lunedì 12 dicembre 2011

Federali_mattino_12.12.11 Ut sementem feceris ita metes (Mieterai a seconda di ciò che avrai seminato, Cicerone). Lombardo: 1. Da domani il Movimento per le Autonomie rafforzerà la propria azione in difesa dei diritti del Sud, - ha aggiunto - con una serie di iniziative concentrate su alcuni temi ritenuti prioritari, come il ripristino dei collegamenti ferroviari per i treni a lunga percorrenza, il versamento delle accise per tamponare il caro benzina in Sicilia, l'applicazione di misure per il credito e la fiscalità di vantaggio a sostegno della ripresa economica. 2. Monti ha il nostro sostegno, ma solo perchè capiamo che in questo momento è importante fare così per il bene del paese. 3. I nostri parlamentari – ha spiegato – non si sono venduti, rimanendo coerenti con le scelte del nostro movimento. Lo scenario politico indica una scomposizione che inevitabilmente sarà seguita da una ricomposizione e nel frattempo dovremo organizzarci per essere forti, per contarci e per valere.

Da Caltanissetta il nuovo MpA per i diritti del Sud e della Sicilia
Caltanissetta. Manovra, Lombardo: "Va bene il rigore, ma il Sud deve crescere"
I sindacati confermano lo sciopero, la manovra non cambia
Bozen, oltrepadania. Benzina alle stelle, esodo verso l'Austria



Da Caltanissetta il nuovo MpA per i diritti del Sud e della Sicilia
Oltre duemila persone hanno preso parte stamane all’incontro del Movimento per le Autonomie al Cefpas di Caltanissetta “Per il nuovo Sud e per la nuova Italia – La naturale evoluzione è la militanza” alla presenza del leader Mpa e presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo.
L’occasione per avviare la campagna del tesseramento 2011-2012 del movimento autonomista, ma anche per lanciare ufficialmente con una apposita diretta web “Radioautonoma.it“, struttura diretta da Giacomo Cagnes.
Ad aprire i lavori è stata la proiezione di un video sulle note della canzone di Patty Smith “People have the power”. Quindi gli interventi, alternati, di giovani e dirigenti del Movimento.
“Siamo in piena emergenza – ha detto Lombardo nel corso del suo intervento, seguito in diretta web da migliaia di ascoltatori – e stiamo sostenendo un governo che possa ridare quella credibilità che il nostro paese in parte ha perso. Con i nostri pochi deputati abbiamo contribuito seriamente a mutare il corso della politica nazionale. I nostri parlamentari – ha spiegato – non si sono venduti, rimanendo coerenti con le scelte del nostro movimento. Lo scenario politico indica una scomposizione che inevitabilmente sarà seguita da una ricomposizione e nel frattempo dovremo organizzarci per essere forti, per contarci e per valere”.
“D’accordo rigore, d’accordo equità – ha proseguito – ma soprattutto Mezzogiorno. Non ha senso, infatti, il rigore e non ci può essere crescita se non assistiamo alla ripresa di un Sud del paese, oggi, indebolito”.
Da domani il Movimento per le Autonomie rafforzerà la propria azione in difesa dei diritti del Sud, con una serie di iniziative concentrate su alcuni temi ritenuti prioritari, come il ripristino dei collegamenti ferroviari per i treni a lunga percorrenza, il versamento delle accise per tamponare il caro benzina, l’applicazione di misure per il credito e la fiscalità di vantaggio a sostegno della ripresa economica.
Lombardo ha poi lanciato la nuova fase del tesseramento, rivolgendo a tutti i militanti l’invito a proporre idee nuove, a mettersi in discussione ogni giorno con nuovi obiettivi nuovi ed a valutare i risultati raggiunti.

