"'Ndranghetown": il fanta noir di Paola Bottero.
Fisco, contribuenti.it: 1 impresa su 3 chiude dopo un accertamento.
Federalismo e vecchi trasferimenti statali.
Terremotati, Petraroia: "fallimento Berlusconi-Bertolaso"
Terremoto, ai molisani 27mila euro a testa. La spesa piů alta nella storia delle emergenze.
Viaggio a Bonefro: situazione spettrale 9 anni dopo il sisma.
Mille profughi in 12 ore.
Pcl contro il federalismo: "una rapina per Sud e Molise".
Un giorno da “giornalaio”.
Decreto Romani, Frassoni (Partito Verde Europeo): "Un rinvio che preoccupa".
Lampedusa: Armao, “Ho chiesto a Maroni sospensione mutui e tributi”
Lampedusa: governo Lombardo vara contributo straordinario 800mila euro
Sicilia: in dirittura d’arrivo il patto per lavoro e sviluppo
"'Ndranghetown": il fanta noir di Paola Bottero. Lunedì 07 Marzo 2011 08:51 «Il ponte sullo Stretto? Un fantasma. Per chi vorrebbe che non si realizzasse mai, e dunque lo teme come un fantasma. E anche per chi vorrebbe fossero già iniziati i lavori, perché da decenni se ne parla come se esistesse, e invece continua a non esistere, se non come impegno di spesa». La scrittrice Paola Bottero l’ha costruito, quel fantasma. E continua a raccontarlo: «Un fantasma di piombo e carta, così reale da dare vita ad altri fantasmi. Ma il mio ponte, quello che materializza e si materializza in ’NDRANGHETOWN, è null’altro che la proiezione delle mie paure. È, semplicemente, il pretesto per provare a raccontare il domani attraverso l’oggi. O l’oggi attraverso il domani. Che poi non è molto diverso».
Il fantanoir distribuito nei giorni scorsi dalla casa editrice milanese Agenzia X, prima uscita della nuova collana di noir di rivolta Inchiostro Rosso, è stato presentato nei giorni scorsi nella sala Conferenze del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria. Una trama quasi immobile nello spazio, in una coordinata al centro del ponte sullo Stretto, ma in movimento costante e continuo nel tempo, con il racconto di due secoli di storia di potere. Silvio, ragazzino di dieci anni destinato a diventare il capo di ‘Ndranghetown, “fulcro dell’Onorata Società delle due Sponde”, è il primo discendente diretto delle due mafie unite. Il viaggio che lo paralizza, con il padre Peter, sul ponte, prende direzioni ben diverse da quelle previste e pianificate prima della partenza da San Francisco. Succede al crepuscolo del 27 dicembre 2108, quando l’attesa di liberarsi dalla morsa del traffico si trasforma in una rappresentazione del passato e del futuro intorno al ponte, alla storia della sua costruzione, al peso in vite umane, ai giochi di potere che hanno portato a unire le due sponde con i ferri e i tiranti azzurri. Il potere ha mille facce. Silvio, futuro Supremo dei supremi, futuro capo del mondo, si trova a conoscere la faccia oscura di questo potere, in un crescendo di emozioni e di colpi di scena che inchiodano il lettore in quel punto al centro del ponte dove tutto ha avuto origine. ’Ndranghetown è “un romanzo documentato nella nuova criminalità organizzata, capace di vedere oltre il presente per denunciare il peggiore dei futuri possibili”.
Fisco, contribuenti.it: 1 impresa su 3 chiude dopo un accertamento. ROMA - Sempre più imprese italiane chiudono i battenti dopo aver ricevuto un accertamento fiscale. L'Associazione Contribuenti Italiani, nel Rapporto annuale del Contribuente 2010, presentato stamane in anteprima a Roma e che sarà prossimamente pubblicato sul magazine Contribuenti.it, ha rilevato che soltanto 2 imprese su 3 (il 68,2%) che ricevono un accertamento dal fisco riescono a sopravvivere, mentre 1 impresa su 3 (31,8%) chiude i battenti. Dal Rapporto è emerso lo stato di debolezza delle imprese italiane, fatte prevalentemente da piccole imprese, che non riescono a fronteggiare contemporaneamente due eventi straordinari: la crisi economica e l'accertamento fiscale. Secondo il Rapporto annuale del Contribuente, anche le richieste di rateizzazioni del pagamento delle imposte sono cresciute: in due anni le richieste sono passate da 800 mila a 1 MLD ! e l'importo delle imposte rateizzate è cresciuto da 12 MLD a 14 MLD di euro.
