De Mistura: «La perizia? I marò non si toccano»
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LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Agricoltura senza soldi né piani
L'UNIONE SARDA - Economia: Agricoltura, arrivano i soldi
Inflazione: Istat, +3,3% su anno a marzo
Produzione industriale a "picco"
La Fiat pronta per nuovi investimenti in Argentina
Bozen, oltrepadania. Rimborsi elettorali: alla Svp 4,5 milioni
De Mistura: «La perizia? I marò non si toccano»
«Non mi attendo una soluzione a breve termine per i nostri marò arrestati in India ora che sono finiti nel tritacarne giudiziario. Anche per questo ritengo che la soluzione dovrà essere politica». Di ritorno dallo stato indiano del Kerala dove ha compiuto la sua ennesima missione per tentare di «riportare a casa i nostri ragazzi», parla il sottosegretario agli esteri Staffan De Mistura che ieri ha incontrato a Lecce i famigliari di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Un colloquio per consegnar loro alcune lettere private e per aggiornarli sulla situazione alla luce delle ultime notizie. Al suo fianco c'era un amico storico del battaglione San Marco, Andrea Angeli, che dopo tantissimi anni trascorsi all'estero come funzionario di organismi internazionali, ora è al fianco di De Mistura in qualità di assistente.
Sottosegretario, la situazione sembra precipitare: la polizia indiana avrebbe confermato che la perizia balistica inchioda i nostri marò...
«Si tratta fino a questo momento di notizie della stampa indiana: ripeto, stampa indiana, quindi tutte da verificare. Secondo queste notizie le perizie balistiche della polizia del Kerala indicherebbero che le pallottole che hanno ucciso i pescatori possono essere italiane. Ho spiegato ai famigliari dei due marò che prima di tutto vogliamo verificare non le notizie giornalistiche ma quelle ufficiali»
Come intendete procedere?
«Verificheremo le perizie con i nostri ufficiali del Ros che erano già presenti ad una parte delle analisi balistiche...»
Cosa intende dire che erano presenti solo ad una parte delle analisi? «Da quello che ho capito nella prima parte, che è la più importante, loro erano presenti. Poi i risultati non erano stati rivelati perché la stessa polizia del Kerala aveva dei dubbi sia sui fucili che sulle pallottole, e in quella parte non erano presenti i nostri esperti del Ros. Ora vogliamo che siano loro ad analizzare i risultati ufficiali»
Teme qualcosa?
«Qualunque sia il risultato balistico, nel peggior dei casi si potrebbe ipotizzare un eventuale errore umano, che andrebbe comunque provato. Ma anche in questo caso rimane fermo e intoccabile il principio che la giurisdizione è quella italiana, che le acque erano internazionali, e che i nostri marò vanno giudicati, se vanno giudicati - ed è un grande SE - solamente nel loro paese d’origine, nella loro madre patria».
Un principio però che le autorità indiane continuano a negare...
«Le autorità del Kerala sanno e non possono contestare che l’incidente è accaduto in acque internazionali, esattamente a 22,5 miglia dalle coste del Kerala. Le autorità però sembrano voler insistere – e noi non siamo d’accordo – che trovandosi i pescatori colpiti su una imbarcazione indiana, ed essendo i pescatori indiani, varrebbe a loro dire una legge locale secondo la quale in questi casi è competente la giurisdizione indiana. Ma questo contraddice il diritto internazionale e produrrebbe un precedente pericolosissimo in termini internazionali. Perché questo vorrebbe dire che da ora in avanti qualunque militare che viene mandato all’estero per compiere una missione su incarico del proprio paese, e fosse coinvolto involontariamente in un incidente, non potrebbe essere giudicato dal suo paese. Un principio che varrebbe anche per i militari indiani, che pure sono molto presenti in missioni all’estero».
Resta il fatto che la legge che regola le missioni anti-pirateria dei fucilieri del San Marco imbarcati sui mercantili italiani è lacunosa, lasciando una parte della linea di comando addirittura in mano agli armatori privati. Non ritiene che sia dovere del governo provvedere a modificarla giacchè decine di altri marò sono in questo momento impegnati in missioni analoghe senza una adeguato ombrello normativo?
