venerdì 1 luglio 2011

Federali.Sera_1.07.11. Meridionali e perdenti. 1. E l'assessore di Albenga spedisce col corriere espresso 10 chili di spazzatura al sindaco de Magistris.----2. Terre Joniche spera nella fumata bianca. A questo punto la domanda è: cosa sortirà questa due giorni romana? Non resta che attendere. Intanto, sulla giornata pro alluvionati c'è stata una serie di dichiarazioni. La Regione – ha detto Gentile – ha ribadito la disponibilità all'uso di risorse proprie per sostituire quelle della tassa sulle disgrazie ma ha chiesto che anche il Governo faccia la sua parte.

«Niente rifiuti nelle regioni della Lega»
Dopo l'alluvione. Terre Joniche spera nella fumata bianca
Ticino Repubblica Indipendente. Delle banane


«Niente rifiuti nelle regioni della Lega»
E l'assessore di Albenga spedisce col corriere espresso 10 chili di spazzatura al sindaco de Magistris
NAPOLI – «Niente rifiuti nelle Regioni della Lega», titola in prima pagina la Padania di oggi all’indomani del decreto governativo che ha autorizzato previo accordo con le regioni la possibilità per la Campania di smaltire parte dei rifiuti fuori i confini del proprio territorio, in attesa che la regione completi gli impianti che garantiscano l’autosufficienza. La Lega Nord che ha votato contro il provvedimento continua intanto il refrain delle provocazioni sulla monnezza. Venerdì mattina, come riporta il quotidiano leghista, l’ assessore ai Sevizi sociali del comune di Albenga (Savona) ha spedito 10 chili di spazzatura ligure al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, fatta recapitare al primo cittadino con corriere espresso.

Il motivo? Sempre lo stesso: «Se ogni comune si gestisce la sua spazzatura, lo faccia anche Napoli», dice l’assessore Eraldo Ciangherotti. Alla Lega non è andato giù l’ok del governo che giovedì ha autorizzato con decreto la possibilità per la Campania di smaltire fuori i propri confini parte dei rifiuti, in attesa che la regione completi gli impianti che garantiscano l’autosufficienza. «Nessuno è antinapoletano», mette le mani avanti l’assessore, «ma così facendo con i suoi continui appelli al governo centrale per obbligare le altre Regioni italiane a farsi carico della spazzatura di Napoli, de Magistris sta affondando la città partenopea in un ingiusto sentimento di antipatia da parte di tutta la popolazione italiana», a dire di Chiangherotti, che conclude con un’altra provocazione: «Se de Magistris non sa come fare ad eliminare la spazzatura e vuole imparare a far rispettare le regole, dia un colpo di telefono ai colleghi sindaci di tutta Italia e anche al nostro, Rosy Guarnieri».

Nel frattempo alle tonnellate di spazzatura che dalla Campania nelle prossime ore potrebbero partire per gli impianti di smaltimento di altre regioni potrebbero sommarsi anche i chili che da ultimo dal Nord sono stati recapitati al Sud. .
Fr. Par

Dopo l'alluvione. Terre Joniche spera nella fumata bianca
di FILIPPO MELE
METAPONTO - Tutti a Roma, anche oggi, il Comitato difesa delle terre joniche, i sindaci dei comuni lucani e pugliesi coinvolti, i parlamentari e gli assessori regionali di Puglia e Basilicata interessati, per incontrare, alle 9.45, il ministro dell'Agricoltura, Francesco Saverio Romano. Il tentativo è quello di far emanare al Governo l'ordinanza con la nomina del commissario e lo stanziamento dei fondi per il ripristino delle infrastrutture danneggiate ed il ristoro delle perdite subite da agricoltori, allevatori, operatori turistici. L'incontro odierno è stato fissato dopo che nel pomeriggio di ieri Gianni Fabbris, per il citato comitato, l'assessore regionale Rosa Gentile, con sindaci e parlamentari, erano stati sentiti dalla Commissione agricoltura del Senato, presieduta da Paolo Scarpa Bonazza.

«Si tratta – ha dichiarato Fabbris – di un senatore che conosce la nostra realtà e che ha condiviso le nostre richieste. Tanto che all'audizione ha preso parte anche il sottosegretario Roberto Rosso. È stato quest'ultimo a mettersi in contatto con il ministro Romano per fissare l'incontro di oggi». Nella mattinata di ieri, invece, Terre joniche aveva avuto un incontro con onorevoli e senatori di Puglia e Basilicata (i sen. Maria Antezza, Filippo Bubbico e Cosimo Latronico e l’on. Salvatore Margiotta) conclusosi con una lettera unitaria al presidente Berlusconi.

