domenica 15 gennaio 2012

Federali_sera_15.1.12. Paolo Brera: Siamo al punto che un bambino tedesco se rompe il salvadanaio può comprarsi la maggioranza di una banca italiana. Be', forse ho un po' esagerato, ma insomma ci siamo capiti. La stessa situazione vale praticamente per l'intero listino, non solo per le banche.

Puglia, 31mln  per il solare su 53 scuole
Monfalcone, oltrepadania. E a Monfalcone si riparla di un’opera off-shore
Verona, padania. Arriva un'onda di ribassi sul settore lattiero-caseario. In calo pure gli oli di oliva
Verona, padania. Le banche italiane in pericolo
Merkel, Italia convincera' i mercati



Puglia, 31mln  per il solare su 53 scuole
Giuseppe Armenise
Il presidente della Regione, Nichi Vendola lancia la Puglia del 20-20 e si arrischia a immaginare che entro il 2020, «un tetto per l’energia solare in testa ad ogni ospedale, ogni scuola, ogni municipio, ogni parcheggio della nostra regione». Intanto si parte con i 31,7 milioni (37,6 se si aggiunge l’obbligatoria quota di cofinanziamento da parte dei Comuni beneficiari dei fondi) che da ieri, stante la firma dei disciplinari tra Vendola e gli amministratori locali, sono a disposizione di 53 amministrazioni municipali e una provinciale per fermare lo spreco di energia in 53 edifici scolastici, dieci palazzi municipali e un mercato ortofrutticolo. «Oggi noi - ha commentato Vendola, che ha incontrato gli amministratori locali insieme alla sua vice e assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone - firmando questi disciplinari cominciamo una nuova rivoluzione».
Entro un anno, le scuole e gli uffici interessati alla misura dovranno essere rimessi a nuovo, con un nuovo cappotto che eviti lo spreco di energia (calore e energia elettrica). I tempi stretti, ha detto Vendola, non sono prorogabili. Adesso, entro 150 giorni, dovranno partire gli appalti, nei successivi 130 dovranno materialmente essere avviati i lavori. Intanto, per vedersi accreditati i soldi, basterà presentare uno studio di fattibilità entro 75 giorni da ieri, data della firma del disciplinare con la Regione.
le risorse sono così suddivise: ai 12 comuni dell’area vasta «Metropoli Terra di Bari» sono stati assegnati 7,8 milioni; ai 4 dell’area vasta Brindisina, 4,6 milioni; ai 12 del «Salento 2020» più di 4,9 milioni, ai 4 della «Valle d’Itria» 3,9; ai 10 della «Lecce 2005-2015» 5 milioni; agli 11 di quella «Tarantina» oltre 5,3 milioni. A seconda delle situazioni saranno realizzati interventi edilizi (con materiali ecosostenibili) e migliorati gli impianti termici procedendo a sostituire le caldaie, a modificare la copertura dei tetti, all’isolamento acustico e termico, all’impiego di infissi a taglio termico ed all’uso di fonti rinnovabili.
I Comuni avranno la possibilità di recuperare le risorse del cofinanziamento cedendo i tetti e le altre aree pubbliche in locazione per 20 anni agli operatori del settore energie rinnovabili iscritti nell’albo regionale dei locatari, che potranno prendere in affitto le aree solo per installare impianti di energie rinnovabili.
«Per noi – è il commento della Capone – risparmiare energia è il primo passo per “produrre” energia. Per questo aggiungiamo un tassello fondamentale ad uno dei capisaldi di questo governo regionale. Le nostre politiche infatti oltre a promuovere la diffusione delle rinnovabili anche per l’autoconsumo, si occupano attivamente di rendere più efficienti gli edifici sotto il profilo energetico. La promozione del risparmio energetico e dell’impiego di energia solare nell’edilizia pubblica non residenziale è un’azione alla quale abbiamo assegnato in tutto 110milioni di euro, un investimento rilevante che ci permetterà di continuare a spingere lo spostamento dei pannelli dai campi ai tetti».