«La nostra missione al momento è quella di risolvere il problema dei marò, e tirarli fuori da lì qualunque siano le circostanze. Dopo sono sicuro che sarà necessario fare un’analisi dei motivi per i quali questo incidente è avvenuto, perché evidentemente questa legge va riverificata. Le faccio un esempio. Quando io ero a capo della missione dell’Onu in Afganistan e giravo con tre macchine di scorta e con le guardie del corpo, pur essendo capo della missione al più alto livello era chiaro e concordato da me e dalle regole di ingaggio che qualora ci fosse stato un incidente o un presunto incidente, prendeva il sopravvento nei mie confronti e nei confronti di tutti, il caposcorta. Subito prima, durante e subito dopo un incidente comanda e decide chi ha la responsabilità militare. Credo che qualcosa del genere vada riscritto anche per le nostre navi, altrimenti potremmo avere confusione e la confusione come accaduto in questo caso comporta ritardi. Ma tutto questo andrà discusso dopo che avremo riportato a casa i nostri marò»
Molti osservatori ritenevano che il destino dei nostri marò fosse legato allo svolgimento delle elezioni politiche nel Kerala. Il voto si è tenuto ma la situazione non sembra sbloccarsi....
«Quello che lei dice è vero, ma le elezioni hanno in qualche modo ridotto l’attenzione nel Kerala che prima del voto era molto elevata. Quando sono arrivato per la prima volta c’erano manifestazioni pubbliche nei confronti del marò, oggi non più. C’è una attenzione molto più attenuata. Ma questo non vuol dire che la macchina giudiziaria non sia già ingranata. Occorre quindi una soluzione politica e anche diplomatica».
Prevede una soluzione a breve, medio o lungo termine?
«Non a breve termine. Direi a medio termine. L’errore di entrare con la nave nella rada, il che ha consentito alle autorità di polizia indiane di arrestare i nostri marò, ha meso in moto un tritacarne giudiziario che va affrontato, insistendo sulla nostra giurisdizione e su una soluzione che, ripeto, deve essere anche politica».
Come ha trovato i famigliari dei nostri due marò?
«Oggi (ieri per chi legge - ndr) ho incontrato a lungo le famiglie, giunte a Lecce da Bari e da Taranto: ci siamo incontrati a metà strada per fare il punto della situazione e pianificare il futuro. Sono rimasto colpito dalla dignità, dalla fermezza e dalla fiducia che hanno le famiglie sul fatto che i marò li tireremo fuori e li riporteremo a casa». (c.boll)
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LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Agricoltura senza soldi né piani
13.04.2012
CAGLIARI Senza soldi e senza progetti. Così è apparsa la Regione sarda, ieri alle associazioni agricole durante il faccia a faccia con l’assessore regionale all’Agricoltura, Oscar Cherchi. All’incontro erano presenti le principali associazioni che rappresentano il mondo delle campagne nell’isola e l’assessore regionale dell’Agricoltura Oscar Cherchi. Sul tavolo le rivendicazioni illustrate da Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri. Temi: i soliti. Dalla crisi dell’ agricoltura e dell’allevamento alle emergenze: dalla peste suina, alla legge 44 con le richieste di rimborso dei prestiti che hanno messo in ginocchio decine di imprenditori, bandi del Programma di sviluppo rurale della Regione, stato di attuazione e pagamenti delle misure del Psr, rilancio del comparto ovicaprino, filiera ortofrutticola, consorzi di bonifica. Nel 2010 i fondi a disposizione dell’assessorato all’agricoltura erano 300 milioni, nel 20111 erano 278 milioni, oggi sono 210, ai quali vanno sommati 265 milioni di residui. Ma per il patto di stabilità di quei 475 milioni se ne possono spendere solo 125 milioni (108 dei quali destinati ai tre enti regionali, 35 milioni già spesi per i consorzi di bonifica etc.). Ma con un artificio possono essere liberati circa 60 milioni da destinara a Vinitaly e Artigianinfiera. Morale della storia: non c’è un euro che si possa spendere. In compenso si può parlare. E tanto. D’ora in poi una volta alla settimana: ogni giovedì. Ed ecco che il26 aprile nei vertici con Oscar Cherchi le associazioni potranno parlare di suini, il 3 maggio della legge 44, il 10 maggio delle misuire del Psr e di latte ovino. Un incontro che si è chiuso in tarda mattinata. «L’appuntamento di ieri i con l’ assessore Cherchi e le associazioni agricole - ha sottolineato la presidente di Confagricoltura Sardegna Elisabetta Falchi - è stato interlocutorio». Luca Saba direttore regionale di Coldiretti, che pure ha apprezzato la disponibilità al dialogo.
