Il sindaco de Magistris vara Super-Asìa
Monnezza, arriva l'Uomo Ragno
La giunta di Pozzuoli senza politici
Sicilia. Poveri pensionati, guadagnano il doppio
Dichiarato lo stato di calamità per il maltempo in Puglia nello scorso mese di marzo
Tassa di soggiorno. Il turismo si ribella «Salento tax free»
Bozen, oltrepadania. Oberrauch: Equitalia ci perseguita
Il sindaco de Magistris vara Super-Asìa
Ricapitalizzazione record: 43 milioni. Realfonzo: «Stop
appalti esterni». Raccolta straordinaria: Napoli ripulita
NAPOLI— Per l’Asìa è in arrivo una ricapitalizzazione record da 43 milioni. L’operazione avverrà tramite un mutuo un debito), acceso dal Comune, che servirà per far decollare differenziata e per rendere autosufficiente l’azienda, evitando così il ricorso agli appalti esterni. E’ questo lo start up progetto, quanto mai ambizioso e velleitario, di Luigi de Magistris che giura di portare differenziata «al 70 per cento entro fine anno» e che grida forte di non volere «l’elemosina della Lega» per uscire dalla crisi. Ma i , prima d’ora, un’azienda comunale era stata rifinanziata con queste cifre.
L’annuncio lo ha dato direttamente il sindaco che, chiaramente, caratterizza buona parte del suo mandato sull’uscita dall’emergenza, giocandosi sulla risoluzione della crisi una partita — e una leadership — nazionale. E’ nel corso di una visita all’area attrezzata di piazza Bisignano— quartiere Barra — che de Magistris annuncia la pioggia di milioni che ricoprirà Asìa facendola diventare una sorta di «superAsìa». «Si tratta di risorse aggiuntive con le quali si potrà provvedere agli investimenti a servizio della raccolta differenziata— dice—. Questa è la migliore risposta alla grave situazione finanziaria nella quale l’azienda versa da molti mesi. Il fine è una Napoli fuori dalla crisi; una città, quindi, pulita e virtuosa grazie ai cittadini e ai lavoratori di una delle più grandi aziende italiane del settore» . In una nota, anche l’azienda dei rifiuti spiega che ricapitalizzare significa identificare l’azienda comunale come fattore strategico indispensabile per perseguire l’impegno immediato volto alla rapida implementazione, in altri quartieri cittadini, del sistema di raccolta differenziata porta a porta». «La ricapitalizzazione di Asia servirà ad aprire scenari di normalità», aggiunge Raphael Rossi, presidente di Asìa, per il quale, in questo modo «sarà possibile lavorare con maggior serenità» e provvedere «a comprare o riparare altri mezzi».
Della ricapitalizzazione di Asìa parla anche l’artefice finanziario del progetto, cioè Riccardo Realfonzo, assessore al Bilancio: «Accenderemo un mutuo in modo da consentire ad Asìa, per la prima volta nella sua storia, di essere interamente indipendente dai subappalti» . L’assessore parla di forte sostegno all’azienda, fondamentale per internalizzare la raccolta e far decollare la differenziata» . Un investimento che arriva in un momento tragico per i conti che abbiamo ereditato dalla passata gestione Iervolino» e che rappresenta la pietra angolare del bilancio che sarà approvato tra stanotte e domattina. Un’operazione finalizzata, senza dubbio, blindare l’azienda dei rifiuti rendendola — spera il sindaco— autosufficiente. Intanto ieri, alle 6,30, de Magistris e il vicesindaco Sodano sono stati presenti alla partenza dei compattatori per l’avvio del servizio di raccolta in città. Gli automezzi hanno lasciato l’area di rimessaggio di via Volpicella, a Barra. E’ stato un modo per testimoniare la gratitudine per quel piccolo esercito di uomini di Asìa che sta vivendo come al fronte. Ecco perché il sindaco e vicesindaco, «a nome della città» , poco prima della partenza avevano ringraziato i lavoratori che in questi giorni hanno fornito uno sforzo straordinario per lo svolgimento dei servizi straordinari di rimozione rifiuti. Un saluto, rivolto da de Magistris dopo essere salito su uno dei mezzi, volto anche a ricordare ai lavoratori «la fierezza di essere, come lui, al servizio della città».
