Caserta. Rifiuti, lavoratori ancora senza stipendio
Napoli. Rifiuti fuori Campania, ora c'è il decreto del governo. Ma è scontro con il Nord
Rifiuti della Campania in Veneto
S&P: in Ue crescente stress sistemico
Merkel: «La decisione di S&P non ci sorprende. Avanti sul patto di bilancio»
S&P taglia 2 livelli rating Italia, 1 Francia, outlook negativo
Merkel, S&P non affossa fondo salvastati
S&P: Spagna e Italia tra piu'vulnerabili
Caserta. Rifiuti, lavoratori ancora senza stipendio
Raccolta ferma da cinque giorni
Blocchi stradali in città: riversi in strada cumuli
di spazzatura. Il prefetto: sciopero mai proclamato
CASERTA — Città sporca, rifiuti in strada, ancora proteste. E il quadro di questi giorni non è destinato a mutare, almeno non in meglio e almeno non in questo fine settimana. Venerdì 13 gennaio il vertice in prefettura - a cui la neo prefetta Carmela Pagano ha voluto partecipare personalmente - tra il Comune di Caserta, rappresentato dal dirigente Carmine Sorbo, i vertici di Caserta Ambiente e le rappresentanze sindacali, non è andato come speravano i lavoratori.
L'accordo raggiunto è che entro martedì 17 gennaio i dipendenti della società concessionaria del servizio rifiuti dovrebbero ottenere almeno lo stipendio relativo al mese di novembre e la tredicesima mensilità. Sullo sfondo, a tenere in scacco Comune e città, restano le difficoltà con la banca responsabile del servizio di tesoreria la quale, secondo le notizie informali giunte ai lavoratori, avrebbe comunicato di poter versare a Caserta Ambiente solo poco più di trecentomila euro. Sorbo, dal canto suo, ha ribadito che nella giornata di mercoledì si è tenuta un'ulteriore riunione tra la Banca e l'organismo straordinario di liquidazione nel corso del quale è stato stabilito che il Comune effettuerà nei confronti del tesoriere altri due mandati; il primo per consentire appunto il pagamento delle spettanze di novembre, il secondo per la tredicesima.
Quanto poi al mese di dicembre (che però come credito matura solo il prossimo 15 del mese), il Comune si è impegnato a versare sul conto della tesoreria, entro 15 giorni, un'ulteriore somma di 450mila euro. «Al momento - ha poi assicurato Sorbo, così come si legge nel verbale della riunione - la Tesoreria sta elaborando i singoli assegni circolari intestati ai lavoratori che saranno esigibili entro lunedì o martedì della prossima settimana». Nel frattempo, le proteste continuano. Venerdì mattina, per il quinto giorno di seguito, i camion della ditta sono stati parcheggiati in piazza Vanvitelli. Gli operai, invece, hanno protestato a macchia di leopardo: in mattinata viale Cappiello e viale Ruggiero sono state assediate dai rifiuti sistemati a mo' di barriera in entrambi gli ingressi delle carreggiate per evitare il transito delle auto; nel pomeriggio nuovo blocco nel rione Vanvitelli. E se gli addetti non sembrano intenzionati a tornare a lavorare prima di aver materialmente incassato gli stipendi, sul punto la Prefettura è stata chiara: senza una regolare indizione dello sciopero, si profila l'interruzione di pubblico servizio.
Di fatto, comunque, la situazione non cambierà fino al prossimo martedì: per oggi, infatti, le rappresentanze sindacali hanno già convocato un'assemblea dei lavoratori sul cantiere. Lunedì e martedì, poi, c'è lo sciopero nazionale della categoria alla quale, ovviamente, aderiranno anche gli addetti casertani. E arriviamo così, senza raccolta, alla nuova scadenza del 17 gennaio. La protesta, peraltro, ieri venerdì 13 gennaio si è incrociata a piazza Vanvitelli con quella dei tassisti contro le liberalizzazioni del governo Monti. E continua a protestare anche l'opposizione. Dopo il Pd che ha chiesto una posizione ferma anche rispetto al rapporto con Caserta Ambiente ed una nuova gara, ieri è intervenuta Idv: «Fermo restando il diritto al lavoro e allo stipendio di ogni lavoratore - ha evidenziato Clementina Ferraiolo -, qui si tratta di una azienda privata che gestisce un servizio essenziale come quello della raccolta dei rifiuti per l'incolumità e la salute pubblica. Può un'azienda privata cui è affidato un appalto del genere comportarsi cosi?».
