mercoledì 1 giugno 2011

Federali Mattino-2 giugno 2011. Arancione napoletano. De Magistris: non consentiremo la costruzione di un secondo inceneritore come vorrebbe la Regione. Non ce n’è bisogno.----Giallo partenopeo. No, quell’Alessandro Nardi non sono io. Come non è lei? E chi è allora? Non lo so, quando ero all'università c'era un altro ragazzo che si chiamava esattamente come me: forse è lui. Ma come dice di non essere lui? Sì, è lui il firmatario dell’appello. Insomma, dallo staff del sindaco arancione....emerge un vero e proprio giallo.----Il Sindaco di Salerno prende carta e penna e denuncia: Siamo di fronte all’ipotesi concreta di un altro scandalo di dimensioni nazionali. Rispetto alla saturazione del sito di trasferenza di Ostaglio - dove si sono ormai accumulate 1.500 tonnellate di rifiuti – la Prefettura di Salerno e la Regione Campania si confermano totalmente irresponsabili. L'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano: Le sue farneticazioni stupiscono non poco innanzitutto perché, per rendere onore alla fama che si è mediaticamente costruito, il supersindaco di Salerno queste questioni dovrebbe riuscire a risolverle da solo dimostrandoci, come spesso ama ripetere a se stesso, di essere il più bravo di tutti.----Profughi a Belluno. Sono rimasta molto delusa, afferma la signora Sonia, perché ci hanno lasciati soli. Oltretutto, a una decina di profughi non sono stati consegnati i verbali del loro ingresso in Italia e sono molto preoccupati per il futuro. Tra pochi giorni comunque se ne andranno, perchè qui arriveranno dei congressisti. E' quindi indispensabile che i locali occupati da questi giovani siano disinfestati, come si fa normalmente quando ci sono le elezioni. Spero vivamente che questo possa avvenire rapidamente subito dopo la loro partenza.

Petrolio del mare nostrum:
Ministro del petrolio Ghanem abbandona Gheddafi: «Troppo sangue. Produzione greggio verso stop totale»

Asburgici che non decidono di andarsene:
Trieste. Fondi comunitari, frode da 23 milioni ai danni della Regione. Un arresto

Arancini arancioni:
Napoli. Rifiuti, De Magistris: Oggetto di prima delibera, schema pronto
Napoli. Giallo nello staff del sindaco «arancione»: Nardi è con lui, ma ha firmato per Lettieri
Napoli, de Magistris saluta Iervolino: la chiamerò in futuro
Rifiuti, rischio emergenza Salerno: botta e risposta De Luca e Romano

Sbandati:
Belluno. Profughi: "Il vuoto dopo l'accoglienza"


Ministro del petrolio Ghanem abbandona Gheddafi: «Troppo sangue. Produzione greggio verso stop totale»
Shokri Ghanem, ministro del petrolio di Tripoli e capo della società petrolifera in mano allo Stato, ha annunciato di aver abbandonato il regime di Muammar Gheddafi a causa «del quotidiano spargimento di sangue» e «dell'insopportabile» spirale di violenze che stanno scuotendo la Libia. Parlando in una conferenza stampa a Roma, Ghanem, scomparso da alcuni giorni senza che nessuno sapesse dove fosse finito, ha espresso il suo sostegno per «i giovani libici che si battono per uno stato costituzionale», ma ha precisato che è troppo presto per dire se lavorerà con i ribelli di Bengasi. In ogni caso non rappresenterà il Paese presso l'Opec, il cui vertice è previsto l'8 giugno. Il ministro ha anche avvertito che la produzione petrolifera libica si sta interrompendo a causa dell'embargo.

Già venti giorni fa, il ministro Ghanem, aveva lasciato la Libia per scappare in Tunisia. La notizia fu diffusa da fonti del governo tunisino precisando che Ghanem, giunto in Tunisia dal posto di confine di Ras Jedir, si era rifugiato in un albergo nell'isola di Gerba (sud della Tunisia) ma senza contattare le autorità tunisine. Oggi una defezione ufficale durante la visita a Roma.