Dal canto suo, le giacenze di spazzatura a terra diminuiscono: ora ce ne sono 1400 tonnellate circa di rifiuti in strada. Ma che fine hanno fatto i sacchetti? La risposta c’è, la fornisce Sodano: «Sono stati sversati nei siti di stoccaggio individuati dalla Provincia a Caivano e di Italambiente ad Acerra. Qui i rifiuti possono rimanerci almeno tre mesi. Un’altra parte, invece, è stato trasferita nel sito di trasferenza dell’ex Icm in via delle Brecce, nella zona orientale della città, e negli impianti Stir di Tufino e Giugliano» . Questione termovalorizzatore. Perché l’Asìa, quindi il comune, non ritira la sua candidatura nella gestione, che ha generato anche la sospensione della gara, visto che il sindaco ha annunciato che «l’inceneritore non si farà» . La spiegazione all’apparente contraddizione la fornisce sempre Sodano: «La vecchia giunta voleva l’inceneritore e, con Asìa, decise di fare ricorso anche per i danni, in quanto l’azienda dei rifiuti aveva pure fatto nascere una società ad hoc per la costruzione e la gestione dell’inceneritore che in un primo momento il governo aveva previsto dovesse essere costruito dal Comune di Napoli. Inoltre, noi rivogliamo quell’area perché strategica per impianti del ciclo alternativo. Noi lì vogliamo che nasca un impianto di compostaggio, indispensabile per il nostro piano».
Paolo Cuozzo
Monnezza, arriva l'Uomo Ragno
Cebulski, il guru americano dei fumetti in cerca di disegnatori napoletani. Spunta vignetta sui rifiuti
NAPOLI - Il braccio destro del boss della Marvel vola a Napoli per fare campagna acquisti. Occhi puntati sui quotatissimi talenti campani. È come se Bono Vox tenesse le audizioni di Piedigrotta; come se Almodovar facesse un casting ai Quartieri spagnoli.
SCUOLA DI COMIX - Lui è C. B. Cebulski ed è il numero due della casa americana di comics più famosa al mondo. Fabbrica delle idee che ha partorito Spiderman, i Fantastici quattro, Hulk, Capitan America, gli X-Men. Mister C. è in pieno tour napoletano, ospite della Scuola italiana di Comix diretta da Mario Punzo. Ieri ha presenziato gli esami degli allievi, una trentina. Senza nascondere l'emozione, molti ragazzi hanno squadernato il proprio portfolio— i lavori realizzati in 12 mesi — al cospetto del guru. Che ha visionato e, pare, molto apprezzato. Da tradizione consolidata, l'istituto di via Atri richiama sempre un pezzo grosso del settore per la «Maturità» dei giovani corsisti. L'anno scorso toccò ad Antonio Serra della Sergio Bonelli. In questo giro hanno voluto strafare: Cebulski è vicepresidente «creator and content development» del marchio internazionale fondato da Stan Lee e guidato oggi da Joe Quesada.
ITALIANS DO IT BETTER - I complimenti di CB alle matite nostrane non sono sviolinate. L’analisi è di ordine culturale: «I disegnatori italiani — ha argomentato — sono in genere molto attenti allo stile e poi sono dei gran lavoratori» . Tradotto in concreto vuol dire che riescono a tenere il buon ritmo degli americani, capaci di realizzare almeno una tavola al giorno. «Mi hanno colpito molto le bellezze architettoniche, i palazzi e i paesaggi napoletani. Un campionario visivo che dona naturalmente ai fumettisti delle vostre parti un senso dell'equilibrio, chiarezza, abitudine visiva al bello». Gli statunitensi sono molto più «fisici» nel disegno, diretti, laddove i disegnatori europei, e in particolare dell’area mediterranea, «tengono più agli ambienti e al dettaglio. Una nettezza classica del segno che portano nel dna». Anche Go Nagai, papà di Goldrake e Mazinga, ospite del Comicon 2006, volle farsi guidare tra le meraviglie di Pompei e paragonò i Tirannicidi custoditi nel museo archeologico ai mitici eroi dei suoi manga.