Nel 2010 è cresciuta anche la fiducia dei Contribuenti Italiani nella Magistratura tributaria. Ciò a seguito del "Progetto qualità del contenzioso tributario" avviato a marzo del 2009, in tutte le principali città italiane, dallo Sportello del Contribuente. Dall'analisi dei primi dati è emerso che in 8 ricorsi fiscali su 10 ha vinto il contribuente, considerando sia le sentenze totalmente favori del contribuente che quelle parzialmente favorevoli.
In appena 18 mesi, l'Associazione Contribuenti Italiani con il 'Progetto qualità del contenzioso tributario' ha centrato l'obiettivo, di incrementare gli esiti favorevoli al contribuente delle controversie di maggiore rilevanza economica relative ad atti di accertamento, avvisi di liquidazione o cartelle di pagamento errati, inserendo, nei collegi di difesa, i professionisti di KRLS Network of Business Ethics, leader in Italia nel contenzioso tributari! o, promuovendo, al contempo, gli strumenti deflattivi del contenzioso nei confronti degli evasori fiscali.
«Ciò che ci amareggia è che molte imprese, quest'anno, hanno chiuso i battenti pur sapendo di avere ragione - ha sottolineato Vittorio Carlomagno presidente dell'Associazione Contribuenti Italiani - Per fronteggiare l'emergenza ed aumentare il tasso di compliance chiederemo al Parlamento di approvare una legge che consente di istituire Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed indiretti dell'amministrazione finanziaria».
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 0642828753
Federalismo e vecchi trasferimenti statali. 07/03/2011 di ETTORE JORIO Con il voto di fiducia del 3 marzo sulla ipotesi legislativa riguardante il federalismo municipale si va verso l’approvazione del relativo d.lgs. (292/11), nonostante il pari e patta conseguito nella bicameralina. Con esso viene definita la finanza pubblica locale e, quindi, la struttura a regime transitorio e definitivo delle entrate dei comuni. Dunque, due fasi. Quanto alla fiscalità municipale: La prima (art. 2), che comprende il periodo 2011-2013, insedia in favore dei comuni: a) la compartecipazione del 30% delle imposte sui trasferimenti immobiliari (registro, ipotecaria, catastale, ecc.); b) la devoluzione del gettito Irpef sui redditi fondiari e di quello afferente l’imposta di registro e di bollo sui contratti di locazione; c) la compartecipazione all’Iva; d) la devoluzione di una quota del gettito della cedolare secca sui canoni di locazione ad uso abitativo; e) la possibilità, infine, di incrementare l’addizionale Irpef, limitatamente a quei comuni ove non sia già in vigore l’aliquota massima dell’0,4%, che la quasi totalità dei comuni calabresi hanno già abbondantemente superato, sino ad arrivare addirittura al doppio (per esempio: Cosenza e Rende all' 0,8%; Catanzaro e Reggio Calabria allo 0,5%; Crotone e Vibo Valentia allo 0,6%). La seconda, che afferisce il periodo successivo ultra 2014, comporterà: a) l’Imu propria in sostituzione dell'Irpef, e relative addizionali, sui redditi fondiari e dell'attuale Ici (art. 7 e 8); b) l’Imu secondaria che sostituirà la Tosap, i canoni di occupazione di spazi e aree pubbliche, nonché altri tributi minori (artt. 7 e 11); c) la compartecipazione del 30% dell’imposta unica sui trasferimenti immobiliari in sostituzione dei relativi prelievi indiretti (art. 10) e del 30% di quelle non sostituite dall'anzidetta compartecipazione (art. 7); d) l’addizionale Irpef, facoltativa, da doversi riordinare con un successivo decreto delegato; e) l’imposta di soggiorno e quella di scopo, entrambe facoltative. Quanto, invece, alla perequazione, nella prima fase (2011-2013) prevede un