Napoli. Lupo: servono magistrati più preparati e autonomi
Bozen, oltrepadania. Governo: Brugger (svp), il nostro no non è incondizionato
Inflazione: Istat conferma, a dicembre al 3,3%
Fisco, nei primi 11 mesi gettito in crescita
Crisi: Moody's, Francia mantiene tripla A. Outlook ancora sotto esame
Federazione Russa. Il benessere spinge i consumi
Napoli. Lupo: servono magistrati più preparati e autonomi
Da Napoli l'appello del presidente della Cassazione
«S'è abbassato il livello minimale di competenza»
NAPOLI — La magistratura deve fare i conti con due paradossi: uno tecnico e l'altro professionale. Lo ha detto il presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo partecipando alla presentazione dell'ultimo libro di Luigi Labruna (Politica e magistratura a Napoli, Editoriale scientifica) sabato 14 gennaio nell'affollatissima aula Pessina dell'università Federico II.
Il primo paradosso consiste nel fatto che proprio quando, per effetto della globalizzazione e della complessità sociale, ci sarebbe bisogno del livello massimo di capacità tecnica, si registra invece un abbassamento del livello «minimale» di competenza del magistrato. Un abbassamento della competenza «minimale» di accesso alla professione che è, tra l'altro, dovuto a regole di selezione molto meno efficaci di quando, ha detto Lupo, «mio padre faceva il magistrato», epoca in cui i pm erano sottoposti a un tirocinio lungo e ricco di esercitazioni pratiche, tra cui la scrittura delle sentenze.
Il secondo paradosso consiste, invece, nel fatto che proprio quando si è chiamati a manifestare il massimo grado di autonomia e indipendenza, la magistratura, sociologicamente parlando, risulta molto più coinvolta nell'azione politica. Cresce a dismisura, infatti, il numero dei magistrati eletti in parlamento o cooptati in giunte amministrative e attività di partito. Tutto questo, ha concluso preoccupato il presidente della Cassazione, deve indurci a riflessioni molto serie. E tanto per cominciare, bisognerebbe chiedersi come può un magistrato, formatosi nel culto e nella disciplina dell'essere super partes, sentire, dentro di sé, il bisogno di parteggiare in politica.
Inutile dire che in premessa il presidente Lupo aveva ricordato gli anni difficili appena attraversati dalla magistratura italiana e i ripetuti attacchi a cui essa è stata sottoposta. Ciò nonostante, il dato con cui misurarsi è quello appena descritto. Dato che è stato immediatamente ripreso e rilanciato nel dibattito. Tra l'altro, Napoli è pur sempre la città che ha per sindaco un ex pm e per assessore un pm ancora nei ruoli della magistratura. Ed è la città, ha sottolineato in apertura del confronto il presidente della corte d'appello Antonio Buonajuto, «lungamente mortificata da miserie urbane e politiche». Sostenere che un magistrato che entra in politica non può tornare ad indossare la toga, ha detto il costituzionalista Massimo Villone, non è più sufficiente. È bene che il magistrato che vuole darsi alla politica lo faccia lontano dalla città in cui ha esercitato, che si prepari a vivere, insomma, una condizione «da esportazione».
Ed è significativo che, pur richiamandosi al particolare contesto napoletano, anche il procuratore reggente Alessandro Pennasilico abbia rilevato la necessità di una maggiore lettura critica di passaggi troppo rapidi, nella stessa città, dagli uffici della Procura a quelli della giunta comunale. Esplicito il riferimento al caso Narducci, ora assessore di de Magistris. Sul perché oggi più di ieri si dilati il ruolo della magistratura e davvero centrale diventi la questione dei due paradossi posti da Lupo, è invece intervenuto il filosofo Biagio de Giovanni. In realtà, ha detto, oggi il primato della legge è in caduta libera, c'è maggiore concorrenza tra gli ordinamenti, sono in crisi i controlli di legittimità e tutto questo dilata il ruolo della interpretazione giuridica. Siamo in piena «giuridicizzazione della politica», che poi altro non è che l'anticamera della «politicizzazione della giustizia».