ALL'ACCADEMIA E POI AL TRIP - Oggi alle 11 Cebulski è atteso dalla seconda tappa dell’operazione che Punzo ha battezzato «Marvel in Naples». Consiste nel valutare una serie di portfolio presentati da giovani che non fanno parte della Scuola di Comix, appositamente selezionati. Per loro potrebbero aprirsi, chissà, le porte della grande factory americana, com’è accaduto per altri campani (ad oggi sono 7: Fabrizio Fiorentino, Lorenzo Ruggiero, Barbara Ciardo, Marco Castiello, Vincenzo Acunzo, Pasquale Qualano, Vincenzo Cucca. Attivi sulle tavole di Spiderman, She Hulk, Black widow, Fantastici 4, ecc.). Domani invece CB incontra gli studenti dell’Accademia di Belle Arti alle 11 con Alessandro Di Nocera e Sergio Brancato. Ultimo step venerdì, al Trip di via Martucci, con il Comix party, dalle 20, con l’esibizione dei Foja.
SUPEREROI CONTRO I SACCHETTI - Il signor Marvel è approdato in città giusto quando i sacchetti, almeno dal centro, sono spariti. A ricordargli però che a Napoli stiamo sotto ’o cielo e che la monnezza può tornare a tormentarci da un momento all’altro ci ha pensato Andrea Chella. Ha tratteggiato in un bozzetto i supereroi Marvel che raccolgono l’immondizia dalle strade di Napoli; una sfida improba e terribile che fa sembrare marachelle le minacce di Hobgoblin e Joker.
Alessandro Chetta
La giunta di Pozzuoli senza politici
Sulle orme di de Magistris, Agostino Magliulo vara
un esecutivo composto quasi esclusivamente di tecnici
NAPOLI - È stata presentata ieri la giunta comunale che accompagnerà il sindaco di Pozzuoli, Agostino Magliulo, nell'esperienza di governo della città. Una giunta fatta completamente di “tecnici”, quasi tutti esterni alla politica. Nessun ex amministratore o candidato nelle liste della maggioranza.
ECCO GLI ASSESSORI - Questi i nomi: Giustino Parisi, all'urbanistica-demanio marittimo; Antonio D'Antonio, programmazione economica e finanziaria; Fabio De Falco, ai lavori pubblici; Ettore D'Elia, all'ambiente; Antonio D'Angelo, all'avvocatura-attività produttive; Mario Migliuolo, personale-anagrafe-innovazione tecnologica; Manuela Mazzi, normalità-sicurezza-politiche sociali-politiche culturali- contratti. Solo una donna, quindi, tra i sette scelti dal sindaco Magliulo e nessun puteolano. «Ho fatto una scelta di persone – ha commentato Agostino Magliulo – che dovranno portare avanti le proposte dei singoli consiglieri e del consiglio comunale tutto. C'è da riorganizzare la macchina comunale ed i suoi regolamenti. Sono fiero della decisione fatta – continua il primo cittadino – ciascuno degli assessori che mi accompagnerà in questo cammino è stato valutato in base alle proprie competenze professionali e sono sicuro che insieme andremo verso un obiettivo unico: far rinascere questa splendida città». Una città nella quale le “polemiche” non esitano a placarsi.
