8 marzo, Manageritalia: prime per laurea, ultime come imprenditrici
Federalismo e vecchi trasferimenti statali
Prima nazionale a Messina di “Cercando Picasso” con Giorgio Albertazzi.
Ottavio Bianchi: chi punta allo scudetto, lasci il vittimismo
Impennata prezzi farina: l’allarme di confcommercio
De Rubeis: “Maroni ha assicurato trasferimenti”.
A Mineo 2.000 persone, tutti liberi di circolare nelle campagne.
Campobasso. Topaie popolari Iacp: l’odissea di un padre: “Siamo inquilini o bestie?”
Gli sbarchi non si fermano più.
L'Aquila, il sindaco pronto a lasciare. «Da mesi è tutto fermo, ora si voti».
Agricoltura Sicilia, D'Antrassi rilancia le eccellenze del territorio
Campania, Corte Costituzionale boccia tre leggi era Bassolino
Federalismo: Armao a Fitto no a ritardi perequazione infrastrutture.
8 marzo, Manageritalia: prime per laurea, ultime come imprenditrici
Roma, 7 mar (Il Velino) - Donne più istruite ma con meno chance di arrivare ai vertici delle aziende. È quanto emerge dal rapporto di Manageritalia che associa oltre 35mila dirigenti del terziario privato. Le dirigenti nel comparto sono in Italia l’11,9 per cento del totale, mentre in Europa sono in media il 33 per cento. A livello nazionale le regioni più “femminilizzate” sono Calabria (16,2 per cento le donne dirigenti), Lazio (16 per cento) e Lombardia (13,4 per cento) mentre fra le province spiccano Catanzaro (26,8 per cento), Vibo Valentia (21,7 per cento), Roma (16,4 per cento), Palermo (16 per cento), Nuoro (15,8 per cento) e Milano (14,6 per cento). Una situazione spiegabile al Sud, sottolineano da Manageritalia, con una limitatissima presenza di dirigenti nel settore privato e la nomina di figlie o parenti degli imprenditori. Tenuto conto di questo, Lazio e Lombardia e Roma e Milano sono leader della managerialità in rosa. Guardando poi alle donne nei consigli di amministrazione le cose non vanno affatto bene: lo scorso anno nei cda e negli organi di controllo delle 248 società quotate alla Borsa di Milano sono solo il 4,8 per cento. In particolare solo 4 donne su 107 ricoprono la carica di presidente, solo 5 su 131 ricoprono la carica di amministratore delegato e solo 2 su 50 quella di direttore generale. Inutile dire che, considerando sempre le società quotate, il confronto con l’Europa “è impietoso”: siamo al quart’ultimo posto con un 3,2 per cento rispetto a una media dell’Unione europea dell’11,4 per cento, al 20 per cento di Finlandia e Svezia e al 42 per cento della Norvegia.
Anche a livello imprenditoriale la situazione italiana non è delle più rosee visto che le donne nel 2010 sono il 23,3 per cento, contro una media Ue superiore al 33 per cento. A livello geografico le aziende femminili sono in percentuale di più al Meridione (26,1 per cento), nelle isole (24,5 per cento) e al Centro (23,8 per cento) rispetto al Nord e con il Nord est in ultima posizione (21,2 per cento). Per quanto riguarda le differenze regionali, invece, regionale prevalgono su tutti Molise (30,2 per cento) e Basilicata (27,9 per cento), con Trentino Alto Adige (20,6 per cento), Emilia-Romagna (20,4 per cento) e Lombardia (20,0 per cento) ultime. Le donne laureate sono la maggioranza della popolazione e nella fascia d’età 15-64 anni (2,8 milioni contro 2,3 milioni di uomini +26 per cento), sono inferiori agli uomini solo oltre i 64 anni. Sono invece superiori agli uomini nelle fasce d’età più giovani (20-24 anni +73,7 per cento; 25-29 anni +56,4 per cento, 30-34 anni +51,1 per cento). “È inconcepibile - commenta Marisa Montegiove, coordinatrice del gruppo donne manager di Manageritalia - che politica, istituzioni, economia e società non vogliano capire che la parità uomo-donna, al di là del mitico obiettivo da raggiungere e della rivendicazione di genere, è ormai una condicio sine qua non perché un Paese possa avere uno sviluppo solido e duraturo. La possibilità delle donne di esprimersi al meglio nella società e nel mondo del lavoro ci vede perdenti in tutti i confronti internazionali ed è sicuramente una delle cause della nostra ormai ventennale limitatissima crescita. Quindi, sarebbe auspicabile che tutti gli italiani si adoperassero per costruire una società più giusta e moderna che riesca a guardare veramente avanti con lungimiranza. È infatti particolarmente fastidioso, soprattutto per noi donne, dover imporre per legge quello che, come nel caso delle quote rosa nei cda, dovrebbe essere nella natura delle cose e che all’estero è già da tempo realtà quotidiana”. La questione delle quote rosa, conclude Montegiove, “con l’avversione alla promulgazione della legge, è solo un esempio dei quotidiani stop e rimandi che non tanto la parità, ma piuttosto la crescita della nostra società subisce continuamente, situazioni anacronistiche che frenano lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese”.