Fondo sperimentale di riequilibrio, alimentato dalla totalità dei gettiti, da ripartirsi secondo i criteri da individuarsi con un successivo provvedimento; nella seconda (post 2014) ribadisce l’esistenza del Fondo perequativo (quello d.o.c. istituito dalla legge 42/09). Quest’ultimo, da rendere funzionante a seguito della determinazione dei fabbisogni standard correlati alle spese inerenti le cd funzioni fondamentali, sarà articolato in due componenti: una per le antidette funzioni fondamentali e l’altra per le residuali. La sua alimentazione e il riparto delle risorse, da effettuarsi tenuto conto della valorizzazione dei fabbisogni standard, anche essi rinviati ad un successivo provvedimento. A ben vedere, tante liti e pochi risultati operativi. I punti più importanti sono rinviati ad altri provvedimenti, tutti da negoziare. Proroga del termine del prossimo 21 maggio permettendo. Le valorizzazioni dei fabbisogni standard anch’esse differite agli esiti delle rilevazioni affidate alla Sose. Un esame, questo, fondato su questionari inviati a comuni (ma anche alle province), per molti versi incomprensibili per la stragrande maggioranza degli amministratori locali. Alcuni dei quali, i presidenti delle province, senza il conforto della necessaria “storia” economica (vedi quelle di Crotone e Vibo Valentia, ma anche quelle che hanno subito le relative scissioni). In buona sintesi, il decreto legislativo attuativo della fiscalità municipale registra alcuni difetti di fondo. Quello del rinvio dell’attuazione a regime del federalismo fiscale locale a provvedimenti che, forse, non vedranno neppure la luce o quantomeno verranno fuori con qualche difficoltà in più per l’attuale maggioranza a condividerli istituzionalmente. Quello che il provvedimento non conferisce affatto il grado di autonomia impositiva sancito dalla legge di delegazione. Infatti, nella fase transitoria, l’unico elemento di flessibilità è rappresentato dal maggiore gettito derivante dall’accatastamento degli immobili non dichiarati. In quella a regime, essa flessibilità è data dalla limitata variabilità dell'Imu propria entro la forbice di +/- 0,3%. Tutto ciò vorrebbe dire che quanto deciso non ha nulla a che vedere con l'autonomia tributaria pretesa dalla Costituzione e, quindi, dalla legge di delegazione del 2009. E’ solo un modo di sostituire, sotto le vesti di nuove denominazioni e rinnovati percorsi impositivi, i “vecchi” trasferimenti statali. Tralascio il difetto di pretesa della politica in generale, in relazione al funzionamento delle perequazione, che ancora nessuno propone e della quale nessuno reclama una doverosa conoscenza, solo perché imporrebbe un linguaggio forte. Sulla perequazione o si conferma l’Italia o si muore.
Terremotati, Petraroia: "fallimento Berlusconi-Bertolaso" «Il fallimento del modello Bertolaso-Berlusconi e la cattiva gestione del Commissario Straordinario Michele Iorio non può scaricarsi sulle spalle dei terremotati molisani». E’ stato questo il commento del consigliere regionale del Pd Michele Petraroia a margine dell’incontro promosso a Bonefro col giornalista di Repubblica Antonello Caporale. «Al di là delle denunce argomentate da Caporale – afferma l’esponente del Pd - resta il dramma di una ricostruzione delle case che è ferma al 30 per cento del totale e rischia di rimanere bloccata per l’insensibilità del Governo che da due anni non stanzia piů un euro per il post-sisma del Molise. Al contrario nel Decreto Milleproroghe è stato sancito che i territori colpiti da calamità naturali possono mettere tasse regionali e aumentare la benzina per finanziarsi autonomamente la ricostruzione».