L'UNIONE SARDA - Economia: Agricoltura, arrivano i soldi
13.04.2012
Incontro Regione-associazioni di categoria: «Collaboriamo per crescere» Patto di stabilità, stop a 85 dei 210 milioni previsti «Un momento indispensabile e fondamentale». Oscar Cherchi, assessore regionale dell'Agricoltura, esprime ottimismo dopo l'incontro con le associazioni di categoria che si è svolto ieri mattina a Cagliari. La riunione, la prima di una serie, è servita per tracciare un quadro generale degli interventi a fronte della disponibilità finanziaria destinata al mondo agricolo. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 26 aprile.
PATTO DI STABILITÀ «La finanziaria ha destinato al settore agricolo 210 milioni di euro», ha spiegato l'esponente della giunta Cappellacci, «il patto di stabilità riduce la cifra a 125 milioni disponibili in cassa, che potrebbero diventare 155. Sulla base di queste cifre, abbiamo fatto una prima ricognizione».
L'INVESTIMENTO La decurtazione impone delle scelte e la condivisione è fondamentale: «Il rapporto tra l'assessorato e le associazioni di categoria è importante poiché esse fungono da cinghia di trasmissione coi lavoratori», precisa l'assessore, «ci sono alcune priorità come la riforma delle agenzie, che le associazioni condividono, lo stato di attuazione del Piano di sviluppo rurale, la legge 44 e la peste suina. Nei prossimi incontri pianificheremo gli interventi». L'assessore Cherchi aspetta l'esito della vertenza Entrate, perché, qualora fosse positivo, «consentirebbe di aumentare la capacità di spesa».
LE ASSOCIAZIONI Moderatamente soddisfatti i rappresentanti delle associazioni di categoria. Luca Saba, direttore Coldiretti: «Abbiamo pressato l'assessore per ottenere risposte. Siamo soddisfatti per questo primo incontro, ma lo stato di mobilitazione continua poiché numerose vertenze rimangono aperte anche se Cherchi ha espresso la volontà di risolverle. Aspettiamo i prossimi incontri». Elisabetta Falchi, presidente di Confagricoltura, non si sbilancia: «L'aspetto positivo riguarda la volontà di creare un calendario di incontri per ogni singolo argomento. Nel prossimo si parlerà di legge 44 e firma del protocollo sul comparto suinicolo». Apprezzamento per il metodo arriva anche da Ignazio Cirronis, presidente Copagri: «I problemi dell'agricoltura rimangono, i prossimi incontri dovranno essere produttivi. Insistiamo affinché si operi una razionalizzazione delle agenzie regionali, Argea, Laore e Agris: la spesa di mantenimento è eccessiva rispetto ai risultati e servirebbe un riequilibrio della forza lavoro». Più pessimista il presidente della Cia, Martino Scanu, perché «dopo un solo incontro non si può trarre nessuna conclusione. L'unica speranza è che ci sia un'inversione di rotta, nella condivisione di alcuni passaggi, altrimenti si tratta di aria fritta: le aziende agricole continuano a soffrire e hanno necessità di provvedimenti immediati per uscire dalla crisi».
Inflazione: Istat, +3,3% su anno a marzo
ultimo aggiornamento: 13 aprile, ore 11:10
Roma, 13 apr. (Adnkronos) - ''Nel mese di marzo, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita' (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di marzo 2011 (lo stesso valore registrato a febbraio). Il dato definitivo conferma la stima provvisoria''. E' quanto rileva l'Istat.
Produzione industriale a "picco"
La produzione industriale a febbraio cala dello 0,7 per cento rispetto a gennaio e del 6,8 per cento su base annua. Si tratta della discesa annua piu' forte da novembre 2009.