Chi è l'ex ministro
Ghanem, 68 anni, è a capo della National Oil Corp libica dal 2006. Nato a Tripoli nel 1942, si è laureato a Bengasi nel 1963 e per 14 anni ha lavorato per il Governo.
01 giugno 2011

Trieste. Fondi comunitari, frode da 23 milioni ai danni della Regione. Un arresto
 TRIESTE. Ammonta a oltre 23 milioni di euro il danno da frodi comunitarie causato alla Regione Friuli Venezia Giulia e scoperto dalla Guardia di Finanza di Trieste nel corso di un'indagine,...
 TRIESTE. Ammonta a oltre 23 milioni di euro il danno da frodi comunitarie causato alla Regione Friuli Venezia Giulia e scoperto dalla Guardia di Finanza di Trieste nel corso di un'indagine, denominata "Luce 1993".
 Dalle indagini delle Fiamme Gialle, concentrate principalmente sulla spesa pubblica dell'Ente, sono emerse irregolarità tra cui frodi comunitarie ai danni del bilancio regionale e fatture per operazioni inesistenti per milioni di euro. Individuati anche gran parte dei responsabili delle operazioni illecite, per i quali sono stati già emessi provvedimenti giudiziari. In manette, per l'ipotesi di reato di tentata truffa al bilancio della Regione e frode fiscale, è finito Mauro German, 55 anni, esperto informatico, titolare a Trieste di attività specializzate nella progettazione e gestione di siti internet, corsi web e nella realizzazione di piattaforme per l'e-learning.
 Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza di Trieste, coordinati dal pm Lucia Baldovin e in collaborazione con gli uffici della Regione, German aveva costituito un vero e proprio sodalizio criminale assieme a una ventina di piccoli imprenditori, tutti denunciati all'autorità giudiziaria, con l' intento di accaparrarsi fondi europei e regionali per almeno 11 milioni di euro.
 La truffa ai danni delle casse della Regione è stata sventata nel corso di un'indagine dalla quale è emerso anche che l'uomo, d'accordo con imprenditori e prestanome triestini, avrebbe prodotto fatture per operazioni inesistenti per oltre 12 milioni. Il sistema di frode era strutturato sull'utilizzo, da parte di alcuni fra gli indagati, dei documenti contabili attestanti l'effettuazione di prestazioni in realtà mai rese, al fine di gonfiare costi e volume d'affari per dimostrare la piena operatività delle aziende e chiedere così i contributi.
 German a sua volta, per evitare i ricavi delle false fatture, si procacciava fatture di costo intestandole a ditte che facevano capo a prestanome. In aggiunta alle frodi, il sodalizio utilizzava i bandi progettuali emanati dalla Regione Friuli Venezia Giulia in ambito di sviluppo comunitario, per attingere a finanziamenti pubblici, parte dei quali a fondo perduto e parte a tasso agevolato. Coinvolta nell'attività illecita anche una società di Muggia (Trieste) attiva nel settore del campionato mondiale di Superbike, che emetteva fatture false a beneficio di altre società attestandone la sponsorizzazione dei marchi. In cambio, la società sportiva utilizzava documenti contabili inesistenti di una filiale, anch'essa munita di sponsorizzazioni, con sede slovacca.
 Da tempo l'attenzione dei finanzieri si era concentrata su German per le irregolarità riscontrate ai controlli fiscali nella contabilità aziendale delle sue attività, tanto che l'uomo si trova ora al centro di tre inchieste.

Napoli. Rifiuti, De Magistris: Oggetto di prima delibera, schema pronto
 Roma, 1 giu (Il Velino) - La prima delibera del neosindaco di Napoli sarà sui rifiuti. Lo ha affermato Luigi De Magistris, intervistato da Maurizio Belpietro durante la trasmissione tv “Mattino Cinque”. “Lo schema è già pronto - ha detto - pure se la competenza non è solo mia. Partiremo con la raccolta differenziata porta a porta, poi faremo mettere a regime l’impianto di compostaggio”. Nei piani di De Magistris dunque “togliere la spazzatura dalle strade e far mettere a norma il termovalorizzatore di Acerra” ma “non consentiremo la costruzione di un secondo inceneritore come vorrebbe la Regione. Non ce n’è bisogno”. Stop anche a nuove discariche nel napoletano anche perché esiste “la disponibilità di alcune Regioni a prendere la spazzatura e a utilizzarla in termovalorizzatori o discariche ma non nella provincia di Napoli”.
(mpi) 1 giu 2011 09:17

