giovedì 1 novembre 2012

(2) I.XI.MMXII/ Ponte sullo Stretto. Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%.

Puglia, record al Sud nell’uso dei fondi Ue
Ponte Stretto: governo, altri due anni per verifica fattibilità
Crisi: CSC, prospettive industria sfavorevoli. Attivita' ottobre -0,6%
Crisi: Germania taglia stime crescita

Puglia, record al Sud nell’uso dei fondi Ue
BARI - Felice per la sentenza di assoluzione dal reato di abuso d’ufficio ma soprattutto perchè la Puglia ha «abbondantemente superato il target della spesa comunitaria». Nichi Vendola sorprende tutti nella conferenza stampa convocata a poche ore dall’assoluzione sul caso sanità e annuncia il record della spesa di fondi Ue da parte della Regione. «La sentenza più importante è quella del raggiungimento degli obiettivi di spesa comunitaria perchè quello che è accaduto è straordinario. Avevano come target di spesa 267 milioni di euro da spendere dall’inizio dell’anno fino al 31 di ottobre (per la Campania 122 mln, per la Calabria 136 mln, per la Sicilia 169). Ad oggi noi presentiamo un rendiconto di 480 milioni di euro spesi, il 76% in più - sottolinea il governatore - dell’obiettivo che ci era indicato dal target concordato con il ministro Fabrizio Barca».
A conti fatti, la Puglia ha speso molto di più «di tutti gli obiettivi sommati delle altre regioni meridionali. Ad oggi abbiamo certificato 1 miliardo 670milioni, che è pari al 35% dell’ammontare complessivo della spesa comunitaria. Questo dato indica che noi stiamo non solo correndo ma mettendo in sicurezza la spesa comunitaria per il target di dicembre e del maggio prossimo ». L’appunto riguarda anche la recente decisione assunta dalla giunta di adottare lo sforamento controllato rispetto ai vincoli del Patto di Stabilità, liberando una quota di 500 milioni di euro (di cui 360 di fondi comunitari). Ebbene, chiarisce il governatore, «questi obiettivi li raggiungiamo perché utilizziamo un articolo di legge che ci permette lo sforamento controllato. Poichè è stato detto che lo facevo per liberare ora alcune centinaia di milioni di euro di spesa per aprire cantieri, disinteressandomi a quello che sarebbe accaduto nel 2013, vorrei dire che con questa scelta - ha sottolineato Vendola - stiamo mettendo in sicurezza il target di maggio 2013».
Sorretto dall’assessore all’Attuazione del Programma, Nicola Fratoianni, e dal capo gabinetto Davide Pellegrino, Vendola ha consegnato alla stampa i dati relativi alle scadenze del 31 ottobre 2013 per quanto riguarda la spesa dei fondi FESR 2007-2013. Gli obiettivi sono stati tutti raggiunti. Infatti ad oggi sono state certificate nel Programma operativo spese pubbliche cumulate per 1.669.806.626 euro (di cui 917.937.904 di quota comunitaria). La spesa riferita alla quota comunitaria del solo anno 2012 è pari a 234.022.071 euro: di conseguenza il target di spesa previsto ad ottobre per l’anno 2012 (pari a 133,7 milioni di euro) è stato superato di 101,4 milioni di euro, con un incremento del 76% rispetto all’obiettivo previsto.
Nel corso del 2012, il Programma Operativo ha registrato pertanto un avanzamento finanziario di oltre 480 milioni di euro in termini di spesa totale pubblica rispetto alla certificazione di dicembre 2011, quando la spesa pubblica cumulata ammontava ad 1.189.798.572 euro. Significativo, in base al rapporto della Regione, risulta l’avanzamento finanziario del Programma registrato negli ultimi cinque mesi: rispetto alla certificazione di fine maggio 2012, in cui si registravano 1.297.954.826 euro, è stato conseguito un incremento di spesa pari ad 371.851.800 euro. In termini di quota comunitaria, la percentuale di spesa del Programma si attesta oggi intorno al 35% del totale (con un incremento di 178.936.699 euro registrato nel periodo da giugno ad ottobre). Da dicembre 2011 ad oggi la percentuale di spesa del Programma è salita di 9 punti percentuali, passando dal 26% al 35% del totale. [b. mart.]

