di MASSIMO LEVANTACI
Chiedete a un giovane di questa città cosa ne pensi della sua condizione sociale, appena tre su dieci vi risponderanno: «Va tutto bene».
E’ la percezione di benessere - dicono gli statistici di “Meglio Foggia” - a caratterizzare negativamente il rapporto 2010 sulla qualità della vita in città. L’anno scorso era stato il saldo migratorio (sempre dei giovani) a far esplodere in tutta la sua evidenza il triste fenomeno dell’emigrazione di ritorno, tasso che non si arresta anzi procede a ritmo appena più rallentato (i dati sono nello specchio a fianco) rispetto a un anno fa. Due facce della stessa medaglia, entrambe spie di un malessere sociale che avviluppa i nostri giovani fin dalla soglia della maggiore età e non li lascia più (18-40 anni).
Andarsene in queste condizioni diventa un obbligo: ma è davvero così plumbeo il cielo sulla nostra città? Eppure la qualità della vita fotografata dell’osservatorio di “Meglio Foggia” mette insieme una serie di risultati che contribuiscono a mitigare la dura realtà. Si muore di meno per patologie tumorali, il numero delle imprese cresce anche se impercettibilmente, la qualità dell’aria è nella media, arretra la raccolta differenziata ma gli indicatori del rapporto dicono che se solo fossero stimolati un po’ di più i foggiani potrebbero fare meglio. Sullo sfondo la congiuntura economica del paese che connota negativamente lo scenario, per non parlare dell’allarme dissesto del Comune che certo non induce all’ottimismo. Ma forse dopo aver letto i dati sulla percezione è intervenuta nel sindaco Gianni Mongelli una correzione di rotta: «Prometto di farla finita con i soliti discorsi - il suo annuncio - può darsi che ci sia stato anche da parte nostra qualche errore di comunicazione. Abbiamo il dovere di guardare in faccia la realtà con ottimismo e fiducia nei nostri mezzi».
Quell’ottimismo che ai foggiani non manca, nonostante tutto. La domanda per cinema e teatri ha fatto registrare nel 2009 un vero e proprio boom di biglietti venduti (da 900mila a 1,1 milioni). E questo dato dovrebbe aiutare a far riflettere sul quadro generale di una città senza dubbio in grave sofferenza a tener conto delle difficoltà riscontrate dai giovani, ma forse non così fino in fondo. Certo, quando si affonda il coltello nella piaga del lavoro e della sicurezza sociale viene al pettine un quadro a dir poco inquietante. La disoccupazione avanza, abbiamo superato quota 13%, un dato riscontrabile nel crollo del reddito delle famiglie che in un solo anno (2008-2009) hanno perso 4.470 euro.
«Un calo di reddito devastante», chiosa il sociologo dell’università di Napoli, Luigi Caramiello. E c’è poi la malapianta della criminalità, con gli indicatori tutti in costante e vertiginosa ascesa: aumentano le truffe, i furti, le rapine, gli stupri, i tentati omicidi sono circa 4 in più ogni centomila residenti, i fallimenti triplicati negli ultimi tre anni. Davanti a questo scenario non resterebbe che rimboccarsi le maniche. Lo ascoltiamo a ogni presentazione del rapporto. Qualcosa però quest’anno potrebbe cambiare. «Da gennaio affronteremo una volta al mese tutte le aree tematiche del rapporto - annuncia il presidente dell’osservatorio, Lanfranco Tavasci - con esperti in studio (sul canale di Teleradioerre) e i nostri amministratori direttamente coinvolti: se ne parliamo qualcosa verrà fuori». Tavasci si è tolto anche un sassolino dalla scarpa quando ha chiesto agli imprenditori di questa città di «dare il loro contributo: senza la Gema (riscossione tributi: ndr) questo rapporto non esisterebbe».
Per il presidente della Camera di commercio, il 2011 «sarà l’anno dei progetti di finanza sulla grandi infrastrutture», dice Eliseo Zanasi. Scettico il presidente della Provincia, Antonio Pepe, notaio di professione: «L’aumento dei depositi bancari e dell’acquisto di case sono indice di insicurezza nel futuro».
04 Dicembre 2010
Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=387431
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