LA DELEGA DI VICESINDACO - La delega di “Vicesindaco”, infatti, sarà ancora mantenuta dal primo cittadino, che nella squadra dei sette non ha individuato un suo vice. Delega che, fino a qualche giorno prima, secondo insistenti indiscrezioni, sarebbe dovuta “toccare” a Filippo Monaco, ex consigliere provinciale, leader della civica “Pozzuoli Futura”, seconda forza della maggioranza. “Pur ribadendo la fiducia nella sua persona – commenta una nota di Pozzuoli Futura – non ci è ancora chiara la filosofia politica che sostiene la sua scelta di affidare deleghe, strutturalmente essenziali, ad 'attori' non legati al territorio”. La neo formazione politica, infatti, avrebbe preferito che le personalità dell'amministrazione Magliulo fossero legate strettamente a Pozzuoli. “Il sindaco non ha molta fiducia delle capacità locali – incalza la nota – una scelta che, al momento, ci appare culturalmente 'provinciale' e arretrata”.
«POZZUOLI FUTURA» - Ribadendo comunque la piena fiducia al primo cittadino, evince tuttavia l'aspetto di 'risentimento' che Pozzuoli Futura ha nei confronti del Sindaco Magliulo. La neo formazione politica potrebbe essere l'ago della bilancia della futura amministrazione, tre (su 14 della maggioranza) sono i consiglieri facenti parte del gruppo e, secondo indiscrezioni, a giorni ci sarà un'altra trafuga di un giovane consigliere: dal Pdl al movimento cittadino. Incalza anche l'opposizione sull'importanza della territorialità: “Il centrodestra a Pozzuoli non ha le capacità per amministrare”. Duro il commento del leader dell'opposizione, Vincenzo Figliolia (Pd) che commenta: «Tutto già scritto, è stata bocciata l'intera classe dirigente del centrodestra. Non è possibile che Pozzuoli non esprima una professionalità in grado di amministrare la città. Queste persone, per quanto possano essere tecnici preparati, non potranno mai conoscere la complessità del nostro territorio. Nemmeno un puteolano. Il centro destra locale – conclude Figliolia – non ha la classe dirigente all'altezza di governare Pozzuoli». Stessa opinione quella di Carlo Morra, consigliere provinciale e leader di Sinistra Ecologia e Libertà: «È stata mortificata un'intera classe politica del centro destra ma anche il mondo delle professioni, della cultura e delle tante intelligenze sul nostro territorio. La cultura puteolana può esprimere intelligenze in grado di poter amministrare». Una giunta, quindi, riconosciuta da tutti “di alto profilo tecnico” che però ha creato non poche frizioni nella stessa maggioranza. Pozzuoli Futura, nei giorni scorsi, ha inglobato nel suo gruppo anche il giovane consigliere (di maggioranza) Fabio Costigliola, diventando così (con tre consiglieri) ago della bilancia dell'amministrazione Magliulo. Lo stesso Costigliola che nel 2010 sfiduciò la sua stessa maggioranza, mandando a casa l'ex sindaco Pasquale Giacobbe, provocando il commissariamento del comune di Pozzuoli.
Riccardo Volpe
Sicilia. Poveri pensionati, guadagnano il doppio
Il Blog del Direttore di Carlo Alberto Tregua
Il 16 luglio dello scorso anno pubblicammo un editoriale dal titolo “Quella vergogna dei pensionati regionali”. Ritorniamo sulla questione perché la vergogna è rimasta inalterata.
La vergogna consiste nel fatto che i pensionati della Regione sono particolarmente privilegiati perché rispetto a quelli statali percepiscono un assegno medio superiore del 30 per cento; una seconda vergogna, perché tale super pensione è calcolata in più anche rispetto a quella dei dipendenti degli enti locali siciliani; una terza vergogna riguarda il privilegio di andare in pensione con 20 (donne) o 25 (uomini) anni di cosiddetto servizio, sol perché abbiano un parente con disabilità gravi, mentre la legge nazionale prevede quest’eventualità solo se l’handicap colpisce il pensionando.
L’assessore Chinnici, rossa dalla vergogna per le giuste inchieste che hanno fatto giornali nazionali, si è affrettata a preparare un Disegno di legge che riporti la normativa siciliana a quella nazionale, ma limitatamente alla disabilità degli stesssi dipendenti. La vergogna non è stata sufficiente per inserire nello stesso Disegno di legge l’allineamento delle pensioni dei regionali a quelle degli statali e dei dipendenti degli Enti locali siciliani.