Caltanissetta. Manovra, Lombardo: "Va bene il rigore, ma il Sud deve crescere"
Il presidente della Regione: "Non ha senso, infatti, stringere la cinghia e non ci può essere crescita se non assistiamo alla ripresa del Mezzogiorno, oggi, indebolito"
CALTANISSETTA. «D'accordo rigore, d'accordo equità ma soprattutto Mezzogiorno. Non ha senso, infatti, il rigore e non ci può essere crescita se non assistiamo alla ripresa di un Sud del Paese, oggi, indebolito». Lo ha detto il leader del Mpa e presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo oggi al forum a Caltanissetta . «Da domani il Movimento per le Autonomie rafforzerà la propria azione in difesa dei diritti del Sud, - ha aggiunto - con una serie di iniziative concentrate su alcuni temi ritenuti prioritari, come il ripristino dei collegamenti ferroviari per i treni a lunga percorrenza, il versamento delle accise per tamponare il caro benzina in Sicilia, l'applicazione di misure per il credito e la fiscalità di vantaggio a sostegno della ripresa economica».
Lombardo ha poi lanciato la nuova fase del tesseramento, rivolgendo a tutti i militanti l'invito «a sostenere le prossime battaglie, a proporre idee nuove, a mettersi in discussione ogni giorno con nuovi obiettivi ed a valutare i risultati raggiunti». Il governatore ha poi anche detto che il governo di Roma dovrebbe tagliare almeno il 50% dei deputati alla Camera e al Senato per la politica del contenimento dei costi, aggiungendo inoltre: "Monti ha il nostro sostegno, ma solo perchè capiamo che in questo momento è importante fare così per il bene del paese"

I sindacati confermano lo sciopero, la manovra non cambia
Cigl, Cisl, Uil e Ugl considerano l'incontro con il presidente del Consiglio "del tutto insoddisfacente". Monti: situazione finanziaria di estrema emergenza
ROMA. La situazione è di "estrema emergenza" ed è dunque prioritario per il paese che i saldi ma anche composizione e natura strutturale del decreto restino invariati. Mario Monti, durante l'incontro con i sindacati, erige un muro a difesa del pacchetto varato dal governo. La preoccupazione del presidente del Consiglio è soprattutto per i mercati. Il governo, soltanto la prossima settimana, dovrà collocare circa dieci miliardi in titoli di Stato e deve a tutti costi farlo a tassi sostenibili per le finanze pubbliche. Il vertice di Bruxelles, pur con i suoi passi avanti, non ha infatti messo al riparo l'Italia dalla speculazione e le prossime settimane rischiano di essere decisive. Ecco perché il governo intende tenere la barra dritta e se qualche ritocco al decreto ci sarà potrebbe essere davvero minimo e relativo solo al capitolo delle pensioni (forse con un inasprimento dei sacrifici per quelle più alte che consenta un alleggerimento del congelamento di quelle più basse), mentre sull'Imu l'ipotesi al momento è quella di non modificare nulla, nonostante le richieste in questo senso soprattutto da parte del Pdl.
Quando Monti riceve a palazzo Chigi le quattro sigle sindacali più importanti è affiancato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, dal vice ministro Vittorio Grilli, dal ministro dei Rapporto con il Parlamento, Piero Giarda e dal sottosegretario Antonio Catricalà. Il primo a parlare è il premier. Ci tiene a fornire maggiori ragguagli su alcuni "elementi di equità" contenuti nel decreto. L'intento è quello di precisare e chiarire alcuni aspetti che a suo giudizio non sono stati valutati a pieno da parte dei sindacati. La premessa è quella di sottolineare "la situazione di estrema emergenza finanziaria ed economica che ha investito il paese all'interno di una più vasta crisi europea". Detto ciò, il professore ribadisce che "l'imperativo" è quello di mantenere "i saldi" della manovra invariati così come "la composizione e la natura strutturale dei provvedimenti".    
Il premier ricorda che dopo i sacrifici ci saranno spazi per lavorare sulla crescita attraverso "misure per completare il percorso delle riforme avviate". Monti si congeda dai sindacati ripromettendosi di riflettere sulle richieste presentate, ma - come spiegano i sindacalisti uscendo - nessuno si illude troppo sulla possibilità e che il governo tenga effettivamente conto delle loro proposte. Il presidente del Consiglio, recita comunque il comunicato del governo, "ha ascoltato attivamente" e "renderà note le sue determinazioni nel più breve tempo possibile". L'impressione, però, è che i margini di manovra siano decisamente ristretti e che possano appunto rivolgersi solo al fronte pensionistico. Ma non è neanche detto che la platea delle pensioni non congelate si possa ampliare subito visto che è possibile che un simile intervento si faccia solo in un secondo momento.

