giovedì 22 dicembre 2011

Federali_mattino_22.12.11. Milano, padania - Un ordine del giorno del Partito Democratico, riguardante la revisione della carta sconto benzina nelle zone di frontiera, è stato approvato dal Consiglio regionale della Lombardia. L’ordine del giorno impegna la Giunta regionale a operare presso il Governo per dare continuità agli sconti per i residenti italiani al confine con la Svizzera, e chiede l'introduzione di benefici per il gasolio e una flessibilità nella determinazione del valore dello sconto, in modo che esso sia costantemente adeguato al differenziale di prezzo tra Italia e Svizzera. Inoltre il Pd ha chiesto di valutare l’estensione della misura di riduzione sino a 30 chilometri di confine.----Bank of England: In particolare, la bozza di regolamentazione sul capitale è una regolamentazione cosiddetta di armonizzazione massima. L'armonizzazione massima delle regole limita la discrezione delle autorità nazionali per stringere i controlli e prevenire il rischio sistemico. La ragione principale per avere regole minime in comune è quella di evitare una corsa al minimo comune denominatore a livello internazionale. Non comprendiamo invece la ragione per imporre un'armonizzazione massima. Anzi, sottolinea la Banca d'Inghilterra, riteniamo che questo approccio di armonizzazione massima rischi di limitare gravemente la sua capacità di svolgere il proprio compito e per questo, abbiamo chiesto al Tesoro di continuare a cercare di fare di tutto per modificare la legislazione europea in questo campo.

Milano, padania. Revisione della carta sconto benzina, passa l'ordine del giorno Pd
Roma. Manovra: Monti alle Province autonome, incontro per concertazione
Bankitalia: finanza pubblica a posto, spingere su crescita
Grandi Opere, così politici e imprenditori fanno lievitare i costi del 40 per cento
La Banca d'Inghilterra contro l'Ue: è un ostacolo alla prevenzione delle crisi finanziarie
Ticino. Centri accoglienza sovraffollati: respinti dei richiedenti l'asilo
Ticino. Plurilinguismo e discriminazione: "errare humanum, perseverare diabolicum!"



Milano, padania. Revisione della carta sconto benzina, passa l'ordine del giorno Pd
MILANO - Un ordine del giorno del Partito Democratico, riguardante la revisione della carta sconto benzina nelle zone di frontiera, è stato approvato dal Consiglio regionale della Lombardia.
 L’ordine del giorno impegna la Giunta regionale a operare presso il Governo per dare continuità agli sconti per i residenti italiani al confine con la Svizzera, e chiede l'introduzione di benefici per il gasolio e una flessibilità nella determinazione del valore dello sconto, in modo che esso sia costantemente adeguato al differenziale di prezzo tra Italia e Svizzera. Inoltre il Pd ha chiesto di valutare l’estensione della misura di riduzione sino a 30 chilometri di confine. Operazione, anche questa, di competenza governativa.
 "Ora auspichiamo che la voce di Regione Lombardia possa essere incisiva anche presso il Governo affinché accolga le nostre proposte" ha dichiarato il capogruppo Pd in Regione Lombardia Luca Gaffuri.

Roma. Manovra: Monti alle Province autonome, incontro per concertazione
ROMA. "Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha preannunciato al Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, e al Presidente della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, Luis Durnwalder, l'invito ad un incontro a gennaio per riprendere il dialogo al fine di concertare l'attuazione di alcune misure incluse nel decreto legge nel rispetto delle autonomie". E' quanto si legge in una nota diffusa da palazzo Chigi.
21 dicembre 2011

Bankitalia: finanza pubblica a posto, spingere su crescita
L'Italia ha messo in sicurezza i conti pubblici con le tre manovre correttive effettuate dallo scorso luglio ma deve adesso compiere gli interventi necessari per rilanciare l'economia, secondo il responsabile della ricerca economica della Banca d'Italia.
"Con queste tre manovre abbiamo un saldo primario che dovrebbe restare in condizioni normali ipotizzando che i tassi restino su questi livelli. Così la nostra finanza pubblica è a posto. Abbiamo un debito pubblico sostenibile e occorre ora spostare l'attenzione sulla crescita", ha detto Daniele Franco alla presentazione del rapporto di previsione Abi (Afo). "Le manovre estive e la manovra del governo Monti hanno cominciato in questa direzione; moltissimo resta da fare", ha aggiunto Franco.

