LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Più giovani inoccupati: per 28 ragazzi su cento non c’è lavoro né studio
Gli Usa hanno tre agenzie di rating, la Cina una e l'Europa nessuna (finora)
Efsf, garanzie Germania sufficienti
Bce, nuovo record depositi banche
TICINO. Frontalierato: "Il contingentamento non può più attendere"
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Più giovani inoccupati: per 28 ragazzi su cento non c’è lavoro né studio
16.01.2012
CAGLIARI. Aumenta in Sardegna il numero degli inoccupati. Si allarga la fascia della generazione «Neet», quelle persone che non lavorano e non sono impegnate nello studio e nella formazione. Lo conferma un’indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavoro per Bankitalia e ministero del Welfare. In Sardegna il 28 per cento dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 non studia e non lavora. Un dato che mette i brividi: i ventenni che proseguono gli studi dopo il diploma sono solo 18 su cento. In Italia la fascia dei «Neet» è passata dai due milioni del 2008 a 2,3 milioni con un balzo percentuale del 3,4%. L’indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavoro traccia un quadro molto cupo. Perché gli inattivi non cercano più lavoro? Alla domanda 21 su 100 rispondono che ritengono di non riuscire a trovare un’occupazione; il 20% manifesta motivi familiari legati alla gestione della famiglia; il 13 per cento si rifà alla criticità del territorio in cui abita. Il fenomeno non è collegabile direttamente alla pur gravissima crisi ma investe caratteri sociali molto forti. Eppure la stessa indagine rivela che ci sono alcune figure professionali introvabili da parte delle imprese: informatici, idraulici, personale sanitario, ingegneri meccanici, cuochi. Tanto introvabili che i lavoratori stranieri sono aumentati dell’83%. E le imprese sono costrette (nel 35% dei casi secondo l’indagine), ad assumere una figura con un profilo simile a quello ricercato.
Gli Usa hanno tre agenzie di rating, la Cina una e l'Europa nessuna (finora)
A due giorni di distanza dalla clamoroso maxi-taglio ai raging del'Ue di S&Poor's - che si discosta pienamente dalla decisione della "sorella" Fitch che solo pochi giorni prima ha indicato che la Tripla A della Francia è al sicuro almeno per tutto il 2012 - crescono le polemiche sul perché in Europa non esista un'agenzia di rating, con Paesi in balia dei giudizi operati da agenzie di rating che sia nel caso delle statunitensi Moody's, Fitch e S&Poor's che della cinese Dagong provengono da latitudini lontane.
Lo ha ricordato questa mattina ai microfoni di Radio24 lo stesso Romano Prodi: «Il problema è serio. Ci sono tre agenzie di rating che hanno azionisti precisi e rispondono ad un ambiente e a un clima ben preciso dominando i nostri mercati finanziari con i loro giudizi sugli Stati e sulle imprese. E non c'è un'azione per bilanciare e pareggiare questa influenza. Credo che i rimedi ci siano. Primo, aprire il mercato, che qualche struttura europea o cinese o turca si mettano sul mercato, ma sopratutto occorre che strutture soprannazionali, cominciando dal Fondo Monetario Internazionale si rendano conto che non possiamo lasciare i voti soltanto a 3 agenzie-imprese».
Ma l'ex presidente del Consiglio non è l'unico a spingere l'Europa ad autodotarsi di un'agenzia di rating. Gianni Pittella (Pd), vicepresidente vicario del Parlamento europero: «Cosa deve ancora accadere per svegliare i governi europei e indurli a correggere una linea sbagliata, fondata solo sull'austerità e infiocchettata da annunci volti solo a tranquillizzare qualche opinione pubblica nazionale?. «Il Consiglio e la Commissione sposino la posizione del Parlamento europeo che chiede l'istituzione di un'agenzia di rating indipendente pubblica della Ue, di affidare il rating dei debiti sovrani alla Corte dei conti europea e di sanzionare i giudizi sbagliati, ma nel contempo occorrono altre risposte: la liquidità messa a disposizione dalla Bce deve essere utilizzata dalle banche per il credito alle famiglie e alle imprese, si raddoppi immediatamente il fondo salva-stati, si introduca la tassazione sulle rendite finanziarie, si emettano project bon per i grandi progetti di modernizzazione delle reti virtuali e infrastrutturali».
Durissimo il commento del deputato del Pdl, Guido Crossetto: «Con le agenzie di rating purtroppo vale lo stesso ragionamento della mafia: o si china la testa e si paga il pizzo per sopravvivere, o si combattono cercando di distruggerle sostituendo il loro potere con quello degli stati sovrani».