Ponte Stretto: governo, altri due anni per verifica fattibilità
Legambiente, si doveva bocciare inutile sperpero denaro pubblico
01 novembre, 13:32
 (ANSAmed) - ROMA - Il Cdm ha deciso di "prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità". E' quanto si legge nel comunicato di palazzo Chigi. "Tale decisione - prosegue la nota - è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione europea dell'ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario. Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%". "Questa nuova procedura - si precisa ancora nel testo - dovrà essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso - si conclude - , durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale".
 Critica con la decisione Legambiente. "Non è la proroga per l'approvazione la strada più conveniente - commenta il vicepresidente Edoardo Zanchini - ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina".
 "Il Governo Monti - aggiunge Zanchini - ha preso una decisione sbagliata e contro l'interesse del Paese decidendo di continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un progetto irrealizzabile. L'unica motivazione che si possa immaginare per questa scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel pezzo della maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto.
 Tenere in piedi per altri due anni il progetto del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere di collegamento a un'opera che mai verrà costruita.
 L'unico vero progetto a cui dedicarsi con urgenza - ha concluso Zanchini - è quello per una finalmente efficiente e sostenibile mobilità nell'area dello Stretto". (ANSAmed).

Crisi: CSC, prospettive industria sfavorevoli. Attivita' ottobre -0,6%
01 Novembre 2012 - 10:15
 (ASCA) - Roma, 1 nov - Le turbolenze legate alla crisi ''non sono finite'' e ci sono ''prospettive sfavorevoli'' per l'attivita' industriale che dovrebbe diminuire dello 0,6% ad ottobre dopo il calo di settembre (-1,0%) che ha corretto il rimbalzo anomalo di agosto (+1,7%). E' quanto emerge dalla Congiuntura Flash di ottobre, l'analisi mensile elaborata dal Centro Studi di Confindustria.
 L'incremento dell'attivita' industriale del 3* trimestre (+0,2% sul 2*), rileva il CSC, ''e' il primo da un anno'' ma il quarto trimestre ''parte con un'eredita' negativa (-0,7%)''.
 ''Le prospettive sono sfavorevoli - prosegue lo studio - le attese di produzione ISTAT tra le imprese manifatturiere sono rimaste in ottobre sui livelli di meta' 2009 (-6 da -7).
Gli ordini del PMI manifatturiero sono saliti in settembre a 43,0 (da 41,5) ma segnalano diminuzione da 16 mesi; quelli nei servizi sono a 42,1 (da 44,2), in area di calo da maggio 2011''.
 Resta debole la domanda interna in Italia mentre i consumi delle famiglie ''risentono della riduzione del reddito disponibile (-3,5% reale annuo nel 1* semestre) e della bassa fiducia, stabilizzata intorno ai minimi storici (in ottobre a 86,4 da 86,2)''.
 Peggiorati gli indicatori relativi alle scelte di spesa sono peggiorati: -8 punti (a 135) il saldo dei giudizi sulle opportunita' attuali di risparmio e -3 quello sulle possibilita' future (a -95).
 ''Cio' indica - spiega il Centro Studi - che proseguira' il calo del tasso di risparmio, che ha gia' toccato il minimo storico nel 2* trimestre (8,1%)''.
fgl/

Crisi: Germania taglia stime crescita
2012 a 0,8%, pesa situazione Eurozona
01 novembre, 12:19
(ANSA) - ROMA, 1 NOV - La Germania crescera' dello 0,8% quest'anno e dell'1% nel 2013, molto meno dell'1,6% previsto inizialmente a causa delle ''difficolta' nell'Eurozona''.
 Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco, Philipp Roesler, a Nuova Delhi secondo le agenzie internazionali.


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