I baby pensionati, dal 2004 ad oggi sono oltre mille, persone sanissime che hanno avuto la sventura di una grave disabilità di un parente. Il che significa che riceveranno l’assegno pensionistico, secondo l’attuale attesa di vita, per i prossimi trent’anni. Questo, più che vergognoso, è socialmente destabilizzante, tenuto conto che la Sicilia ha 236 mila disoccupati (Istat 2009) e centinaia di migliaia di persone che vivono sull’orlo della povertà.
Ma i vergognosi privilegi non finiscono qua. Ve ne cito altri due: il primo riguarda le indennità di consiglieri e assessori di Enti locali ai vari livelli. Con la legge 122/10 è stato stabilito che dall’1 gennaio 2011 tali indennità dovessero essere tagliate intorno al 10 per cento. Ha stupito la circolare n. 1/2011 dell’assessore Chinnici che ha comunicato ai consiglieri siciliani che la legge nazionale non sarebbe stata applicata e che per conseguenza potevano dormire sogni tranquilli, continuando a percepire le vecchie indennità.
Vi è poi un ulteriore vergognoso privilegio riguardante i dipendenti regionali: percepire stipendi mediamente superiori del 30 per cento a quelli dei loro colleghi statali e dei dipendenti degli enti locali siciliani. Qui ci fermiamo anche se l’elenco non è finito. Ogni volta che mettiamo mani nel bilancio della Regione scopriamo un continuo verminaio, fatto di porcherie di ogni genere, cioè di privilegi e di favori dispensati a destra e a manca.
Si tratta di un comportamento palesemente clientelare basato sul metodo del favore. Vorremmo che il presidente del Governo, Raffaele Lombardo, si ricordasse di essere presidente dei siciliani e non dei suoi amici. Lo stesso dicasi dei dodici assessori, cosiddetti tecnici, e dei 31 dirigenti generali che hanno responsabilità e doveri, non vantaggi e privilegi.
La questione delle questioni è sapere da tutti costoro se ricordano che cosa siano l’etica politica, i valori morali di riferimento dei loro comportamenti, l’equità come principio fondamentale di una Comunità, secondo il quale ognuno riceve per quello che merita dopo aver fatto il proprio dovere. Il rapporto fra meriti e bisogni ha comportato lunghe riflessioni.
Una Comunità, come quella siciliana, che non fonda il suo funzionamento sull’eguaglianza dei cittadini, prevista dall’articolo 3 della Costituzione, è da condannare senza mezzi termini. Ora, io non voglio apparire come Thomas More (1477-1535), che da Cancelliere del regno criticò aspramente Enrico VIII, difendendo i principi morali; e per questo venne processato, torturato e messo a morte, divenendo santo.
Lungi mille miglia il paragone, tuttavia non posso che ribadire ogni giorno una necessità: tutti i cittadini, a cominciare da quelli che hanno responsabilità istituzionali, debbono osservare innanzitutto le regole morali.
Voglio chiedere al presidente Lombardo e all’assessore Chinnici quali siano le regole di equità che li hanno portati in questi tre anni di legislatura a mantenere in vita i privilegi prima elencati e tanti altri che elenchiamo costantemente in questo giornale.
La coscienza ha la voce. Ascoltiamola o ce ne pentiremo.
