Istituto studi filosofici, sfrattata biblioteca
De Magistris: Marotta porti i libri dell'Istituto all'Albergo dei poveri
Germania: pil secondo trimestre +0,3%
Crisi: Grecia; stampa, per Fmi ulteriori fondi fino a 2016
Grecia: nuovo piano per ridurre statali
Bozen, oltrepadania. L’Alto Adige non cresce: «Siamo in stagnazione»
Istituto studi filosofici, sfrattata biblioteca
Trasferiti duecentomila volumi
Fitto troppo alto. Si rischia di perdere un patrimonio
NAPOLI - Questa non è una città per biblioteche. Gerardo Marotta sorride amaro mentre mostra i cumuli di scatoloni in cui è costretto il suo patrimonio: duecentomila libri. Sono l’anima e il corpo della biblioteca dell’Istituto italiano per gli studi filosofici. Lui l’ha messa su. E negli anni, per salvarla ha venduto i beni di famiglia e contratto debiti, pagando di tasca propria i costosi affitti dei locali. Ma ora non ce la fa più. L’Istituto non riceve più fondi dal Governo e non è in grado di sostenere ulteriori fitti mentre la delibera della Regione Campania per la realizzazione di una biblioteca ad hoc ancora non è stata attuata.
LO SCEMPIO - In una videointervista rilasciata al sito Fanpage.it, Marotta con tutta l’amarezza di un intellettuale tradito dalla sua città denuncia lo scempio. I preziosi volumi conservati, fino a oggi, in locali di fortuna nei pressi di Palazzo Serra di Cassano in via Monte di Dio, vengono trasferiti a Casoria, fuori dalla disponibilità di studenti e ricercatori. «Qui abbiamo tutto quello che serve ai giovani - spiega Marotta mentre mostra nel video gli scatoloni dove sono conservati migliaia di volumi - per recuperare la memoria del Mezzogiorno. Che è perduta. Ma a noi il governo ha tagliato tutti i fondi». E nei grossi scatoli di cartone sono celate prime edizioni o rarissime pubblicazioni firmate da Benedetto Croce, Vico, Giordano Bruno o altri grandi filosofi. Ciò che l’Unesco ha dichiarato un bene fondamentale per l’umanità viene smantellato nel silenzio totale. Qui si è di fronte a un altro scandalo, diverso nella forma da quello della storica biblioteca dei Girolamini, ma uguale nella sostanza: lo svilimento di un grande patrimonio di volumi. «Napoli non è una città per giovani», conclude Marotta che attacca anche chi governa la città. «Napoli - continua polemico - non riesce a esprimere una classe dirigente veramente nuova, anche chi va al potere come rivoluzionario deve accordarsi subito con le altre forze politiche, subendo le loro richieste come le tangenti. Qui la vera cultura non è il grande evento, come feste farina e forca. Il governo tedesco mi ha conferito il premio Goethe mentre Napoli non mi ha dato niente... ha soltanto paura dell’Istituto».
Vincenzo Esposito
De Magistris: Marotta porti i libri dell'Istituto all'Albergo dei poveri
Il sindaco offre i locali per i preziosi volumi
NAPOLI - «Mi auguro che il Ministero dei Beni culturali si faccia carico delle necessità dell'Istituto di studi filosofici e la Regione possa procedere allo sblocco dei fondi già stanziati» afferma il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in relazione alla vicenda dei libri dell'Istituto guidato dall'avvocato Gerardo Marotta destinati ad un deposito di Casoria. Secondo il sindaco «la creazione di una biblioteca destinata ai preziosi volumi dell'Istituto di studi filosofici è, infatti, una priorità di valore non solo locale ma nazionale poiché si tratta di un patrimonio storico-culturale che merita la cura massima rappresentando, veramente, un motivo di vanto internazionale per la nostra città e per il Paese». «Come Comune di Napoli, pur non avendo competenza in tal senso, abbiamo comunque offerto la nostra piena collaborazione all'Istituto - evidenzia - offrendo per esempio uno spazio all'interno dell'Albergo dei poveri per accogliere gli oltre 300mila volumi, oltre a destinare una parte dei locali anche per l'attività didattica, formativa e di ricerca dell'Istituto stesso e della biblioteca».
Germania: pil secondo trimestre +0,3%
In base alla lettura finale
23 agosto, 09:37
(ANSA) - ROMA, 23 AGO - L'economia della Germania nel secondo trimestre dell'anno e' cresciuta dello 0,3% secondo la lettura finale, confermando cosi' il dato preliminare. Lo comunica l'ufficio federale di statistica, spiegando che la crescita e' stata sostenuta dalle esportazioni con un incremento del 2,5% rispetto al primo trimestre e dalla spesa privata con un +0,4%.
Crisi: Grecia; stampa, per Fmi ulteriori fondi fino a 2016
23 agosto, 12:00
(ANSAmed) - ROMA, 23 AGO - Il Fondo Monetario Internazionale stima che la Grecia abbia bisogno di altri 13-14 miliardi di euro per coprire le necessità finanziarie per il 2015 e il 2016.