Antonella Palermo
Napoli. Rifiuti fuori Campania, ora c'è il decreto del governo. Ma è scontro con il Nord
Lunedì il piano regionale in consiglio. Poi il ministro Clini vola a Bruxelles per evitare la maxi-multa della Ue
NAPOLI — L'Italia non si può permettere la multa 516 mila euro al giorno che la Commissione europea potrebbe comminare al Paese per la situazione dei rifiuti in Campania. Lo sa bene Clini e con lui tutto il Consiglio dei ministri, che infatti ha varato un decreto per creare la possibilità di trasferire i rifiuti trattati (e ammassati) negli Stir campani fuori regione in base al solo accordo con i gestori degli impianti che dovrebbero effettuare lo smaltimento. Il provvedimento d'urgenza, valido fino al 31 dicembre, è tagliato ad hoc per avere il tempo di affrontare in maniera decisa e definitiva la questione. E anche per lanciare un segnale a Bruxelles: la risposta alla lettera di messa in mora da parte dei commissari europei dovrà pervenire loro entro lunedì (la scadenza sarebbe stata mezzanotte di domenica), mentre il ministro Corrado Clini si recherà nella capitale belga mercoledì 25 gennaio per «affrontare» il commissario all'Ambiente della Ue Janez Potocnik con una delegazione di Regione, Provincia e Comune di Napoli, probabilmente rappresentato dal sindaco Luigi de Magistris.
Mentre a Napoli ha raccolto i consensi espliciti dei rappresentanti istituzionali, il decreto non è piaciuto affatto al governatore del Piemonte. Il leghista Roberto Cota ha dichiarato: «Sarebbe un atto gravissimo se davvero fosse prevista la possibilità di scaricare i rifiuti di Napoli sulle altre Regioni senza un'intesa con le stesse». Ma certamente non sarà la protesta di Cota a far cambiare idea al governo. Anche perché da Bruxelles arrivano voci poco tranquillizzanti. Joe Hennon, il portavoce di Potocnik, ha annunciato che la risposta dell'Italia dovrà essere «sostanziale e concreta», non una «lettera generica». La Commissione europea vuole «vedere l'azione di breve periodo sul terreno e di lungo periodo essenzialmente volta a risolvere il problema. Dobbiamo sapere come elimineranno i rifiuti che si sono accumulati, quali piani hanno per la raccolta e la differenziazione dei rifiuti e i loro piani per l'infrastruttura, cioè cosa faranno riguardo al riciclaggio, alla conversione dei rifiuti in energia».
Insomma, «dev'essere una risposta ai punti legali che abbiamo sollevato», visto che «l'Italia ha avuto quasi due anni, quindi ci aspettiamo certamente qualcosa di più di un semplice schema di proposta. Anche se non c'è bisogno che sia il piano definitivo in tutti i suoi dettagli». Clini, tuttavia non è pessimista, soprattutto se il piano rifiuti sarà effettivamente approvato in consiglio regionale entro la prossima settimana, come previsto, cosa che gli consentirà di offrire un'esposizione «più razionale» su cosa si intende fare sia sulla differenziata che sugli impianti e gli inceneritori. Lo stesso ministro, però, ha parlato con una punta di amarezza dei rifiuti che vanno per nave in Olanda, dove gli inceneritori ne hanno bisogno perché lì la differenziata ha ridotto approvvigionamento degli impianti dove quindi possiamo spedire i nostri pagando a prezzo relativamente basso: «L'energia prodotta viene rivenduta in rete europea e probabilmente importata in Italia».
Un vero paradosso. Sottolineato dall'esultanza di Eric Sloots, direttore commerciale dell'olandese Avr, che riceve i rifiuti partenopei. Sul sito dell'azienda, Sloots ha dichiarato: «Trattando 50 mila tonnellate di rifiuti di Napoli produrremo abbastanza energia per 35 milioni di docce bollenti».