(red/mpi) 7 mar 2011 13:33
Federalismo e vecchi trasferimenti statali
07/03/2011 di ETTORE JORIO Con il voto di fiducia del 3 marzo sulla ipotesi legislativa riguardante il federalismo municipale si va verso l’approvazione del relativo d.lgs. (292/11), nonostante il pari e patta conseguito nella bicameralina. Con esso viene definita la finanza pubblica locale e, quindi, la struttura a regime transitorio e definitivo delle entrate dei comuni. Dunque, due fasi. Quanto alla fiscalità municipale: La prima (art. 2), che comprende il periodo 2011-2013, insedia in favore dei comuni: a) la compartecipazione del 30% delle imposte sui trasferimenti immobiliari (registro, ipotecaria, catastale, ecc.); b) la devoluzione del gettito Irpef sui redditi fondiari e di quello afferente l’imposta di registro e di bollo sui contratti di locazione; c) la compartecipazione all’Iva; d) la devoluzione di una quota del gettito della cedolare secca sui canoni di locazione ad uso abitativo; e) la possibilità, infine, di incrementare l’addizionale Irpef, limitatamente a quei comuni ove non sia già in vigore l’aliquota massima dell’0,4%, che la quasi totalità dei comuni calabresi hanno già abbondantemente superato, sino ad arrivare addirittura al doppio (per esempio: Cosenza e Rende all' 0,8%; Catanzaro e Reggio Calabria allo 0,5%; Crotone e Vibo Valentia allo 0,6%). La seconda, che afferisce il periodo successivo ultra 2014, comporterà: a) l’Imu propria in sostituzione dell'Irpef, e relative addizionali, sui redditi fondiari e dell'attuale Ici (art. 7 e 8); b) l’Imu secondaria che sostituirà la Tosap, i canoni di occupazione di spazi e aree pubbliche, nonché altri tributi minori (artt. 7 e 11); c) la compartecipazione del 30% dell’imposta unica sui trasferimenti immobiliari in sostituzione dei relativi prelievi indiretti (art. 10) e del 30% di quelle non sostituite dall'anzidetta compartecipazione (art. 7); d) l’addizionale Irpef, facoltativa, da doversi riordinare con un successivo decreto delegato; e) l’imposta di soggiorno e quella di scopo, entrambe facoltative. Quanto, invece, alla perequazione, nella prima fase (2011-2013) prevede un Fondo sperimentale di riequilibrio, alimentato dalla totalità dei gettiti, da ripartirsi secondo i criteri da individuarsi con un successivo provvedimento; nella seconda (post 2014) ribadisce l’esistenza del Fondo perequativo (quello d.o.c. istituito dalla legge 42/09). Quest’ultimo, da rendere funzionante a seguito della determinazione dei fabbisogni standard correlati alle spese inerenti le cd funzioni fondamentali, sarà articolato in due componenti: una per le antidette funzioni fondamentali e l’altra per le residuali. La sua alimentazione e il riparto delle risorse, da effettuarsi tenuto conto della valorizzazione dei fabbisogni standard, anche essi rinviati ad un successivo provvedimento. A ben vedere, tante liti e pochi risultati operativi. I punti più importanti sono rinviati ad altri provvedimenti, tutti da negoziare. Proroga del termine del prossimo 21 maggio permettendo. Le valorizzazioni dei fabbisogni standard anch’esse differite agli esiti delle rilevazioni affidate alla Sose. Un esame, questo, fondato su questionari inviati a comuni (ma anche alle province), per molti versi incomprensibili per la stragrande maggioranza degli amministratori locali. Alcuni dei quali, i presidenti delle province, senza il conforto della necessaria “storia” economica (vedi quelle di Crotone e Vibo Valentia, ma anche quelle che hanno subito le relative scissioni). In buona sintesi, il decreto legislativo attuativo della fiscalità municipale registra alcuni difetti di fondo. Quello del rinvio dell’attuazione a regime del federalismo fiscale locale a provvedimenti che, forse, non vedranno neppure la luce o quantomeno verranno fuori con qualche difficoltà in più per l’attuale maggioranza a condividerli