Napoli. Giallo nello staff del sindaco «arancione»: Nardi è con lui, ma ha firmato per Lettieri
L'ex assistente di Pecoraro Scanio nega: «omonimia», ma tra i sostenitori di Lettieri assicurano:«È proprio lui»
NAPOLI - È lui o non è lui? Il «nuovo che avanza» accanto a Luigi de Magistris ha anche il volto di Alessandro Nardi, ex assistente di Alfonso Pecoraro Scanio, immortalato accanto al sindaco arancione al momento del boato che accoglie il trionfatore del ballottaggio al suo comitato un’ora dopo i risultati. Nardi è al fianco del neosindaco, per il quale ha lavorato duro in campagna elettorale. Sorride ed esulta, e fin qui niente di male.
Solo che un certo Alessandro Nardi è stato pure tra i firmatari dell'«appello dei 18», gli ex centrosinistra che in campagna elettorale si sono schierati con Lettieri sostenendone pubblicamente la candidatura e suscitando critiche, più che consensi. Un altro Alessandro Nardi, poi, fu nominato dalla passata giunta regionale alla presidenza del Parco del Bacino Idrografico del Fiume Sarno, carica ottenuta da Antonio Bassolino, e scampata alla “potatura” di Stefano Caldoro. Uno e trino?
Lui, in merito all’appello pro-Lettieri, nega: «No, quell’Alessandro Nardi non sono io». Come non è lei? E chi è allora? «Non lo so, quando ero all'università c'era un altro ragazzo che si chiamava esattamente come me: forse è lui. Io in giunta con De Magistris? Voce falsa». Poi spiega, e precisa: «Ho curato la parte amministrativa e burocratica della lista Napoli è Tua, ed è vero che sono stato nominato presidente del parco da Bassolino, ma in qualità di tecnico. Sono un esperto senza tessere di partito, non ho nemmeno quella di Idv. In ogni caso - conclude Nardi - non posso escludere che qualcuno a mia insaputa abbia inserito il mio nome sotto quel manifesto, ma è certo che non sono mai stato avvertito».
Ma dall’ex staff di Lettieri sono pronti a giurare che non si tratti affatto di una caso di omonimia: «Ma come dice di non essere lui? L’ex segretario di Pecoraio Scanio? Sì, è lui il firmatario dell’appello». Insomma, dallo staff del sindaco arancione... emerge un vero e proprio giallo.
Carlo Tarallo

Napoli, de Magistris saluta Iervolino: la chiamerò in futuro
A Castel Capuano la proclamazione con il presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi
Napoli, 1 giu (Il Velino/il Velino Campania) - “Grazie a tutti e grazie a Rosa Russo Iervolino: non escludo di ascoltarla in futuro”. Queste le parole pronunciate da Luigi de Magistris mentre l'oramai ex sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino con un filo di commozione e forse anche di sollievo, lasciava la sala Giunta simbolo del suo mandato alla guida della città per dieci anni. Iervolino ha incontrato il suo successore nello studio al secondo piano di Palazzo San Giacomo: “Un breve colloquio, il tempo di fargli gli auguri, firmare le carte e salutarci”. Lei sicura nel camminare tra i corridoi che per un doppio lustro sono stati come quelli di casa lui curioso e 'nuovo' al palazzo, si guardava intorno procedendo con passo incerto. Il nuovo primo cittadino è tornato al suo stile quando è stato accolto dagli applausi di dirigenti e dipendenti del Comune di Napoli che attendevano “i due sindaci” nella sala giunta. Applausi per de Magistris e per Iervolino. È lei a fargli strada indicandogli la poltrona dove dovrà sedere dietro il tavolo conferenze all'ombra del gonfalone del Comune. Una stretta di mano, un bacio e a quel punto la scena è tutta per il neo eletto mentre “l'ex” lascia la sala e immediatamente il Palazzo.

