giovedì 11 agosto 2011

Federali.Mattino_11.8.11. I governatori padani si organizzano, quelli del Mezzogiorno si sono antipatici, perche’ tutti piu’ o meno imbelli. L’idea è partita dalle colonne del Corriere di Bologna domenica scorsa: un grande «patto» tra le regioni del Nord per uscire dalla crisi e offrire alla «locomotiva del Paese» una prospettiva di ripresa in tempi brevi. A lanciarla il presidente di Confindustria dell’Emilia-Romagna, Gaetano Maccaferri, che ha proposto un asse tra le regioni dall’Emilia-Romagna in su.----Terre Joniche. Il titolo provocatorio della manifestazione è: “Questo è quello che vi possiamo dare...per il resto veditavill vuje”.


Metapontino, agricoltori in protesta alla Banca d'Italia
Scoppia l'emergenza rifiuti a Cosenza e nel Cosentino
Patto per il Nord, sì di Zaia «E ora tratteniamo qui il Tfr»
Bozen. Crisi: Durnwalder, questo governo non risolverà i problemi



Metapontino, agricoltori in protesta alla Banca d'Italia
11/08/2011  BERNALDA - Frutta davanti all’ingresso della Banca d’Italia in via Pretoria a Potenza. Non un banchetto per la vendita, ma una provocazione organizzata per stamattina, a partire dalle ore 10.30, dal “Comitato per la difesa delle terre joniche”. Una delegazione di agricoltori e cittadini porterà alla Banca d'Italia di Potenza i prodotti ortofrutticoli del Metapontino, con cui avrebbero dovuto pagare debiti e scadenze. Il titolo provocatorio della manifestazione è: “Questo è quello che vi possiamo dare...per il resto veditavill vuje”. Il presidio ha l'obiettivo di ricordare al sistema finanziario ed alla Regione, l'impegno assunto nella Cabina di regia, ovvero risolvere le emergenze finanziarie di aziende e famiglie alluvionate il 1 marzo scorso che, tre mesi fa erano a rischio usura ed oggi ormai sono nel pienamente esposte. In occasione del presidio, il comitato terrà una conferenza stampa per annunciare la convocazione della manifestazione a Roma, davanti a Palazzo Chigi, di cui fino alla tarda serata di ieri si è discusso nel corso di un vertice con i sindaci presso il municipio di Bernalda. Sempre stamane il comitato spiegherà cosa pensa delle misure annunciate dal presidente De Filippo nella conferenza stampa di tre giorni fa a Potenza. Annunceranno iniziative rivolte direttamente alla Regione. «L'assemblea tenuta al presidio delle Tavole Palatine il giorno 5 agosto scorso mentre era in corso l'occupazione della Ss Jonica -fanno sapere dal Comitato- ha stabilito all’unanimità di convocare una manifestazione unitaria a Roma, per chiedere al presidente del Consiglio dei Ministri di emettere l'ordinanza dovuta dopo l'adozione dello stato d'emergenza. Con quell'atto, infatti, sarebbe ben possibile dare risposte alle istanza dei cittadini del territorio. I cittadini colpiti non possono pagare i prezzi di uno scontro politico e istituzionale fra Governo e Regioni per quanto giusto sia». «A nome di tutti i presenti -spiega Gianni Fabbris, portavoce del comitato, rivolgendosi ai rappresentanti del Governo centrale- ho assunto l'impegno di chiedervi questo atto urgentissimo che ridarebbe fiducia ai cittadini colpiti e forza ulteriore alla battaglia unitaria che stiamo sostenendo con tutte le istituzioni del territorio al di là delle collocazioni politiche. Vi chiediamo, dunque, di concertare con il Comune di Ginosa e la Provincia di Taranto le modalità per un provvedimento straordinario che se non arriva, vedrà le famiglie fuori dagli alberghi già dal giorno di Ferragosto e ci lascerà tutti, non solo le famiglie direttamente coinvolte, più deboli». Domani mattina il Comitato sarà a Bari per tenere una conferenza stampa e un presidio davanti alla Regione Puglia.
Antonio Corrado

