Svimez e Srm: “Il Sud deve puntare sui settori piccoli, ma molto dinamici”
Palermo. La Corte dei Conti: basta precari
Spagna: Moody’s mantiene A3 con outlook negativo su debito
Olanda: riviste al rialzo stime deficit, in 2013 salira' al 4,6% Pil
Svimez e Srm: “Il Sud deve puntare sui settori piccoli, ma molto dinamici”
di Redazione
Le analisi pubblicate dall’Associazione sviluppo mezzogiorno e dal centro Studi e ricerche mezzogiorno. Da sfruttare porti commerciali, spazi retroportuali e attività con forte orientamento all’export
ROMA - Dopo 150 anni, l'Italia resta un Paese spaccato a metà dal punto di vista economico: fatto pari a 100 il Pil tra Nord e Sud, nel 1861 l'indicatore era simile, nel 2009, invece, il Pil del Mezzogiorno era solo il 59% di quello del Centro-Nord.
è quanto emerge dall'incontro "Il Nord e il Sud dell'Italia a 150 anni dall'Unità - Nata per unire, unita per crescere", promosso da Svimez (Associazione sviluppo mezzogiorno) e Srm che si è svolto venerdì a Palazzo Altieri a Roma.
Secondo il presidente della Svimez, Adriano Giannola, oggi la sfida per la crescita passa dal Sud, a patto di puntare su centralità mediterranea, fiscalità differenziata, politica industriale centrata su logistica e fonti energetiche alternative e tradizionali.
"Il filo conduttore della nostra storia - ha dichiarato nella sua relazione Giannola - resta la profonda incoerenza tra unità politica e unificazione economica. A ben vedere, ora, tre opportunità si aprono all'Italia: la ritrovata centralità del Mediterraneo; il ruolo della fiscalità differenziata nelle aree deboli come condizione permissiva di un'accelerazione dello sviluppo; l'urgenza di una politica industriale attiva che sappia interpretare la vocazione del Sud ad uno sviluppo centrato su logistica e fonti energetiche. In particolare occorrerebbe creare nel Sud filiere territoriali logistiche, in grado di produttivizzare i territori meridionali che già dispongono di aree vaste, porti commerciali, spazi retro portuali, attività economiche con un forte orientamento all'export".
Nelle slides pubblicate per l’occasione da Srm si rileva il grafico qui pubblicato, con il commento seguente: “il Mezzogiorno evidenzia dinamiche positive nell’export non solo per il ruolo significativo della grande industria manifatturiera (automotive, aerospazio, siderurgia, farmaceutica e petrolchimico) ma anche da parte di imprese e settori più piccoli ma molto dinamici (agroindustria, tessile di qualità, ecc.)”.
Soluzioni. “Pensare in una prospettiva europea”
Ma è la sola dimensione nazionale quella giusta dove affrontare e risolvere tutti questi problemi? Questa la domanda sviluppata nella ricerca del centro Studi e ricerche mezzogiorno. Che risponde: “la dimensione nazionale in un quadro europeo. In un quadro di governance europea che sempre più controlla gli elementi chiave del “potere” nazionale (fiscalità, gestione del bilancio pubblico, moneta), la dimensione nazionale oggi appare la dimensione minima per affrontare le grandi sfide; è necessario allora pensare in una prospettiva europea affinché l’Italia possa fare quel salto di qualità che fino ad oggi non è ancora riuscito a fare. E guardando alle numerose spinte centrifughe, la risposta sul futuro del nostro Paese e sulla tenuta del suo sistema economico nazionale, rimane intimamente legata al futuro del contesto comunitario e dell’euro”.
Articolo pubblicato il 20 marzo 201
Palermo. La Corte dei Conti: basta precari
I magistrati stoppano le stabilizzazioni: «Innescherebbero un conflitto generazionale: impedirebbero le assunzioni future di giovani qualificati». A ogni siciliano costano oltre 50 euro ogni anno
PALERMO. I magistrati contabili stoppano le stabilizzazioni dei precari siciliani perché «innescherebbero un conflitto generazionale: impedirebbero le assunzioni future di giovani qualificati». E poi aggiungono che comunque nei Comuni gli organici sono già sovradimensionati, questi neo-assunti non avrebbero lavori da fare. Infine un riferimento alle cifre da record sugli sprechi: «A ogni siciliano costano oltre 50 euro all’anno».
TAGLI. Anche la Regione è costretta a stringere la cinghia. Previsti tagli per oltre 600 milioni. La spesa è stata ridimensionata secondo le indicazioni dell’accordo con Roma e cioè puntando su personale, società ed enti controllati e costi della politica. Previsti risparmi con la razionalizzazione degli uffici. Sarà acceso un mutuo per finanziare gli investimenti.
BILANCIO. La corsa contro il tempo per approvare il bilancio regionale (attualmente vige l’esercizio provvisorio), è iniziata ieri in commissione con l’audizione del Ragioniere generale Biagio Bossone.
AEROPORTI. Bloccati i fondi europei. Per il solo Falcone-Borsellino di Palermo erano previsti 204 milioni per reti idriche, ampliamento piazzale di sosta degli aeromobili e palazzina servizi. Spiegano alla Regione: la programmazione è stata frenata dalle delibere Cipe. L’Enac aggiunge: siamo pronti a fare gli accertamenti.
Tutti i dettagli della manovra e della relazione della Corte dei Conti sono pubblicati sul Giornale di Sicilia in edicola oggi
Spagna: Moody’s mantiene A3 con outlook negativo su debito
20 marzo, 11:07
(ANSAmed) - Madrid, 20 MAR - L'agenzia Moody's ha deciso di mantenere la qualifica del debito sovrano spagnolo al livello di A3 con outlook negativo, nonostante la modifica al ribasso dell'obiettivo di deficit del 2012 fatta dall'esecutivo di Madrid, passata dal 4,4% al 5,3% per il 2012. Ne dà notizia l'agenzia in un comunicato. Secondo Moody's, il cambio dell'obiettivo di stabilità non modifica l'attuale qualifica del debito sovrano perchè era stato già previsto nella sua ultima analisi sulla solvenza della Spagna. Tuttavia, l'agenzia avverte che "la prospettiva fiscale continua ad essere una sfida per la Spagna", per cui il governo dovrà realizzare riforme "sostanziali" quest'anno. Moody's rileva che "molte misure sono già stata identificate, ma non saranno sufficienti a raggiungere l'obiettivo di deficit". E segnala che continua a rilevare "un rischio significativo in quando a capacità delle regioni spagnole a raggiungere gli obiettivi di stailità per quest'anno senza profonde riforme strutturali".
Olanda: riviste al rialzo stime deficit, in 2013 salira' al 4,6% Pil
ultimo aggiornamento: 20 marzo, ore 13:00
Amsterdam, 20 mar. - (Adnkronos/Dpa) - Saranno tre anni difficili per l'economia olandese con consumi privati in calo, un aumento della disoccupazione e un deficit in salita rispetto alle stime precedenti. E' il quadro che emerge dalle previsioni dall'ufficio pianificazione centrale dei Paesi Bassi (CPB) pubblicate oggi. Lo studio rivede per il 2013 il deficit di bilancio al 4,6 per cento del prodotto interno lordo (+0,1% sulle precedenti stime).
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