istituzionalmente. Quello che il provvedimento non conferisce affatto il grado di autonomia impositiva sancito dalla legge di delegazione. Infatti, nella fase transitoria, l’unico elemento di flessibilità è rappresentato dal maggiore gettito derivante dall’accatastamento degli immobili non dichiarati. In quella a regime, essa flessibilità è data dalla limitata variabilità dell'Imu propria entro la forbice di +/- 0,3%. Tutto ciò vorrebbe dire che quanto deciso non ha nulla a che vedere con l'autonomia tributaria pretesa dalla Costituzione e, quindi, dalla legge di delegazione del 2009. E’ solo un modo di sostituire, sotto le vesti di nuove denominazioni e rinnovati percorsi impositivi, i “vecchi” trasferimenti statali. Tralascio il difetto di pretesa della politica in generale, in relazione al funzionamento delle perequazione, che ancora nessuno propone e della quale nessuno reclama una doverosa conoscenza, solo perché imporrebbe un linguaggio forte. Sulla perequazione o si conferma l’Italia o si muore.
Prima nazionale a Messina di “Cercando Picasso” con Giorgio Albertazzi. di BlogSicilia 7 marzo 2011 - Tutto è pronto nel Teatro Vittorio Emanuele di Messina per la prima nazionale di, uno degli spettacoli-eventi più attesi della stagione italiana.
Dall’8 al 13 marzo è in programma “Cercando Picasso“, interpretato da un grande attore come Giorgio Albertazzi e da nove ballerine della famosissima Martha Graham Dance Company di New York, con la regia di Antonio Calenda.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e dalla Graham Company in coproduzione con l’E.A.R. Teatro di Messina e Orkestra Entertainment.
Nelle stesse date va in scena nella Sala Laudamo anche lo spettacolo parallelo “Picasso e la ragazza rapata“, un testo scritto per l’occasione da Dacia Maraini, sempre in prima nazionale assoluta, interpretato da Angelo Campolo e Adele Tirante, ancora con la regia di Calenda.
“Cercando Picasso” non è il racconto della vita dell’artista, ma un’interpretazione della “follia” creativa di un genio che cambia il concetto dell’arte del Novecento: distrugge i luoghi comuni della pittura e scopre la pluralità delle linee e la frammentazione della figura umana realizzata nel cubismo.
Nel testo creato da Calenda insieme con Albertazzi confluiscono la sintesi de “Il desiderio preso per la coda“, un testo teatrale scritto proprio da Picasso, brani di compagni d’arte e di vita come Lorca, Apollinaire, Baudelaire, Rimbaud, mentre l’attore interagisce con le nove danzatrici. Le coreografie sono in parte alcune di quelle “storiche” di Martha Graham e altre nuove create per l’occasione da Janet Eilber, attuale direttore artistico della compagnia americana.
In occasione di questo spettacolo la Biblioteca regionale universitaria “Giacomo Longo” ha allestito nella sala d’ingresso del Teatro una mostra di libri dedicati a Pablo Picasso. Tra i pezzi spicca “Le ballet” di Boris Kochno (1954), contenente una litografia originale del grande pittore spagnolo.
“Cercando Picasso“ - Teatro Vittorio Emanuele di Messina:
Martedì 8, mercoledì 9, venerdì 11 e sabato 12 marzo ore 21.00; giovedì 10 e domenica 13 ore 17.30. Prezzi: platea 30 euro (ridotto 23), prima galleria 20 euro (15), seconda galleria 8 euro (5).
Ottavio Bianchi: chi punta allo scudetto, lasci il vittimismo
NAPOLI. Non ha visto la gara di ieri contro il Brescia ma ha letto quello che è accaduto e da esperto uomo di calcio, un mondo che ha attraversato da giocatore, allenatore e dirigente, ammette che «se a Napoli si vuole vincere, certe cose, riferendosi a polemiche arbitrali e vittimismi, bisogna abbandonarle». Ottavio Bianchi, che da allenatore del Napoli ha vinto il primo scudetto della storia e poi la Coppa Uefa e una Coppa Italia, è nato proprio a Brescia, la squadra contro la quale ieri gli azzurri hanno giocato reclamando per due rigori non concessi dall'arbitro Mazzoleni.