Angelo Lomonaco
Rifiuti della Campania in Veneto
Il governo taglia fuori la Regione
Approvato (sotto minaccia Ue) il decreto «Salva Napoli». Il ministro: «Scelta obbligata». De Magistris ringrazia, Zaia furioso: «Vittoria dei prepotenti»
VENEZIA — Le domeniche dei negozi. Le concessioni delle spiagge. E adesso, pure i rifiuti di Napoli. Ora, sarà anche un caso, per carità, però ogni volta che mette mano alla penna, e firma un decreto, il governo Monti finisce per far dispetto al Veneto. O meglio, alla Regione Veneto ed al suo governatore. L’ultimo, sempre nel filone «la scampi chi può», si chiama «Salva Napoli» e prevede la possibilità di trasferire al di fuori della Campania (che ancora non ha un Piano rifiuti), e fino alla fine del 2012, la spazzatura che ammorba le strade di Napoli, aggirando il sì politico delle altre Regioni perché sarà sufficiente l’accordo con le società che gestiscono gli inceneritori. Una scelta obbligata, spiega il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che il 25 gennaio incontrerà il commissario europeo Janez Potonick, dal momento che lo Stato rischia di dover pagare altrimenti «una multa da 500 mila euro al giorno che durerà fino a quando non si risolverà l’emergenza». Gli euro, in realtà, sarebbero 516 mila ma poco cambia, la sostanza è che ormai l’Italia agisce solo sotto minaccia ed ogni due per tre deve fare i conti con un ordine dell’Unione Europea. Che non dà vie di scampo.
In questo caso, si tratta di presentare entro domani un dossier convincente a Bruxelles. Fermi i controlli ambientali sul ciclo dei rifiuti, il decreto equipara gli scarti lavorati dagli stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio (gli Stir) a quelli «speciali», così che, come quest’ultimi, possano essere spediti fuori regione, cosa prima vietata. Secondo un indiscrezione apparsa ieri su Il Giornale, il provvedimento «non comporterà oneri per la finanza pubblica dal momento che i costi di queste operazioni sarebbero posti a carico della tariffa provinciale». Soddisfatto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris («Si va nella direzione giusta, ora potremo lavorare con maggior tranquillità »),meno il governatore del Veneto Luca Zaia, da sempre contrario all’arrivo della monnezza campana: «Questo decreto è un regalo al centralismo e all’inefficienza e pone una pietra tombale su ogni ipotesi di riforma federale dello Stato. Se le Regioni virtuose dovranno farsi carico, ancora una volta, delle inefficienze, degli sprechi, del disordine degli altri, non solo verrebbe meno il principio di uno Stato responsabilemala daremmo vinta ai prepotenti».
Qualcuno penserà: sarebbe meglio attendere l’arrivo dei camion, prima di partire lancia in resta. Il punto è che alcuni termovalorizzatori veneti, in passato, già si erano detti pronti a «fare la loro parte». Parola dei tecnici, attenti alla saturazione delle linee, all’efficienza dell’impianto, al business e alle tariffe, che stridono però alle orecchie della politica, che non vuol vedere i suoi collegi elettorali ridotti a discarica di Napoli. Per dire, a Padova i rifiuti di Napoli già sono arrivati: 2.106 tonnellate, tra marzo e aprile. Ma erano «speciali» dunque nulla di strano. Anche Rovigo si era detta interessata e pure Fusina, con l’amministratore Adriano Tolomei, anche se ora il direttore Andrea Razzini frena: «Decideranno i nostri azionisti, i Comuni. Ma noi siamo piccoli, il nostro bacino è provinciale. Penso che questa nuova possibilità data dal governo verrà sfruttata soprattutto dagli impianti più grandi, alle prese con la crisi: meno consumi, meno rifiuti. E le linee, in qualche modo, si devono pur riempire».
Marco Bonet
S&P: in Ue crescente stress sistemico
Paesi colpiti dagli stessi fenomeni, soprattutto politici
14 gennaio, 12:23
(ANSA) - ROMA, 14 GEN - Per Standard & Poor's c'e' un ''crescente stress sistemico'' nell'area Euro e le diagnosi di chi governa non hanno ''completamente fatto centro''. Lo afferma il direttore generale per i debiti sovrani dell'agenzia, John Chambers. ''Secondo noi e' piu' un problema esterno che un problema fiscale'', ha detto Chambers in un'intervista a Bloomberg Tv, sottolineando che i Paesi ''sono tutti colpiti dagli stessi fenomeni, che sono soprattutto politici''.
Merkel: «La decisione di S&P non ci sorprende. Avanti sul patto di bilancio»
Andremo avanti sulla strada del patto di bilancio. Lo ha confermato la cancelliera Angela Merkel, a Kiel, poche ore dopo che S&P's ha declassato nove paesi europei, fra cui Francia e Italia. «La decisione di S&P non ci ha completamente sorpreso» ha detto ancora la cancelliera secondo cui, per recuperare la fiducia degli investitori, è necessario mettere velocemente in funzione il meccanismo Esm. Il meccanismo europeo di stabilità dovrebbe essere operativo nella seconda metà del 2012 con una capacità di 500 miliardi di euro, a disposizione dei Paesi in difficoltà finanziaria.