Un simile processo, apparentemente solo astratto e teorico, si avverte eccome all'interno delle Procure. E la conferma c'era stata poco prima con la testimonianza del nuovo procuratore generale Vincenzo Martusciello, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei pm. Martusciello ha rivelato di aver più volte «censurato, convocato e esortato» i pm, per ribadire sempre lo stesso concetto, e cioè che «noi giudichiamo, ma siamo a nostra volta giudicati dalle parti, dagli avvocati e dall'opinione pubblica». Dentro tanta crescente conflittualità, ha detto Martusciello, è però possibile intravedere un barlume di speranza, perché anche i pm più «esuberanti» hanno poi tenuto conto delle osservazioni. Il dibattito, aperto dal preside di Giurisprudenza Lucio de Giovanni e a cui ha partecipato anche l'avvocato Arturo Frojo, è stato quindi concluso del professor Giovanni Verde, ex vice presidente del Csm. Il quale, leggendo alcuni passi del libro di Labruna, ha ricordato di quanti lacci e lacciuoli soffra il nostro sistema giudiziario e di quante riforme concrete, e non già di pure discussioni sui massimi sistemi, esso necessiti.
Marco Demarco
Bozen, oltrepadania. Governo: Brugger (svp), il nostro no non è incondizionato
Brugger annuncia che ai primi di febbraio il premier dovrebbe incontrare i governatori dell'Alto Adige e del Trentino, Luis Durnwalder e Lorenzo Della
BOLZANO. "Il nostro no al governo Monti non è incondizionato, anzi. Noi chiediamo semplicemente il rispetto delle leggi e degli accordi sui rapporti tra Stato e la Provincia autonoma di Bolzano". Lo ha detto il deputato Svp, Siegfried Brugger, in vista delle prossime votazioni in parlamento. A dicembre la Svp aveva votato contro la fiducia sulla manovra.
"Sappiamo tutti - afferma - che ognuno in Italia deve fare sacrifici e condividiamo molti provvedimenti del governo che però, ripeto, deve rispettare le leggi e gli accordi". Brugger sottolinea che la Svp valuterà "punto per punto il decreto liberalizzazioni, che deve tenere conto delle specificità del nostro territorio e dello Statuto d'autonomia".
Brugger annuncia infine che i primi di febbraio il premier dovrebbe incontrare i governatori dell'Alto Adige e del Trentino, Luis Durnwalder e Lorenzo Dellai. 16 gennaio 2012
Inflazione: Istat conferma, a dicembre al 3,3%
16 Gennaio 2012 - 10:18
(ASCA) - Roma, 16 gen - L'inflazione a dicembre registra un +0,4% sul mese precedente mentre il tendenziale si attesta al 3,3%. L'Istat rebde noto il dato definitivo sull'andamento dei prezzi confermando la stima provvisoria.
Il tasso di inflazione medio annuo per il 2011 si conferma pari al 2,8%, in sensibile accelerazione rispetto all'1,5% registrato per il 2010. A dicembre l'inflazione di fondo, calcolata al netto degli energetici e alimentari freschi, e' stabile al 2,4%. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo scende al 2,3% dal 2,4% di novembre.
red/did/
Fisco, nei primi 11 mesi gettito in crescita
Debito pubblico in calo a novembre
Nei primi undici mesi del 2011 le entrate tributarie si sono attestate a quota 330,592 miliardi di euro, in crescita dell'1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2010.
E' quanto risulta dai dati diffusi dalla Banca d'Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico dedicato alla Finanza pubblica. Mentre il debito pubblico italiano a novembre è sceso a 1.905,012 miliardi di euro, rispetto ai 1.909,1 di ottobre.
Nel solo mese di novembre 2011, fa sapere inoltre Bankitalia, le entrate tributarie si sono attestate a quota 30,048 miliardi di euro, in forte calo (-7,41%) rispetto ai 32,454 miliardi di novembre 2010.
