lunedì 19 settembre 2011

Federali.sera_19.9.11. Marco Imarisio: A Napoli si spegnevano le ultime luci del bassolinismo, si respirava un'aria mesta e date le circostanze anche abbastanza puzzolente. In questa atmosfera da fine corsa, il cda di NapoliServizi, azienda interamente di proprietà del Comune, addetta al mantenimento del decoro urbano, celebrava le sue gesta con aumenti da 1,7 milioni di euro a 13 dirigenti, dal direttore generale Ferdinando Balzamo e via discendendo. Non gratifiche una tantum, attenzione, ma ritocchi del superminimo, la base della retribuzione, una media di cinquemila euro mensili cadauno destinata pertanto a rimanere invariata nei secoli dei secoli.----Il giorno di San Gennaro - ha detto ancora il sindaco - è un giorno che fa parte della storia di questa città, è una tradizione popolare, identitaria e religiosa che unisce. Napoli ha sottolineato De Magistris è una città in cui c'è una comunità cattolica, ma anche laica, ebraica, musulmana.----Istat: A livello territoriale si registra un progressivo rafforzamento dei prodotti di qualità nelle regioni meridionali.

In piena crisi rifiuti, il cda di Napoliservizi si «autoassegnò» 5000 euro di premio
San Gennaro fa (subito) il miracolo
La difesa di Di Pietro: «Mio figlio Cristiano non è il "trota" di turno»
Istat: sono 219 i prodotti Dop l’Italia è primo paese del’Ue
In piena crisi rifiuti, il cda di Napoliservizi si «autoassegnò» 5000 euro di premio


San Gennaro fa (subito) il miracolo
Il sindaco de Magistris bacia la teca
Alle 9.11 si ripete il prodigio. «Giggino» polemico: «Un governo in scadenza non può cancellare feste religiose»
NAPOLI - Alle 9.11 si è ripetuto a Napoli il prodigio del sangue di San Gennaro. A dare l'annuncio è stato l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, dicendo che il sangue era già sciolto quando ha prelevato la teca dalla cassaforte. Un lungo applauso ha salutato il miracolo avvenuto alla presenza, tra gli altri, del sindaco Luigi De Magistris, che ha baciato la teca.
LE POLEMICHE - Un miracolo che quest'anno assume una particolare valenza anche alla luce delle polemiche sorte in merito alla decisione del governo di cancellare le feste patronali. In tal senso, la voce critica del primo cittadino non s'è fatta attendere: «Qualcuno ha pensato di cancellare la festa di San Gennaro pensando che un governo in scadenza possa cambiare anche le festività religiose. Invece Napoli è tutta qui, al di là del credo politico e delle convinzioni religiose».
«TRADIZIONE POPOLARE, IDENTITARIA» - «Il giorno di San Gennaro - ha detto ancora il sindaco - è un giorno che fa parte della storia di questa città, è una tradizione popolare, identitaria e religiosa che unisce». Napoli ha sottolineato De Magistris «è una città in cui c'è una comunità cattolica, ma anche laica, ebraica, musulmana». Secondo il sindaco, il miracolo di San Gennaro «fa bene alla città, ma - ha aggiunto - Napoli non ha bisogno della religione e dei miracoli per andare avanti, ma del lavoro duro delle persone».

La difesa di Di Pietro: «Mio figlio Cristiano non è il "trota" di turno»
Il leader dell'Idv: «Da 10 anni attacca manifesti, nessuna spintarella o scappatoia»
MILANO - «Mi è stato chiesto di rendere conto delle ragioni per cui mio figlio Cristiano è stato candidato alle elezioni regionali del Molise. Credo che, quando vengono poste domande del genere, un politico abbia il dovere di rispondere. Mi rivolgo in particolare, confermandogli tutto il mio affetto, agli iscritti al circolo Idv di Termoli, che hanno posto la questione». Lo dice il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un videomessaggio pubblicato sul suo blog. per spiegare la scelta della candidatura del figlio alle elezioni regionali del Molise. «A Montenero di Bisaccia - spiega - abbiamo candidato Cristiano non perché è un figlio di papà senza esperienza politica. Ha dovuto fare, e deve continuare a fare, la trafila come tutti gli altri iscritti all'Idv. Non si è svegliato una mattina per trovarsi candidato. Quando abbiamo creato il partito, dieci anni fa, si è rimboccato le maniche anche lui e ha contribuito, con me e con migliaia di altre persone, a costruirlo». Insomma, sottolinea Di Pietro, «non è andato a fare il "trota" di turno con un'elezione sicura in Parlamento, o in qualche listino regionale o in qualche assessorato».
«NESSUNA SPINTARELLA» - Anzi, aggiunge, «si è candidato come consigliere comunale e l'ha fatto per cinque anni, senza diventare assessore nemmeno quando era in maggioranza. Poi si è candidato al consiglio provinciale e ha fatto il consigliere provinciale per altri cinque anni. Adesso si candida per andare a fare il consigliere regionale, se i cittadini lo vorranno. Perché sia chiaro: sono state e sono tutte elezioni in cui Cristiano deve chiedere la preferenza sul suo nome, non sul mio. Non va nel listino o nella lista bloccata. È stato trattato come tutti. Ha fatto la trafila come tutti». «Da dieci anni, e anche oggi - prosegue il leader Idv -, attacca manifesti e raccoglie firme per i referendum come tutti gli iscritti all'Italia dei Valori. Non è che se una persona è figlia di un leader politico perde i diritti politici. Non devono esserci favoritismi. Non devono esserci spintarelle o scorciatoie. Ma se comincia dal consiglio comunale e va avanti chiedendo il consenso degli elettori, non gli si può negare il diritto di partecipare. Per questo, amici di Termoli, vi chiedo di lavorare tutti insieme per liberare il Molise dal Berlusconi locale». (fonte: Dire)