Terremoto, ai molisani 27mila euro a testa. La spesa piů alta nella storia delle emergenze. Antonello Caporale, giornalista di Repubblica, ha presentato nel villaggio provvisorio di Bonefro, simbolo della mala gestione dell’emergenza, il suo ultimo libro “Terremoti Spa”, dove fra le altre cose si documenta, col supporto di dati e statistiche, come proprio il Molise abbia beneficiato di una spesa pro capite superiore a quelle di tutte le altre regioni colpite da un sisma, Irpinia compresa.
di Michele Mignogna
Come vengono spesi i soldi per le calamità naturali come i terremoti? E perché a fronte di quasi un miliardo di euro, piovuti sul Molise, tanti cittadini vivono ancora nei prefabbricati e la ricostruzione è ferma al 30 per cento delle sole abitazioni principali? Queste alcune domande emerse nel corso della presentazione del libro “Terremoti Spa” del giornalista di Repubblica Antonello Caporale, organizzata dal movimento dei Cristiano Sociali del Molise e dalla rivista “La Fonte” venerdì 4 marzo nel villaggio provvisorio di Bonefro.
Simbolo dei ritardi accumulati nel corso di questi quasi 9 anni dal sisma del 2002, il piccolo centro fortorino vive tutt’oggi una serie di problemi connessi alla mancata ricostruzione che stanno diventando motivi di seri disagi per i cittadini.
«Eppure il Molise fino ad ora ha ricevuto la bellezza di 27 mila euro a cittadino per il sisma, soldi con ogni probabilità spesi male e soprattutto dove non dovevano essere spesi», ha sottolineato Caporale, che nel libro documenta, col supporto di dati e statistiche, come proprio il Molise abbia beneficiato di una spesa pro capite superiore a quelle di tutte le altre regioni colpite da un sisma, Irpinia compresa. Una conferma di come il potere politico riesce a controllare il consenso elettorale attraverso un sistema di “elargizione” agevolato dall’emergenza. «Quando ci sono troppi soldi, la macchina dello spreco e delle clientele è sempre pronta, in prima fila, a metterci le mani sopra».
Dalla sala stracolma di cittadini sono arrivate molte domande, ma soprattutto molte testimonianze di come si vive a 9 anni dal terremoto del 31 ottobre 2002, un terremoto, ha detto il parroco di Bonefro don Antonio Di Lalla, «allargato a 83 comuni, a tutta la Provincia di Campobasso, con sperpero di soldi pubblici oltre l’umana comprensione, e non è più possibile mantenere le persone in questo stato». Ma il giornalista di Repubblica nel suo intervento accorato, che solo chi ha già vissuto la tragedia di un terremoto può fare, ha esortato le popolazioni molisane ad organizzarsi e ad iniziare a chiedere alla politica i propri diritti, senza paura e soprattutto senza l’atteggiamento di sottomissione al quale siamo portati: «rivendicare un diritto, sacrosanto, come quello della ricostruzione della propria abitazione, non è contrapposizione al potere, ma rispetto delle regole democratiche».
“Terremoti Spa”, edito da Rizzoli, racconta come i politici sfruttano le disgrazie e dividono il Paese. L’autore, che è già stato in Molise altre volte per presentare le sue documentate inchieste giornalistiche (da “la Ciurma” a “Impuniti” fino a “Mediocri”), ha affrontato e discusso tematiche che riguardano da molto vicino la nostra regione. (Pubblicato il 05/03/2011)
Viaggio a Bonefro: situazione spettrale 9 anni dopo il sisma. Bonefro. È un pomeriggio piovoso e denso di nebbia, e il piccolo centro del fortore che s’incrocia subito dopo Santa Croce di Magliano è nascosto dalla nebbia, tanto che si fa fatica a vedere la strada. Uno scenario quasi spettrale quello che ci si presenta appena entrati in paese: poche persone per strada, molti palazzi ancora puntellati, tanti cittadini fuori di casa. Questa in breve la situazione attuale, a 9 anni dal sisma: sono ancora 33 i nuclei familiari a vivere in condizioni precarie in casette che tutti credevano di lagno, mentre sono costruite con legno pressato, polistirolo e truciolato.