Crisi: Moody's, Francia mantiene tripla A. Outlook ancora sotto esame
16 Gennaio 2012 - 12:01
(ASCA-AFP) - Parigi, 16 gen - Moody's ha confermato il rating di tripla A alla Francia, aggiungendo che l'outlook, attualmente ''stabile'', e' ancora in esame. L'annuncio dell'agenzia di rating giunge a tre giorni da quello della rivale Standard & Poors, che venerdi' ha abbassato di un gradino il rating sovrano della Francia.
red-sam/
Federazione Russa. Il benessere spinge i consumi
16 gennaio 2012
Maria Alexandrova, Russia Oggi
Secondo una recente indagine dell'agenzia Deloitte i russi non hanno badato a spese per festeggiamenti natalizi e vacanze, rispetto agli europei che hanno tirato più la cinghia
Mentre sei europei su dieci ritengono che le loro economie siano in recessione, i consumatori russi non avvertono la sensazione che la crisi finanziaria abbia colpito il loro potere d'acquisto, e la maggior parte afferma di avere a disposizione più soldi da spendere rispetto allo scorso anno.
Questo è il risultato di un'indagine che l'agenzia Deloitte ha effettuato sui consumatori di 18 Paesi, principalmente europei. I consumatori della Grecia, del Portogallo, dell'Italia, della Spagna e della Francia si sono mostrati più fortemente consapevoli della crisi rispetto ad altri. Anche se i consumatori russi non si aspettano un boom economico, il 67 per cento ha dichiarato che il proprio potere d'acquisto è cresciuto nel 2011 e il 40 per cento si attende un ulteriore incremento nel 2012.
Se gli europei prevedevano di spendere una cifra media di 587 euro (circa 750 dollari) per le festività natalizie, cioè solo lo 0,8 per cento in meno rispetto allo scorso anno, risparmiando principalmente sui regali, ma non sui pasti delle festività, il divertimento e i viaggi, i consumatori russi hanno speso per i festeggiamenti una media di 17.500 rubli (circa 550 dollari). In regali la metà del budget; circa 4.600 rubli (143 dollari) per i pasti e circa 2.700 rubli (85 dollari) per svago e divertimento.
In cima ai regali più desiderati dai russi si colloca il denaro (56 per cento), seguito dai viaggi (45 per cento) e dai computer portatili o fissi (42 per cento). Ma l'87 per cento dei consumatori russi acquista regali utili, in crescita rispetto al 79 per cento dello scorso anno, posizionandosi in tal modo tra i clienti più giudiziosi in Europa. Solo il 34 per cento degli intervistati ha dichiarato che il prezzo è relativamente poco importante, un numero in calo rispetto al 41 per cento dello scorso anno.
I consumatori russi che hanno dichiarato di spendere di più per le vacanze sono in crescita dell'11 per cento rispetto allo scorso anno, mentre Ucraina e Sud Africa vantano il più alto incremento percentuale, rispettivamente con il 18,3 per cento e il 12,4 per cento. Ma gli autori del sondaggio hanno sottolineato che questo dato va inquadrato nel contesto di un'inflazione incontrollata in alcuni Paesi.
Secondo un sondaggio condotto da Superjob.ru, azienda russa specializzata nella ricerca di personale, quasi la metà di tutti i lavoratori russi ha festeggiato il Capodanno a casa (47 per cento), solo il 4 per cento all'estero. La ragione principale di questa scelta risiede nel fatto che la festa di Capodanno viene vista come un momento per stare in famiglia, ma l'aumento dei prezzi per le vacanze di Capodanno rappresenta anche un fattore rilevante. Tuttavia, lo scorso anno è rimasto a casa un numero maggiore di russi (56 per cento).
Secondo Maya Lomidze, direttore esecutivo dell'Associazione degli operatori turistici della Russia, le destinazioni più popolari tra chi si reca all'estero per le vacanze di Capodanno sono la Thailandia e l'Egitto, seguite da Francia, Italia e Austria per chi vuole sciare, e da altri Paesi europei per chi invece preferisce il turismo culturale, Germania, Spagna e Italia sono tra quelli più opzionati.
Secondo Oleg Moseev, portavoce dell'Agenzia federale russa per il turismo, anche passare le vacanze in Russia rimane ancora una scelta piuttosto popolare. Dei 38 milioni di russi che sono andati in vacanza l'anno scorso, solo 12 milioni si sono recati all'estero. I luoghi più in voga per il turismo culturale in Russia restano le storiche città dell'Anello d'Oro.
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