Monfalcone, oltrepadania. E a Monfalcone si riparla di un’opera off-shore
È l’effetto dell’alleanza Fincantieri-Ansaldo. Ma il sindaco frena: è solo un patto tecnologico
Mentre a Trieste tiene banco la proposta Gas Natural, a Monfalcone la nuova alleanza Fincantieri-Ansaldo suscita interesse e consenso. Ma da qui, sulla realizzazione di un rigassificatore off-shore, che andrebbe a ricadere nel Golfo di Trieste, e magari si andrebbe ad aggiungere a quello interrato di Zaule, si fanno avanti fin da Monfalcone certi interrogativi.
Così se da Confindustria Gorizia il presidente uscente Gianfranco Di Bert parla di un progetto «da tenere assolutamente in considerazione», il sindaco Silvia Altran, definendo comunque positiva la collaborazione tra le due aziende, osserva: «La realizzazione di un impianto off-shore al largo di Monfalcone è una partita ancora tutta da giocare. Non c’è alcuna ipotesi in tal senso. A quanto mi consta, si tratta piuttosto di mettere a disposizione tecnologie e capacità produttive per costruire impianti di questo genere». Umberto Brusciano, della Cisl, guarda con attenzione all’alleanza tra Fincantieri e Ansaldo ritenendo «importante la ricerca di nuove nicchie di mercato, nel perseguire la diversificazione produttiva e la creazione di nuova occupazione».
Il presidente locale del Wwf, Claudio Siniscalchi, mantiene prudenza: «Siamo già impegnati nella battaglia contro altri progetti. La nostra posizione è sempre stata chiara, considerando l’impatto ambientale e le ripercussioni sull’attività di pesca e sul turismo. Sul piano in questione, al momento è difficile esprimere un giudizio. Bisogna capire l’effettiva collocazione dell’impianto e la specifica tipologia».
Siniscalchi osserva, a proposito del progetto Snam che fu cancellato da Monfalcone con il referendum popolare: «Parte dell’area che era stata destinata al rigassificatore è attualmente classificata come Sito di interesse comunitario (Sic), un ulteriore elemento che ci ha dato ragione».
Michele Tonzar, di Legambiente, attende ragguagli: «Non si capisce se il progetto sia una sovrapposizione rispetto ad altri impianti previsti e in fase avanzata nel Golfo di Trieste, per la quale non avrebbe senso un’ulteriore proposta. A fine dicembre, inoltre, Russia e Turchia hanno siglato un accordo per il passaggio del gasdotto South Stream, per la fornitura di enormi quantità di prodotto. Non siamo contrari a priori alla diversificazione degli approvigionamenti, ma è necessaria un’analisi complessiva del fabbisogno energetico e di gas, alla luce della critica situazione economica globale».

