Maro': governo, non possiamo interferire
Maro', nuova richiesta liberta' cauzione
Terzi, situazione maro' e' inaccettabile
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Allarme povertà nel Mezzogiorno, il reddito delle famiglie a picco
Istat: Le parole dell’consumi giu' con manovre
Sviluppo: arriva fondo alimenti a poveri
Istat, pil 2012 a -1,5%: "Dal 2007 al 2011 ogni famiglia ha perso 1300 euro"
Serbia. Nuovo record negativo per il dinaro, inutile l’intervento della banca centrale
Maro': governo, non possiamo interferire
Ministro Esteri New Delhi, non ci sono pressioni da Italia
22 maggio, 15:01
(ANSA) - NEW DELHI, 22 MAG - Il governo centrale indiano ''non puo' interferire'' con il processo a carico dei due maro' detenuti in Kerala per l'uccisione di due pescatori. Lo ha detto il ministro degli Esteri S.M. Krishna parlando con i giornalisti indiani a margine di un convegno a New Delhi. Ha poi aggiunto che ''non ci sono pressioni'' da parte dell'Italia a questo proposito.
Maro', nuova richiesta liberta' cauzione
Presentata dai legali di Latorre e Giorne
22 maggio, 17:38
(ANSA) - NEW DELHI, 22 MAG - I legali dei due maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti nel sud dell'India con l'accusa di omicidio, hanno presentato oggi all'Alta Corte del Kerala una richiesta di liberta' dietro cauzione. Lo ha riferito all'ANSA una fonte della delegazione italiana che segue la vicenda.
Terzi,situazione maro' e' inaccettabile
Europa e' grande progetto e da euro non si torna indietro
23 maggio, 06:46
(ANSA) - ROMA, 23 MAG - Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, definisce ''inaccettabile'' la situazione dei maro' italiani in India, durante un incontro con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. In una intervista alla Cnn ha poi ribadito, riferendosi al vertice di Bruxelles, che l'Europa e' ''un grande progetto'' e l'area euro e' un risultato da cui ''non si torna indietro''.
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Allarme povertà nel Mezzogiorno, il reddito delle famiglie a picco
di Patrizia Penna
Nel 2010 tassi più alti di incidenza registrati in Basilicata (28,3%), Sicilia (27%) e Calabria (26%). Il 68,2% dei poveri vive al Sud. L’Istat: “Si è tornati ai livelli di 10 anni fa”
Roma - Italia spaccata in due. Italia a due velocità. Il Nord che regge la crisi e il Sud che arranca. Ci risiamo: cambia la forma ma la sostanza è sempre la stessa: quella del divario Nord-Sud è un’immagine che tutti conosciamo e che si ripropone con fastidiosa continuità tutte le volte che si mettono a confronto meridione e settentrione in materia di sviluppo, inteso nel senso più ampio del termine.
si parla di sviluppo anche in riferimento al reddito delle famiglie. A tal proposito, l’Istat ha tracciato un quadro tutt’altro che rassicurante. è allarme povertà nel Mezzogiorno d’Italia. Nelle regioni del Sud quasi una famiglia su 4 è nell’area della povertà e il 68,2% delle persone povere vive nel Mezzogiorno. La fotografia scattata dall’Istat nel rapporto annuale mostra un’Italia dove a dispetto della crisi acuta degli ultimi anni la povertà relativa si mantiene stabile al 10-11% negli ultimi 15 anni grazie alla continua erosione della propensione al risparmio ma preoccupa l’elevato divario tra Nord e Sud. Un’Italia spaccata in due guardandola con l’obiettivo della povertà. Al nord solo il 4,9% dei nuclei familiari è sotto la soglia della povertà (per una famiglia di due componenti una spesa di 992 euro mensili nel 2010) contro il 23% del Sud. Ma nel Mezzogiorno c’è anche una maggiore gravità del disagio. L’intensità della povertà raggiunge il 21,5% contro il 18,4% osservato al Nord (la spesa media equivalente tra le famiglie povere del Sud è pari a 779 euro contro gli 810 e i 793 euro rilevati tra le famiglie del Nord e del centro).
Il fenomeno della povertà non è omogeneo nelle regioni del Sud. L’Istat rileva che “particolarmente grave risulta la condizione delle famiglie in Basilicata, Sicilia e Calabria dove nel 2010 l’incidenza di povertà raggiunge tassi più alti e dove il fenomeno riguarda più di una famiglia su 4 (rispettivamente 28,3%, 27% e 26%).
Il rapporto dell’Istat sottolinea che la minore propensione al risparmio delle famiglie ha consentito di mantenere stabile la quota di famiglie sotto la soglia di povertà negli ultimi 15 anni.
Osservando l’andamento dei consumi, il rapporto rileva che le famiglie con i livelli di spesa più bassi hanno aumento i consumi del 44% in 15 anni ricorrendo anche a forme di indebitamento tanto che il 23% di queste famiglie ha intaccato nel 2010 i propri risparmi e tra queste quasi la metà ha aumentato il livello di indebitamento. Le famiglie assimilabili al ceto medio con una spesa mensile tra 2 mila e 2.300 euro hanno registrato un aumento della spesa del 25%. In termini percentuali le famiglie più ricche (oltre 5.400 euro mensili di spesa) hanno registrato il minor incremento di spesa in 15 anni (+14%).
