giovedì 15 novembre 2012

(1) XV.XI.MMXII/ Se n'era accorto anche Napoleone: non era solo recessione.

Il denaro in Calabria costa il doppio rispetto alla Lombardia
L'UNIONE SARDA - Economia: L'olio e i vini sardi sbarcano in Cina
Pil, nel terzo trimestre in calo del 2,4%
Ue-17:e' recessione, Pil -0,1%
Eurozona: entra ufficialmente in recessione (1 update)
Pil Germania +0,2% terzo trimestre
Pil Francia +0,2% terzo trimestre
Pil: Spagna -0,3% terzo trimestre
Crisi: Grecia; tagli salari e personale in oltre 50% aziende

Il denaro in Calabria costa il doppio rispetto alla Lombardia
E' questo l'esito di una ricerca commissionata dall'Associazione nazionale dei funzionari di Polizia che ha messo in evidenza come in Calabria il costo del denaro sia pari al 7.47% mentre in Lombardia è del 3.66%. A contribuire al verificarsi di questo dato la presenza della criminalità organizzata
ROMA –  La criminalità organizzata «costa cara all’Italia» perchè «là dove è in grado di influire sulle regole di comportamento e quindi anche sulle regole dell’agire economico, si comporta come un soggetto leader in grado di influenzare con il proprio comportamento e con le proprie strategie l’equilibrio di mercato, in termini di prezzi e quantità. Tanto è più forte tale controllo tanto più è lecito attendersi uno spostamento del mercato verso forme di oligopolio e di monopolio. La presenza della criminalità organizzata risulta un elemento di ostacolo al credito e allo sviluppo per ragioni economiche e non». E questo spiega perchè «la concentrazione geografica dei reati di stampo mafioso (come omicidio, usura ed estorsione) e di quelli più in generale riconducibili alla criminalità organizzata coincida con quelle aree in cui più elevato è il costo del denaro». Dalla ricerca che l’Associazione nazionale dei funzionari di polizia ha commissionato all’Istituto Aiccon, infatti, emerge, con riferimento al 2011, «un costo del denaro doppio in Calabria (7,47) rispetto a quello riscontrato in Lombardia (3,66)» e che, ad eccezione della Liguria, «sono tutte concentrate al sud e nelle isole le regioni con il costo del denaro superiore al 6%». «Tale coincidenza di ambito territoriale – avverte la ricerca – non costituisce di per sè una prova del nesso causale tra i due fenomeni, ma la presenza contemporanea della criminalità organizzata e di maggiori costi di accesso al credito supporta l’ipotesi che il differenziale tra tassi di interesse delle diverse regioni sia un ulteriore prezzo che un territorio paga alla criminalità organizzata, oltre a tutte le forme di distorsione del mercato che l’economia criminale genera per sua natura».
15 novembre 2012 11:30