Dichiarato lo stato di calamità per il maltempo in Puglia nello scorso mese di marzo
ROMA – «Abbiamo dichiarato lo stato di calamità a seguito delle piogge alluvionali e persistenti che hanno colpito alcuni territori della regione Abruzzo, della regione Lombardia e della regione Puglia causando danni alle strutture aziendali nel marzo 2011. In questo modo, gli agricoltori situati nei territori delimitati, potranno far fronte ai danni subiti dalle strutture aziendali mediante i contributi assicurati dal Fondo di Solidarietà Nazionale previsto dal decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102». Lo ha reso noto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, dopo aver firmato i decreti con i quali ha dichiarato lo stato di calamità naturale a carico di alcuni Comuni, appartenenti alle Province di Teramo, Foggia, Taranto e Pavia. «Inoltre, potranno essere ripristinate le infrastrutture pubbliche a servizio delle attività agricole segnalate dalla Regione Marche, con oneri a carico del Fondo di solidarietà nazionale», ha aggiunto. Le domande di intervento potranno essere presentate alle autorità regionali competenti entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Tassa di soggiorno. Il turismo si ribella «Salento tax free»
«Salento tax free». È il sogno degli operatori turistici. Una chimera, viste le ultime vicende relative alla tassa di soggiorno. Otr anto media per introdurla, Salve e Giurdignano hanno già deliberato, Ugento ha rinviato di un anno. Gli albergatori, che sono direttamente interessati, ma anche balneari e ristoratori che vengono colpiti indirettamente, sono sul piede di guerra e compatti come non mai: vigileremo, dicono. E non escludono azioni legali a tutela delle loro categorie. Ieri Federalberghi-Concommercio, Assoturismo-Confesercenti e la sezione Turismo di Confindustria Lecce hanno manifestato unitariamente il proprio dissenso, la propria contrarietà. «No alla tassa di soggiorno», hanno ripetuto insieme al presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete.
GIURDIGNANO COME ROMA - Un diniego circostanziato. Le tre associazioni infatti hanno presentato numeri, mostrato una certa dimestichezza con la legge sul federalismo (il che fa propendere per l'ipotesi del ricorso), addotto tesi logiche ed inappellabili: «Oggi ci troviamo a discutere dell'introduzione di una tassa di soggiorno in Comuni dalla valenza turistica minimale rispetto al panorama nazionale», dice Prete. «A Roma, Firenze o Venezia, prima o poi si va, almeno una volta nella vita. Non credo che la stessa cosa valga anche per destinazioni come Otranto, Ugento, Salve o Giurdignano». E poi la motivazione principale: «I nostri turisti sono costretti a sopportare viaggi da terzo mondo, che durano tantissime ore dall'aeroporto di Brindisi a Leuca. E noi invece di agevolarli, li vessiamo».
MANCATA CONCERTAZIONE - Alfredo Prete ha argomentato il suo rifiuto con una serie di motivi: «L'imposta è sbagliata anche nelle premesse. Il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, ha incontrato solo una parte delle associazioni di categoria ed in quell'occasione ha apertamente parlato di necessità del Comune di introdurre l'imposta per coprire il buco di bilancio derivato dal maggior costo dello smaltimento dei rifiuti e per scongiurare dunque l'aumento della Tarsu (la tassa sui rifiuti solidi urbani, ndr). Ma se la tassa è di scopo, come può essere giustificata in questi termini? Quanto alla “Tourist card", che il sindaco idruntino intende lanciare a parziale risarcimento dei turisti, dico che una iniziativa di questo tipo una città come Otranto avrebbe dovuto prenderla comunque, anche in assenza dell'introduzione della tassa di soggiorno».
TURISMO A DUE VELOCITA' - Capitolo Salve, l'altro Comune folgorato sulla via del federalismo municipale. «Ha introdotto la tassa senza ascoltare gli operatori turistici, così come invece è espressamente previsto dalla legge. Ho sempre sostenuto che la politica con la "P" maiuscola è quella delle decisioni condivise con la base; qui invece siamo di fronte ad una politica con la "p" minuscola. La realtà è che tutti ci riempiamo la bocca, nel nostro territorio, parlando di turismo come leva dello sviluppo economico locale. Malgrado i numeri sui flussi continuino a crescere, bisogna tener presente che il valore della ricchezza prodotta dal settore è davvero irrisorio: appena il 6 per cento del Pil salentino. Aggravare i costi a carico dei turisti è una follia. Nel Salento, terra difficile da raggiungere, per incentivare l'arrivo dei turisti bisognava puntare tutti quanti su un solo slogan: “In questa terra non si applica la tassa di soggiorno". Invece sta passando un messaggio totalmente negativo».
