L'UNIONE SARDA - Economia: L'olio e i vini
sardi sbarcano in Cina
Pil, nel terzo trimestre in calo del 2,4%
Ue-17:e' recessione, Pil -0,1%
Eurozona: entra ufficialmente in recessione (1
update)
Pil Germania +0,2% terzo trimestre
Pil Francia +0,2% terzo trimestre
Pil: Spagna -0,3% terzo trimestre
Crisi: Grecia; tagli salari e personale in oltre
50% aziende
Il denaro in Calabria costa il doppio rispetto
alla Lombardia
E' questo l'esito di
una ricerca commissionata dall'Associazione nazionale dei funzionari di Polizia
che ha messo in evidenza come in Calabria il costo del denaro sia pari al 7.47%
mentre in Lombardia è del 3.66%. A contribuire al verificarsi di questo dato la
presenza della criminalità organizzata
ROMA – La criminalità organizzata «costa cara
all’Italia» perchè «là dove è in grado di influire sulle regole di
comportamento e quindi anche sulle regole dell’agire economico, si comporta
come un soggetto leader in grado di influenzare con il proprio comportamento e
con le proprie strategie l’equilibrio di mercato, in termini di prezzi e
quantità. Tanto è più forte tale controllo tanto più è lecito attendersi uno
spostamento del mercato verso forme di oligopolio e di monopolio. La presenza
della criminalità organizzata risulta un elemento di ostacolo al credito e allo
sviluppo per ragioni economiche e non». E questo spiega perchè «la
concentrazione geografica dei reati di stampo mafioso (come omicidio, usura ed
estorsione) e di quelli più in generale riconducibili alla criminalità
organizzata coincida con quelle aree in cui più elevato è il costo del denaro».
Dalla ricerca che l’Associazione nazionale dei funzionari di polizia ha
commissionato all’Istituto Aiccon, infatti, emerge, con riferimento al 2011,
«un costo del denaro doppio in Calabria (7,47) rispetto a quello riscontrato in
Lombardia (3,66)» e che, ad eccezione della Liguria, «sono tutte concentrate al
sud e nelle isole le regioni con il costo del denaro superiore al 6%». «Tale
coincidenza di ambito territoriale – avverte la ricerca – non costituisce di
per sè una prova del nesso causale tra i due fenomeni, ma la presenza
contemporanea della criminalità organizzata e di maggiori costi di accesso al
credito supporta l’ipotesi che il differenziale tra tassi di interesse delle
diverse regioni sia un ulteriore prezzo che un territorio paga alla criminalità
organizzata, oltre a tutte le forme di distorsione del mercato che l’economia
criminale genera per sua natura».
15 novembre 2012
11:30
L'UNIONE SARDA - Economia: L'olio e i vini
sardi sbarcano in Cina
15.11.2012
Se n'era accorto
anche Napoleone: «Quando la Cina si sveglierà, farà tremare il mondo». Ci sono
voluti duecento anni ma ora l'economia sotto la Muraglia si è messa a correre
come un treno, travolgendo i vecchi schemi produttivi all'occidentale e
piazzandosi al vertice della catena commerciale mondiale. Sviluppo, ricchezza e
voglia sempre più convinta di guardare all'Europa. Una fetta di popolazione
abbiente si sta appassionando alle tradizioni agroalimentari italiane,
strizzando l'occhio anche alla Sardegna: «I vini dell'Isola, ma anche i
formaggi, l'olio d'oliva, il pane carasau stanno diventando sempre più
ricercati sotto la Muraglia». GUARDANDO L'ORIENTE Così un'azienda cagliaritana
di import-export ha deciso di mettere radici a Xiamen, polo commerciale da tre
milioni e mezzo di abitanti nel sudest costiero della Cina. «È un flusso
commerciale che comincia a farsi interessante», spiega Elisabetta Sensi,
titolare di “Logistic Solution”, da un paio d'anni in viaggio costante sulla
rotta Sardegna-Asia. «Una parte ricca della Cina, che comprende decine di
milioni di cittadini, guarda con sempre più consapevolezza al benessere, alla
qualità della vita e anche alle cose belle». Da qui la passione per le
produzioni tipiche e di alto livello, il cosiddetto made in : «I cinesi sono
affascinati da certi nostri prodotti, soprattutto quelli di alta qualità, che
non sono ancora entrati nei loro meccanismi di lavorazione», fa notare la
manager cagliaritana. «Mi viene in mente la mozzarella. Da quelle parti non
esiste, ma i cinesi che l'assaggiano restano incantati. È una delle mille
possibilità da cogliere per gli imprenditori italiani e, mi auguro, per quelli
sardi».
