domenica 18 settembre 2011

A volte, e' dato di necessita' incitare personaggi nei loro propositi. Capita nella vita. Nella fattispecie lo facciamo affinche' si faccia, di questa latrina, uno Stato indipendente e prospero, per liberta' e produzione, il tutto nella prosperita' della famiglia di ogni cittadino. Quindi incitiamo per l'ennesima volta - spero l'ultima - il leader padano: vai fuori dai zebedei, ma senza dar fastidio alle nostre tasche. Sai com'e'?

Bossi: secessione, per padania pronti a referendum
Bossi invoca la secessione



Bossi: secessione, per padania pronti a referendum
Senatur insiste su secessione. 'Via democratica per non essere costretti a restare in Italia'
18 settembre, 19:00
Bossi rilancia la secessione: 'Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perche' un popolo importante e lavoratore come il nostro, non puo' essere costretto a continuare a mantenere l'Italia' ha detto il leader della Lega. Alla festa dei popoli padani il senatur e' stato accolto da grida: 'secessione, secessione'. Col governo 'andremo avanti finche' ce lo dira' Bossi' dice Maroni, mentre Calderoli smentisce ogni divisione nella lega: non ci sono fratelli-coltelli.

MARONI: AVANTI FINCHE' LO DICE BOSSI - Andare avanti ''e' difficile'' ma ''per noi il governo non e' un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo, ci saremo finche' ce lo dira' Umberto Bossi''. Lo afferma Roberto Maroni. ''Quello e' che mentre noi ci danniamo l'anima la politica romana si occupa di complotti di palazzo, il fango gettato da settimanali e siti internet, da mascalzoni di Roma e di Milano'', aggiunge Maroni. L'esponente leghista poi si riferisce ad alcuni scandali come ''case prese in affitto da qualcun altro, intercettazioni, eccetera eccetera''. ''Questo mondo - dice - non ci appartiene''.

''Il nostro e' un governo politico. Gli altri sono degli inciuci''. Roberto Calderoli, conversando con i cronisti a Venezia, esclude l'ipotesi di nuovi esecutivi rispetto a quello attuale.

NELLA LEGA NO A FRATELLI COLTELLI - ''Avanti cosi' fino alla fine'' aggiunge il ministro, rispondendo ai cronisti che gli chiedono se la coalizione di governo andra' avanti. ''L'opposizione fa il suo lavoro, ma cosi' non fa altro che allungarci la vita'', prosegue il ministro leghista a proposito della richiesta di un nuovo esecutivo da parte delle opposizioni. ''Stiamo ancora pensando alla manovra e dobbiamo dedicarci alle riforme - conclude Calderoli - e' un momento importante per i saldi al di la''' delle piccole questioni.
''Vorrei anche tirare le orecchie a qualcuno che dice: 'Bisogna far di qui, bisogna far di li' ', e poi gli danno spazio sui giornali perche' parla fuori dal coro. No ai fratelli coltelli come fa qualcuno''. Lo afferma Roberto Calderoli. ''Se non c'era Bossi, non c'era la Lega. Se c'e' da presentarsi vengono e dico: 'io rappresento la Lega' e poi dopo dicono: 'io rappresento l'istituzione'. E no, polvere sei e polvere ritornerai. IO, Maroni, gli altri noi non saremmo un cazzo senza Bossi. Ricordo ai piu' realisti del re che senza Bossi non sarebbe niente'', aggiunge.

BERSANI: BOSSI FA SOGNARE SUOI MA RESTA CON MILIARDARIO - Bossi fa ''sognare'' il popolo leghista, per ''poter dire: vado avanti col miliardario, mette davanti il sogno per non dire ben chiaro che continua a stare con Berlusconi''. E' l'analisi del segretario del Pd Pier Luigi Bersani sulle parole di Umberto Bossi alla festa dei popoli padani di Venezia. ''Vorra' dire - ha aggiunto - che la fara' con Berlusconi la secessione. Vediamo questa settimana con gli appuntamenti parlamentari che abbiamo, a cominciare dal caso Milanese che cosa fara' la Lega: non so se voglia fare la secessione con Berlusconi e anche con Milanese. Io credo che la gente non possa mangiare con le favole, adesso abbiamo dei problemi seri e la Lega deve prendersi le sue responsabilita', non raccontare delle favole e rispondere di quello che sta facendo al governo''.