L'UNIONE SARDA - Economia: L'olio e i vini sardi sbarcano in Cina
15.11.2012
Se n'era accorto anche Napoleone: «Quando la Cina si sveglierà, farà tremare il mondo». Ci sono voluti duecento anni ma ora l'economia sotto la Muraglia si è messa a correre come un treno, travolgendo i vecchi schemi produttivi all'occidentale e piazzandosi al vertice della catena commerciale mondiale. Sviluppo, ricchezza e voglia sempre più convinta di guardare all'Europa. Una fetta di popolazione abbiente si sta appassionando alle tradizioni agroalimentari italiane, strizzando l'occhio anche alla Sardegna: «I vini dell'Isola, ma anche i formaggi, l'olio d'oliva, il pane carasau stanno diventando sempre più ricercati sotto la Muraglia». GUARDANDO L'ORIENTE Così un'azienda cagliaritana di import-export ha deciso di mettere radici a Xiamen, polo commerciale da tre milioni e mezzo di abitanti nel sudest costiero della Cina. «È un flusso commerciale che comincia a farsi interessante», spiega Elisabetta Sensi, titolare di “Logistic Solution”, da un paio d'anni in viaggio costante sulla rotta Sardegna-Asia. «Una parte ricca della Cina, che comprende decine di milioni di cittadini, guarda con sempre più consapevolezza al benessere, alla qualità della vita e anche alle cose belle». Da qui la passione per le produzioni tipiche e di alto livello, il cosiddetto made in : «I cinesi sono affascinati da certi nostri prodotti, soprattutto quelli di alta qualità, che non sono ancora entrati nei loro meccanismi di lavorazione», fa notare la manager cagliaritana. «Mi viene in mente la mozzarella. Da quelle parti non esiste, ma i cinesi che l'assaggiano restano incantati. È una delle mille possibilità da cogliere per gli imprenditori italiani e, mi auguro, per quelli sardi».
PRODUZIONI SOTTOCOSTO Il flusso delle esportazioni dal colosso asiatico resta però ancora di nicchia rispetto alle iperproduzioni sottocosto che dalla Cina ogni giorno invadono tutti i settori produttivi: «Attraverso la nostra catena di trasporto ho visto arrivare davvero di tutto. È quasi impossibile fare un elenco. Abbigliamento, giocattoli, elettrodomestici materiali plastici, ricambi per auto, cancelleria. Persino le bare utilizzate in Sardegna sono di fabbricazione cinese». Elisabetta Sensi si sofferma sui «grandi carichi di impianti fotovoltaici» che negli ultimi mesi sono sbarcati al Porto canale. «I prezzi concorrenziali garantiscono un grande appeal sul nostro mercato. Li abbiamo distribuiti soprattutto nelle aree agricole del Campidano».
BATTAGLIA COMMERCIALE La battaglia sul costo della manodopera ancora non lascia scampo alle produzioni italiane: «Il salario di un operario cinese, ma anche indonesiano, thailandese viaggia attorno ai 100 euro al mese. E nelle perferie asiatiche si può vivere dignitosamente con quelle cifre. Il discorso cambia nelle città, dove consumi e tenore di vita stanno crescendo a ritmi vertiginosi». Qualche tempo fa sul più internazionale dei quotidiani di Pechino, il China Daily, è comparsa una massima profetica: Ignorate chi lo nega, per la Cina è il tempo di splendere. Una Sardegna pronta a cogliere l'attimo può farsi illuminare. Giulio Zasso

Pil, nel terzo trimestre in calo del 2,4%
(Xinhua) 
ultimo aggiornamento: 15 novembre, ore 10:57
Roma, 15 nov. - (Adnkronos) - Nel terzo trimestre dell'anno il pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, diminuisce dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% nei confronti del terzo trimestre del 2011, lo stesso valore registrato nel secondo trimestre. Lo rende noto l'Istat in un comunicato.
Il calo congiunturale, rileva l'Istat, e' la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell'agricoltura e dei servizi e di un leggero aumento in quello dell'industria. Il terzo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in piu' del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2011.
Nello stesso periodo il Pil e' aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti e dell'1,0% nel Regno Unito, mentre e' diminuito dello 0,9% in Giappone. In termini tendenziali, si e' registrato un aumento del 2,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% in Giappone. Nel Regno Unito il Pil ha segnato una variazione tendenziale nulla. La crescita acquisita per il 2012 e' pari a -2%.

Ue-17:e' recessione, Pil -0,1%
Dati Eurostat su terzo trimestre. Italia -0,2%
15 novembre, 11:20
(ANSA) - BRUXELLES, 15 NOV - E' recessione. Il Pil dell'eurozona nel terzo trimestre, riferisce Eurostat, e' stato negativo a -0,1%, dopo il -0,2% del secondo e la crescita zero del primo. Anche l'Italia in recessione con -0,2%, mentre la Germania frena piu' delle attese, con una crescita del Pil dello 0,2%, come la Francia. Spagna in negativo, con -0,3%.