A cui fa eco Michele Scandroglio (Pdl): «Fino a che le agenzie di rating effettuano un servizio pubblico, pur essendo società private e quotate in Borsa, occorre che di loro si sappia tutto e che siano messe in condizioni di non incorrere in errore per rispetto ai Paesi e ancora di più ai Popoli che con una loro parola possono ridurre sul lastrico. Il caso Parmalat è un pessimo esempio del comportamento di S&P. Non credo sia un caso isolato nel mondo».
Efsf, garanzie Germania sufficienti
Pari a 211 miliardi di euro, le garanzie messe a disposizione del fondo salva-Stati della zona euro Efsf da parte della Germania sono sufficienti. Lo dice il ministro delle Finanze Wolgang Schaeuble dopo la bocciatura del rating di nove paesi dell'unione monetaria da parte di Standard & Poor's venerdì sera.
"Sono sufficienti. I capi di Stato e di governo hanno deciso che venga sostituito già quest'anno dal fondo permanente Esm" dichiara all'emittente radio Deutschlandfunk. "Per quanto riguarda i compiti Efsf nell'arco dei prossimi mesi l'ammontare delle garanzie è ampiamente sufficiente" aggiunge, riferendosi ai timori che per mantenere il rating di tripla A con S&P il fondo debbaottenere un incremento delle garanzie da parte dei paesi a rating più elevato o ridurre le facoltà di raccolta. Passando al tema Grecia, il ministro invita gli investitori privati a non mettere a repentaglio l'obiettivo di rendere sostenibile ildebito pubblico ellenico avanzando richieste troppo elevate.
Bce, nuovo record depositi banche
Nuovo record per i depositi a un giorno delle banche di eurozona presso la Bce: venerdì sera i depositi overnight hanno superato i 490 miliardi, a quota 493,3 da 489,9 miliardi del giorno prima. È il livello più alto dall'introduzione dell'euro. I prestiti overnight sono aumentati a 2,4 miliardi da 1,5 miliardi precedenti.
TICINO. Frontalierato: "Il contingentamento non può più attendere"
Esplodono le notifiche di lavoro di breve durata
LUGANO - Nei primi nove mesi dello scorso anno, in Ticino le notifiche di lavoro di breve durata (meno di 90 giorni) da parte di artigiani, distaccati, padroncini UE (la stragrande maggioranza italiani) sono state oltre 15'200, ovvero 2500 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
"Simili cifre sono, a non averne dubbio, allarmanti - spiega il Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri -: riportate sull’arco di 12 mesi significano infatti che, nel 2011, le notifiche sono state circa 20mila, ossia quasi il triplo rispetto a pochi anni fa, quando ancora si navigava sulle 7000-8000. Le previsioni avanzate dalla Lega dei Ticinesi in tempi non sospetti si sono dunque puntualmente avverate".
Secondo QUadri inoltre l’evoluzione dell’economia del nostro Cantone "non giustifica affatto una tale esplosione, legata tra l’altro all’estrema facilità con cui si permette ad artigiani e ditte d’Oltreconfine di lavorare in Ticino, mentre, quando si tratta di svolgere il percorso in senso inverso, nella Vicina Penisola vengono applicati ben altri parametri".
A queste 20mila notifiche annue vanno poi aggiunti i 52mila frontalieri in continuo aumento, specialmente negli uffici. Il tutto mentre, prosegue il consigliere leghista, "il tasso ufficiale di disoccupazione in Ticino è tornato a salire al 5.1%. E questo malgrado la rilevante opera di cosmesi statistica effettuata con la riforma LADI entrata in vigore lo scorso primo aprile, la quale ha fatto sparire dai dati ufficiali della disoccupazione numerosi senza lavoro".
Per Quadri le 15'200 notifiche nei primi 9 mesi del 2011 "rappresentano un’evidente distorsione del mercato del lavoro, davanti alla quale si impongono dei provvedimenti, leggi come l’introduzione di contingenti". Secondo il leghista infine sarebbe necessario poter disporre quanto prima "non solo del numero delle notifiche insinuate in Ticino nell’intero anno 2011 da parte di artigiani, ditte, ecc d’Oltreconfine, ma occorre pure conoscere a quante giornate lavorative dette notifiche corrispondono, così da poter quantificare, almeno in maniera approssimativa, le centinaia di milioni di Fr andati persi all’economia locale a vantaggio di operatori d’oltreconfine".
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