La nebbia rende il villaggio provvisorio ancora piů spettrale e le case sigillate, per modo di dire. «Con questo tempo dobbiamo tenere le finestre sigillate, per impedire l’umidità di entrare dentro e ritrovarcela addosso» racconta una signora sulla settantina che ancora vive in queste condizioni. «Siamo stanchi» «Non ce la facciamo piů»: queste le frasi ricorrenti dei pochi cittadini delle casette che riusciamo a scorgere per strada. Il villaggio doveva essere una soluzione temporanea, coerentemente col nome di “Villaggio Provvisorio”, e dopo quasi un decennio le abitazioni hanno bisogno di manutenzione, diventano fatiscenti, si deteriorano e mettono a nudo la loro fragilità. Ognuno si è ingegnato come meglio è riuscito a fare nella manutenzione di queste baracche, a proprie spese, con quantità enormi di silicone acquistato per chiudere gli spifferi. «Ma tanto come ne chiudi uno se ne apre un altro» prosegue la signora.
E oltre al danno anche la beffa, visto che da tre mesi ormai chi abita nelle casette paga l’energia elettrica a prezzo pieno, e se consideriamo che li tutto funziona a corrente, ci rendiamo conto che la situazione è veramente difficile. Arrivano bollette fino a 900 euro a famiglia, mai meno di 500 euro in ogni caso. A Bonefro si vive tra rabbia e rassegnazione, la tensione si taglia con il coltello, mentre in altri luoghi, caldi e confortevoli, si discute su chi candidare alle prossime elezioni, e se fare o meno le primarie. Contraddizioni enormi, per una piccola regione che sembra avere abbandonato una parte dei suoi cittadini.
Mille profughi in 12 ore. È di nuovo emergenza a Lampedusa. In nottata sono approdati dieci barconi di immigrati che sono stati trasferiti nel centro di accoglienza. De Rubeis chiede aiuto a Maroni: disposto ponte aereo. LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - È di nuovo emergenza a Lampedusa dove in nottata, nel giro di poche ore, sono approdati complessivamente dieci barconi, per un numero complessivo di quasi 850 migranti. Ed un altra imbarcazione con un centinaio di persone è già stata avvistata al largo dell' isola.
Dopo i tre sbarchi avvenuti poco prima di mezzanotte, con 250 persone, si sono susseguiti gli arrivi a ritmo continuo. Il più consistente è stato registrato alle 0.50, con 187 extracomunitari stipati su un solo barcone. Altri 12 sono stati bloccati direttamente a terra.
Tutti gli immigrati vengono trasferiti nel Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola dove in questo momento si trovano oltre un migliaio di migranti. Il Centro di accoglienza, che ha una capienza di 850 posti letto, registra dunque nuovamente il "tutto esaurito", avendo ormai superato le mille presenze.
Un altro centinaio di migranti, soccorsi all'alba su un barcone, l'undicesimo nelle ultime 12 ore, stanno in questo momento per approdare in porto. Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, ieri ha chiamato il ministro dell'Interno Roberto Maroni il quale ha assicurato che oggi riprenderà il ponte aereo con l'isola per trasferire al più presto i profughi verso altri Cpt italiani. Anche perchè gli sbarchi sembrano destinati a proseguire anche durante le giornata. 07/03/2011
Pcl contro il federalismo: "una rapina per Sud e Molise". Il Partito comunista dei lavoratori si scaglia contro il federalismo fiscale del governo, provvedimento che viene visto come «un’autentica ed ulteriore mannaia sociale per il Sud e dunque anche per la nostra regione. Il governatore Iorio ha addirittura affermato che questo “federalismo” sarebbe “un’opportunità” per il Molise, mentre gli esponenti dell’ IDV e PD presenti al convegno (tenutosi sabato scorso a Campobasso, ndr), al di là di qualche accento critico individuale, hanno in sostanza riconfermato la sostanziale subalternità anche del centrosinistra molisano alla controriforma reazionaria federalista.
Del resto tutti i tagli occupazionali, ai servizi sanitari e sociali, ai trasporti nel Sud e nel Molise non sono altro che i primi effetti delle rapine contro il Sud, già iniziate da tempo: i tagli che antisociali che hanno originato le giuste proteste delle popolazioni di Venafro, di Larino, di Agnone, a difesa del diritto alla salute sul loro territorio, o quelle dei lavoratori e degli utenti dei trasporti molisani, ad esempio, non ne sono che una conseguenza naturale. Fanno dunque finta di ignorare la sostanza del federalismo leghista: l’ulteriore pesante rapina a favore delle imprese e banche del nord, ai danni delle popolazioni del sud, col consenso dei partiti borghesi di destra e di centrosinistra del sud.