Eurozona: entra ufficialmente in recessione (1 update)
15 Novembre 2012 - 11:35
 (ASCA-AFP) - Bruxelles, 15 nov - L'Eurozona entra ufficialmente in recessione per la seconda volta in tre anni, con il dato diffuso poco fa dall'Eurostat, che indica un calo dello 0,1% del Pil nel terzo trimestre per i paesi dell'Euro.
Le stime preliminari indicano anche un calo su base annua dello 0,6%.
 Si indica un ciclo di recessione economica quando si registrano due trimestri consecutivi con Pil negativo.
Difatti, nel secondo trimestre, resta confermato un ribasso del Prodotto interno lordo dello 0,2% su base congiunturale, rivisto invece al rialzo il Pil su base annua che passa da -0,5% a -0,4%.
 L'Eurozona, per la prima volta, e' entrata in recessione dopo la crisi finanziaria del 2008 partita dagli Stati Uniti, tornando poi a crescere dal terzo trimestre del 2009. A livello dei paesi dell'Euro, la Germania ha fatto registrare un ulteriore rallentamento della sua economia, con il Pil cresciuto dello 0,2%, mentre la seconda piu' grande economia dell'area, quella della Francia, ha sopreso positivamente facendo registrare un rialzo dello 0,2% del suo Prodotto interno lordo nel terzo trimestre. Rimangono invece in recessione Italia e Francia con un calo dei rispettivi Pil dello 0,2% e dello 0,3%.
 Se comunque l'Eurozona entra in recessione, non si puo' dire lo stesso dell'Europa a 27 stati che nel terzo trimestre registra una crescita del Pil dello 0,1%, il che dimostra che l'Unione europea nel suo complesso riesce ancora a tenere anche se in forte ritardo rispetto agli Stati Uniti, cresciuti del 2,3% e in misura minore rispetto al Giappone che nel terzo trimestre aumenta dello 0,2%.sen/

Pil Germania +0,2% terzo trimestre
frena da +0,5% del primo e +0,3% del secondo trimestre
15 novembre, 09:08
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - Il pil della Germania è salito dello 0,2% nel terzo trimestre in rapporto al secondo. Lo comunica l'istituto di statistica tedesco. La crescita dell'economia segna un rallentamento rispetto al +0,5% del primo trimestre 2012 e allo 0,3% del secondo.

Pil Francia +0,2% terzo trimestre
sopra stime
15 novembre, 09:04
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - Il pil della Francia è cresciuto dello 0,2% nel terzo trimestre sui tre mesi precedenti. Lo comunica l'istituto di statistica francese aggiungendo che il dato acquisito per il 2012 è di un progresso dello 0,2%. Il dato è migliore delle stime che davano una stagnazione anche nel terzo trimestre.

Pil: Spagna -0,3% terzo trimestre
quinto trimestre consecutivo
15 novembre, 09:30
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - La Spagna resta in recessione nel terzo trimestre del 2012 (quinto trimestre consecutivo) con un calo del pil nel periodo dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti, quando aveva gia' segnato un arretramento dello 0,4%. Il calo del pil nel 2012 e' quindi stimato ora all'1,6% dall'istituti di statistica nazionale spagnolo.

Crisi: Grecia; tagli salari e personale in oltre 50% aziende
15 novembre, 11:50
(ANSAmed) - ATENE, 15 NOV - A causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese, quasi la meta' delle aziende elleniche ha fatto ricorso quest'anno a tagli degli stipendi e riduzioni del personale in confronto con solo il 9.1% delle multinazionali operanti in Grecia che ha ridotto i salari e il 17.9% che ha licenziato gli impiegati. Lo riferisce oggi il quotidiano ateniese Kathimerini pubblicando i dati emersi da uno studio condotto fra aprile luglio scorsi dalla compagnia Aon Hewitt su 165 aziende attive in Grecia. Dalla ricerca, che e' stata limitata ai soli settori piu' produttivi dell'economia, e' risultato inoltre che solo il 26.5% delle aziende e' andato controtendenza ed ha aumentato gli stipendi. (ANSAmed).



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