PRODUZIONI
SOTTOCOSTO Il flusso delle esportazioni dal colosso asiatico resta però ancora
di nicchia rispetto alle iperproduzioni sottocosto che dalla Cina ogni giorno
invadono tutti i settori produttivi: «Attraverso la nostra catena di trasporto
ho visto arrivare davvero di tutto. È quasi impossibile fare un elenco.
Abbigliamento, giocattoli, elettrodomestici materiali plastici, ricambi per
auto, cancelleria. Persino le bare utilizzate in Sardegna sono di fabbricazione
cinese». Elisabetta Sensi si sofferma sui «grandi carichi di impianti
fotovoltaici» che negli ultimi mesi sono sbarcati al Porto canale. «I prezzi
concorrenziali garantiscono un grande appeal sul nostro mercato. Li abbiamo
distribuiti soprattutto nelle aree agricole del Campidano».
BATTAGLIA
COMMERCIALE La battaglia sul costo della manodopera ancora non lascia scampo
alle produzioni italiane: «Il salario di un operario cinese, ma anche
indonesiano, thailandese viaggia attorno ai 100 euro al mese. E nelle perferie
asiatiche si può vivere dignitosamente con quelle cifre. Il discorso cambia
nelle città, dove consumi e tenore di vita stanno crescendo a ritmi
vertiginosi». Qualche tempo fa sul più internazionale dei quotidiani di
Pechino, il China Daily, è comparsa una massima profetica: Ignorate chi lo
nega, per la Cina è il tempo di splendere. Una Sardegna pronta a cogliere
l'attimo può farsi illuminare. Giulio Zasso
Pil, nel terzo trimestre in calo del 2,4%
(Xinhua)
ultimo
aggiornamento: 15 novembre, ore 10:57
Roma, 15 nov. -
(Adnkronos) - Nel terzo trimestre dell'anno il pil, espresso in valori
concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di
calendario e destagionalizzato, diminuisce dello 0,2% rispetto al trimestre
precedente e del 2,4% nei confronti del terzo trimestre del 2011, lo stesso
valore registrato nel secondo trimestre. Lo rende noto l'Istat in un
comunicato.
Il calo
congiunturale, rileva l'Istat, e' la sintesi di una diminuzione del valore
aggiunto nei comparti dell'agricoltura e dei servizi e di un leggero aumento in
quello dell'industria. Il terzo trimestre del 2012 ha avuto due giornate
lavorative in piu' del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno
rispetto al terzo trimestre del 2011.
Nello stesso periodo
il Pil e' aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti e
dell'1,0% nel Regno Unito, mentre e' diminuito dello 0,9% in Giappone. In
termini tendenziali, si e' registrato un aumento del 2,3% negli Stati Uniti e
dello 0,2% in Giappone. Nel Regno Unito il Pil ha segnato una variazione
tendenziale nulla. La crescita acquisita per il 2012 e' pari a -2%.
Ue-17:e' recessione, Pil -0,1%
Dati Eurostat su
terzo trimestre. Italia -0,2%
15 novembre, 11:20
(ANSA) - BRUXELLES,
15 NOV - E' recessione. Il Pil dell'eurozona nel terzo trimestre, riferisce
Eurostat, e' stato negativo a -0,1%, dopo il -0,2% del secondo e la crescita
zero del primo. Anche l'Italia in recessione con -0,2%, mentre la Germania
frena piu' delle attese, con una crescita del Pil dello 0,2%, come la Francia.
Spagna in negativo, con -0,3%.
