piccoli comuni, in modo che uomini e donne, soprattutto giovani, possano aderire ad un manifesto minimo che contenga ideali, programmi e regole minime di convivenza interna.
Lavoriamo perché finalmente nasca questo grande partito che si metta in contatto con altri partiti del sud, autonomisti, del territorio e dell’identità locale, in modo da dar vita ad una grande forza che possa fronteggiare ed equilibrare la Lega del nord che è padrona del governo, compresa la politica dell’immigrazione.
Solo così potremo equilibrare le cose e finalmente l’italia potrà cominciare a recuperare il senso della sua unità vera. In caso contrario, l’Italia spaccata è e divisa resterà.

Niente voto alle Tremiti: alle elezioni comunali nel 2012
Isole Tremiti. Si andrà a votare nel 2012 alle isole Tremiti. Dopo la caduta dell’ex sindaco Giuseppe Calabrese, sfiduciato anche in seguito a dichiarazioni a favore del leader libico Muammar Gheddafi, non c’è stato il tempo utile per organizzare una nuova tornata elettorale. La dottoressa Palumbo, nominata commissario del piccolo Comune delle Diomedee, farà da reggente fino alla primavera del 2012.

Morto l’albanese che si era dato fuoco a Vittoria
di Markez 26 marzo 2011 -
George Semir non ce l’ha fatta. L’albanese, che si è dato fuoco in piazza a Vittoria (Rg) lo scorso 16 marzo davanti a tanti testimoni, è morto nell’ospedale Civico di Palermo al quale era arrivato già in gravi condizioni. Si è ucciso perchè non riusciva più a mantenere la sua famiglia.

L’uomo dall’ospedale di Vittoria venne subito trasferito al Civico di Palermo per le gravi ustioni riportate in tutto il corpo. La causa della morte un arresto cardiocircolatorio.

Semir era sposato ed aveva una figlia, la cui foto venne ritrovata nel suo portafogli. L’uomo, prima che le sue condizioni si aggravassero ulteriormente, riuscì a parlare e disse che si era dato fuoco perchè non era più pagato dal suo datore di lavoro, ma dalle indagini della Polizia non si hanno riscontri su questo.

Secondo quanto riferito poi dalla moglie di Semir agli inquirenti, altre volte l’uomo avrebbe tentato di togliersi la vita.

Fuga da Mineo, un gruppo di migranti è scappato dal Residence
di Markez 26 marzo 2011 -
Un gruppo di almeno 20 migranti sarebbe fuggito dal Villaggio della Solidarietà di Mineo nelle campagne della zona. A quanto emerge da alcune indiscrezioni non sarebbe il primo episodio.
Le forze dell’ordine stanno setacciando la zona circostante, tuttora vi sono in corso controlli approfonditi.
Con molta probabilità si tratta di extracomunitari che temono di non riuscire ad ottenere lo status di rifugiati e che, spaventati dalla possibilità di essere rimpatriati, hanno deciso di fuggire dal Villaggio di Mineo.

Napoli. Rifiuti, soffoca la Napoli bene
NAPOLI. Anche il salotto buono della città affoga di nuovo sotto il peso dei rifiuti non raccolti. Torna la crisi, ieri sono rimaste in strada oltre 1.200 tonnellate di immondizia. «La situazione rischia di diventare peggiore di quella dello scorso Natale - dice l’assessore Giacomelli - e nemmeno gli Stir riescono a reggere. Diversi compattatori sono tornati indietro senza riuscire a sversare». Intanto crescono i cumuli, che ora invadono pure le arterie più centrali come via Toledo, via Monteoliveto ed il quartiere di Chiaia. La Regione, nel Piano Rifiuti, pone il veto alle vecchie discariche: «Non ci sarà mai più un’altra Pianura, basta a siti non permeabili realizzati sul tufo e che compromettono la salute dei cittadini». Rivelazione choc: «Nel 2008 i militari Usa di stanza a Napoli non mangiavano cibo della Campania».

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