 “Venerdì mattina vi incontrerò – ha detto de Magistris rivolgendosi ai dipendenti – perché è da qui che deve partire il cambiamento: insieme dovremo creare le condizioni perché si torni a parlare bene di Napoli nel mondo, perché i giovani ritornino in questa città e non scappino”. Poche ore prima di arrivare a San Giacomo, l'ex pm è stato proclamato ufficialmente sindaco dal Presidente del Tribunale Carlo Alemi. La cerimonia si è tenuta a Castel Capuano un luogo caro a de Magistris: “Quando preparavo il concorso in magistratura venivo qui a sbirciare il lavoro di mio padre” ha detto dedicando proprio al papà la vittoria. Il primo cittadino prenderà “materialmente” possesso dei suoi uffici venerdì, domani intanto vestirà per la prima volta la fascia tricolore nel corso delle celebrazioni per la festa della Repubblica. È uscito da Palazzo San Giacomo accompagnato dal suo staff e da alcuni dirigenti dell'ufficio cerimoniale del Comune di Napoli. “Niente auto”. A piedi nonostante la pioggia: “Sindaco bagnato, sindaco fortunato” ha detto lasciandosi alle spalle il portone da cui pochi minuti prima era uscita dopo dieci anni Rosa Russo Iervolino.
(rep/bm) 1 giu 2011 15:25

Rifiuti, rischio emergenza Salerno: botta e risposta De Luca e Romano
Napoli, 1 giu (Il Velino/il Velino Campania) - Botta e risposta tra il sindaco di Salerno e l'assessore all'Ambiente della Regione Campania. Vincenzo De Luca prende carta e penna e denuncia: “Siamo di fronte all’ipotesi concreta di un altro scandalo di dimensioni nazionali. Rispetto alla saturazione del sito di trasferenza di Ostaglio - dove si sono ormai accumulate 1.500 tonnellate di rifiuti – la Prefettura di Salerno e la Regione Campania si confermano totalmente irresponsabili”. Nella città prima in Italia per la raccolta differenziata – insiste De Luca - si corre il rischio di avere l’immondizia in strada: è questo il risultato di comportamenti istituzionali del tutto inconcludenti, che dimostrano un’incapacità operativa che va denunciata all’opinione pubblica e alle Autorità competenti. La Prefettura di Salerno che in questi mesi è stata investita del problema non è riuscita ad assicurare un solo intervento efficace sugli altri livelli istituzionali regionali e nazionali, perseverando - di fronte ad una vera e propria emergenza - in un comportamento del tutto inefficiente e lesivo della città di Salerno”. Ancora un affondo: “La Regione Campania non è stata da meno, confermando drammaticamente che non è in grado di garantire il flusso di conferimenti dei rifiuti. E in questo degradante contesto istituzionale l’assessore incompatibile all’Ambiente della Regione Campania continua a trastullarsi con l’annuncio di piani di intervento risibili ed improduttivi, perseverando nel nullismo della sua azione amministrativa”. È evidente che Prefettura e Regione Campania saranno chiamate ad assumersi tutte le responsabilità del disastro che si potrebbe, purtroppo, determinare a Salerno. Nelle prossime ore – conclude Vincenzo De Luca - informerò il Presidente della Repubblica della drammatica situazione che si sta vergognosamente ed in maniera incredibile verificando nella nostra città”.

 La risposta di Giovanni Romano responsabile dell'Ambiente nella giunta Caldoro non si fa attendere: “Dov'è finita la celebrata autosufficienza della città di Salerno in fatto di rifiuti tanto sbandierata dal supersindaco di Salerno?”. Se lo chiede l'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano che replica alla luce delle dichiarazioni del primo cittadino di Salerno. “Le sue farneticazioni – ha incalzato l'assessore - stupiscono non poco innanzitutto perché, per rendere onore alla fama che si è mediaticamente costruito, il 'supersindaco' di Salerno queste questioni dovrebbe riuscire a risolverle da solo dimostrandoci, come spesso ama ripetere a se stesso, di essere il più bravo di tutti. Tanto più che ha i poteri per farlo compreso quello di realizzare una discarica cittadina al posto del termovalorizzatore che dice di non volere più. È la legge che a lui e non alla Regione attribuisce questa competenza. L'assessore Romano ha poi analizzato la questione nel dettaglio”. “Il supersindaco di Salerno ha dichiarato che la sua è una città modello, che vanta il 75% di raccolta differenziata, e di poter fare a meno di ogni altro impianto, soprattutto del termovalorizzatore. Se tutto ciò rispondesse al vero, in considerazione dei flussi di smaltimento garantiti quotidianamente dalla Provincia di Salerno verso lo Stir di Battipaglia, il sito di stoccaggio di Ostaglio dovrebbe essere vuoto. Ed invece scopriamo che è saturo. Cosa c’è, quindi, ad Ostaglio? Sarà opportuno accertarlo perché i conti non tornano”. Romano sottolinea poi: “Le altre province della Campania sono riluttanti a ricevere i rifiuti prodotti dalla città di Salerno perché il Comune ha un debito di circa 1.300.000 euro nei confronti della società provinciale e di circa 5.000.000 di euro nei confronti del Consorzio di Bacino Salerno 2. In tale contesto è solo grazie al coordinamento dei flussi interprovinciali di cui è competente la Regione che, ad oggi, sono state azzerate le giacenze di rifiuti nelle strade di Napoli e della sua provincia. Se siamo in queste condizioni lo dobbiamo a quelli come il supersindaco di Salerno che considerano inutili trastulli i piani previsti dalla legge, lo dobbiamo ai sindaci che non sanno fanno il loro mestiere”.
(rep/red) 1 giu 2011 19:46