ID doc: 74702 Data: 13.04.2012 (aggiornato il: 13.apr.2012)
Produzione industriale a picco a febbraio. In questo mese - comunica l'Istat - la produzione è
diminuita del 6,8% su base annua, dopo il -4,6% di gennaio, segnando il calo peggiore da novembre del 2009. Rispetto al mese prima, invece, a febbraio c'è stata una flessione dello 0,7%,
dopo il -2,6% di gennaio. Su base mensile, quindi, l'Istat registra, dopo il forte ribasso segnato a gennaio (-2,6%), una nuova flessione. Nella media del trimestre dicembre-febbraio l'indice risulta cosi' diminuito dell'1,0% rispetto al trimestre immediatamente precedente. In termini annui, invece, si tratta della sesta diminuzione consecutiva, con l'indice che viaggia in territorio negativo dasettembre 2011 e il -6,8% di febbraio 2012 risulta il peggior dato da novembre del 2009 quando la produzione segno' un calo del 9,3%. Diffondendo il dato tendenziale corretto per gli effetti di calendario l'istituto di statistica, inoltre, ricorda che i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di febbraio 2011 (la variazione grezza e' pari al -3,5%). Nella media dei primi due mesi dell'anno la produzione e' scesa del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, a febbraio l'indice destagionalizzato registra variazioni positive congiunturali nel comparto dell'energia (+5,7%) e in quello dei beni strumentali (+2,0%). Variazioni negative si registrano invece, per i beni di consumo (-2,3%) e per i beni intermedi (-1,9%). In termini tendenziali l'indice corretto per gli effetti di calendario segna rialzi per il solo compartodell'energia (+3,3%), spinto da un clima particolarmente rigido. Diminuiscono in modo significativo i beni intermedi (-10,6%) e i beni di consumo (-9,6%). Analizzando i diversi settori economici la produzione registra gli aumenti piu' marcati nei comparti della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+11,0%), della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+5,0%);. mentre i settori che registrano i cali maggiori sono: la fabbricazione di prodotti chimici (-13,9%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,9%) e l'industria del legno, della carta e stampa (-12,8%).
La Fiat pronta per nuovi investimenti in Argentina
Delia Cascini
Sergio Marchionne, presidente di Fiat Industrial, ha incontrato a Buenos Aires la presidentessa argentina, Cristina Kirchner, ed ha in questa occasione presentato il nuovo modello Palio per il mercato sudamericano, nonché due trattori della linea Case New Holland (CNH) y Fiat Powertrain inizialmente diretti esclusivamente al mercato argentino.
Una nota di Fiat Industrial spiega che si tratta di "nuove linee di prodotti che rispondono alla domanda interna e a quella di altri mercati latinoamericani".
Marchionne ha sottoscritto un patto con il governo argentino che era già di fatto stato saldato nel febbraio del 2012 e in cui si prevede un investimento totale da 140 milioni di euro, 97 dei quali però arriveranno dalle casse pubbliche dello Stato.
Secondo fonti della stampa locale, il manager italiano ha dovuto attendere la presidentessa circa 45 minuti nell'anticamera della Casa Rosada, perché quest'ultima doveva risolvere alcuni problemi di politica interna, probabilmente legati alle accuse di conflitto di interessi che stanno colpendo il suo vice, poi però, Marchionne ha avuto il privilegio di poter mostrare personalmente al capo dello Stato i nuovi veicoli, parcheggiati nel cortile del palazzo di Governo.
Dalla nota Fiat si legge che "l'Argentina diventerà un centro di eccellenza per la produzione di veicoli agricoli in tutta l'America Latina".
Il cosiddetto piano di Cnh prevede infatti di produrre modelli di mietitrebbiatrici con tecnologia avanzata, capaci di notevoli miglioramenti produttivi rispetto al passato, alle quali si affiancheranno trattori specializzati per vigneti e frutteti. I veicoli saranno dotati di motori Fpt Industrial, fabbricati in Argentina. Il nuovo impianto di produzione sarà localizzato a Cordoba, nel complesso Fiat.
L'incontro di Marchionne con i membri del governo argentino avviene in un momento di particolare tensione con le imprese straniere. Sembra, dunque necessario un riequilibrio tra importazioni ed esportazioni.
