Nomine al ritmo della Lega
Gianni Dragoni - il Sole 24Ore
ROMA
La guerra delle nomine. C'è un braccio di ferro fino all'ultimo sul rinnovo dei vertici delle grandi società pubbliche controllate dal ministero dell'Economia. La Lega tiene banco. Solo domani pomeriggio a Borsa chiusa saranno ufficializzate le scelte del governo per Enel, Eni, Finmeccanica e Terna.
Gli accordi non sono chiusi, perché nelle ultime ore sarebbe saltata la designazione del viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli alla presidenza di Terna. Dovrebbe quindi rimanere Luigi Roth, cattolico, ex presidente della Fiera di Milano e di società dell'ex Efim e di Breda ferroviaria in Finmeccanica, al quale nel caso dell'arrivo di Castelli sarebbe stata assicurata una poltrona di consigliere di amministrazione dell'Eni, la società più importante del pacchetto.
La Lega sta quindi dirigendo le sue attenzioni altrove, sia all'Enel dove viene candidato alla presidenza Gianfranco Tosi, ingegnere ex sindaco di Busto Arsizio presente nel cda Enel, sia in Finmeccanica. Nel gruppo aerospaziale il Carroccio sostiene la promozione ad amministratore delegato unico di Giuseppe Orsi, oggi a capo della controllata AgustaWestland. Ingegnere, nato a Piacenza, Orsi non è un militante leghista, ma accetta questo appoggio perché l'azienda di elicotteri ha gli stabilimenti più importanti in provincia di Varese. Ha anche il gradimento dell'Udc.
La Lega vuole replicare il modello del 2003, quando ottenne la presidenza dell'Alitalia per Giuseppe Bonomi, ex deputato ed ex assessore del Comune di Milano. Una scelta che rese poi ingovernabile la compagnia, guidata da Francesco Mengozzi, a causa dell'enfasi leghista sullo sviluppo di Malpensa a danno di Fiumicino, che paralizzò la gestione e azzoppò l'Alitalia in una fase di mercato molto difficile.
Molti degli amministratori delegati delle società pubbliche con il mandato in scadenza non gradiscono l'arrivo di un presidente di chiara marca leghista. Temono, insieme alla rottura di equilibri e abitudini consolidati, l'aggressività del Carroccio.
Per Terna, che deve sviluppare importanti investimenti nella rete elettrica anche in Lombardia e Veneto, dove il Carroccio guida molte amministrazioni locali, nei colloqui politici è stato fatto notare che un presidente della Lega potrebbe creare difficoltà sul «territorio» e rallentare i tempi di realizzazione degli investimenti, danneggiando anche la reputazione della società presso gli investitori.
La candidatura Castelli, che è ingegnere oltre che viceministro, sarebbe caduta perché troppo politica. Peraltro Castelli non è espressione del leader del partito Umberto Bossi, ma è sostenuto da Roberto Maroni e quindi non gode di un appoggio a oltranza. La Lega avrebbe provato a indicare altri candidati, Danilo Oreste Broggi che è in scadenza alla Consip e l'ingegner Tosi che è nel cda Enel. Ma ora il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il sottosegretario all presidenza Gianni Letta sembrano dell'avviso di non modificare l'attuale vertice. Ieri sera si profilava dunque la conferma di Roth alla presidenza con Flavio Cattaneo amministratore delegato. Un tandem che guida la società dal 2 novembre 2005, nominato nel precedente governo di Silvio Berlusconi. Tre anni fa Roth e Cattaneo hanno ottenuto la conferma a Terna dall'azionista con il 29,99% Cassa depositi e prestiti (controllata dal Tesoro al 70%) nelle ultime settimane di vita del governo Prodi. La lista dei candidati fu pubblicata il 3 aprile 2008, prima delle elezioni vinte da Berlusconi, mentre l'assemblea dei soci approvò le nomine il 28 aprile, dopo le elezioni e prima che si formasse l'attuale governo.
Le consultazioni, febbrili perché mancano poche ore, proseguiranno oggi. Dopo l'ultimo giro di contatti con Letta e le altre forze della maggioranza, Tremonti darà il via alla pubblicazione delle liste con i candidati solo domani pomeriggio.
Oltre alle «magnifiche quattro» quotate, per le quali domani scadono i termini per ufficializzare le candidature (salvo Terna, scadenza il 16 aprile), Tremonti vuole chiudere anche le altre nomine, per Poste Italiane e definire la nuova collocazione di Mauro Masi, al capolinea come direttore generale della Rai, il quale sembra destinato al vertice della Consap.
Le partite Enel e Finmeccanica sembrano collegate, in funzione del grado di soddisfazione che avrà la Lega. Se alla presidenza della società elettrica riuscirà a resistere Piero Gnudi, commercialista detto «il Cuccia di Bologna», già in buoni rapporti con Romano Prodi e appoggiato dal concittadino Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, la Lega punterà tutto su Finmeccanica. Il candidato leghista alla presidenza Enel, Tosi, non è gradito al management della società elettrica, dove è prevista la conferma dell'amministratore delegato, Fulvio Conti. Augusto Fantozzi, sostenuto da Letta per la presidenza Enel, sembra avere minori chance, ma potrebbe andare ad Enel Green Power.
In Finmeccanica verrà sdoppiata la carica di presidente da quella di a.d., oggi entrambe in capo a Pier Francesco Guarguaglini, che dovrebbe rimanere come presidente con alcune deleghe, sostenuto da Letta. La vera delega di Guarguaglini, se sarà confermato presidente, sono però i rapporti collaudati con i politici, i militari, i governi stranieri. Il suo ruolo dipenderà anche da chi avrà come a.d. Per questa carica è considerato favorito Orsi di Agusta, ma c'è anche l'ipotesi di promuovere Giuseppe Zampini, a.d. di Ansaldo Energia, ingegnere nato a Belluno che ha rilanciato il gruppo che produce turbine elettriche. Zampini avrebbe appoggi tra Letta e il Pdl.
All'Eni c'è un derby per la presidenza. Paolo Colombo, dal 2008 nel cda ed ex presidente del collegio sindacale nominato dal Tesoro, incalza il presidente Roberto Poli. Entrambi hanno cariche nei cda di società del gruppo Berlusconi. Colombo ha un ottimo rapporto con Tremonti. In alternativa alla presidenza Eni, potrebbe entrare nel cda Enel. Verso la conferma l'amministratore delegato Eni, Paolo Scaroni, benché non sia pienamente gradito a Tremonti. Il manager ex Techint, nato a Vicenza nel 1946, ha l'appoggio del Pdl (tra l'altro è azionista della squadra di calcio del Milan di Berlusconi, con una manciata di titoli) e un curriculum con altri incarichi importanti: è nel cda delle Generali dal 2007, da poco vicepresidente dell'Lse, la Borsa di Londra, nel cda della Fondazione teatro alla Scala. Nel gruppo Techint è nel cda di Humanitas (sanità).
Alle Poste sarà confermato a.d. Massimo Sarmi. Il presidente Giovanni Ialongo, cislino, potrebbe rimanere grazie all'appoggio del segretario Cisl Raffaele Bonanni, ma ci sarebbe un ritorno di fiamma di Bossi per nominare presidente Massimo Ponzellini, in difficoltà alla Bpm.
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