martedì 20 marzo 2012

am:20.3.12/ Belpaese padanino mostra la sua vera faccia. - Si svolge oggi a Parma, in Camera di commercio, la prima tappa degli incontri d’affari di 12 operatori indiani con le imprese emiliano-romagnole. Gli appuntamenti previsti in regione sono tre organizzati per tutte le imprese regionali nelle Camere di Parma, Bologna e Forlì-Cesena.---Bressanone, oltrepadania, Massimiliano Bona: Basta contributi a pioggia e premi, invece, alle associazioni che investono in progetti mirati. È la nuova linea della giunta che per evitare il proliferare di sodalizi in uno stesso settore ha deciso di cambiare le regole. Non possiamo permetterci - spiega il vicesindaco Pedron - tre associazioni teatrali, specie se nessuna di esse in un anno riesce a mettere in scena una commedia.---Le autorità serbe hanno ringraziato calorosamente il Governo italiano per la preziosa collaborazione che ha permesso di riattivare un'Unità di emodialisi di ben 18 posti.

Parma, padania. "A tu per tu con l'India": prima tappa a Parma
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Italia, debito sottostante derivati 160 miliardi
Bcg, l'8,3% del Pil britannico ruota intorno alla web economy
Grecia, prezzo esercizio dei Cds valutato a 21,75 centesimi di euro
Perché la Svezia rischia di bruciare lo status di Paese rifugio.
Italia-Serbia: attrezzature per 53 unita' di emodialisi
Bressanone, oltrepadania. «Basta con i contributi a pioggia»
Treviso, padania. Controlli della Finanza, un negozio su tre non fa lo scontrino fiscale
Parma, padania. "A tu per tu con l'India": prima tappa a Parma
Si svolge oggi a Parma, in Camera di commercio, la prima tappa degli incontri d’affari di 12 operatori indiani con le imprese emiliano-romagnole. Gli appuntamenti previsti in regione sono tre organizzati per tutte le imprese regionali nelle Camere di Parma, Bologna e Forlì-Cesena.
 Creare stabili rapporti commerciali e durature partnership produttive tra imprese emiliano-romagnole e indiane è l’obiettivo del “Progetto India”, promosso congiuntamente da Unioncamere regionale, dal sistema camerale e dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Camera di Commercio Indo-Italiana di Mumbay.
 L’iniziativa rientra nel proseguimento delle azioni di promozione del sistema imprenditoriale regionale sviluppate nel corso del 2011 nell’ambito del PROGETTO INDIA I, che ha visto una missione nel grande Paese asiatico di 20 imprese della regione, 3 parmensi, con risultati soddisfacenti per le parti.
 Il progetto continuerà per tutto il 2012 e gli incontri di oggi non sono che la prima tappa; in programma, un'altra missione imprendiotirale in India, incontri istituzionali in Punjab e la partecipazione ad importanti eventi fieristici. Con INDIA I si è inteso sostenere importanti comparti manifatturieri sia attraverso una preliminare fase di conoscenza delle opportunità di business, delle modalità d’ingresso nei mercati di riferimento (con l’individuazione dei canali distributivi e/o commerciali più appropriati predisposta dalla IICCI di Mumbai), sia attraverso una missione di 15 aziende emiliano-romagnole effettuata in alcune città indiane nel mese di dicembre 2011.
 I settori coinvolti nel progetto sono questi:
 • Tecnologie, servizi, materiali ed attrezzature per l’edilizia ed Infrastrutture;
 • Meccanica e tecnologie per l’agroalimentare;
 • Meccanica e tecnologie per l’ambiente e energie rinnovabili;
 • Meccanica strumentale (macchine e macchinari utensili). 
 Mentre la mattina sarà dedicata ai colloqui individuali, nel pomeriggio sono in programma visite aziendali sul territorio. Domani una parte della delegazione partirà per Bologna mentre altri imprenditori indiani visiteranno al Stazione sperimentale, accompagnati dal Presidente Andrea Zanlari,  per conoscere le tecnologie più avanzate di lavorazione/conservazione degli alimenti e mettere a punto possibili accordi di collaborazione.
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Italia, debito sottostante derivati 160 miliardi
Ammonta a circa 160 miliardi il debito pubblico su cui il Tesoro italiano ha aperto negli anni posizioni in derivati, quasi il 10% del totale. È quanto ha reso noto il governo rispondendo a un'interpellanza urgente presentata alla Camera giovedì scorso dal deputato dell'Italia dei valori Antonio Borghesi.
"Ad oggi il nozionale complessivo di strumenti derivati a copertura di debito emessi dalla Repubblica italiana ammonta a circa160 miliardi di euro, a fronte di titoli in circolazione, al 31 gennaio 2012, per 1.624 miliardi di euro. Quindi, il nozionale ammonta, per rispondere alla domanda, a circa il 10%dei titoli in circolazione", ha spiegato il sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria, secondo quanto si legge nel resoconto stenografico della seduta di giovedì 15 marzo. Secondo i dati diffusi dalla Banca d'Italia, a gennaio il debito pubblico ha raggiunto quota 1.935,8 miliardi di euro. Quindi,la quota di debito su cui il Tesoro ha fatto operazioni di copertura è di circa l'8%.