Bianchi preferisce non dare consigli sulle vicende arbitrali e le relative polemiche limitandosi a dire: «è sempre stato così. È chiaro che si ha l'impressione che alcune squadre abbiano più vantaggi rispetto ad altre ma una compagine che punta allo scudetto certe polemiche deve accantonarle. Da calciatore mi è accaduto di perdere il 'tram': ricordo di una volta a Milano con l'Inter, dove grazie ad un arbitraggio particolare... e poi anche altri episodi, ma con l'esperienza fatta da calciatore, quando poi sono diventato allenatore ho sempre detto ai miei uomini di dimenticare certe cose anche se avvenivano».
Quindi un consiglio anche per l'attuale allenatore partenopeo Walter Mazzarri? «Non do consigli a nessuno, leggo, sono al di fuori ed il che è molto diverso dall'essere dentro l'ambiente.
Anche il mio Napoli aveva un sacco di problemi e quando scendevamo in campo contro certe squadre - sottolinea Bianchi che ha allenato il Napoli del primo scudetto e della Coppa Uefa - la disposizione che davo ai miei era quella di non sfiorare gli avversari nei 30 metri che mancavano alla porta e di non parlare e protestare con gli arbitri. Anche quella squadra comunque ha dovuto subire certe cose. Ripetevo sempre che non dovevano pensare a torti e sviste altrimenti si correva il rischio, come si dice in città, di finire 'cornuto e mazziato'».
Impennata prezzi farina: l’allarme di confcommercio
Continua indisturbato e immotivato l’aumento del prezzo della farina sul mercato italiano. E’ questo l’allarme che anche nel Molise lancia l’Assipan - Confcommercio e il suo presidente, Matteo Di Maio. «La brusca impennata dei prezzi della farina ha toccato picchi di aumento del 45 per cento ma al momento nessuno si sta curando di un problema dai risvolti sociali fondamentali- sostiene Di Maio - solo perché la momento sono i fornai ad aver assorbito l’abnorme rincaro. Ma è evidente che così non si potrà andare avanti, in quanto questa speculazione mette a rischio l’esistenza stessa delle imprese del settore. E siamo convinti che si tratti essenzialmente di speculazione, perché non è certo la materia prima a scarseggiare o rendere possibili aumenti di questa portata. Il problema vero, quello su cui è necessario che anche le autorità di controllo e di governo intervengano, è che il mercato della farina è in mano a pochi operatori che hanno un forte potere di influenza sul mercato. Se a questo ci aggiungiamo che nel settore è entrata prepotente la speculazione finanziaria, con i prezzi del grano trattai alla pari di un titolo azionario, è chiaro che il risultato è quello di un prezzo senza riferimento alla realtà. Ma così si crea un danno enorme agli imprenditori che nella panificazione operano e soprattutto ai consumatori di un bene primario e indispensabile come il pane. Grazie al nostro senso di responsabilità non abbiamo scaricato sui consumatori questi incrementi ma è ovvio che bisogna intervenire con misure pubbliche che contengano la speculazioni e calmierino un mercato in mano a pochi oligopolisti ed ad operatori della finanza. Manterremo alta la guardia e cercheremo, nei prossimi giorni, di attivarci anche presso le autorità locali per segnalare l’importanza e la sensibilità sociale di questo problema».
De Rubeis: “Maroni ha assicurato trasferimenti”. di BlogSicilia 7 marzo 2011 - “La situazione all’interno del centro di accoglienza è tranquilla”. Ad assicurarlo è il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, alla luce degli ultimi sbarchi che hanno portato sull’Isola in poche ore oltre un migliaio di clandestini. Il primo cittadino non nasconde la propria preoccupazione per l’annunciato esodo che si prevede dai paesi del Nord Africa, ma garantisce che “il comune sarà in grado di fornire accoglienza agli immigrati”. ”Il ministro Maroni, che ho sentito telefonicamente, mi ha assicurato – aggiunge De Rubeis – l’immediato trasferimento dei cittadini extracomunitari in altri centri di accoglienza”.