Bozen, oltrepadania. Benzina alle stelle, esodo verso l'Austria
I gestori: abbassare le accise. Gli autotrasportatori: per noi un colpo mortale
Marco Rizza
  BOLZANO. La grande fuga. Verso l'Austria, o più precisamente verso le pompe di benzina austriache. L'ennesimo aumento delle accise sulla benzina sta trasformando in un esodo quello che era già un fenomeno rilevante. E gli autotrasportatori dicono: è il colpo di grazia.  «Ma voi l'avete mai visto un camion fare benzina lungo l'A22? No. Passano a migliaia sotto il nostro naso ma mica si fermano. Aspettano di passare il confine e lì fanno la coda ai distributori». Haimo Staffler, proprietario e gestore dell'impianto Agip alla rotonda di via Einstein oltre che imprenditore, arriva al bersaglio. Con il nuovo aumento dei carburanti, ormai intorno all'1,7 a litro, la concorrenza con l'Austria (dove si compra benzina a 1,3-1,4) si è trasformata in un massacro. Soprattutto per l'Alto Adige, che essendo a un passo dal Tirolo sconta duramente la differenza di prezzi. Le conseguenze sono molte. La prima è sulle tasche dei cittadini, perché non tutti possono superare il Brennero per fare un pieno e quindi sono costretti a svenarsi qui. La seconda sulle casse della Provincia, perché gran parte le accise restano in Alto Adige ma ormai quasi tutte le ditte di autotrasporto - il grosso del giro d'affari - fanno i pieni in Austria, lasciando lì le tasse. La terza sugli stessi autotrasportatori. Da qui la richiesta unanime alla Provincia: abbassi le accise e renda l'Alto Adige competitivo con l'Austria.  La drammatica
situazione degli autotrasportatori è illustrata da Fortunato Rizzo, responsabile del settore per l'Apa: «Ormai
non siamo alla frutta, è finita anche quella - dice -. Non ci restano che due soluzioni: chiudere, o portare i libri in tribunale». Il via vai verso l'Austria è continuo, ma può non bastare: «Le grandi flotte hanno sempre fatto rifornimento in Austria - prosegue Rizzo -, ma ora conviene anche a quelli più piccoli: conviene pagare un'ora di lavoro e passare il confine per fare il pieno (i camion ormai hanno serbatoi anche da 1000 litri) che fare benzina qui. Quindi da ora in poi sarà un boom verso l'Austria. Ma è chiaro che così non può durare per le nostre aziende. Proprio oggi ho prenotato benzina per la pompa che tengo in casa per le emergenze e ho pagato 1000 euro in più di quanto avrei pagato fuori confine».  Nei prossimi giorni «l'Apa chiederà alla Provincia di aprire un tavolo di lavoro per abbassare le accise». E questa richiesta arriva anche da molti distributori. È il caso ad esempio di Staffler: «Il governo non poteva fare nulla di peggio che aumentare le accise. L'Austria non ha nessun motivo infrastrutturale o geografico per giustificare prezzi così bassi: è solo una questione di volontà politica». Su un prezzo al consumatore di 1,7 euro a litro, aggiunge Staffler, le accise incidono per 1,2: «Se la Provincia abbassasse queste guadagnerebbe di più, non di meno, perché più persone farebbero benzina qui. La media dell'erogato di un distributore italiano è di 1,2 milioni di litri l'anno, e in Tirolo c'è chi arriva a 50 milioni... Non ci vuole una laurea alla Bocconi per capire cosa fare». Dalla Provincia però arriva una doccia fredda: «Noi riceviamo il gettito ma non possiamo intervenire sulla tassa», dice l'assessore alle finanze Bizzo. 

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