Ponte Stretto: governo, altri due anni per
verifica fattibilità
Crisi: CSC, prospettive industria sfavorevoli.
Attivita' ottobre -0,6%
Crisi: Germania taglia stime crescita
Puglia, record al Sud nell’uso dei fondi Ue
BARI - Felice per la
sentenza di assoluzione dal reato di abuso d’ufficio ma soprattutto perchè la
Puglia ha «abbondantemente superato il target della spesa comunitaria». Nichi
Vendola sorprende tutti nella conferenza stampa convocata a poche ore
dall’assoluzione sul caso sanità e annuncia il record della spesa di fondi Ue
da parte della Regione. «La sentenza più importante è quella del raggiungimento
degli obiettivi di spesa comunitaria perchè quello che è accaduto è straordinario.
Avevano come target di spesa 267 milioni di euro da spendere dall’inizio
dell’anno fino al 31 di ottobre (per la Campania 122 mln, per la Calabria 136
mln, per la Sicilia 169). Ad oggi noi presentiamo un rendiconto di 480 milioni
di euro spesi, il 76% in più - sottolinea il governatore - dell’obiettivo che
ci era indicato dal target concordato con il ministro Fabrizio Barca».
A conti fatti, la
Puglia ha speso molto di più «di tutti gli obiettivi sommati delle altre
regioni meridionali. Ad oggi abbiamo certificato 1 miliardo 670milioni, che è
pari al 35% dell’ammontare complessivo della spesa comunitaria. Questo dato
indica che noi stiamo non solo correndo ma mettendo in sicurezza la spesa
comunitaria per il target di dicembre e del maggio prossimo ». L’appunto
riguarda anche la recente decisione assunta dalla giunta di adottare lo
sforamento controllato rispetto ai vincoli del Patto di Stabilità, liberando
una quota di 500 milioni di euro (di cui 360 di fondi comunitari). Ebbene,
chiarisce il governatore, «questi obiettivi li raggiungiamo perché utilizziamo
un articolo di legge che ci permette lo sforamento controllato. Poichè è stato
detto che lo facevo per liberare ora alcune centinaia di milioni di euro di
spesa per aprire cantieri, disinteressandomi a quello che sarebbe accaduto nel
2013, vorrei dire che con questa scelta - ha sottolineato Vendola - stiamo
mettendo in sicurezza il target di maggio 2013».
Sorretto
dall’assessore all’Attuazione del Programma, Nicola Fratoianni, e dal capo
gabinetto Davide Pellegrino, Vendola ha consegnato alla stampa i dati relativi
alle scadenze del 31 ottobre 2013 per quanto riguarda la spesa dei fondi FESR
2007-2013. Gli obiettivi sono stati tutti raggiunti. Infatti ad oggi sono state
certificate nel Programma operativo spese pubbliche cumulate per 1.669.806.626
euro (di cui 917.937.904 di quota comunitaria). La spesa riferita alla quota
comunitaria del solo anno 2012 è pari a 234.022.071 euro: di conseguenza il
target di spesa previsto ad ottobre per l’anno 2012 (pari a 133,7 milioni di
euro) è stato superato di 101,4 milioni di euro, con un incremento del 76% rispetto
all’obiettivo previsto.
Nel corso del 2012,
il Programma Operativo ha registrato pertanto un avanzamento finanziario di
oltre 480 milioni di euro in termini di spesa totale pubblica rispetto alla
certificazione di dicembre 2011, quando la spesa pubblica cumulata ammontava ad
1.189.798.572 euro. Significativo, in base al rapporto della Regione, risulta
l’avanzamento finanziario del Programma registrato negli ultimi cinque mesi:
rispetto alla certificazione di fine maggio 2012, in cui si registravano
1.297.954.826 euro, è stato conseguito un incremento di spesa pari ad
371.851.800 euro. In termini di quota comunitaria, la percentuale di spesa del
Programma si attesta oggi intorno al 35% del totale (con un incremento di
178.936.699 euro registrato nel periodo da giugno ad ottobre). Da dicembre 2011
ad oggi la percentuale di spesa del Programma è salita di 9 punti percentuali,
passando dal 26% al 35% del totale. [b. mart.]