Bcg, l'8,3% del Pil britannico ruota intorno alla web economy
Secondo una ricerca del Boston Consuting Group la Gran Bretagna è il paese del G20 la cui economia poggia in maniera più massiccia su Internet. Il 13,5% degli acquisti viene fatto sulla Rete e un cittadino su quattro preferirebbe un anno di astinenza sessuale piuttosto che rinunciare al collegamento a banda larga
 dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - La Gran Bretagna è il paese più digitalizzato del mondo, perlomeno dal punto di vista del peso che il web ha sul prodotto interno lordo. Uno studio del Boston Consulting Group (Bcg) informa che internet contribuisce per l'8,3 per cento all'economia del Regno Unito, una percentuale più alta che in ogni altra nazione del G20, il gruppo delle venti maggiori potenze industriali della terra. La "web economy" britannica ha avuto un valore di 121 miliardi di sterline (circa 140 miliardi di euro) nel 2010, l'ultimo anno di cui si hanno dati completi, rappresentando già un settore più importante di quello sanitario. E la Gran Bretagna conduce più commerci online di ogni altro membro del G20: il 13,5 per cento di tutti gli acquisti sono stati fatti sul web nel 2010, si prevede che saliranno al 23 per cento entro il 2016, anno in cui si calcola che l'economia di questo paese legata a internet avrà quasi raddoppiato le sue dimensioni rispetto al presente, raggiungendo un fatturato di 225 miliardi di sterline.
Il rapporto della società di consulenze americana, ripreso stamane dalla Bbc, indica che la economia web della Gran Bretagna continuerà a crescere dell'11 per cento annuo per i prossimi quattro anni, a un ritmo considerevolmente più elevato di quella della Cina (6,9 per cento) e degli Stati Uniti (5,4 per cento). Una notizia giudicata particolarmente buona per le piccole e medie imprese che investono in questo settore nel
Regno Unito, i cui guadagni - sempre secondo  la  medesima ricerca - sarebbero aumentati mediamente del 12,5 per cento negli ultimi tre anni.
Lo studio del Bcg offre anche un'ennesima prova del crescente attaccamento che i consumatori britannici hanno per internet. Il 25 per cento degli interpellati, in un sondaggio condotto dagli analisti della società, si dicono pronti a rinunciare al sesso per un anno per mantenere il collegamento in banda larga al web. La disponibilità a rinunciare ad altri vizi, ironizza la Bbc, per ora rimane più alta: il 65 per cento rinuncerebbe all'alcol, il 76 per cento alla cioccolata e il 78 per cento al caffè. Ma bisogna ammettere che la birra, per quanto gli inglesi ne vadano pazzi, non è la stessa cosa dell'amore.
(19 marzo 2012)

Grecia, prezzo esercizio dei Cds valutato a 21,75 centesimi di euro
Un'asta finalizzata a stabilire il payout per i detentori di Cds greci ha fissato per le obbligazioni di Atene un prezzo preliminare di 21,75 centesimi per euro, secondo i risultati iniziali. Una seconda fase d'astadeterminerà il prezzo finale che rappresenta l'ammontare che gli obbligazionisti si aspettano di recuperare dal loro investimento in bond greci, ossia "recovery rate". I possessori di credit default swap quindi riceveranno una cifra cash ugualealla differenza tra il "recovery rate" e il valore nominale intero del debito greco. I risultati finali dell'asta sono attesi alle 16,30.