Grandi Opere, così politici e imprenditori fanno lievitare i costi del 40 per cento
G8, Italia 150, Mondiali nuoto: i numeri dell'assalto. Un caso emblematico di fondi pubblici deviati in tasche private. Con i soldi sperperati si sarebbe potuto mettere in sicurezza il patrimonio archeologico di Pompei. Nelle inchieste sul sistema Anemone-Balducci-Bertolaso radiografati trentatrè appalti. L'onere per lo Stato aumenta da 574 a 834 milioni: neanche a Tangentopoli "dazio" così pesante 
di CARLO BONINI
CAPITA CHE di una storia di corruzione diventata insieme metafora e immagine del Paese, si finiscano con il ricordare solo le facce, i nomi, l'avidità dei protagonisti. O, piuttosto, i massaggi in un centro benessere 1, la spregiudicatezza di un frate missionario ridotto a bancomat 2, l'oscena risata di un costruttore sciacallo 3 che si compiace per il terremoto de l'Aquila, il patrimonio immobiliare di una potente congregazione vaticana 4, "Propaganda Fide", usato come leva per comprare la compiacenza di funzionari pubblici.
Capita insomma che si elidano i numeri. E, dunque, si cancelli il danno e la sua macroscopica misura. E' successo con il lavoro delle procure di Firenze, Perugia, Roma, con le indagini del Ros dei carabinieri sul "Sistema gelatinoso" Anemone-Balducci-Bertolaso, sul potere di spesa senza fondo di una Protezione Civile ridotta a spa del consenso, su un ministro "distratto" e il suo mezzanino al Colosseo.
Nelle carte di quelle inchieste - oggi a processo in tre città diverse - è documentato quale "ricarico" le  prassi corrotte di quel sistema di relazioni hanno accollato alle nostre tasche. Su 33 Grandi Opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2010 (mondiali di nuoto di Roma, G8 alla Maddalena, 150 anni dell'Unità d'Italia), il maggior costo sostenuto dalle casse pubbliche è stato di 259 milioni, 895 mila 849 euro. Oltre il 40 per cento dell'importo iniziale con cui i lavori furono aggiudicati.
Un salasso che ha fatto schizzare il costo complessivo di quelle opere da 574 a 834 milioni di euro. Per avere un'idea, con quel denaro succhiato dal "Sistema gelatinoso" (259 milioni) oggi - come documentano le richieste sin qui ritenute "irricevibili" da un bilancio pubblico allo stremo - sarebbe possibile realizzare la messa in sicurezza di un patrimonio archeologico dell'umanità come Pompei o la costruzione di ospedali nell'Abruzzo del dopo-terremoto.
I numeri che illustrano il dettaglio dei singoli appalti segnalano la scientificità nel calcolo del "ricarico" imposto dal "Sistema", ma anche la crescita esponenziale di quella percentuale. Nell'Italia corrotta scoperchiata da Tangentopoli, il "dazio" sulle grandi opere oscillava tra il 10 e il 20 per cento. In quindici anni, è raddoppiato. Anche perché la "catena alimentare" che deve sfamare si è allungata. Politici, funzionari pubblici, professionisti.

LE PISCINE DI ROMA
Ribasso record per vincere l'asta il trucco dello "sciacallo" dell'Aquila
Se il G8 della Maddalena è l'applicazione compiuta di uno "schema" corruttivo, i Mondiali di nuoto di Roma del 2009 ne sono la prova generale (è iniziato il processo di primo grado nell'aprile di quest'anno). Il ricorso alla procedure di urgenza non solo consentono di aggirare i vincoli urbanistici, ma trasformano l'Evento in un assalto alla diligenza della spesa pubblica.
Non c'è Comune della provincia di Roma che non reclami un posto al sole che lo trasformi in "Polo natatorio". E non c'è piastrella di piscina o gettata di calcestruzzo che non costi al contribuente almeno un trenta per cento in più del costo di aggiudicazione.
Tra gli imprenditori imbarcati dal "Sistema", c'è Francesco Maria De Vito Piscicelli. Si aggiudica la progettazione e realizzazione della piscina olimpionica di Valco San Paolo. Un appalto da 8 milioni e 800 mila euro che vince con un formidabile ribasso d'asta (16,5 per cento), da cui "rientra" a neppure un anno di distanza dalla gara con un "atto aggiuntivo" che fissa l'importo dell'opera in 12 milioni e 900 mila euro.
 La piscina di Valco San Paolo rischierà di crollare per il modo con cui è stata realizzata. Piscicelli resterà saldo nel "Sistema". La notte del terremoto dell'Aquila è lui lo "sciacallo" che ride con il cognato, sognando il banchetto della ricostruzione.