Il tutto facendo leva sul vecchio pregiudizio – supportato dalla complicità della attuale classe dirigente regionale molisana – del sud fannullone e criminale da “responsabilizzare”, palla al piede dell’Italia, a spese del nord che invece sarebbe efficiente e lavoratore.
Così l’unità d’Italia, costruita sotto l’egemonia della borghesia sabauda tradendo le popolazioni del Sud, dopo 150 anni, diventa oggetto della divisione “federalista”, di nuovo contro le masse meridionali, ma anche a spese dei lavoratori del Nord e della loro unità di classe con i lavoratori del Sud.
Il PCL Molise si appella a tutte le sinistre politiche e sindacali perché anche dal Molise parta un’iniziativa anticapitalista della classe lavoratrice, del mondo della scuola e della cultura, per sbarrare la strada alla reazione antimeridionalista e alla rapina delle risorse del sud e del Molise, per offrire una prospettiva alternativa alle masse del mezzogiorno e molisane, a partire da un massiccio investimento al Sud e nel Molise, in difesa del lavoro e del salario sociale, in rafforzamento della scuola e della sanità pubbliche, dei beni culturali, dell’agricoltura e delle opere di risanamento ambientale, accompagnate da politiche fiscali e di bilancio che reperiscano le risorse dalle grandi ricchezze e dalle enormi ruberie delle cricche borghesi e clericali, del nord e del sud»
Un giorno da “giornalaio”. 07/03/2011 Non mi era mai capitato nella mia esperienza professionale che ormai dura da oltre dieci anni, di recarmi personalmente da alcuni nostri lettori per omaggiarli di una copia del nostro giornale. L'ho fatto ieri mattina volentieri e orgogliosamente, concretizzando l'idea del nostro direttore Paride Leporace, di mettere nelle condizioni di fruire dell'informazione de “Il Quotidiano della Basilicata” i tanti allevatori, agricoltori e cittadini in genere colpiti dall'epicentro, mi passi il termine, dell'alluvione che martedì scorso si è abbattuto senza tregua a Metaponto e nel Metapontino in particolare. Così, in assenza di un'edicola, ci siamo sostituiti al lavoro importante del giornalaio, nell'accezione più nobile del termine. Alle Tavole palatine, dov'è concentrata la zootecnia superstite delle aziende alluvionate, un'edicola non esiste. E noi abbiamo pensato ieri di colmare questo gap. D'altronde, e sono pienamente d'accordo con Leporace, se gli sforzi miei e dei miei colleghi, in questi giorni sono concentrati sul racconto della catastrofe atmosferica e di tutto ciò che ne consegue, non sarebbe stato giusto privare della lettura e dell'informazione, proprio i “protagonisti”, loro malgrado, della tragica vicenda. Una domenica mattina, la mia, diversa dal solito. Meglio andare a Metaponto dagli “sfollati” piuttosto che passeggiare nel corso o recarmi in gita fuori porta. Un giornale e i suoi giornalisti non devono essere distanti da ciò che succede intorno, ma compenetrarsi nei problemi del mondo che ci circondano soprattutto e in primo luogo, in prossimità, come un giornale locale come il nostro deve fare. Dalle Tavole Palatine mancavo dalla protesta degli agricoltori appulo-lucani di qualche anno fa e dalla protesta del 2003 contro il Sito unico di Scanzano. La differenza è che allora mi ci recai a mani vuote. Come giornale non abbandoneremo questa gente, e senza cercare facili e comode vetrine continueremo a fare i giornalisti come sempre. E all'occorrenza anche i giornalai.
Pierantonio Lutrelli
Decreto Romani, Frassoni (Partito Verde Europeo): "Un rinvio che preoccupa". 07/03/2011 - 10:30 BRUXELLES - Il 3 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Romani sulle energie rinnovabili, rinviando a giugno i nuovi parametri per gli incentivi e una revisione delle quote del solare, eolico e biomassa. Ma secondo Monica Frassoni, Presidente del Partito Verde Europeo, il rinvio delle decisioni sulle quote e i tetti agli incentivi mantiene una situazione di grande incertezza che penalizza gli investitori italiani e stranieri che vogliono puntare sulle energie pulite in Italia.