Perché la Svezia rischia di bruciare lo status di Paese rifugio.
di Vito Lops
I cigni neri del Paese a Tripla A - Il duello Stoccolma-Berlino
La crisi dei debiti dell'Eurozona colpisce due volte la Svezia, che rischia di veder compromesso lo status di Paese rifugio per gli investitori. Il primo schiaffo arriva dall'economia reale perché le incertezze dell'Eurozona stanno rallentando la domanda di prodotti provenienti dalla Svezia, economia che si regge il per il 50% proprio sulle esportazioni. Il secondo schiaffo arriva dalla finanza. Il ridimensionamento degli spread tra i titoli dei Paesi periferici il rispettivo Bund tedesco (fenomeno che vede l'Italia in prima linea con lo spread BTp-Bund a 10 anni piombato in quattro mesi da quota 575 a 275) sta allentando il bisogno degli investitori a rifugiarsi nei Paesi a Tripla A.
E poi, se vogliamo aggiungere all'elenco dei cigni neri che svolazzano sui cieli di Svezia, c' è da segnalare il recente sorpasso dalla Germania. Se si confrontano i rendimenti dei bond a 10 anni negli ultimi tre mesi si evidenzia uno spettacolare sorpasso del Bund tedesco. A dicembre i bond a 10 anni di Stoccolma pagavano 42 punti base in meno rispetto al Bund tedesco (erano quindi considerati più affidabili e sicuri perfino dei titoli tedeschi). Oggi invece hanno perso questo vantaggio e risultano più cari di 7 punti (il grafico del duello Svezia-Germania sullo spread). In tre mesi i bond di Stoccolma hanno "bruciato" mezzo punto percentuale rispetto alle obbligazioni tedesche. Un'escursione ad altissima volatilità, se si considera che stiamo parlando di Paesi a Tripla A, da tempo porti sicuri per gli investitori di tutto il mondo.
L'andamento dei mercati finanziari non è casuale. Il governatore della Banca centrale svedese, Stefan Ingves, ha indicato che nell'ultimo trimestre l'economia svedese è arretrata dell'1,1%. Una brutta battuta d'arresto se si considera che nel 2010 ha viaggiato al ritmo più alto fra i Paesi dell'Unione europea. La stima per il 2012 è stata ridotta a un +0,7% contro il precedente 1,3% e il 3,5% della vicina Norvegia.
Come detto, ciò è dovuto in parte al calo delle esportazioni dovute al rallentamento del ciclo economico nell'Eurozona. La Svezia deriva la metà del Pil da 500 miliardi di dollari l'anno proprio dall'export. Il calo dell'export innesca a cascata un calo delle entrate fiscali. Calo che spingerà quest'anno il governo a aumentare il ricorso all'emissioni di bond governativi. Il 6 marzo l'Ufficio del debito svedese ha comunicato che quest'anno aumenterà del 43% l'emissione di titoli: il che, presumibilmente, dovrebbe contribuire a tenere più alti i rendimenti rispetto ai Bund.
Da non dimenticare, poi, i rischi che arrivano dal settore immobiliare a Stoccolma e dintorni. Nei mesi scorsi, come ricordato dal Sole 24 Ore, il Fondo monetario internazionale ha già lanciato l'allarme a giugno: «I prezzi delle case sono sopravvalutati e un loro calo prolungato è probabile» dopo che il loro valore è triplicato negli ultimi 15 anni. Nell'ultimo trimestre i prezzi delle case in Svezia sono scesi del 2%.
E poi? L'indice sul sentiment manifatturiero - che misura la fiducia delle imprese - è sceso a febbraio di 13 punti ed è sceso in sette degli ultimi otto mesi.
Quindi, più di un'ombra sulla Svezia. Nella speranza che i cigni neri migrino altrove con l'inzio della primavera.
 19 marzo 2012

Italia-Serbia: attrezzature per 53 unita' di emodialisi
progetto cooperazione del valore di 3,5 mln euro.
19 marzo, 19:32
 (ANSAmed) - BELGRADO, 20 MAR - A Belgrado e' stata riaperta oggi l'Unità di emodialisi presso il Centro clinico ospedaliero "Dr Dragisa Misovic". Alla cerimonia erano presenti il Ministro della Sanità serbo, Zoran Stankovic, il Sindaco di Belgrado Dragan Djilas e l'Ambasciatore d'Italia a Belgrado, Armando Varricchio.
 Le autorità serbe hanno ringraziato calorosamente il Governo italiano per la preziosa collaborazione che ha permesso di riattivare un'Unità di emodialisi di ben 18 posti. Il progetto, finanziato dalla Cooperazione italiana allo sviluppo, prevede il sostegno in cinque settori chiave, tra i quali quello del Ministero della Sanità, che ha assorbito il 55% delle risorse ad oggi utilizzate. Sono state fornite attrezzature per equipaggiare 53 Unità di emodialisi distribuite su tutto il territorio nazionale per un importo di circa 3,5 milioni di euro.
 Nel proprio indirizzo di saluto l'Ambasciatore Varricchio ha sottolineato come quest'importante iniziativa, svoltasi a seguito del recente Vertice intergovernativo italo-serbo di Belgrado, confermi il ruolo preminente della nostra Cooperazione nel quadro delle relazioni tra i due Paesi. (ANSAmed).