A questo punto la domanda è: cosa sortirà questa due giorni romana? Non resta che attendere. Intanto, sulla giornata pro alluvionati c'è stata una serie di dichiarazioni. «La Regione – ha detto Gentile – ha ribadito la disponibilità all'uso di risorse proprie per sostituire quelle della “tassa sulle disgrazie” ma ha chiesto che anche il Governo faccia la sua parte». «Insieme ai colleghi parlamentari – ha precisato Latronico – abbiamo affidato ad un documento per il presidente Berlusconi la sollecitazione per l'emissione dell'ordinanza». Per il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario, invece, «il Governo vuole un federalismo egoista a vantaggio del Nord». E Nicola Benedetto, capogruppo Idv alla Regione, ha ritenuto «una penalizzazione per gli alluvionati del Metapontino la firma di ieri del ministro Romano dello stato di calamità per alcuni comuni di Abruzzo, Puglia e Lombardia».
La Provincia, dal canto suo, ha riconfermato solidarietà agli agricoltori impegnati a Roma. Ed a Roma sarà presente al vertice di oggi con il ministro Romano l’assessore regionale Vilma Mazzocco.

Ticino Repubblica Indipendente. Delle banane
di Matteo Caratti - 07/01/2011
Congelando il versamento della metà dell’importo dovuto all’Italia quale quota dell’imposta alla fonte sul reddito dei lavoratori frontalieri, Bellinzona ha scelto (seppur a maggioranza) non tanto di sposare la linea dura, quanto quella dell’illegalità. E poco importa, onorevole Borradori, che quei milioni siano ‘solo’ congelati su un conto in attesa che Roma avvii seriamente le trattative con la Svizzera per rivedere quell’ormai vecchio accordo italo-svizzero risalente al ’74. Il dado è tratto e la decisione è tanto grave quanto deplorevole.

Eppure, la maggioranza leghista-pipidina del Consiglio di Stato sapeva molto bene quello che stava facendo, visti i continui tira e molla avvenuti nelle ultime settimane.
Sapeva, ma ha deciso di tirare diritto e di non ascoltare neppure i moniti giunti da Berna, in particolare quelli della ministra degli Esteri Micheline CalmyRey, che invitava nei giorni scorsi il Ticino a pagare.
Secondo Berna – e i vertici della diplomazia elvetica – la sospensione del ristorno era al momento una misura inopportuna, poiché d’ostacolo al dialogo con Roma. Un dialogo che, pur fra mille difficoltà, era stato rilanciato su temi caldissimi quali la black list ed il segreto bancario. Proprio in merito alla famigerata lista nera italiana degli stati ‘canaglia’, sulla quale era finito il nostro Paese, la Camera italiana dei deputati aveva da poco votato all’unanimità l’invito al governo Berlusconi di togliere la Svizzera dalla lista e chiesto di riaprire le trattative bilaterali per l’aggiornamento della convenzione per la doppia imposizione. Un voto che aveva sconfessato il potente ministro Giulio Tremonti, vero e proprio incubo della nostra piazza finanziaria.

Ora, purtroppo, sbattendo la porta in faccia a Berna e Roma, giocando a chi ne fa di più in vista delle federali, la maggioranza del nuovo Consiglio di Stato ha deciso di mostrare i muscoli, invece di rispettare fino in fondo lo stato di diritto.
Adesso a Berna non resterà altro da fare che mostrare buon viso a cattiva sorte e versare direttamente a Roma quella trentina di milioni di franchi mancanti, impegnandosi pure in una delicata negoziazione con l’Italia.
E a Bellinzona non resterà altro da fare che tentare di ricomporre i cocci. Quelli con Berna, poiché, come ha ben spiegato già ieri sera Eveline Widmer-Schlumpf, si può anche capire che quell’accordo del ’74 era ormai da rinegoziare, soprattutto alla luce della nuova situazione dovuta dalla libera circolazione, ma ciò andava fatto nel rispetto del diritto internazionale. Cioè trattando bilateralmente.
E i cocci con Roma? La maggioranza governativa leghista-pipidina si chieda ora cosa potrebbe avvenire se Roma (sempre più con le pezze al sedere) facesse veramente sul serio, controllando più da vicino ad esempio l’evasione fiscale che tanto fa fiorire la nostra piazza finanziaria!
E infine, da ricomporre restano pure i cocci dentro Palazzo delle Orsoline: la frattura su un criterio centrale chiamato rispetto della legalità è stata ieri evidentissima. Come fare a tenere a bada i cittadini se anche loro dovessero prendersi qualche simile libertà?
Se questo è il nuovo corso, tanto vale andare sino in fondo e decretare il Ticino Repubblica Indipendente. Delle banane.

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