Scoppia l'emergenza rifiuti a Cosenza e nel Cosentino
Con il blocco della stazione di travaso di Calabria Maceri per raggiunta capacità di contenimento la situazione nell'ambito della gestione dei rifiuti nel Cosentino diventa di emergenza assoluta
10/08/2011  La stazione di travaso della Calabria Maceri di contrada Lecco di Rende è stata bloccata per raggiunta capacità di contenimento. Il sindaco Mario Occhiuto, che soltanto 24 ore fa era intervenuto sulla vicenda che si sta rivelando infinita, fa sapere che la situazione adesso andrà inevitabilmente a peggiorare, nonostante i grandi sforzi dell’amministrazione a cercare di porvi rimedio. «Con il blocco della Calabria Maceri - dichiara Occhiuto - siamo all’emergenza nell’emergenza, uno stato veramente paradossale. Abbiamo appena avviato l’organizzazione per la raccolta differenziata ma questo ennesimo blocco del servizio che ci è stato comunicato è insostenibile. Ieri ho contattato il Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Calabria, gen. Graziano Melandri, che non ha saputo prospettarmi soluzioni né immediate né future. Ribadisco quindi i miei dubbi sulla funzione concreta che ha un organo deputato a rimediare a una simile emergenza se poi l’emergenza non solo persiste ma si aggrava. Qui a mio parere si brancola nel buio». «A questo punto - prosegue il sindaco di Cosenza - sarebbe meglio abolire il commissariamento, con un conseguente ridimensionamento della spesa pubblica che in questo caso appare come uno spreco. Le richieste che avanziamo vengono puntualmente lasciate cadere nel vuoto, eppure si tratta di sollecitazioni volte a trovare una soluzione definitiva: occorre accelerare le procedure per rendere operative le discariche pubbliche per lo smaltimento dei rifiuti non riciclabili e realizzare impianti di trattamento dei rifiuti organici a ciclo biologico nonché nuovi centri di trasferenza e di valorizzazione dei rifiuti». L’emergenza relativa ai frequenti rallentamenti della discarica privata di Pianopoli e al totale blocco della stazione di stoccaggio della Calabria Maceri, non riguarda solo il Comune capoluogo ma i diversi Comuni della provincia, specie della costa tirrenica. Alla protesta del sindaco Occhiuto si uniscono - è reso noto in un comunicato - il primo cittadino di Belvedere, Enrico Granata, il primo cittadino di Scalea, Pasquale Basile, nonché i Sindaci di Grisolia, Maierò, Praia a Mare, Tortora, Diamante, Santa Maria del Cedro, Buonvicino e Sangineto.

