Tagli alla sanità: rischiano la chiusura undici ospedali, quattro nel Salernitano
Ecomafia 2012. Basilicata 12ma per reati ambientali
Spesa "stabile" per le famiglie italiane ma si riducono i consumi alimentari
Grecia, creditori terranno linea dura con Atene
Germania, +0,6% mese su mese ordini settore manifatturiero maggio
Madrid vende bond per 3 miliardi. I tassi a 10 anni salgono dal 6 al 6,43%
Bozen, oltrepadania. Roma taglia i miniospedali ma Bolzano si rifiuta
Spending review: Cota, su sanita' tagli inaccetabili, ridotti i servizi
Tagli alla sanità: rischiano la chiusura undici ospedali, quattro nel Salernitano
Due i nosocomi a rischio a Caserta e a Napoli, in bilico anche l'Ospedale di Bisaccia e di Sant'Agata de' Goti
NAPOLI - La spending review del governo Monti che minaccia la sanità non risparmia la Campania. È il timore di 149 presidi ospedalieri in tutta Italia, mentre undici sono al momento a rischio tra le province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno. La bozza di decreto prevede un intervento delle Regioni per stabilire entro il 31 ottobre 2012 la chiusura di ogni attività nei nosocomi con meno di 80 posti letto.
I PRESIDI IN BILICO - Se il decreto dovesse essere approvato, dunque, la scure del governo si abbatterebbe sull'Ospedale di Bisaccia, ad Avellino e l'Ospedale San Giovanni di Dio a Sant'Agata de' Goti, a Benevento. Nel Casertano rischiano la serrata l'Ospedale San Giuseppe e Melorio, a Santa Maria Capua Vetere e il presidio ospedaliero "F. Palasciano", a Capua. Due anche i nosocomi in bilico nel Napoletano: l'ospedale Rizzoli di Lacco Ameno e l'ospedale civile Albano Francescano di Procida. Nel Salernitano sarebbero addirittura quattro i presidi ospedalieri costretti a chiudere, ovvero l'Andrea Tortora di Pagani, il presidio ospedaliero Villa Malta di Sarno, il presidio ospedaliero da Procida, l'Ospedale di Roccadaspide e l'Ospedale civile di Agropoli.
Ecomafia 2012. Basilicata 12ma per reati ambientali
POTENZA – La Basilicata si colloca al 12/o posto nella classifica nazionale dei reati ambientali per il 2011, con 876 infrazioni, pari al 26,8 per cento in più rispetto all’anno precedente: in particolare, nel ciclo dei rifiuti, si registrano dati in controtendenza rispetto al resto del Paese, dove le infrazioni sono in diminuzione, mentre quelle sul territorio lucano segnano un incremento del 38,6 per cento, accompagnato da un numero maggiore di denunce (112 rispetto alle 44 del 2010) e di arresti (due). I dati emergono dal “Rapporto sulle illegalità ambientali 2011-2012”, ovvero le “Ecomafie”, realizzato da Legambiente e presentato stamani a Potenza, nel corso di un incontro a cui hanno partecipato il coordinatore dell’Osservatorio Ambiente e legalità, Pietro Fedeli, il dirigente generale del dipartimento regionale per l’Ambiente, Donato Viggiano, il presidente lucano di Legambiente, Marco De Biasi, e i rappresentanti delle forze dell’ordine. Per quanto riguarda il ciclo del cemento, in Basilicata sono state accertate 139 infrazioni (il 2,1 per cento del totale nazionale) con 135 denunce e 22 sequestri.
Dal censimento delle strutture è poi emerso che la provincia di Matera è nella “top ten” delle “case fantasma”, con 4.181 abitazioni non dichiarate nel solo capoluogo. Nel rapporto si evidenzia infine il caso di Lauria (Potenza) dove le “case fantasma” sarebbero circa duemila, ovvero la metà rispetto a quelle di Potenza, a fronte di una popolazione di appena un quinto.
Per il ciclo dei rifiuti, invece, è necessario confrontare i dati complessivi con gli indici demografici e territoriali della regione: emerge un quadro di “microillegalità diffusa”, hanno spiegato Fedeli e De Biasi, “e non di una vera e propria rete criminale, anche se di forte impatto sul territorio”. Per Viggiano, invece, “accanto alle iniziative legate ai controlli e al potenziamento della raccolta differenziata, è necessario agire sul cambiamento culturale delle abitudini e della sensibilità ambientale”.
Spesa "stabile" per le famiglie italiane ma si riducono i consumi alimentari
Nel 2011 la spesa media mensile è stata pari a 2.488 euro. Oltre il 35 per cento delle famiglie nel 2011 ha diminuito la quantità o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto al 2010. Cresce il "peso" dell'abitazione e dei trasporti.