Ponte Stretto: governo, altri due anni per
verifica fattibilità
Legambiente, si
doveva bocciare inutile sperpero denaro pubblico
01 novembre, 13:32
(ANSAmed) - ROMA - Il Cdm ha deciso di
"prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per
l'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al
fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive
condizioni di bancabilità". E' quanto si legge nel comunicato di palazzo
Chigi. "Tale decisione - prosegue la nota - è motivata dalla necessità di
contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura
economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione
europea dell'ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee
strategiche sui corridoi trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono
godere del co-finanziamento comunitario. Qualora in questo periodo di tempo non
si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la
revoca ex lege dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la
concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il
pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al
10%". "Questa nuova procedura - si precisa ancora nel testo - dovrà
essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto
aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso - si conclude - , durante il
periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere
assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente
cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già
compresi nel progetto generale".
Critica con la decisione Legambiente.
"Non è la proroga per l'approvazione la strada più conveniente - commenta
il vicepresidente Edoardo Zanchini - ma al contrario quella di bocciare il
progetto definitivo, perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi
insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di
Messina".
"Il Governo Monti - aggiunge Zanchini -
ha preso una decisione sbagliata e contro l'interesse del Paese decidendo di
continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un
progetto irrealizzabile. L'unica motivazione che si possa immaginare per questa
scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel
pezzo della maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto.
Tenere in piedi per altri due anni il progetto
del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere
di collegamento a un'opera che mai verrà costruita.
L'unico vero progetto a cui dedicarsi con
urgenza - ha concluso Zanchini - è quello per una finalmente efficiente e
sostenibile mobilità nell'area dello Stretto". (ANSAmed).
Crisi: CSC, prospettive industria sfavorevoli.
Attivita' ottobre -0,6%
01 Novembre 2012 -
10:15
(ASCA) - Roma, 1 nov - Le turbolenze legate
alla crisi ''non sono finite'' e ci sono ''prospettive sfavorevoli'' per
l'attivita' industriale che dovrebbe diminuire dello 0,6% ad ottobre dopo il
calo di settembre (-1,0%) che ha corretto il rimbalzo anomalo di agosto
(+1,7%). E' quanto emerge dalla Congiuntura Flash di ottobre, l'analisi mensile
elaborata dal Centro Studi di Confindustria.
L'incremento dell'attivita' industriale del 3*
trimestre (+0,2% sul 2*), rileva il CSC, ''e' il primo da un anno'' ma il
quarto trimestre ''parte con un'eredita' negativa (-0,7%)''.
''Le prospettive sono sfavorevoli - prosegue
lo studio - le attese di produzione ISTAT tra le imprese manifatturiere sono
rimaste in ottobre sui livelli di meta' 2009 (-6 da -7).
Gli ordini del PMI
manifatturiero sono saliti in settembre a 43,0 (da 41,5) ma segnalano
diminuzione da 16 mesi; quelli nei servizi sono a 42,1 (da 44,2), in area di
calo da maggio 2011''.
Resta debole la domanda interna in Italia
mentre i consumi delle famiglie ''risentono della riduzione del reddito
disponibile (-3,5% reale annuo nel 1* semestre) e della bassa fiducia,
stabilizzata intorno ai minimi storici (in ottobre a 86,4 da 86,2)''.
Peggiorati gli indicatori relativi alle scelte
di spesa sono peggiorati: -8 punti (a 135) il saldo dei giudizi sulle
opportunita' attuali di risparmio e -3 quello sulle possibilita' future (a
-95).
''Cio' indica - spiega il Centro Studi - che
proseguira' il calo del tasso di risparmio, che ha gia' toccato il minimo
storico nel 2* trimestre (8,1%)''.
fgl/
Crisi: Germania taglia stime crescita
2012 a 0,8%, pesa
situazione Eurozona
01 novembre, 12:19
(ANSA) - ROMA, 1 NOV
- La Germania crescera' dello 0,8% quest'anno e dell'1% nel 2013, molto meno
dell'1,6% previsto inizialmente a causa delle ''difficolta' nell'Eurozona''.
Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco,
Philipp Roesler, a Nuova Delhi secondo le agenzie internazionali.
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