Patto per il Nord, sì di Zaia «E ora tratteniamo qui il Tfr»
Il governatore risponde al presidente degli Industriali dell’Emilia-Romagna: l’asse esiste. Il presidente: con Errani grande intesa, anche se è di sinistra
VENEZIA — L’idea è partita dalle colonne del Corriere di Bologna domenica scorsa: un grande «patto» tra le regioni del Nord per uscire dalla crisi e offrire alla «locomotiva del Paese» una prospettiva di ripresa in tempi brevi. A lanciarla il presidente di Confindustria dell’Emilia-Romagna, Gaetano Maccaferri, che ha proposto un asse tra le regioni dall’Emilia-Romagna in su. Un patto salutato con entusiasmo anche dal governatore della Lombardia Roberto Formigoni e che non poteva non piacere al governatore del Veneto, Luca Zaia. Anche se i colori (politici) delle regioni del Nord non sono esattamente un verde omogeneo.
Presidente, l’Emilia-Romagna lancia il patto del Nord. Lei ci sta? «Mutuando le parole del presidente Napolitano sul federalismo, il patto del Nord non è più una scelta, ma una necessità. E anche i più affezionati al peggio del centralismo, ormai si devono ricredere. È la storia dell’Italia a due velocità: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna producono 41,7 miliardi di tasse che finiscono al Sud per pagare la spesa pubblica. Sappiamo con tranquillità che se il Nord potesse portare a un tavolo le sue credenziali, potremmo avere i valori di Svezia e Svizzera ».
Il punto è che non ve lo fanno fare... «La macchina del federalismo si è messa in moto, ma per raggiungere gli obiettivi che abbiamo ci vuole ancora del tempo. La locomotiva del Paese o la si "coltiva" o va all’incaglio ».
Insomma, l’asse del Nord c’è già. Per il patto del Nord ci stiamo attrezzando? «Accadrà. È solo questione di tempo: l’asse del Nord emerge già tutte le volte che ci troviamo nelle riunioni nazionali con le altre regioni. Col governatore Errani dell’Emilia- Romagna, in particolare, pur essendo lui un vecchio militante di sinistra, ci troviamo in sintonia nel dividere i problemi tra Nord e Sud».
L’alleanza finora non ha portato a grandi risultati, però. Sul ticket le cose non sono andate come speravate. «Sul ticket è vergognoso che il governo avalli questa situazione ».
La Lega ne fa parte, però. «Sul ticket ho l’impressione che quella sia una partita nata male che sta finendo peggio. Saranno lacrime e sangue nei nostri bilanci: noi del Nord siamo qui per fare la nostra parte, ma si abbia il coraggio di chiamarla tassa ».
Il patto del Nord potrebbe esordire nella partita dell’Expo, che ne pensa? «L’Expo riguarda il Nord, l’Europa, il mondo. Ma ho l’impressione che in questo momento sia una partita molto milanese. Abbiamo fatto qualche riunione, ci crediamo ma abbiamo la sfortuna di affrontarlo in questo momento storico, bisogna vedere se ne usciamo vivi... Un conto è fare l’Expo in Cina, quelli prendono, spianano e costruiscono. Un conto è farlo in Italia con la nostra burocrazia...».
Il presidente Maccaferri ha proposto un patto di stabilità del Nord. Se ne parla da tempo, ma anche lì non sembra si muova nulla. «Di proposte ce ne sarebbero tante. Per esempio il Tfr regionale: la maggior parte dei lavoratori non fa nessuna scelta sul Tfr e tutti i soldi finiscono parcheggiati all’Inps. Noi diciamo invece: lasciateli alla Regione, noi ci facciamo le opere necessarie e garantiamo che si rivaluta. Non puoi togliere il gas a chi è deputato a vincere. Quanto al patto di stabilità regionale, a me basterebbe avere i soldi per poter pagare i conti. Io mi sento la responsabilità morale nei confronti delle aziende che avanzano soldi dalle amministrazioni pubbliche».
Responsabilità morale? «Il Nord è pieno di aziende che falliranno perché l’amministrazione non può pagare lavori già eseguiti».
Sara D’Ascenzo

Bozen. Crisi: Durnwalder, questo governo non risolverà i problemi
"Non credo che questo governo possa risolvere i problemi legati alla crisi. Nel Paese non c'è un governo stabile e chi è al potere si occupa soltanto dei propri problemi giudiziari".
FALZES. "Non credo che questo governo possa risolvere i problemi legati alla crisi. Nel Paese non c'è un governo stabile e chi è al potere si occupa soltanto dei propri problemi giudiziari. Occorre che tutti i partiti collaborino". Lo ha detto il governatore Svp dell'Alto Adige Luis Durnwalder. Incontrando i giornalisti a metà della sua legislatura, Durnwalder ha detto che però la situazione dell'Italia "non è cattiva come la si vorrebbe dipingere" ricordando che il Paese figura tra i padri fondatori della Ue e dicendosi fiducioso del fatto che rimarrà fra le principali potenze industriali del mondo.

"Non è però con il populismo - ha detto - che si risolve questa crisi ed occorrono decisioni coraggiose per rilanciare la crescita economica e la credibilità internazionale". Per questo, l'Alto Adige è pronto ad assumersi le proprie responsabilità nella salvaguardia dell' autonomia. Durnwalder ha sottolineato che Bolzano potrebbe essere disposta a rinunciare all'incremento dei trasferimenti statali qualora gli inasprimenti fiscali dovessero aumentare la quota spettante all'Alto Adige che a norma di legge è fissa, basandosi sui nove decimi delle imposizioni raccolte in loco.

A due anni e mezzo dalla fine della legislatura altoatesina, Durnwalder non ha sciolto il nodo di una sua eventuale ricandidatura: "Con tutta probabilità - ha detto - la prossima volta non mi ripresenterò, a meno che situazioni eccezionali non lo richiedano".
11 agosto 2011

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