Intanto, domani, il Commissario straordinario per l’emergenza immigrati Giuseppe Caruso, prefetto di Palermo, sarà in visita a Lampedusa. Caruso visiterà il centro di prima accoglienza ed incontrerà sindaco e amministratori.
A Mineo 2.000 persone, tutti liberi di circolare nelle campagne. 7 marzo 2011 -
“Questo villaggio sotto Mineo con la scusa degli sbarchi ci porterà da 10 centri diversi 2.000 persone richiedenti asilo. Si sappia di che si tratta: mi dicono che sono afghani, piuttosto che iracheni o palestinesi che si sentiranno perseguitati, magari, dallo Stato di Israele e mettiamo anche che qualcuno sia appartenente ad Hamas. Saranno tutti liberi di circolare nelle nostre campagne. Io ho una proprietà, di mio padre per la verità, da quelle parti e non so se potrò andarmene una settimana in campagna tranquillamente e serenamente o se invece dovrò stare con il mitra in mano, ma mitra non ne ho, o se le nostre campagne non rischieranno per la paura”.
Queste le parole, decisamente dure ed allarmistiche, del governatore Raffaele Lombardo, che oggi a Catania ha risposto ai giornalisti sull’imminente apertura del ‘Villaggio della Solidarietà’ di Mineo, individuato dal Viminale per ospitarefino a 2.000 migranti che fanno richiesta di asilo politico.
Lombardo ha anche aggiunto che “se non finisce la politica dello sfruttamento coloniale, a vantaggio solo dei dittatori del Nord Africa e non si investe in quei territori, c’è poco da fare: l’Europa sarà aggredita da centinaia di migliaia di persone che sicuramente non potranno essere respinte a colpi di pistola. Sono molto preoccupato...”.
Campobasso. Topaie popolari Iacp: l’odissea di un padre: “Siamo inquilini o bestie?”
La caldaia è rotta, e aspetta da due mesi che il funzionario Iacp si degni di andare a controllare. Lui e suo figlio, un bambino, costretti a vivere al gelo, nella muffa, e con cani e gatti inquilini stabili nell’atrio. Eppure, nonostante le pessime condizioni igieniche, nessuno interviene. Da qui la denuncia al nostro giornale: “Ma come possono assegnarci appartamenti in queste condizioni? di Michele Mignogna. Appartamento umido, senza riscaldamento e con gli insetti ovunque: questa la denuncia di un nostro lettore, residente a Larino, che si è visto assegnare una casa popolare dallo Iacp, nel centro storico, caratterizzata da pessime condizioni igieniche. «Sono tre mesi che mi mandano da un ufficio all’altro, senza che nessuno trovi una soluzione adeguata, per me e mio figlio». Già, perché il dramma in questo caso è rappresentato anche dalla presenza del figlio, che dopo la separazione dalla moglie è rimasto con lui.
Tutto è cominciato il 2 novembre scorso, quando al giovane padre, che chiameremo Giovanni, sulla base alla graduatoria dell’Istituto Autonomo Case Popolari, è stato assegnato un alloggio. Dopo un mese e mezzo, tempo necessario allo Iacp per eseguire lavori di manutenzione dell’immobile, gli sono state finalmente consegnate le chiavi e poco prima di Natale è avvenuto l’agognato trasferimento. La casa si trova al piano terra di un antico edificio del centro storico, passato all’Istituto case Popolari per ricavarne appartamenti e ristrutturato solo in un piano, quello adibito appunto ad alloggi per famiglie in difficoltà. Il nostro cittadino si trasferisce, dunque, e scopre le prime stranezze, puzza di muffa a parte, quando deve procedere agli allacci delle utenze: i vari contatori si trovano in un atrio del quale non ha le chiavi. Chiede lumi in Comune, ma viene dirottato allo Iacp. Chiede lumi allo Iacp, e viene rispedito in Comune. Insomma, il solito scaribarile che si conclude dopo parecchi giorni, quando finalmente dal Municipio gli consegnano le chiavi dell’atrio.
Dalla padella alla brace, perché quando il nostro povero inquilino apre il portone per vedere i contatori e chiamare i vari tecnici, si accorge che lì dentro vivono animali, cani e gatti, di proprietà di una signora che va regolarmente a portare loro da mangiare, e che tra l’altro possiede le chiavi del portone, quelle per intenderci che Giovanni ha impiegato una settimana per avere. Escrementi di animali, resti di cibo avariato e piccioni morti: ecco come si presenta l’atrio. Dopo una sommaria bonifica, naturalmente a sue spese, scopre un altro problema: la caldaia è guasta.