Secondo la Frassoni "è necessario, in vista di giugno, mantenere una forte mobilitazione da parte dei settori economici interessati e del movimento ambientalista contro lo smantellamento dell'industria delle rinnovabili in Italia, che deve coinvolgere sindacati, consumatori e rappresentanti di forze politiche di tutti gli schieramenti".
Proprio il tetto agli inventivi alle rinnovabili costituisce il pomo della discordia del decreto Romani. Se per alcune associazioni, come Adiconsum, "gli incentivi per produrre energia da fonti rinnovabili devono essere mantenuti ma radicalmente riproporzionati e ridotti rispetto alla situazione attuale", Monica Frassoni parla di "malinteso basato l'idea che gli incentivi alle rinnovabili siano una delle cause principali del caro-bolletta italiano". "E' un fatto che in Italia l'elettricità costa molto, ma si sceglie il nemico sbagliato - continua la Frassoni - analizzando infatti la parte della bolletta italiana si scopre che ci sono altre voci che stanno impropriamente nella bolletta. Idea è confermata dal senatore Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club: "Se eliminassimo gli oneri impropri, non dedicati alle fonti pulite, risparmieremmo sulle bollette oltre 3 miliardi di euro l'anno". Parliamo ad esempio dell'Iva sugli oneri, dell'incentivo al fossile CIP6 (agevolazione e Ferrovie dello Stato) e dei certificati verdi.
Secondo Monica Frassoni ha ragione Gianni Silvestrini, Presidente del Kyoto Club, quando afferma che "il boom del fotovoltaico dell'anno scorso, causato dallo sciagurato decreto salva Alcoa e da incentivi effettivamente troppo elevati rispetto al calo dei prezzi degli impianti, ha indubbiamente giocato un ruolo importante nello spingere il governo a presentare questo decreto". Ma, aggiunge lei, "è anche vero che un atto che doveva avere come obiettivo di definire le modalità di raggiungimento degli obiettivi verdi al 2020, rischia di paralizzare lo sviluppo delle rinnovabili in Italia".
"Un decreto che - continua la presidente dei verdi europei - viola anche la Direttiva UE 28 del 2009, perché rende di fatto impossibile realizzare gli obiettivi fissati dall'UE in materia di produzione di energie rinnovabili, distruggendo il loro potenziale economico e di occupazione per fare un enorme regalo alla lobby nucleare". "Per questa tecnologia si è stabilito, infatti, che in caso di raggiungimento anticipato dell'obiettivo fissato dal Piano d'Azione Nazionale di 8.000 MW per il 2020, l'assegnazione delle tariffe incentivanti venga sospesa fino alla determinazione di un nuovo decreto la cui tempistica non è stata definita. I 8 GW sono in realtà un target già molto ridotto per le potenzialità del settore nazionale (6,5 volte inferiore a quello fissato per la Germania al 2020) e che certamente verrà raggiunto entro l'anno". Il decreto Romani potrebbe, dunque, bloccare gli investimenti in corso su tutta la filiera nazionale del settore così come l'appoggio del sistema finanziario. "Un danno gravissimo per un settore che in Italia è stato uno dei pochi negli ultimi due anni a produrre occupazione di qualità e prospettive di mercato nuove e basate sull'innovazione".
"Insomma - conclude la Frassoni - è più che evidente che l'attacco alle rinnovabili nasconde l'intento di liberare risorse per il nucleare e svela l'imbroglio della propaganda governativa secondo la quale è perfettamente possibile in Italia costruire centrali nucleari e fomentare le energie rinnovabili e l'efficienza energetica".
di Alessio Pisanò. 2011 - redattore: VC
Lampedusa: Armao, “Ho chiesto a Maroni sospensione mutui e tributi”
“Lampedusa e la Sicilia stanno sopportando un peso rilevantissimo in termini sociali ed economici per l’emergenza umanitaria connessa all’immigrazione di migliaia di persone dal nord Africa, e se gli sbarchi in Sicilia dovessero assumere connotati ancor piu’ rilevanti, l’impatto sulla comunita’ siciliana sara’ insostenibile”.