Istat: sono 219 i prodotti Dop l’Italia è primo paese del’Ue
Lunedì 19 Settembre 2011 07:53  Redazione desk
ROMA - Anche nel 2010 l’Italia si conferma primo Paese europeo per numero di riconoscimenti conseguiti: sono 219 i prodotti Dop, Igp e Stg riconosciuti dall’Ue (25 in più rispetto al 2009). Di questi, 213 risultano attivi. I settori con il maggior numero di riconoscimenti sono gli ortofrutticoli e cereali (84 prodotti), gli oli extravergine di oliva, i formaggi (entrambi 40) e le preparazioni di carni (33). Le carni fresche e gli altri settori comprendono, rispettivamente, 3 e 19 specialità. E’ quanto emerge dal rapporto Istat su "I prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg". Nel 2010 gli operatori sono 84.587, in aumento del 3% rispetto al 2009. Di questi, il 92,2% svolge esclusivamente attività di produzione, il 6% solo trasformazione e il restante 1,8% effettua entrambe le attività. I produttori (79.536 unità, +2,7% rispetto al 2009) sono concentrati soprattutto nei settori dei formaggi (32.432), degli oli extravergine di oliva (19.891) e degli ortofrutticoli e cereali (16.499). I trasformatori (6.574 unità, +8,4% rispetto al 2009) sono presenti prevalentemente nella lavorazione dei formaggi (1.699), degli oli extravergine di oliva (1.641) e delle carni fresche (949). Nel 2010 entrano nel sistema delle certificazioni 10.240 nuovi operatori (9.374 produttori e 1.197 trasformatori), che compensano l’uscita di 7.773 operatori (7.265 produttori e 688 trasformatori). Al 31 dicembre 2010 il 52,2% delle aziende agricole è localizzato in sole tre regioni, Sardegna, Toscana e Trentino - Alto Adige. Le produzioni di qualità sono più diffuse nelle aree collinari e montane del Paese, con il 46,5% dei produttori in collina e il 27,7 in montagna. A livello territoriale si registra unprogressivo rafforzamento dei prodotti di qualità nelle regioni meridionali. Al 31 dicembre 2010 i prodotti (Dop) riconosciuti dall’Ue sono 135. Nell’anno il settore degli ortofrutticoli e cereali consegue sette nuovi riconoscimenti, tre attribuiti aiformaggi, due agli oli extravergine di oliva e uno agli altriprodotti di origine animale. Le Dop attive sono 133 (16 in più rispetto al 2009, +13,7%), mentre quelle non attive sono appena due. Al 31 dicembre 2010 le specialità Igp -continua l’analisi dell’Istat - riconosciute dall’Ue sono 82, con 11 nuovi riconoscimenti (+15,5%) rispetto all’anno precedente, otto dei quali compresi nel settore degli ortofrutticoli e cereali e uno ciascuno per preparazioni di carni, formaggi e prodotti di panetteria. I prodotti Igp attivi sono 78 (16 in più’ rispetto al 2009,+25,8%), mentre quelli non attivi sono quattro. I prodotti Stg (Specialità tradizionale garantita) si contraddistinguono in quanto il riconoscimento non dipende dall’origine geografica ma da una composizione tradizionale del prodotto, una ricetta tipica o un metodo di produzione tradizionale. Nel 2010 la pizza napoletana - ricorda l’Istat -ottiene il riconoscimento Stg, aggiungendosi all’unico prodotto precedentemente riconosciuto, la Mozzarella. Entrambe le due specialità sono attive e prodotte da trasformatori controllati e certificati, a partire dalla lavorazione delle materie prime, nell’intero territorio della Ue. Nel periodo 2004 - 2010 si è registrato un consistente aumento sia del numero delle specialità riconosciute e attive, sia dei produttori e delle strutture produttive (allevamenti e superfici coltivate); più contenuto, invece, l’incremento dei trasformatori. In particolare, tra il 2004 e il 2010 le Dop, Igp e Stg sono passate da 146 a 219 (73 prodotti in piu’, +50,0%) e le specialità attive da 129 a 213 (84 prodotti in piu’, +65,1%). I produttori hanno registrato un incremento di 25.343 unità(+46,8%), mentre gli allevamenti di 18.526 strutture (+64,9%). La superficie è aumentata di 34.127 ettari (+30,1%) e i trasformatori di 829 unità (+14,4%). Nel 2010 entrano nel sistema delle certificazioni 10.240 nuovi operatori (9.374 produttori e 1.197 trasformatori), che compensano l’uscita di 7.773 operatori (7.265 produttori e 688 trasformatori). I nuovi ingressi si registrano prevalentemente nei settori degli oli extravergine di oliva, degli ortofrutticoli e cereali e delle carni fresche, mentre solo nel settore dei formaggi e in quello delle preparazioni di carni gli operatori usciti o cessati superano i nuovi entrati. Le specialità Dop, Igp e Stg sono ampiamente diffuse sul territorio . Gli operatori risultano equamente ripartiti fra Nord e Centro - sud: con il 47,9% dei produttori e il 47,1% dei trasformatori localizzati nelle regioni settentrionali. Il 44,4% degli impianti di trasformazione e il 54,1% degli allevamenti sono ubicati nel Nord, mentre il 45,5% della superficie coltivata si trova nelle regioni centrali.

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