ID doc: 75968 Data: 05.07.2012 (aggiornato il: 05.lug.2012)
Nel 2011 la spesa media mensile per famiglia e' pari a 2.488 euro (+1,4% rispetto all'anno precedente). Tenuto conto dell'errore campionario e della variazione del valore del fitto figurativo ''la spesa - riferisce l'Istat - risulta stabile in termini reali, nonostante la dinamica inflazionistica (+2,8%)''. Il valore mediano della spesa mensile per famiglia e' pari a 2.078 euro, l'1,9% in piu' rispetto al 2010, ''e conferma la stabilita'' osservata in termini di valore medio''. "La spesa media per generi alimentari e bevande - prosegue la nota dell''Istat - cresce, in termini nominali, del 2,2% rispetto al 2010, attestandosi a 477 euro mensili; in particolare, aumentano la spesa per carne, quella per latte, formaggi e uova e quella per zucchero, caffè e altro". Il 35,8% delle famiglie nel 2011 ha diminuito la quantita' e/o la qualita' dei prodotti alimentari acquistati rispetto al 2010. Aumenta la quota di famiglie del Mezzogiorno che acquista generi alimentari presso gli hard-discount (si passa dall'11,2% del 2010 al 13,1% del 2011). La spesa non alimentare complessiva e' stabile, e pari a 2.011 euro mensili: diminuiscono le spese per abbigliamento e calzature (-5,9%) e aumentano quelle per l'abitazione (+3,3%). "Sulla spesa media mensile continua a crescere - evidenzia l'istituto di statistica - il peso dell'abitazione, così come quello dei trasporti". Per quel che riguarda la distribuzione territoriale, la Lombardia e' la regione con la spesa media mensile delle famiglie piu' elevata (3.033 euro), seguita dal Veneto (2.903 euro). Fanalino di coda, anche nel 2011, e' invece la Sicilia che, con una spesa media mensile di 1.637 euro, vede aumentare il divario dalla regione con la spesa piu' elevata (circa 1.400 euro).
Grecia, creditori terranno linea dura con Atene
I creditori internazionali terranno una linea dura nei confronti della Grecia durante la missione della Troika, da oggi ad Atene per la valutazione dei progressi fatti dal Paese sui termini del pacchetto di aiuti. La delegazione, formata dai funzionari del Fondo monetario internazionale, della Commissione europea e dell'Eurotower, la cosiddetta Troika, farà pressione sull'attuazione di termini di austerità ancora più severi, contro il volere del nuovo Governo di Antonis Samaras.
Il nuovo Esecutivo vorrebbe rinegoziare, almeno in termini di tempistica, gli obiettivi fissati dal secondo piano di aiuti concesso ad Atene quest'anno, per sostenere l'economia del Paese colpita dal quinto anno di recessione.
Germania, +0,6% mese su mese ordini settore manifatturiero maggio
Nel mese di maggio gli ordinativi dell'industria manifatturiera tedesca sono saliti dello 0,6% rispetto ad aprile. Numeri migliori delle previsioni degli economisti che si attendevano un progresso dello 0,2%. Debole la domanda domestica -1,3%, meglio quella estera +2,3%, dove spicca il balzo degli ordini dagli altri paesi dell'Eurozona (+7,7%), mentre risultano negativi (-0,8%) quelli provenienti dall'area extra-Ue. Rivisto al rialzo il dato di aprile che sale da -1,9% a -1,4%.
Madrid vende bond per 3 miliardi. I tassi a 10 anni salgono dal 6 al 6,43%
La Spagna ha venduto bond per 3 miliardi, registrando tassi in rialzo. Secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg il titolo a 10 anni ha registrato un tasso del 6,43%, dal 6,044% dell'asta del 7 giugno, mentre quello a 5 anni è salito al 5,53% dal 5,35% del mese scorso. Il rendimento del titolo in scadenza al 2015, infine, è sceso al 5,086% dal 5,457% del 21 giugno. La domanda è stata pari a 3,18 volte l'offerta: si tratta di un dato in calo rispetto alle 3,29 volte dell'asta si giugno.
Dopo l'asta iberica gli spread si mantengono elevati. Lo spread tra Btp decennali e Bund equivalenti si attesta a 436 punti base, in rialzo rispetto ai 430 punti della chiusura di ieri e con un tasso del 5,81. Il differenziale tra Bonos e Bund è a 510 punti con rendimento del 6,55%.
Nei prossimi giorni il governo di Madrid annuncerà nuove misure per raggiungere il tetto di deficit prefissato. Lo assicura il ministro degli Esteri, Jose Manuel Margallo.