Lo scrive il quotidiano ellenico Ta Nea, sottolineando che questi ulteriori fondi sarebbero necessari anche se ad Atene non verrà concessa una proroga sul piano di consolidamento di bilancio. Se invece Atene potrà allungare di due anni i tempi per il piano di risanamento, serviranno altri 15 miliardi per coprire il deficit, aggiunge Ta Nea, portando il totale dei fondi extra ad almeno 28 miliardi.(ANSAmed)
Grecia: nuovo piano per ridurre statali
Piu' incentivi al prepensionamento e licenziamenti disciplinari
23 agosto, 14:58
(ANSA) - ATENE, 23 AGO - Il governo di Samaras cerca un modo per ridurre drasticamente il numero dei dipendenti statali in eccedenza nell'ambito dei tagli della spesa pubblica richiesti dalla troika (Ue, Bce e Fmi). Una categoria gonfiatasi a dismisura in quattro decenni grazie ai favoritismi di tutti i governi precedenti e che oggi conta circa 750mila persone su quasi 11 milioni di greci (il 6.8% della popolazione). Il piano prevede un mix di incentivi al prepensionamento e licenziamenti disciplinari.
Bozen, oltrepadania. L’Alto Adige non cresce: «Siamo in stagnazione»
La Camera di Commercio: «Andiamo meglio dell’Italia, che è in recessione». Imprese in difficoltà per il mancato sostegno delle banche, inflazione alle stelle
di Riccardo Valletti
BOLZANO. L’economia altoatesina ha smesso di crescere. Nel bilancio del primo semestre 2012, presentato ieri dalla Camera di Commercio dal presidente Michl Ebner, dal direttore Ire Perini, davanti dell’assessore Bizzo, si parla di “atterraggio dolce”, per indicare un progressivo rallentamento nella produzione di ricchezza, ma di fatto le previsioni di chiusura di quest’anno restituiscono l’immagine di un barometro economico con la sbarra fissa sullo zero. E il risultato, paradossalmente, non è da ritenersi poi molto negativo.
La stagnazione. La stagnazione dimostra infatti che l’economia altoatesina è ancora abbastanza forte da resistere ai tiranti della recessione italiana, che si assesta intorno al -2,5%, anche grazie al ponte naturale verso i mercati austriaci e tedeschi, che nel frattempo però stanno frenando sulla scia di un generale indebolimento europeo. In generale si può parlare di un’economia stabile anche in momenti difficili, ma che abbonda di luci e ombre se si scende nel dettaglio.
Le banche. Nel chiaroscuro finiscono per prime le banche, con una contrazione del credito alle imprese che non demorde nonostante i ripetuti appelli da parte delle istituzioni su tutti i livelli, dall’Europa alla Provincia. Mentre aumenta la disponibilità degli istituti verso i privati e principalmente per prestiti a lungo termine, quello che manca è il sostegno alle imprese e soprattutto a breve termine, quei crediti che servono appunto a superare la congiuntura negativa, e senza distinzioni tra piccole e grandi imprese. Nel frattempo però aumenta l’inflazione, con un 4% nettamente superiore alla media nazionale (3,1%) e quasi il doppio di quella europea (2,4%), e Bolzano si conferma tra le città col costo della vita più elevato del Paese.
Le imprese. A farne le spese sono soprattutto i settori edilizia e manifatturiero, che stando alle rilevazioni dell’Istituto di ricerca economica della camera di commercio hanno ricevuto una bruciante delusione in termini di redditività delle imprese, fino al 15% in meno delle previsioni di inizio anno, e che continueranno a soffrire ancora a lungo. Per questi comparti si prevedono ancora cali dell’occupazione e degli ordinativi in aggiunta a un sostanziale peggioramento dei costi, limando ulteriormente i già esigui ricavi (ove presenti) e proseguendo nella dinamica di calo generalizzato, aggravato anche dalla scarsa presenza di commesse dalle regioni limitrofe, a loro volta in fase di tagli e risparmi. Sulla stessa scia si muove il settore delle auto, che comprende sia le concessionarie che officine e distributori, considerato nel barometro dell’Ire uno tra i settori più problematici dell’economia locale. Con un volume d’affari previsto in netto calo e una politica di prezzi di vendita sempre più aggressiva, l’andamento si conferma negativo ma senza grandi ripercussioni sull’occupazione.
L’agricoltura. La vera sorpresa del barometro dell’economia sono invece le cooperative agricole che, tra i settori lattiero- caseario e vitivinicolo, si confermano come una risorsa strategica per il territorio con prospettive di crescita anche in congiuntura negativa e in grado di innescare il circolo virtuoso di export e mantenimento dei prezzi di mercato. A favorire il settore, c’è da dirlo, è stata anche un’annata notevole in termini di produzione, con i vigneti che confermano il già ottimo rendimento del 2011 e una qualità eccellente, per il settore lattiero-caseario ha vinto la politica di export, che fa prospettare un sostanzioso aumento del volume di affari entro la fine dell’anno e un conseguente buon risultato economico per i soci. Un punto a favore delle coop agricole va anche nel sottore frutticolo. Quest’anno la raccolta sarà minore di circa il 15%, cosa tutt’altro che sgradita dai coltivatori, che si vedranno un partenza accelerata all’avvio della stagione 2013 e una giaenza residuale abbastanza ridotta da permettere ai prezzi di mantenersi su quote interessanti. Nel complesso ben oltre l’80% dei soci coop si dice soddisfatto dai risultati economici di quest’anno.
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