Bozen, oltrepadania. Rimborsi elettorali: alla Svp 4,5 milioni
Ecco come Roma finanzia i partiti locali. Achammer: in parte li giriamo agli alleati politica, elezioni, rimborsi
di Marco Rizza
BOLZANO. Autonomia sì, ma fino a un certo punto. Centinaia di migliaia di euro arrivano ogni anno dallo Stato ai partiti locali sotto forma di rimborsi elettorali, assegnati a rate annuali per tutta la legislatura. Ora 0,7 euro a voto - in precedenza 1 euro - per politiche, europee e provinciali: ma nelle prime due solo se si supera il quorum nazionale dell'1%. Le cifre sono quindi molto diverse: dal milione circa l'anno della Svp ai 22 mila euro che per esempio arrivano nelle casse dei Verdi.
I rimborsi non non sono l'unica entrata di un partito: ci sono anche i contributi versati dagli eletti e il tesseramento. Ma certo sono una voce pesante. Fare chiarezza nella foresta dei bilanci dei partiti non è cosa semplice. Le voci sono abbastanza generiche, quindi bisogna chiedere lumi ai responsabili amministrativi dei singoli partiti. Philipp Achammer, segretario organizzativo della Volkspartei, mette subito in chiaro che «la Svp è supertrasparente». La Svp è l'unico partito altoatesino, senza agganci nazionali, ad avere anche parlamentari ed europarlamentari.
Dice Achammer: «Quest'anno ci arriveranno 180 mila euro come rimborso per le provinciali 2008, 240 mila per le europee del 2009 e 530 mila per le politiche del 2008». In tutto quindi 950 mila euro, «di cui però una parte va girata ai partiti che hanno appoggiato la candidatura di Peterlini al Senato (Pd, Idv e socialisti, ndr) e una minore al Patt per l'appoggio alla lista della Camera». Sui 530 mila in realtà c'è l'incognita della norma attualmente in discussione in Parlamento, e potrebbero essere diminuiti. «Possiamo dire che in 5 anni abbiamo ricevuto circa 4,5 milioni, ma il 40% di quelli per le politiche li abbiamo girati ai nostri alleati».
Le entrate Svp sono notevoli anche sugli altri fronti: per restare al 2010, 506 mila euro di quote associative e quasi un milione di versamenti da parte degli eletti (10% dello stipendio netto dei consiglieri provinciali, 4% degli amministratori comunali, 10% dei deputati). Gli altri partiti vivono in galassie diverse rispetto alla Svp. È il caso del Partito democratico, che per altro a livello nazionale è l'unico ad avere il bilancio certificato da una società esterna: «Nel 2011 - dice il tesoriere Mauro Marchi - abbiamo ricevuto 51 mila euro di rimborsi per le nazionali: 33 mila per il Senato (l'elezione di Peterlini, ndr), cifra che per quasi due anni non abbiamo preso perché la Svp si era dimenticata di presentare la domanda; e 18 mila per la Camera, in seguito a un accordo stipulato con Roma. Per le provinciali invece i soldi vanno direttamente a Roma. Le nostre entrate principali sono i contributi degli eletti: il 18% per i provinciali e il 7% per i comunali. In tutto nel 2011 130 mila euro».
Invece la Lega Nord, stando al portavoce Claudio Degasperi, i rimborsi nemmeno li vede: «Non ce ne siamo mai occupati, immagino arrivino a Milano. A noi non danno nulla». I partiti territoriali invece ricevono solo i rimborsi per le provinciali. Unitalia per la verità ci ha rinunciato: «Avevamo diritto a 7 mila euro l'anno - dice Donato Seppi - ma ho scritto alla Camera che ci rinunciamo. In tempi non sospetti... I partiti devono cavarsela senza soldi pubblici. Noi stiamo in piedi coi miei contributi e con quelli dei consiglieri comunali».
I Freiheitlichen ricevono invece circa 50 mila euro l'anno per le provinciali: «Per il resto ognuno dei 5 consiglieri provinciali dà 1300 euro al mese - dice Pius Leitner -. Non prendiamo rimborsi per le nazionali, anche se partecipiamo. E rispetto alla Svp non possiamo fare detrarre dalle tasse i contributi dei privati. È una direttiva dell'Agenzia delle Entrate del 2006: si possono detrarre solo contributi a partiti con un eletto in Parlamento. Tipo la Svp, guarda caso...».
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2012/04/13/news/rimborsi-elettorali-alla-svp-4-5-milioni-5765081
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