Bossi invoca la secessione
Maroni: «Al governo finché lo dice lui»
Calderoli: «Il nostro è un governo politico gli altri sono degli inciuci. Il Senatur non va in pensione»
MILANO - «Adesso basta. Il popolo non può vivere schiavo del centralismo, abbiamo diritto alla nostra libertà, e abbiamo la forza per ottenerla se fosse necessario. L'importante è che ci siano milioni di persone pronte a combattere, fate bene i conti. La faremo finita con questi ladrocini imperanti e vogliono anche avere ragione». Così Umberto Bossi, leader della Lega, alla festa dei Popoli padani, tornando a parlare di secessione. «Abbiamo salvato noi della Lega le pensioni, se non c'eravamo noi non so come finiva. Ma l'abbiamo spuntata» ha aggiunto Bossi. «Dicono che io mostro il dito - ha proseguito - sì! Io mostro il dito perchè so che cosa vuol dire aver lavorato una vita e non essere sicuri di avere la pensione». «Eravamo in pochi - ha aggiunto - ma la vecchia Lega ce l'ha fatta, Abbiamo fatto resistenza e alla fine abbiamo convinto Berlusconi e Tremonti». «Sono contento - ha concluso Bossi - la battaglia sulle pensioni l'abbiamo fatta per voi, l'abbiamo fatta per i vecchietti, come quello che in un supermercato di Milano era stato beccato a rubare una bistecca perchè era senza soldi».

CALDEROLI - «Il nostro è un governo politico gli altri sono degli inciuci» aveva detto in precedenza il ministro della Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli. « La maggioranza è quella del Parlamento - ha proseguito Calderoli- il nostro obiettivo è mantenere la coalizione fino alla fine. Bossi in pensione? Per Calderoli non se ne parla proprio. Rispondendo ai cronisti, a margine della festa dei popoli padani, che gli chiedevano alla vigilia del compleanno del senatur se fosse ora per il leader del Carroccio di andare in pensione, Calderoli ha replicato: «probabilmente in pensione dovrebbe andarci lei». Calderoli poi ha difeso l'unità del partito, spiegando che quelle sui divisioni interne sono voci messe in giro dai giornalisti.
Nel comizio successivo Calderoli ha tuonato: «Vorrei anche tirare le orecchie a qualcuno che dice: "Bisogna far di qui, bisogna far di lì ", e poi gli danno spazio sui giornali perchè parla fuori dal coro. No ai fratelli coltelli come fa qualcuno. Se non c'era Bossi, non c'era la Lega. Se c'è da presentarsi vengono e dico: "io rappresento la Lega" e poi dopo dicono: "io rappresento l'istituzione". E no, polvere sei e polvere ritornerai. Io, Maroni, e gli altri di noi non saremmo un cazzo senza Bossi. Ricordo ai più realisti del re che senza Bossi non sarebbe niente». «Se c'è la volontà di cambiare la legge elettorale è meglio farlo in Parlamento e non con il taglia incolla delle proposte del referendum. Per me ha più senso cambiare la Costituzione» ha poi aggiunto Calderoli.

MARONI - Il governo, dal punto di vista leghista, andrà avanti finchè lo dirà Bossi, anche in situazione difficile ha spiegato dal palco di Venezia anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni. «Andare avanti è difficile», ha ammesso, aggiungendo però che per il Carroccio «il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo e ci saremo fino a quando ce lo dirà Umberto Bossi».

ALFANO - Se dalla sponda leghista si vagheggia la Padania e la secessione se il governo dovesse cadere, dall'altra parte anche il Pdl fa muro contro gli attacchi al premier e all'esecutivo: «Non vogliono solo fare cadere Berlusconi, vogliono cancellare la nostra storia e la nostra presenza politica. Per far sì che il governo possa tornare a chi non ha mai avuto il consenso. Voi come militanti del Pdl dobbiamo dire che difenderemo Berlusconi, il governo e la nostra storia di 18 anni» ha detto a Cortina il segretario del Pdl Angelino Alfano. «In queste anni, ma soprattutto in questo scorcio di legislatura, abbiamo assistito a un'aggressione contro il governo e Berlusconi senza precedenti. Berlusconi non ha alcuna voglia di dimettersi», ha aggiunto il parlamentare Pdl. Alfano ha poi spiegato: «L'unica alleanza che può dare stabilità al Paese è quella tra Berlusconi e Bossi».

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