Bressanone, oltrepadania. «Basta con i contributi a pioggia»
Il vicesindaco: il budget è lo stesso ma premieremo solo i progetti
di Massimiliano Bona
BRESSANONE. Basta contributi a pioggia e premi, invece, alle associazioni che investono in progetti mirati. È la nuova linea della giunta che per evitare il proliferare di sodalizi in uno stesso settore ha deciso di cambiare le regole. «Non possiamo permetterci - spiega il vicesindaco Pedron - tre associazioni teatrali, specie se nessuna di esse in un anno riesce a mettere in scena una commedia».  Non cambierà l'ammontare dei contributi, ma le modalità di ripartizione. Alla cultura saranno ancora destinati 180 mila euro l'anno, ma la suddivisione avverrà in base alla qualità delle proposte. «Il mondo associazionistico - spiega Pedron - è una risorsa importante della nostra comunità se solo pensiamo che i sodalizi accreditati sono 257. A loro dobbiamo il netto miglioramento della qualità della vita nei settori più disparati, dalla cultura allo sport fino al sociale, con un'offerta appetibile per i residenti di tutte le età e di entrambi i gruppi linguistici».  Ciò che preme sottolineare a Pedron è che i contributi non verranno meno.  «L'amministrazione comunale continuerà a sostenere i vari sodalizi ma in un periodo di crisi finanziaria come questo serve uno sforzo per ottimizzare le risorse e correggere anomalie tipicamente brissinesi. Mi riferisco in particolare al proliferare di associazioni, anche nello stesso settore, spesso per ragioni davvero inspiegabili. Non di rado si tratta di semplici
incompatibilità personali tra soci e dirigenti. So che
qualcuno storcerà il naso ma dobbiamo imporci di rivedere alcune regole e i criteri per l'erogazione dei contributi. L'obiettivo per il medio-lungo periodo è quello di favorire la fusione tra le associazioni che operano nello stesso settore, andando a privilegiare attività e progetti piuttosto che puntare su un'infruttuosa contribuzione a pioggia».  A spiegare i termini del problema è lo stesso Pedron, che fa anche qualche esempio concreto.  «Che senso ha avere tre associazioni di teatro amatoriale se nessuna, e sottolineo nessuna di esse, è in grado di mettere in piedi in un anno una rappresentazione? Forse è giunto il momento di lasciarsi alle spalle personalismi ed attriti per unire le forze. Ma potrei continuare: a Bressanone ci si divide nel mondo del calcio, dell'arte e persino del ballo. Il fatto è che non possiamo più permetterci di raddoppiare i costi per le sedi. È meglio adottare scelte forse impopolari ma riuscire a stroncare una logica di ripartizione dei contributi che qualche volta è stata anche clientelare. Tra i compiti di un amministratore c'è anche quello di verificare dove vanno a finire i contributi, che sono e restano soldi pubblici».

Treviso, padania. Controlli della Finanza, un negozio su tre non fa lo scontrino fiscale
Blitz delle Fiamme gialle nel capoluogo della Marca: su 352 esercizi ispezionati, 121 sono irregolari. Cinque lavoratori in nero, centinaia di articoli contraffatti
TREVISO – Un commerciante su tre non emette regolare scontrino o ricevuta fiscale, mentre in provincia continua la piaga del lavoro nero. Questi in sintesi i risultati dei maxi controlli effettuati dalla guardia finanza di Treviso nel corso dell’ultima settimana nel capoluogo e nella Marca. In modo meno appariscente di quanto hanno fatto i loro colleghi a Milano o Sanremo, i finanzieri hanno battuto a tappeto negozi e locali a caccia di evasori e irregolarità fiscali. Su 352 esercizi commerciali controllati, sono state contestate 121 violazioni per mancata o irregolare emissione degli scontrini e delle ricevute fiscali, con una percentuale di controlli con violazioni superiore al 30%. Non va bene neppure sul fronte del lavoro nero con 5 lavoratori totalmente sprovvisti di contratto e copertura assicurativa. Due invece i commercianti italiani segnalati per la vendita di prodotti contraffatti con il sequestro di 128 «pezzi» (accessori di abbigliamento e profumi). Dati che vanno ad aggiungersi a quelli registrati nei primi due mesi dell’anno, e che vedono un parziale di 114 contestazioni per la mancata emissione dello scontrino, numerose merci contraffatte e 61 lavoratori «irregolari» o in nero.
Milvana Citter

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