05 luglio 2012
Bozen, oltrepadania. Roma taglia i miniospedali ma Bolzano si rifiuta
L’assessore alla sanità Theiner categorico: «Sulla gestione dei nostri soldi decidiamo solo noi». E Widmann rilancia: «Ma non rinunciamo ai risparmi»
di Orfeo Donatini
BOLZANO. Dal 1 gennaio 2013 potrebbero essere chiusi i piccoli ospedali con meno di 80 posti letto. Sarebbe questa una delle ipotesi al vaglio tra gli interventi in sanità, che comporterebbe la chiusura di circa 200 strutture su tutto il territorio nazionale. Un intervento sulle strutture ospedaliere non è ancora entrato definitivamente tra le misure, e, secondo indiscrezioni romane, si starebbe anche valutando, previa verifica puntuale con le Regioni, l'ipotesi di riconversione delle strutture tra 80 e 120 posti letto. «Ma nessuna chiusura automatica di ospedali verrà imposta da Roma» si è poi precipitato a dichiarar il ministro della Salute, Renato Balduzzi,
Una notizia che per alcune ha visto una serie di riferimenti espliciti anche alla province autonome di Bolzano e di Trento tanto che la reazione è stata immediata quanto dura: «Bolzano non procederà alla chiusura di alcuna sua struttura ospedaliera periferica - ha sottolineato infatti l’assessore alla sanità Richard Theiner - anche perchè sulla gestione dei nostri soldi, decidiamo solo noi. Infatti sulla organizzazione della sanità la nostra competenza è primaria e non abbiamo trasferimenti finanziari dal fondo sanitario nazionale. In ogni caso difendiamo la nostra autonomia pur non rinunciando a fare la nostra parte per il risanamento del Paese».
Stando alle ultime indicazioni del governo che ha abbassato “l’asticella” agli 80 posti letto per prevedere la chiusura dei mini-ospedali, in Alto Adige solo la struttura di San Candido potrebbe correre rischi: ne ha infatti 57 più 9 in day hospital. A scalare poi troviamo Vipiteno con 69 posti letto più 12 in dh, Silandro con 105 più 7 in dh, Brunico con 214 più 34 in dh, Bressanone con 230 più 28 in dh, Merano con 361 più 26 in dh e Bolzano con 681 più 84 in dh.
Altro parametro posto dal governo - ma che analogamente per gli ospedali non avrebbe alcuna conseguenza locale - è quello legato al numero dei parti a neonatologia fissato in un minino di 500 nascite. Nei sette ospedali altoatesini, stando ai dati statistici 2011, a Bolzano di nascite ce ne sono state 1.723, a Merano 1.220, a Silandro 359, a Bressanone 708, a Vipiteno 440, a Brunico 608 e a San Candido 267. Teoricamente a rischio sarebbero dunque i reparti di San Candido, Vipiteno e Silandro.
E sulla medesima linea è anche l’assessore Thomas Widmann che rilancia: «Decidiamo noi dove risparmiare a casa nostra». «L'Alto Adige difenderà con ogni mezzo le competenze fissate dall'autonomia, ma saprà anche - prosegue - esaminare i suoi costi. Dove si può risparmiare, bisogna risparmiare».
«Le misure di risparmio abbozzate dal governo - spiega Widmann - stanno infatti avendo riflessi anche su tutti gli enti locali, per quanto riguarda l'Alto Adige anche in violazione dell'autonomia speciale. La giunta provinciale è già intervenuta per tutelare quei settori nei quali ravvisa nell'intervento di Roma una violazione delle competenze autonomistiche. Con l'Accordo di Milano la Provincia contribuisce già in misura considerevole al risanamento dei conti pubblici e quindi deve essere chiaro che nel quadro della spending review non accetteremo imposizioni non concordate sul bilancio provinciale. Poi bisognerà individuare le priorità, concentrarsi sui punti di forza, sostenendoli con interventi mirati per rafforzare il tessuto economico del territorio».
Spending review: Cota, su sanita' tagli inaccetabili, ridotti i servizi
05 Luglio 2012 - 12:28
(ASCA) - Torino, 5 lug - ''Questi tagli sono inaccettabili, il Governo ha disatteso gli impegni gia' presi e lo ha fatto senza neppure fare una trattativa. In piu' sono state tagliate le risorse per l'anno in corso, con il risultato di rendere impossibile qualsiasi programmazione: la conseguenza e' che verranno tagliati i servizi ai cittadini''. Lo dichiara in una nota il Governatore del Piemonte Roberto Cota sulla spending review indicata dal governo.
com/eg/rob
Nessun commento:
Posta un commento