Verona, padania. Arriva un'onda di ribassi sul settore lattiero-caseario. In calo pure gli oli di oliva
15/01/2012
Le Borse merci hanno ripreso ad operare dappertutto con assestamento delle variazioni cumulate dai listini durante le chiusure e operatività per le festività. Concertazioni alle volte concordanti altre sparigliate nel contesto interconnesso globalizzato delle più rappresentative soft commodities compravendite all'origine. A Chicago e Parigi riferimento primario, nella settimana appena trascorsa, come nella prima dell'anno, in avvio le mercuriali hanno segnato consistenti aumenti nelle sedute giornaliere successive diminuzioni e qualche piccolo isolato aumento. Al di là dell'Oceano quotazioni in picchiata suscitata dal rapporto mensile dell'Usda sugli investimenti, raccolti, consumi, scorte, in contemporanea di andamenti climatici al momento siccitosi in Argentina, Brasile e Ucraina grandi produttori ed esportatori. Giovedì future marzo, i semi di soia dopo tre sedute negative sono arretrati a 1.178 cent bushel da 60 libbre, riso grezzo alternando crescita e calo è sceso a 14,37 dollari C.W.T. kg. 50,802, frumento tenero e mais in un colpo ceduto quasi il 6% sono retrocessi a 605 e 611,50 cent bushel da 60 e 56 libbre, kg. 27,2 e 25,4, quotazioni ricorrenti nella seconda decade di dicembre. Oltr'Alpe, riferimento Euronext, grano tenero e mais future marzo in sintonia con Chicago giovedì in calo si sono fermati a 194 e 199,50 euro ton. Matif. Venerdì andamenti divergenti: Chicago cali guidati da mais, Parigi recuperi maggiori di grano e a ruota mais. A Verona e nel territorio sedute settimanali autonome andamenti ravvicinati, alle volte discordanti, contrapposti. Cereali. Differenziati. Settore risicolo. Stazionari riconfermati Arborio, Carnaroli e Vialone Nano che a Mantova ha quotato 435-460 il risone in calo e avvinato ai 425-460 euro ton. di Verona. Frumenti teneri rivalutazioni a tutto campo: varietà 3 e 4, fino e buono mercantile saliti a 213-215 e 209-210 euro ton., estero p.s. più 17 euro a 215-216, americani più 10 Manitova 2 a 338-340 Northern Spring 337-340 rinfusa porti di sbarco. Tutti a Milano, Bologna, Torino pressoché stazionari come a Mantova. Granoturco ibrido farinoso base 14% di umidità nostrano più 10 euro a 193-194 base Verona, estero più 6 a 196-198 rinfusa arrivo. Nazionale a Milano salito a 198,5-199,5 ton., Bologna 201-202, Torino fermo a 196-197, a Mantova pressoché stazionario a 193-195. Orzi vestiti. In loco assente nazionale a Bologna fermo a 213-216 euro ton. rinfusa arrivo, p.s. 62/64, Milano p.s. 59/62 invariato a 226-228; Mantova stazionari Estero a Verona più 8 euro a 226-228 arrivo rinfusa. Mangimi uso zootecnico. Aggregati composito, diviso, differenziato tra conferme, aumenti e ribassi. In sintesi: cruscami di frumento meno 3 euro ton., farinaccio, tra i derivati del mais più 10 euro spezzati e farinetta a 254-255 e 173-175 più 2 e 5 semola glutinata e panello da mulino a 174-175 e 280-285 rinfusa arrivo; tra farine di estrazione ferme colza - ravizzone e girasole integrale nazionale più 2 estera a 162-165, gruppo soia normali, proteiche nazionali ed estere su da 8 a 18 euro tonnellata. Origine animale ribassi generali: meno 30 euro farina di pesce estera a 1.070-1.075 ton. rinfusa, meno 40 grassi min. 2 e 3% a 665-667 e 655-657, meno 45 min. 1% suino a 740-743 arrivo. Invariati sottoprodotti del riso, fieni e paglia imballati, polpe di bietole e melassa di canna, nonché gruppo farine vegetali disidratate di erba medica e fieno di prato polifita. Lattiero caseari. Andata, sventagliata di ribassi ed assolute conferme. Formaggi. Fermi grana padano stagionato 15 e 12 mesi, meno 5 cent il 10 a 8,05-8,15 euro chilo, meno 2 cent provolone valpadana merce fresca a 4,51-4,54 stagionato oltre 3 mesi 4,69-4,74, meno 5 cent il Monte Veronese d.o.p. vecchioa 8,07-8,37, mezzano 6,82-6,92, d'allevo fresco e a latte intero 6,07-6,17 e 5,69-5,72, tutti franco caseificio o magazzino di stagionatura pronta consegna e pagamento. Latte spot ribassi differenziati: crudo nazionale a 400-410 euro ton., estero proveniente Germania Austria 350-355, magro pastorizzato 195-200, panna di centrifuga 1.700-1.750 tutti cisterna arrivo. Sieri di latte riconfermati. Produzioni oleose divise differenziate. Semi di soia attivi più 17 euro nazionali a 361-365 ton., più 10 integrali tostati convenzionali a 383-385, ogm 373-375, semi cotone meno 2 a 280-287 arrivo. Germe di granoturco più 4 a 260-266 franco oleificio. Oli di semi. Poche conferme e molti aumenti: fermi grezzo e raffinato di mais, più 30 e 35 i soia convenzionali a 980-985 O.G.M., 955-965, raffinati 1.040-1.045 e 1.015-1.020; più 25 grezzo di palma a 880-885, più 20 raffinati di arachide e girasole a 1.900-1.920 e 1.015-1.030; più 30 semi vari a 1.040-1.045 tutti tonnellata, grezzi partenza, raffinati arrivo. Produzioni olivicole. Atte a extra vergine, olive di produzione italiana più 5 cent a 0,50-0,54 euro chilo. Olio extravergine. Riconfermati 9,00-10,00 e 9,50-10,50 euro chilo sfusi extravergine d.o.p. del Veneto Valpolicella e Garda Orientale, meno 22 cent l'italiano a 2,40-2,80; meno 5 e 7 provenienti Spagna e Grecia a 1,90-2,01 e 2,20-2,30. Rettificati di oliva e sansa meno 3 e 5 cent a 1,75-1,80 e 1,15-1,17 euro chilo. Animali vivi. Assestamenti aggiornamenti in contesti differenziati.
 Antonio Cramer