Belluno. Profughi: "Il vuoto dopo l'accoglienza"
Gli operatori del Cadore contrariati per l'assenza delle istituzioni.
PIEVE DI CADORE. Dopo la grande accoglienza, il vuoto; e il disappunto degli operatori che a Pieve hanno accolto a braccia aperte i profughi in fuga dalla guerra di Libia. «Sono amareggiata», dice Helena Duranti, dell'albergo Giardino di Pieve, «per il comportamento di quelle strutture dello Stato che, pur incaricate della gestione dei profughi, non l'hanno fatto. O meglio: i profughi sono stati gestiti, ma solo a livello burocratico, lasciando completamente abbandonate le strutture che hanno dovuto farsi carico di incombenze che nulla hanno a che fare con l'ospitalità doverosa verso chi proviene da una guerra».
 Alla protesta della titolare dell'albergo pievese, che ospita tuttora 33 rifugiati, fa eco la direttrice della Casa Alpina Mari di Nebbiù, dove ce ne sono altri 32: «Nulla da dire», aggiunge Elena Duranti, «nei confronti del personale della questura di Belluno, che nei primi giorni di permanenza degli ospiti ha fatto tutto ciò che era di propria competenza per i permessi di soggiorno e il controllo dei nuovi arrivati. Il problema è nato dopo che alla Protezione Civile è stata tolta la competenza per la loro gestione, per la quale è stato incaricato un ufficio della prefettura: da allora non abbiamo più visto nessuno, né qualcuno si è interessato a quanto succedeva sotto il profilo sanitario. A questo proposito», aggiunge l'albergatrice, «c'è stata la visita dei medici dell'Usl 1, me nessuno ha fatto una ricetta, invitandoci a inviare gli ammalati al medico di base. Il risultato è stato che l'albergo ha dovuto accollarsi anche l'acquisto dei medicinali; i medici, arrivati con tanto di camici bianchi, non sono stati capaci di fornire loro nemmeno un'aspirina. Eppure non era difficile risolvere i problemi: era sufficente che ogni giorno un funzionario della prefettura visitasse le strutture per ascoltare le necessità degli ospiti».
 La stessa situazione, anche peggiore, si è verificata alla Casa Alpina Mari: trovandosi a 4 chilometri dal pronto soccorso, i gestori hanno dovuto più volte chiedere un passaggio a dei privati e al comune per trasportare in ospedale gli ammalati.
 «Sono rimasta molto delusa», afferma la signora Sonia, «perché ci hanno lasciati soli. Oltretutto, a una decina di profughi non sono stati consegnati i verbali del loro ingresso in Italia e sono molto preoccupati per il futuro. Tra pochi giorni comunque se ne andranno, perchè qui arriveranno dei congressisti. E' quindi indispensabile che i locali occupati da questi giovani siano disinfestati, come si fa normalmente quando ci sono le elezioni. Spero vivamente che questo possa avvenire rapidamente subito dopo la loro partenza».
 Il problema non è solo delle strutture ricettive, ma anche dell'amministrazione comunale che, dopo aver aperto le sue porte, nei rapporti con l'ufficio della prefettura responsabile del servizio accoglienza, trova adesso un autentico muro. «Siamo molto delusi», spiega il consigliere Petra Sala, «dopo aver ascoltato tanti bei discorsi, non abbiamo ancora avuto nulla. In questi giorni non telefoniamo nemmeno più, perchè tanto sarebbero solo soldi buttati».1 giugno 2011

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