I CANTIERI DEI 150 ANNI
Gare vinte senza progetti esecutivi dopo le "aggiunte" i prezzi salgono
La regola, da sempre, è una sola. La conosce chi l'appalto lo affida e chi l'appalto lo vince. E non importa dove si costruisce e chi costruisce. La regola vuole che lo scarto tra il valore di affidamento e il costo finale di realizzazione di una grande opera pubblica non scenda mai sotto il 40 per cento. E il trucco perché le carte stiano a posto è semplice, come dimostrano i numeri dei cantieri dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
La gara viene affidata senza che dell'opera esista un progetto esecutivo. Un po' come comprare dal concessionario una macchina di cui si conosce il bozzetto, il numero di posti e la cilindrata del motore, ma di cui si ignorano i costi industriali di produzione, destinati a variare. Non c'è appalto pubblico - come è evidente dalla tabella - che, a distanza di pochi mesi della sua aggiudicazione, non conosca un "atto aggiuntivo" in cui il committente (lo Stato) "scopre" che, alla luce del "progetto esecutivo" redatto da chi l'appalto lo ha vinto, il costo si deve "necessariamente" discostare dal valore dell'aggiudicazione.
E' nella differenza di costo - come hanno documentato le indagini - che viene normalmente creata la "provvista" della corruzione. Un segreto di Pulcinella cui, ad oggi, nessun Parlamento ha ritenuto di dover mettere mano con una semplice norma. Aggiudicare le gare con progetto già esecutivo che sottragga al costruttore la libertà di aggiustare il valore della commessa.

IL VILLAGGIO DEL G8
Da 52 a 105 milioni in un anno per il palazzo rimasto inutilizzato
L'isola della Maddalena e le sue opere per un G8 che non ha mai ospitato, sono e resteranno il monumento alla rapacità di un "Sistema" che si muoveva protetto dalle "procedure semplificate e di urgenza" che la legge riconosce agli interventi della Protezione Civile. Assimilato ad una "calamità naturale", un Grande Evento di cui pure si conosceva la data da nove anni, diventa una corsa contro il tempo che divora oltre 125 milioni di euro in "costi aggiuntivi".
I 284 milioni di opere messi a bilancio al momento dell'affidamento degli appalti si gonfiano fino a superare i 410 milioni. Nessuno, ad esempio, chiede cosa diavolo accada nel quarto lotto del cantiere in cui si lavora alla "realizzazione del palazzo conferenza e dell'area delegati". L'appalto è stato aggiudicato l'11 luglio del 2008 con un ribasso d'asta del 5,9 per cento per 52 milioni di euro.
Una cifra che, a distanza di neppure un anno, tra il giugno e il settembre del 2009, raddoppia, passando a 105 milioni di euro. Tanta distrazione ha una risposta nel nome del costruttore che quell'appalto si è aggiudicato: Diego Anemone, la "tasca" del "Sistema". L'imprenditore da cui prende ordini Angelo Balducci, la più alta autorità amministrativa in materia di appalti pubblici. Quello che compra "a insaputa" di chi lo andrà ad abitare, Claudio Scajola, il mezzanino del Colosseo.

La Banca d'Inghilterra contro l'Ue: è un ostacolo alla prevenzione delle crisi finanziarie
Bruxelles é un ostacolo alla riduzione del rischio sistemico per prevenire un'altra crisi finanziaria: questa l'opinione della Banca d'Inghilterra. La mania di centralizzazione delle autorità Ue, che chiedono una regolamentazione bancaria comune, porta al rischio di continue interferenze che sarebbero controproducenti per la stabilità del sistema finanziario. Le taglienti opinioni della Bank of England sono contenute in un documento di consultazione della Financial Policy Committee (Fpc) della banca, rivelato oggi dal Daily Telegraph, quotidiano britannico vicino al partito conservatore.
Il documento propone quindici strumenti possibili per prevenire un'altra crisi finanziaria. L'Fpc avrá il potere di imporre alle banche di aumentare le riserve di capitale o di chiedere maggiori garanzie a persone e imprese prima di concedere mutui o prestiti. Il documento verrá ora distribuito e discusso nel settore bancario e finanziario e in marzo, al termine del periodo di consultazione, la Banca presenterà al Tesoro le sue raccomandazioni finali su quali mezzi è meglio utilizzare per rafforzare il sistema ed evitare nuove crisi.
«L'ostacolo principale che deriva dal criterio della discrezione nazionale è che i poteri nazionali potranno essere limitati dalla legge Ue», recita il documento. «In particolare, la bozza di regolamentazione sul capitale è una regolamentazione cosiddetta di armonizzazione massima. L'armonizzazione massima delle regole limita la discrezione delle autorità nazionali per stringere i controlli e prevenire il rischio sistemico. La ragione principale per avere regole minime in comune è quella di evitare una corsa al minimo comune denominatore a livello internazionale. Non comprendiamo invece la ragione per imporre un'armonizzazione massima». Anzi, sottolinea la Banca d'Inghilterra, «riteniamo che questo approccio di armonizzazione massima rischi di limitare gravemente la sua capacità di svolgere il proprio compito e per questo, abbiamo chiesto al Tesoro di continuare a cercare di fare di tutto per modificare la legislazione europea in questo campo».
Secondo il Telegraph nel documento la Banca si schiera anche a favore della decisione presa dieci giorni fa dal premier David Cameron di porre il veto al nuovo trattato Ue e isolare la Gran Bretagna all'interno dell'Unione. Il Governo guidato dai conservatori ha concesso maggiori poteri di supervisione e controllo alla Banca d'Inghilterra e il governatore Mervyn King è stato a volte criticato per essere troppo vicino ai Tories.
 21 dicembre 2011