Giovanni comunica subito il disguido allo Iacp, e gli viene risposto che manderanno un loro funzionario per vedere e solo successivamente un tecnico.
Bene, anzi male, anzi malissimo: questo è accaduto agli inizi di gennaio, siamo alla fine di febbraio e nessuno si è ancora preso la briga di andare a vedere questa benedetta caldaia.
«Chiamerei io un tecnico, pagandolo di tasca mia – racconta lui, al limite dell’esasperazione visto che con un figlio a carico è costretto a vivere al freddo e al gelo – ma non possiedo il libretto della caldaia e non posso farlo».
Quindi? «Sono in attesa, io e mio figlio abbiamo provato a dormire alcune notti con le stufe, ma l’umidità ed il freddo hanno fatto ammalare il piccolo, cosi ho pensato che la situazione non poteva andare avanti, tanto che ho dovuto portare mio figlio da mia madre, in attesa che qualcuno si degni a venire a vedere questa caldaia».
Non solo: l’umidità ha richiamato anche diversi insetti che di notte girano per casa. «Ma se non posso accendere i termosifoni, come faccio ad asciugare l’umidità?».
Alle condizioni già impossibili dell’alloggio si sommano le fessure del portone, dalle quali entrano freddo e pioggia, e le finestre che affacciano sull’atrio puzzolente «e se le apri ti ritrovi i gatti in casa».
Più che una casa popolare, una topaia. «Non basta assegnare la casa ad una persona e poi fregarsene del resto – aggiunge amareggiato Giovanni – loro la sera rientrano nelle loro comode e calde case mentre io dovrei vivere qui con mio figlio piccolo, ebbene se non c’erano le condizioni idonee non dovevano darmi questo alloggio, non siamo mica bestie».
Come dargli torto? Intanto, ciliegina sulla torta, si è pure scoperto che quella casa, al catasto, risulta come attività commerciale. Ragion per cui le bollette sono molto più salate. Oltre al danno, la proverbiale beffa. (Pubblicato il 07/03/2011)
Gli sbarchi non si fermano più. Approdate a Lampedusa 14 carrette in poche ore, le ultime due con 160 tunisini a bordo. Oltre mille extracomunitari nel centro di accoglienza. E le condizioni meteo sono sempre ottime. LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Non si fermano più. A Lampedusa è arrivato un barcone con 136 tunisini a bordo, che sono stati trasferiti nel Centro di accoglienza dell'isola: è il 14° sbarco dalla serata di ieri. Poco prima avevano toccato terra i 25 migranti, tra cui una donna, soccorsi dai carabinieri a 3 miglia da Lampedusa. La loro piccola barca rischiava di affondare ed è stata trainata in porto dalla motovedetta.
Dalla mezzanotte sono arrivati sull'isola 865 migranti, trasferiti nel centro d'accoglienza, dove attualmente si trovano 1.165 persone, senza considerare i 264 già trasferiti, o in via di trasferimento con il ponte aereo già organizzato per oggi.
Nel Cspa ci sono anche tre donne e quattro bambini. Ieri, prima che gli sbarchi riprendessero, nel centro erano ospitati 314 tunisini. La situazione meteo per il momento è ottimale, con il mare piatto, e non è difficile prevedere altri arrivi.
Dunque è stato sufficiente un leggero miglioramento delle condizioni del mare per riaprire la rotta dei barconi carichi di migranti dalle coste tunisine verso l'Italia. È stato proprio un Atr 42 delle fiamme gialle, in servizio di perlustrazione nel Canale di Sicilia, ad avvistare ieri sera la "flotta" in navigazione verso Lampedusa: prima sei, poi otto, poi undici barconi approdati, uno dietro l'altro, su questa isola al centro del Mediterraneo diventata ormai una sorta di porta verso l'Europa.
Il report diffuso dalla guardia costiera, con l'orario di arrivo e il numero degli immigrati, rappresenta la cronaca più eloquente di questa nuova ondata di sbarchi: il primo arrivo ieri sera alle 18.05, con 81 migranti; alle 21.50 altri 14; alle 23.40 approdano in 155; alle 1.15 lo sbarco più consistente, 187; all'1.50 vengono bloccati in 12 direttamente a terra; alle 2.30 arrivano in 54; alle 3.10 altri 135; alle 3.35 sono 44; alle 4.15 in 39; alle 4.57 in 48; alle 6.00 in 108; alle 7.36, infine, l'ultimo sbarco con 128 profughi che fa superare quota mille.