Verona, padania. Le banche italiane in pericolo
15/01/2012
In Borsa, le banche del nostro Paese stanno facendo una pietosa figura da un paio d'anni: i prezzi continuano a scendere e la capitalizzazione è ormai ridotta ai minimi termini. Per esempio, Unicredit «vale» oggi in Borsa poco più di cinque miliardi di euro, meno della sua controllata polacca PeKaO. Tutto il resto, per esprimerci in modo terra terra, «viene via per niente». Chi vuole il controllo di Unicredit, dunque, deve solo racimolare un quattro miliardi di euro, lanciare un'Opa e aspettare fiducioso. L'artigiano all'angolo non lo può fare, e neppure uno dei nostri piccoli imprenditori oberati di tasse. Ma il mondo è pieno di gente che tanto denaro così ce l'ha. Siamo al punto che un bambino tedesco se rompe il salvadanaio può comprarsi la maggioranza di una banca italiana. Be', forse ho un po' esagerato, ma insomma ci siamo capiti. La stessa situazione vale praticamente per l'intero listino, non solo per le banche. Titoli come Falck Renewables, per esempio: un produttore di energie rinnovabili mentre il barile è sopra i cento dollari; con una politica di espansione; finanziariamente prudente… eppure in Borsa il titolo vale meno della metà rispetto a un anno fa (disclosure: chi scrive possiede 62.000 azioni). Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Ma nel caso delle banche, lo smottamento è più ampio e più diretto, e totalmente artificiale. Deriva dall'obbligo ad esse imposto di esporre in bilancio al prezzo di mercato i titoli che posseggono. Anche quelli sicuri, che la banca potrebbe tranquillamente tenere fino alla scadenza, incassando il valore pieno. Le nostre banche hanno molti titoli pubblici italiani. Questi titoli si sono deprezzati parecchio per l'inquietudine sul rischio sovrano del nostro Paese. Di conseguenza anche le banche italiane sembrano nei guai. Sono obbligate a ricapitalizzare, ma intanto le azioni si scambiano a prezzi sempre più bassi e c'è il rischio di assistere a tanti takeover. La manovra Monti e i negoziati a livello europeo possono iniziare a cambiare le cose. Ma la sottovalutazione dell'intero nostro settore creditizio è un problema per l'economia nazionale, che ha bisogno del credito come un essere umano del pane. I banchieri in genere sono furfanti (mi scusino quei tre o quattro che invece sono gente per bene), ma i furfanti italiani sappiamo come prenderli, quelli esteri no. L'Italia non deve svendere le sue banche con la scusa del mercato. Paolo Brera rerumscriptor@yahoo.fr

Merkel, Italia convincera' i mercati
Investitori riconosceranno misure adottate con Spagna
15 gennaio, 12:49
(ANSA) - ROMA, 15 GEN - Gli investitori riconosceranno le riforme adottate da Italia e Spagna. Le misure prese sul fronte della riduzione del debito dai due Governi ''convinceranno i mercati nel medio termine''. Lo ha detto, secondo quanto riporta Bloomberg, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, in un'intervista alla radio Deutschlandfunk.

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