Lo ha detto l’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, a conclusione dell’incontro tenutosi al Viminale e presieduto dal ministro Roberto Maroni, alla presenza del prefetto Giuseppe Caruso, nella qualita’ di Commissario straordinario per l’emergenza immigrati, nonche’ rappresentanti di Regioni, Province e Comuni d’Italia. “E’ importante – ha aggiunto Armao – che nella riunione guidata dal ministro Maroni si siano poste le basi per affrontare, in termini di solidarieta’ tra le istituzioni locali e regionali, questa emergenza umanitaria di proporzioni imprevedibili. Ancora, pero’, si e’ fatto troppo poco a livello comunitario e nazionale per riparare i danni gia’ sofferti dall’economia turistica siciliana, ed in particolare da Lampedusa.
Ho chiesto al ministro Roberto Maroni e al prefetto Caruso che nel decreto legge di imminente emanazione il Governo inserisca specifici benefici per i cittadini e le imprese di Lampedusa, come la sospensione del pagamento dei tributi e dei mutui”.
Lampedusa: governo Lombardo vara contributo straordinario 800mila euro
La giunta regionale di Governo,presieduta dal presidente Raffaele Lombardo,riunita questa sera a Palazzo d’Orleans, ha deliberato la concessione di un contributo straordinario di 800 mila euro a favore del comune di Lampedusa e Linosa per “fronteggiare le emergenze connesse alla pressione migratoria”, legata agli sbarchi di questi giorni. Alla riunione della giunta di Governo ha preso parte il sindaco di Lampedusa e Linosa, Bernardino De Rubeis, accompagnato dal vicesindaco e senatrice Angela Maraventano, che hanno anche presentato una serie di interventi strutturali e infrastrutturali per Lampedusa e Linosa. Tocchera’ ora ai vari dipartimenti dell’amministrazione regionale competenti per materia, compresa anche la Protezione Civile, valutare queste proposte e procedere alla loro definizione.
“Ringraziamo il presidente Lombardo ed il Governo regionale – sostiene il sindaco De Rubeis – per l’attenzione dimostrata verso la nostra comunita’, ed in particolar modo verso la categoria dei pescatori, che proprio a causa dell’emergenza immigrazione, vede compromessa la loro attivita’, con uno fermo pesca che dura da quasi due mesi”.
“Il governo siciliano -afferma la senatrice Angela Maraventano- ha agito con grande tempestivita’ ed ora ci aspettiamo che anche il governo nazionale risponda ai nostri appelli”.
Per Gianmaria Sparma, assessore regionale al Territorio e Ambiente, “il provvedimento varato dalla giunta e’ la dimostrazione di tutta l’attenzione e sensibilita’ di questo governo alla linea di frontiera che oggi e’ Lampedusa, la cui economia, anche sotto il profilo turistico, rischia di soffocare senza interventi tempestivi”.
Sicilia: in dirittura d’arrivo il patto per lavoro e sviluppo
Si e’ conclusa, con la riunione di questa mattina a Palazzo d’Orleans, la fase di stesura del Patto sociale per lo sviluppo e il lavoro, documento strategico che fissera’ impegni precisi e condivisi con la definizione di alcuni elementi chiave, in relazione ai quali il Governo e le forze sociali si impegnano, ognuno per la parte di propria competenza, a realizzare le condizioni essenziali per il rilancio sociale ed economico della Sicilia.
All’incontro di oggi sono state invitate tutte le sigle che in queste settimane hanno partecipato, con un consistente contributo di idee, alla predisposizione del documento. Si tratta di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Associazione Generale delle Cooperative, Confcooperative, Legacoop, Unione Nazionale Cooperative, Unicoop,Confindustria, Confapi, Piccole Imprese, Confartigianato, Casartigiani, Confederazioni Libere Associazioni Artigiani, Conferedazione Nazionale Artigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cia, Confagricoltura, Coldiretti e Ance.
Il Patto, la cui cornice complessiva e’ stata apprezzata dai partecipanti all’incontro di oggi, potra’ ricevere ulteriori contributi, sotto forma di emendamento al testo, per giungere rapidamente alla sigla dell’intesa.
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