è peggiorata la condizione delle famiglie più numerose: nel 2010 risulta in condizione di povertà relativa il 29,9 per cento di quelle con cinque e più componenti (più sette punti percentuali rispetto al 1997). è quanto emerge dal Rapporto annuale 2012 dell’Istat, nel capitolo 2, ‘Venti anni di economia e società’.
Nelle famiglie con almeno un minore l’incidenza della povertà è del 15,9 per cento. Complessivamente sono 1 milione 876 mila i minori che vivono in famiglie relativamente povere (il 18,2 per cento del totale); quasi il 70 per cento risiede nel Mezzogiorno.
“Il reddito disponibile delle famiglie italiane in termini reali è diminuito nel 2011 per il quarto anno consecutivo, tornando sui livelli di dieci anni fa’’. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, presentando il rapporto annuale 2012. “In termini procapite - ha aggiunto Giovannini - è inferiore del 4% a livello del 1992 e del 7% nei confronti del 2007. In 4 anni la perdita in termini reali è stata pari a 1300 euro a testa e la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è passata dal 12,6% all’8,8%".
Istat:consumi giu' con manovre
pesano anche perdita potere d'acquisto e disoccupazione
22 maggio, 13:36
(ANSA) - ROMA, 22 MAG - ''Le misure di consolidamento della finanza pubblica avranno un impatto negativo sui consumi'', in calo quest'anno del 2,1% come effetto della perdita di potere d'acquisto e del calo dell'occupazione. E' quanto si legge nelle 'Prospettive per l'economia italiana' Istat.A fine anno ci sara' un ''moderato miglioramento'', ma ''la continua debolezza di reddito disponibile e occupazione, nonche' gli effetti di breve periodo delle misure di finanza pubblica'' causeranno un ulteriore -0,2% nel 2013.
Sviluppo:arriva fondo alimenti a poveri
bozza, distribuzione attraverso organizzazioni caritatevoli
22 maggio, 13:41
(ANSA) - ROMA, 22 MAG - La crisi e' pesante e per questo e arriva un ''Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti''. E' quanto prevede la 'bozza' del dl Sviluppo. ''Le derrate alimentari sono distribuite agli indigenti medianti organizzazioni caritatevoli'', si legge nel testo.
Istat, pil 2012 a -1,5%: "Dal 2007 al 2011 ogni famiglia ha perso 1300 euro"
Di Dario Saltari | 22.05.2012 13:23 CEST
"Il 2012 sarà ricordato come un anno molto difficile sul piano economico e sociale". L'affermazione di Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, può sembrare un eufemismo se si legge il report dell'istituto nazionale di statistica sul 2012. A partire dalle variabili macroeconimiche.
Secondo l'Istat, infatti, il pil italiano quest'anno raggiungerà quota -1,5% (le previsioni governative parlavano di un -1,2%) a causa di una forte contrazione degli investimenti (-5,7%) e dei consumi (-2,1%). Una piccola ripresa si avrà l'anno prossimo quando il pil salirà dello 0,5% grazie soprattutto alle esportazioni (+4,0%). Addirittura peggiori sono le previsioni dell'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che prevede una contrazione dell'economia italiana del 1,7% quest'anno e dello 0,4% l'anno prossimo.
Tragici anche gli indicatori microeconomici. Dal 2007 al 2011, infatti, il reddito delle famiglie italiane è diminuito del 7%. "In quattro anni la perdita in termini reali (a prezzi 2011) è stata pari a 1.300 euro a testa e la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è passata dal 12,6% all'8,8%" ha affermato Giovannini.
Il pessimo panorama economico, tra l'altro, peggiora la situazione, già critica, riguardo le disuguaglianze. Nel Belpaese, infatti, permangono fortissime differenze tra sessi, classi e regioni. Tra le principali cause individuate emergono soprattutto la precarietà del mondo del lavoro e la differenza salariale tra uomini e donne. Addirittura il 33,7% delle donne italiane tra i 25 e i 54 anni non percepisce reddito. La media europea è del 19,8%. Alla diseguaglianza sociale si unisce anche quella geografica. Secondo l'Istat, infatti, una madre ha una probabilità di trovare un lavoro rispetto a un padre nove volte inferiore nel Nord Italia e addirittura 14 volte inferiore al Sud.
Infine la precarietà. Secondo l'istituto nazionale di statistica, infatti, il 44,6% delle persone nate durante gli anni '80 è entrato nel mondo del lavoro con un contratto atipico. Il dato è praticamente raddoppiato rispetto ai nati negli anni '60.
Serbia. Nuovo record negativo per il dinaro, inutile l’intervento della banca centrale
Non è bastato l’ultimo intervento della Banca nazionale serba (Nbs) per arrestare il crollo del dinaro, che nella giornata di ieri ha toccato un nuovo record negativo sforando i 114 punti nei confronti dell’euro. L’ultima quotazione della valuta nazionale è infatti di 114,107 punti, con un calo dello 0,6 per cento rispetto al risultato precedente. Lunedì scorso la Nbs aveva effettuato un’operazione di vendita nel mercato internazionale delle valute per una somma pari a 40 milioni di euro. Dall’inizio del 2012, gli interventi dell’istituto centrale hanno raggiunto il totale di 878,5 milioni di euro, venduti con l’obiettivo di arginare le oscillazioni del dinaro. La quotazione migliore risale all’11 gennaio, quando per un euro occorrevano 103,6922 dinari.
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