GAP INFRASTRUTTURALE - Quel che proprio rende inconcepibile il balzello è la difficoltà di raggiungere il Salento. Prete parla di lunghe ore di viaggio sui mezzi pubblici per raggiungere il Capo partendo da Brindisi. C'è da crederci: «Chi pensa di introdurre la tassa sulla sosta di un camper in area attrezzata o per una notte in albergo non considera che per arrivare in provincia di Lecce si sopporta un viaggio della speranza. Di fronte a questo disastro infrastrutturale, a certe carenze di ospitalità paurose, come per esempio l'autista della Sita che parte comunque da Brindisi anche se l'aereo è in ritardo, come si può pensare ad una tassa di soggiorno? Siamo fuori di testa».
Bozen, oltrepadania. Oberrauch: Equitalia ci perseguita
Il presidente: l'effetto è che le aziende investono altrove
di Antonella Mattioli
BOLZANO. «Siamo perseguitati da Equitalia». Il presidente del Wirtschaftsring Christof Oberrauch, in occasione dell'assemblea generale dell'associazione, ha attaccato la società pubblica che si occupa della riscossione dei tributi. «La cosa incredibile - ha affermato - è che ad essere tartassate sono soprattutto le aziende serie che pagano fino all'ultimo centesimo. Equitalia va oltre quelle che sono le regole del diritto, perché l'ordine è di recuperare il maggior numero di tributi e se un'azienda fa ricorso, va incontro a contenziosi che costano e durano anni. L'effetto di questo accanimento è che le aziende leader in Alto Adige gli investimenti vanno a farli altrove dove ci sono maggiori certezze sulle regole».
Poi le critiche al governo: Oberrauch, nella sua relazione, ha ripreso gli attacchi lanciati più volte anche dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, rincarando la dose. «Perché è vero che in Alto Adige l'economia, e non solo quella, va meglio che altrove. Però i riflessi negativi della situazione nazionale - a partire dall'eccesso di burocrazia, passando per il peso fiscale e la corruzione, unite all'incapacità dei politici di adottare misure che consentano di ridurre il debito e aumentare gli investimenti, hanno riflessi pesanti anche sulla nostra realtà».
In questo quadro, Oberrauch vede più che positivamente il passaggio di competenze in materia fiscale dallo Stato alla Provincia. «Questo non significherà vivere in un paradiso fiscale, ma avremo maggiori certezze per quanto riguarda il diritto». In materia di imposte gli imprenditori auspicano un'ulteriore riduzione dell'Irap per le aziende che investono in ricerca e sviluppo e appoggiano la richiesta dei sindacati di ridurre l'Irpef. Cauto il presidente della Provincia Luis Durnwalder: «Vedremo: prima dobbiamo conoscere con precisione l'ammontare delle entrate». Più ottimista l'assessore competente Roberto Bizzo che prevede interventi positivi sia sull'Irap che sull'Irpef. Come e forse ancora più della pressione fiscale a preoccupare è il carico sempre maggiore di
burocrazia.
«Tutti ma in particolare i piccoli e medi imprenditori sono oberati: non ce la fanno a reggere. Dovrebbero assumere personale solo per seguire le normative provinciali, nazionali ed europee». Su questo sono arrivate le rassicurazioni di Durnwalder: «Stiamo lavorando per ridurre sensibilmente il carico burocratico». Tra le altre richieste: miglioramento della raggiungibilità dell'Alto Adige, taglio delle spese dell'amministrazione e della sanità, più investimenti in ricerca e sviluppo, sostegni all'agricoltura di montagna, più considerazione per il commercio medio-piccolo. Durnwalder ha assicurato che si sta lavorando per migliorare la raggiungibilità a livello di strade, aeroporto, ferrovia, ma anche per quanto riguarda la banda larga. 29 giugno 2011
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