Ma non è ancora finita, visto che alle 10.45 è arrivato ancora un barcone, il dodicesimo, con 48 persone a bordo. E anche a Pantelleria si registra uno mini sbarco: sette extracomunitari vengono bloccati direttamente a terra.
Tutte la carrette approdate a Lampedusa sono partite dalle coste meridionali della Tunisia: il porto di Sfax, quello di Zarsis, l'isola di Djerba e la zona al confine con la Libia, dove continuano ad affluire migliaia di profughi in fuga dalla guerra civile.
Domani sull'isola si recherà anche il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, nominato commissario straordinario per l'emergenza, che incontrerà il sindaco dell'isola Bernardino De Rubeis e le forze dell'ordine per coordinare le iniziative da adottare. 07/03/2011
L'Aquila, il sindaco pronto a lasciare. «Da mesi è tutto fermo, ora si voti». Ennesima seduta a vuoto del consiglio comunale su ricostruzione e riorganizzazione delle società partecipate
MILANO - Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, durante il consiglio comunale ha preannunciato le dimissioni: a scatenare la reazione del primo cittadino è stata la mancanza del numero legale mentre si discuteva la delibera sulla riorganizzazione delle società partecipate, che hanno un ruolo chioave nella ricostruzione post-terremoto. Erano presenti 19 consiglieri, uno in meno del numero legale. Dopo la seduta, Cialente ha tenuto una riunione con il presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti per definire l'iter delle sue dimissioni; successivamente ha anche convocato una riunione del Pd cittadino, che è ancora in corso.
«PSEUDOMAGGIORANZA» - «Non credo di poter più andare avanti - ha spiegato - da mesi sono con una pseudomaggioranza e dal punto di vista generale è tutto fermo». «Mi auguro che il governo faccia un decreto che permetta di andare al voto a maggio - ha aggiunto anche il primo cittadino del capoluogo abruzzese - sentirò il ministro Maroni ma sono i partiti che devono decidere». Secondo Cialente, «da quando c'è stato il terremoto, erano già tutti in campagna elettorale, mentre la gente sta schiattando».
Redazione online
Agricoltura Sicilia, D'Antrassi rilancia le eccellenze del territorio
Palermo, 7 mar (Il Velino/Il Velino Sicilia) - Mercoledì 9 marzo, alle 10 a Palermo, a Villa Malfitano, l'assessore delle Risorse agricole e Alimentari della Regione Siciliana Elio d'Antrassi, in collaborazione con l'Aras (Associazione regionale allevatori della Sicilia), ha organizzato la presentazione di due nuovi formaggi di pecora, il "Morbido di Sicilia", fresco e spalmabile, ed il "10Dieci. Lode", fette di latte 100 per cento siciliano (a breve stagionatura, a forma di parallelepipedo), che risultano entrambi versatili e innovativi nel loro utilizzo. La manifestazione sarà occasione anche per lanciare il "Piacentinu Ennese" riconosciuto come DOP lo scorso 14 febbraio, un formaggio a pasta compatta e pressata, ottenuto con latte ovino intero, crudo ad acidita' naturale di fermentazione, prodotto dalle razze ovine autoctone siciliane Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro meticci. Maggiori dettagli sui due nuovi prodotti sono disponibili sul sito web dell' Aras, al sito www. arasicilia.it.