Ticino. Centri accoglienza sovraffollati: respinti dei richiedenti l'asilo
Il problema riguarda il Ticino, il canton Vaud e Basilea
BERNA - In Ticino, nel canton Vaud e a Basilea dei richiedenti l'asilo sono stati respinti dai sovraffollati centri d'accoglienza della Confederazione prima che potessero depositare la domanda. Al momento mancano i posti necessari ad accogliere tutti.
 Mentre la popolazione di Bettwil (AG) lotta contro il progettato centro d'accoglienza, i richiedenti l'asilo sentono sempre di più la mancanza di spazio. È quanto emerso ieri sera nella trasmissione della SF "10vor10".
 In Ticino si dirottano da settimane gli immigrati in altri centri, a Basilea si sono contati fra i 10 e i 20 casi mentre nel canton Vaud si parla di singoli episodi. "Donne e bambini sono stati sempre accettati. Alcuni uomini giovani e sani sono però stati rifiutati", ha confermato Michael Glauser, portavoce dell'Ufficio federale della migrazione (UFM) nel corso della trasmissione.
 "Si tratta di persone che non hanno ancora avviato la procedura per l'ottenimento dell'asilo, per questo motivo non sappiamo di chi si tratti", ha dichiarato Glauser all'ats. L'UFM non è al corrente di dove queste persone si siano dirette. L'Esercito della salvezza di Basilea ha sostenuto di averne accolte alcune.
 "È una situazione difficile, specialmente adesso, in inverno", ha affermato Glauser. Il problema è però noto e la Confederazione è costantemente alla ricerca di nuovi posti.
 Nella maggior parte dei casi i richiedenti sono giovani africani che scappano per motivi economici. Generalmente hanno poche possibilità di ottenere l'asilo, ha spiegato il portavoce dell'UFM.
 L'organizzazione per i rifugiati "Solidarité sans frontières" si è detta "scioccata" della situazione a Basilea. Le condizioni sono insopportabili, ha aggiunto. Il motivo della carenza di posti non è dovuto alla "ondata migratoria nordafricana", ma piuttosto a uno smantellamento sistematico delle strutture adeguate.

Ticino. Plurilinguismo e discriminazione: "errare humanum, perseverare diabolicum!"
BELLINZONA - Plurilinguismo e discriminazione sono i temi dell'interpellanza che il Consigliere nazionale PLR Ignazio Cassis ha inoltrato al Consiglio Federale.
 "La CF Widmer-Schlumpf - scrive Cassis - ha segnalato la volontà di rafforzare il plurilinguismo nell’amministrazione federale. Ciò mi ha rallegrato! L’ironia della sorte ha tuttavia voluto che la buona intenzione del giorno precedente andasse a frantumarsi contro il muro della più irriducibile indifferenza alla questione, ormai geneticamente ancorata nella cultura dell’Amministrazione federale".
 Un messaggio dal titolo: “What if? Well prepared for an emergency Christmas is coming. Those who wish to avoid the crush in the shops will perhaps  go on the Internet for a virtual shopping tour as an e-Father Christmas” (Result of the Phishing Action in the FDFA ) è stato nuovamente indirizzato dai servizi informatici  a tutto il personale di almeno di un Dipartimento (Kurt Hänni, resposnabile sicurezza EDA).
 "Un bel messaggio - scrive Cassis -, che sarebbe stato tanto semplice quanto opportuno tradurre non solo in inglese – lingua non ufficiale – ma anche in italiano. Invece, come sempre, tedesco, francese, inglese!".
 Per questa ragione il consigliere nazionale chiede al Consiglio federale quanti tra i 120 responsabili del settore dell’informazione (IT) sono di lingua madre italiana e quanti di lingua madre francese.
 Cassis chiede anche se un messaggio indirizzato a tutti non meriti lo sforzo di una redazione italiana.

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