S&P taglia 2 livelli rating Italia, 1 Francia, outlook negativo
sabato 14 gennaio 2012 13:54
FRANCOFORTE (Reuters) - Standard and Poor's ha annunciato ufficialmente di aver ridotto il rating sovrano dell'Italia di due livelli portandolo a 'BBB+' da 'A'. L'outlook sul merito di credito è negativo.
L'Italia scende così, secondo Standard & Poor's, all'ottavo dei dieci livelli 'investment grade'.
Il declassamento dell'Italia avviene nel contesto di una revisione generale del merito di credito dei paesi della zona euro, che porta al taglio di due livelli anche per il rating di Spagna, Portogallo e Cipro, tutti con outlook negativo.
Declassate, ma di un solo livello, anche Francia, Austria, Malta, Slovacchia e Slovenia, anch'esse con outlook negativo tranne la Slovacchia. Francia e Austria, in particolare, perdono la 'tripla A' per scendere ad 'AA+'.
Confermato, invece, il merito di credito più elevato per la Germania, con outlook stabile. Non vengono modificati nemmeno i rating di Belgio, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi, che hanno però tutti outlook negativo.
I rating della zona euro erano stati messi sotto analisi da S&P lo scorso 5 dicembre, prima del vertice europeo del 9 dicembre che aveva stilato un accordo per una più stringente politica fiscale, ora in via di definizione.
Secondo l'agenzia di rating, "l'esito del vertice del 9 dicembre e le dichiarazioni successive da parte dei politici, ci portano a credere che l'accordo raggiunto non abbia prodotto un cambiamento di portata sufficiente ad affrontare i problemi finanziari della zona euro. L'accordo politico non fornisce risorse addizionali sufficienti o flessibilità operativa, tali da rafforzare le operazioni di salvataggio europee, e non amplia abbastanza il supporto per quei debiti sovrani della zona euro soggetti a pressioni di mercato che si sono fatte più intense".
S&P ritiene che le azioni prese finora dai governanti europei possano non bastare ad affrontare diverse fonti di pressione sistemica che includono il restringimento del credito, un aumento del premio al rischio per un crescente numero di emittenti sovrani della zona euro, lo sforzo tanto dei governi quanto delle famiglie di ridurre il proprio indebitamento, l'indebolimento delle prospettive di crescita e, da ultimo, il dibattito continuo tra le autorità europee sull'approccio con cui affrontare le sfide.
"Crediamo che un processo di riforma basato solamente sul pilastro dell'austerità di bilancio rischi di diventare autolesionista, dal momento che la domanda interna si ridurrebbe a seguito delle crescenti preoccupazioni dei consumatori riguardo alla sicurezza dell'occupazione e ai redditi disponibili, erodendo il gettito fiscale", si legge nel comunicato stampa che ha confermato le indiscrezioni circolate già nel pomeriggio di oggi.
Merkel, S&P non affossa fondo salvastati
Esm indipendente, riusciremo a convincere agenzie rating
14 gennaio, 15:09
(ANSA) - ROMA, 14 GEN - Il downgrade di Standard & Poor's non affossera' il Fondo salva-stati temporaneo Efsf. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, aggiungendo anche che ''serve velocemente il fondo Esm (il fondo permanente che sostituira' l'Efsf, ndr.) che sara' indipendente da questi giudizi''. La Cancelliera ha aggiunto che ''la strada per ristabilire la fiducia degli investitori e' ancora molto lunga ma riusciremo a convincere le agenzie di rating''.
S&P: Spagna e Italia tra piu'vulnerabili
Rifinanziamento due Paesi oltre la portata del Fondo Efsf
14 gennaio, 16:58
(ANSA) - ROMA, 14 GEN - Spagna e Italia sono tra i Paesi piu' vulnerabili ai rischi sistemici, con la possibilita' di un ''immediato peggioramento'' della situazione economica. E' quanto dichiara Moritz Kraemer, managing director di S&P per il debito sovrano dell'Europa, nel corso della conference call a commento delle decisioni del rating. Il rifinanziamento di Spagna e Italia e' ''oltre la portata del fondo Efsf'', ha aggiunto l'analista.
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