(fol) 7 mar 2011 17:48
Campania, Corte Costituzionale boccia tre leggi era Bassolino
Napoli, 7 mar (Il Velino/Il Velino Campania) - Con sentenza depositata il 3 marzo 2011, la Corte Costituzionale, ha bocciato tre leggi varate dall'allora Giunta regionale guidata da Antonio Bassolino. In particolare la Consulta è intervenuta sul alcune norme che riguardavano sanità, rifiuti e personale. Illegittima la procedura di stabilizzazione della “dirigenza di primo livello” (con esclusione dei dirigenti di strutture semplici e complesse) che abbia prestato servizio a tempo determinato presso le aziende sanitarie, al personale del comparto ed alla dirigenza delle aziende ospedaliere universitarie che svolge in via esclusiva attività di assistenza sanitaria in forza di contratti a tempo determinato stipulati con le medesime aziende, perché in contrasto con l'articolo 117, secondo comma lettera f) della Costituzione e con l'articolo 2, commi da 71 a 74 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Legge finanziaria 2010). Sul fronte rifiuti, la Corte Costituzionale interviene anche in materia di gestione dei rifiuti. In particolare ha dichiarato illegittima la norma regionale (art. 1, comma 69, L.R. n.2 del 2010) che da un lato ha abrogato la disposizione contenuta nell'art. 32-bis della legge Regionale Campania n.4 del 2007, che disponeva l'immediata cessazione dell'attività dei consorzi obbligatori per lo smaltimento dei rifiuti e il trasferimento delle funzioni alle Province fin dal momento della costituzione dei soggetti gestori, e dall'altro lato ha stabilito che i consorzi obbligatori avrebbero cessato di svolgere le proprie funzioni, trasferite alle Provincie, solo dal momento dell'avvenuto effettivo trasferimento dei servizi ai soggetti gestori partecipati dalle Province. In tal modo si è posta in contrasto con l'articolo 11 del decreto legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito in legge, con modificazioni, dall'art 1, comma 1, legge 26 febbraio 2010, n.26, che recependo l'immediato trasferimento delle funzioni e dei rapporti alle provincie e alle società da loro partecipate, autorizzando la protrazione della gestione consortile per le sole attività di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti e, quanto a quelle di smaltimento o recupero, esclusivamente per la raccolta differenziata; e comunque, limita la possibile proroga della gestione consortile solo fine al 31 dicembre 2010. in definitiva la norma censurata ha determinato uno slittamento temporale dell'effettivo passaggio delle funzioni amministrative in tema di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania ed in ultima analisi individua in modo eccentrico l'ente pubblico responsabile dell'intera attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti (Consorzio Unico delle Province di Napoli e Caserta), ledendo in tal modo la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambienta.
Per la Consulta illegittime anche le disposizioni regionali (art. 1, commi da 84 a 91) che hanno introdotto incentivi economici alla risoluzione anticipata del rapporto stabilendone l'importo nella misura massima di 36 mensilità per il personale non dirigente e di 30 mensilità per il personale dirigenziale, in quanto in contrasto con le disposizioni statali contenute negli articoli da 40 a 50 del decreto legislativo 165 del 2001, che riservano alla contrattazione collettiva la determinazione delle norme regolatrici del rapporto di lavoro privatizzato con le Pubbliche Amministrazioni, invadendo in tal modo la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile. (lr) 7 mar 2011 20:23
Federalismo: Armao a Fitto no a ritardi perequazione infrastrutture. L'assessore per l'Economia, Gaetano Armao, ha scritto una lettera al Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Nella nota, Armao evidenzia le conseguenze che potrebbero derivare alla Sicilia dall'accumularsi di ulteriori ritardi sul tema della mancata perequazione infrastrutturale.
La questione nasce dalla stessa riscrittura del Titolo V della Costituzione, che all'art. 119 ha previsto che lo Stato destini risorse aggiuntive in favore di Comuni, Province, Citta' metropolitane e Regioni per consentire la rimozione di condizioni di squilibrio economico e sociale.
Proprio da questa norma scaturisce l'art. 22 della L. 42 del 2009, quella sul federalismo, con il quale il legislatore ha incluso tra i cardini del federalismo fiscale la perequazione infrastrutturale. E', pertanto, particolarmente importante ed urgente per la Regione siciliana che si dia tempestiva attuazione a tale impegno. Tuttavia, mentre la Regione ha dato seguito alle iniziative necessarie, per definire l'attuazione della riforma federalista sul proprio territorio, a partire dalla Commissione paritetica Stato-Regione, deputata a tale scopo, non vi e' stato riscontro sull'avvio delle attivita' previste a carico del Governo nazionale. Il federalismo fiscale si fonda su due basi: la perequazione fiscale e la perequazione infrastrutturale.
Il venir meno di una di queste rischia di generare un federalismo incapace di raggiungere gli obiettivi di solidarieta' e coesione territoriale posti a fondamento della stessa legge n. 42.
A riprova di tale ritardo v'e' da tener in conto, inoltre, che ad oggi non si conoscono i tempi di pubblicazione del decreto previsto dallo stesso art. 22, adottato sin dal 26 novembre 2010, che serve per individuare in via preliminare i parametri necessari alla determinazione degli interventi perequativi.
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