Eurozona: entra ufficialmente in recessione (1
update)
15 Novembre 2012 -
11:35
(ASCA-AFP) - Bruxelles, 15 nov - L'Eurozona
entra ufficialmente in recessione per la seconda volta in tre anni, con il dato
diffuso poco fa dall'Eurostat, che indica un calo dello 0,1% del Pil nel terzo
trimestre per i paesi dell'Euro.
Le stime preliminari
indicano anche un calo su base annua dello 0,6%.
Si indica un ciclo di recessione economica
quando si registrano due trimestri consecutivi con Pil negativo.
Difatti, nel secondo
trimestre, resta confermato un ribasso del Prodotto interno lordo dello 0,2% su
base congiunturale, rivisto invece al rialzo il Pil su base annua che passa da
-0,5% a -0,4%.
L'Eurozona, per la prima volta, e' entrata in
recessione dopo la crisi finanziaria del 2008 partita dagli Stati Uniti,
tornando poi a crescere dal terzo trimestre del 2009. A livello dei paesi
dell'Euro, la Germania ha fatto registrare un ulteriore rallentamento della sua
economia, con il Pil cresciuto dello 0,2%, mentre la seconda piu' grande
economia dell'area, quella della Francia, ha sopreso positivamente facendo registrare
un rialzo dello 0,2% del suo Prodotto interno lordo nel terzo trimestre.
Rimangono invece in recessione Italia e Francia con un calo dei rispettivi Pil
dello 0,2% e dello 0,3%.
Se comunque l'Eurozona entra in recessione,
non si puo' dire lo stesso dell'Europa a 27 stati che nel terzo trimestre
registra una crescita del Pil dello 0,1%, il che dimostra che l'Unione europea
nel suo complesso riesce ancora a tenere anche se in forte ritardo rispetto
agli Stati Uniti, cresciuti del 2,3% e in misura minore rispetto al Giappone
che nel terzo trimestre aumenta dello 0,2%.sen/
Pil Germania +0,2% terzo trimestre
frena da +0,5% del
primo e +0,3% del secondo trimestre
15 novembre, 09:08
(ANSA) - ROMA, 15
NOV - Il pil della Germania è salito dello 0,2% nel terzo trimestre in rapporto
al secondo. Lo comunica l'istituto di statistica tedesco. La crescita
dell'economia segna un rallentamento rispetto al +0,5% del primo trimestre 2012
e allo 0,3% del secondo.
Pil Francia +0,2% terzo trimestre
sopra stime
15 novembre, 09:04
(ANSA) - ROMA, 15
NOV - Il pil della Francia è cresciuto dello 0,2% nel terzo trimestre sui tre
mesi precedenti. Lo comunica l'istituto di statistica francese aggiungendo che
il dato acquisito per il 2012 è di un progresso dello 0,2%. Il dato è migliore
delle stime che davano una stagnazione anche nel terzo trimestre.
Pil: Spagna -0,3% terzo trimestre
quinto trimestre
consecutivo
15 novembre, 09:30
(ANSA) - ROMA, 15
NOV - La Spagna resta in recessione nel terzo trimestre del 2012 (quinto
trimestre consecutivo) con un calo del pil nel periodo dello 0,3% rispetto ai
tre mesi precedenti, quando aveva gia' segnato un arretramento dello 0,4%. Il
calo del pil nel 2012 e' quindi stimato ora all'1,6% dall'istituti di
statistica nazionale spagnolo.
Crisi: Grecia; tagli salari e personale in oltre
50% aziende
15 novembre, 11:50
(ANSAmed) - ATENE,
15 NOV - A causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese, quasi la
meta' delle aziende elleniche ha fatto ricorso quest'anno a tagli degli
stipendi e riduzioni del personale in confronto con solo il 9.1% delle
multinazionali operanti in Grecia che ha ridotto i salari e il 17.9% che ha
licenziato gli impiegati. Lo riferisce oggi il quotidiano ateniese Kathimerini
pubblicando i dati emersi da uno studio condotto fra aprile luglio scorsi dalla
compagnia Aon Hewitt su 165 aziende attive in Grecia. Dalla ricerca, che e'
stata limitata ai soli settori piu' produttivi dell'economia, e' risultato
inoltre che solo il 26.5% delle aziende e' andato controtendenza ed ha
aumentato gli stipendi. (ANSAmed).
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